Blog di politica, attualità, ambiente, società, e varie. Un'isola di riflessione in un mare mosso di informazione.
lunedì 10 settembre 2018
Come siamo arrivati a questo punto (parte 1)
Per cambiare l'Italia non basta una legislatura. Nemmeno due. Curare è sempre più costoso che prevenire. I partiti che hanno dominato la scena politica per gli ultimi decenni hanno messo in piedi un complesso sistema che ha favorito inefficienza, ineguaglianza, evasione, corruzione, e ingabbiato l'Italia in una morsa chiamata debito pubblico. I confini tra centro-destra e centro-sinistra si sono sfocati, con un centro-destra degenerato intorno alla figura di Berlusconi, e con un centro-sinistra degenerato in un partito più efficace del centro-destra nell'attuare politiche di destra, a partire da privatizzazioni e un generale smantellamento della cosa pubblica. Tutti i partiti sono diventati ostaggio - e allo stesso tempo complici - di una letale dipendenza da cospicui finanziamenti privati.
Le conseguenze di queste politiche, portate avanti con ostinata lucidità da entrambi gli schieramenti, si osservano nell'immenso trasferimento di ricchezza dalla maggioranza della popolazione ad una minoranza che grazie a questo è stata in grado di accumulare un crescente potere economico e politico. Le conseguenze si osservano anche nell'efferato indebolimento dei presidi pubblici che dovrebbero garantire la difesa democratica (giustizia, scuola, sanità...), nella stagnazione dei salari reali per le persone comuni, nonchè nella distruzione ambientale alimentata da un consumismo fuori controllo.
Un simile fenomeno (l'appiattimento dei partiti tradizionali intorno all'ideologia economica neoliberista), pur con diverse sfumature, è accaduto in tutti i paesi industrializzati. In teoria, la reazione naturale a questa degenerazione sarebbe dovuta essere una presa di posizione nuova da parte della maggioranza della popolazione, per ribellarsi contro l'ineguaglianza e pretendere la rivalutazione del bene pubblico, l'indipendenza della politica dai poteri economici, il rafforzamento delle tutele democratiche, la redistribuzione della ricchezza. In teoria. Nella pratica, la rabbia della popolazione è stata sapientemente diretta verso un altro nemico, facile da vedere e sentire, soprattutto nelle vaste periferie urbane: lo straniero.
È molto più facile aizzare la popolazione contro masse di poveracci che sbarcano sulle nostre coste e che, a causa di come vanno le cose, stentano ad integrarsi. È molto facile far credere che se non ci sono soldi per i servizi sociali, per la sanità, per le scuole, è colpa dei troppi migranti.
È molto più impegnativo, invece, spiegare che il problema migranti è minuscolo se confrontato a quello dell'evasione fiscale e della ineguaglianza sociale. È impegnativo spiegare perchè le privatizzazioni a favore dei soliti noti hanno danneggiato l'interesse pubblico; perchè leggi varie hanno depotenziato la macchina della giustizia a favore di chi si può permettere stuoli di avvocati difensori; perchè la possibilità per lo stato di tutelare i cittadini è stata fortemente diminuito di fronte ad crescente potere di ricatto da parte delle sempre più potenti multinazionali.
È molto semplice (ed economico) fare un reality rinchiudendo un gruppo di imbecilli in una casa con telecamere. È molto più impegnativo fare un servizio di inchiesta stile Report.
(La parte 2 verrà pubblicata prima possibile)
Iscriviti a:
Post (Atom)