Mi scuso per la lenta (e prevista) frequenza di aggiornamento del blog, ma come un po' tutti anche noi ci stiamo godendo le brevi vacanze estive, ridotte ormai al solo mese di Agosto.
Pubblico questa riflessione sulla violenza negli stadi inviatami da TenderSurrender. Buona lettura, e buon proseguimento di vacanze.
Ormai quasi tutte le partite che si giocano all'Olimpico e che vedono impegnate le romane nell'ambito di manifestazioni internazionali sono teatro di spiacevoli scontri fra clan di tifosi o ancor peggio fra tifosi e forze dell'ordine. Gli accoltellamenti non si contano, così com' è impossibile fare ammenda di tutte le tragedie finora sfiorate. Le diffide del campo e le multe a Roma e Lazio sembrano inutili tentativi di risolvere questa orribile tendenza. Si dovrebbe andare alla radice del problema e combattere definitivamente questa piaga sociale, a mio parere, tipica di Roma e della sua cultura sportiva quantomai insesistente.
Molti politici, pervasi dalla loro capacità imbonitoria ed inclini per natura ad esaltare solo la merce più pregiata per mostrarla in giro per le piazze, finiscono per dimenticarsi con altrettanta futilità di quante figuracce sono capaci di collezionare ogni anno. Peccato che propio nella terra dove si dice sia nata la civiltà occidentale oggi si registri un degrado sociale, almeno nell'ambito sportivo, tanto deprimente e preoccupante.
Senza fare del facile qualunquismo o del prevedibile associazionismo, vi sembra normale che ancora oggi la maggior parte del tifo Laziale sia connivente con frange dell'estrema destra o rifiuti quantomeno l'idea di combatterle?
Vi sembra mai possibile e al tempo stesso tollerabile che dopo i fatti della monetina [http://www.aicovis.it/legginews.asp?Id=526¯oarea=] che videro coinvolto l'arbitro Frisk non si siano attuate le dovute precauzioni e che un vile gesto del genere sia ancora potenzialmente replicabile?
Domande, amici miei, che non trovano una facile risposta. Quesiti destinati a rieccheggiare a lungo in questo limbo dantesco sperando che un giorno un anima candida come quella di Virgilio c'illumini d'immenso mostrandoci la via della speranza.
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