La Cina è il nuovo gigante buono. Un regime totalitario di ispirazione comunista trasformato in un paese amico, definito quotidianamente come "opportunità" in quasi tutto l'occidente. Lo stesso Occidente che regolarmente denuncia quegli Stati sovrani che hanno la imperdonabile colpa di voler scegliere il proprio modello economico, la propria costituzione e la propria indipendenza politica. Vedi America Latina.
Il premier cinese è invece ormai assediato da visite dei capi di Stato che volano a Pechino ad ossequiarlo, insieme a nugoli di industriali armati di penna e pronti a firmare nuovi accordi commerciali.
Oggi si sono intrecciate 3 interessanti notizie che riguardano l'ipocrisia dell'Occidente nei confronti dei diritti umani in Cina.
La prima è che Giorgio Napolitano, in nome del popolo italiano, si è recato in Cina alla Scuola Centrale del Partito Comunista cinese per salutare l'amico Hu Jintao. Not in my name, ci tengo a precisare. Come prevede il copione ormai consolidato del teatrino degli incontri in Cina, il visitatore, in questo caso il nostro Presidente della Repubblica, non può esimersi dal pronunciare una frase sui diritti umani; il tutto per non apparire interessato unicamente al tema economico, ma per mostrare che noi occidentali ci teniamo ai diritti umani. Napolitano ha detto: "Il cammino intrapreso dalla Cina sulla via delle riforme politiche, del rafforzamento dello Stato di diritto, del rispetto dei dritti umani cosi' come dell'apertura e liberalizzazione de mercati e' di fondamentale importanza per una armoniosa integrazione in un sistema internazionale aperto e per una piena sintonia con l'Europa."[1]
Chiaro no? I diritti umani finiscono in un elenco di cose, seguiti prontamente dalla ammirevole "apertura e liberalizzazione dei mercati", che permette a noi e a loro di fare affari, fregandosene dei più elementari diritti umani e civili nel campo delle tutele della salute e del lavoro, nonchè della dignità umana.
La seconda notizia è che 15 premi nobel della Pace hanno richiesto al prossimo G20 di Seoul di porre all'ordine del giorno la questione di Liu Xiaobo, insignito quest'anno del premio nobel per la pace e dissidente condannato a 11 anni di carcere per aver diffuso il documento "Carta 08", in cui si chiedono riforme politiche, libertà di riunione, di stampa e di religione. Amnesty international ha ricordato che i suoi avvocati hanno avuto soltanto 20 minuti di tempo per presentare la loro arringa, in un processo che è durato meno di tre ore. Tanto per restare in tema di diritti umani.[2]
La risposta di Napolitano? “Ma con tutto il rispetto per i premi Nobel per la Pace, nulla mi sembra più stravagante del proporre che si ponga come punto della riunione del G20 una questione di quella natura." Si può essere d'accordo sul fatto che porre una questione individuale non è corretto, perchè tutte le violazioni di diritti umani dovrebbero essere prese in considerazione; ma stiamo parlando di un premio Nobel, e di un'occasione unica per portare il problema in un forum dalla grande visibilità mediatica mondiale, e fare pressioni dirette sulla Cina che sarà presente al G20.
Stravagante, per il nostro capo dello Stato, non è invece chiedere, insieme al Vaticano e all'Unione Europea, all'Iraq di sospendere la pena di morte per impiccagione inflitta oggi all'ex vicepremier iracheno, Tarek Aziz. Che non è un dissidente politico, ma un condannato nel 2009 per il suo ruolo nell'omicidio di 42 commercianti e uomini d'affari a Baghdad nel 1992, e ad altri 7 anni per la deportazione dei curdi iracheni.[3]
Tre notizie che mostrano chiaramente il livello di sudditanza a cui siamo giunti nei confronti del gigante buono. Abbiamo a nostra disposizione soltanto pochi anni per costringere la Cina ad adottare un modello di sviluppo non basato sullo schiavismo e su un controllo sociale da regime totalitario. Sacrificando anche un po' del nostro sviluppo e del nostro consumismo sfrenato. Dopo sarà troppo tardi, e rischieremo di dover essere noi a doverci adeguare.
[1] http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=146705
[2] http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-10-08/premio-nobel-pace-stato-112731.shtml?uuid=AYVznvXC
[3] http://www.corriere.it/esteri/10_ottobre_26/aziz-condanna-morte_91b39b6c-e0e1-11df-b5a9-00144f02aabc.shtml