L'ultima lettura che ho consigliato è Fast Food Nation, il saggio del giornalista Eric Schlosser sull'industria del fast food, dalle origini ai giorni nostri. Nella recensione [1] ho parlato del capitolo dedicato a "Cosa c'è nella carne", che vi riporto per introdurre l'argomento di oggi:
Ovviamente anche la qualità del cibo ne risente, e un capitolo è dedicato proprio a "Cosa c'è nella Carne", riportando numerosi casi di intossicazioni da Escherichia Coli 015:H7 per capire come si intrecciano gli interessi delle aziende e i deboli controlli da parte delle agenzie governtive, private sempre più dei loro poteri da amministrazioni ampiamente finanziate dalla industria della carne, che oggi è una delle più potenti e influenti. Basti pensare che il Dipartimento dell'agricoltura oggi può ritirare dal mercato dei giocattoli difettosi ma non una partita di carne contaminata.
Quel che è peggio è scoprire che fino al 2001 le mense scolastiche di molti stati americani si rifornivano da produttori di carne ripetutamente denunciati per la presenza di batteri e salmonella. Il risultato di queste enormi pressioni e di leggi che favoriscono i produttori è che oggi negli Stati Uniti ogni anno ci sono circa 37.000 casi di intossicazione alimentare,e l'uso indiscriminato di antibiotici nell'allevamento ne aumenta la resistenza e la pericolosità. Non a caso uno dei pericoli concreti che corre l'umanità e di essere colpita da una pandemia sviluppatasi proprio negli allevamenti intensivi di animali.
Correva l'anno 2001. Si potrebbe pensare che oggi questi problemi siano superati, che l'igiene delle "catene di smontaggio", i macelli, sia scontata. I fatti però smentiscono l'ipotesi, e dimostrano ancora una volta che quando gli interessi economici diventano enormi e ben radicati, la situazione non cambia e sono i consumatori a pagarne le conseguenze.
Poche settimane fa negli Stati Uniti sono state ritirate dal mercato 5 milioni di pizze surgelate a causa di una possibile contaminazione di Escherichia Coli, il batterio di cui si parla anche nel saggio e che si trova nell'intestino degli animali e nelle feci. L'ingrediente imputato è un salamino piccante di carne di maiale, che si trova su pizze chiamate "pepperoni", ma che niente hanno a che fare con l'ortaggio.[2,3] Il batterio provoca dissenteria e problemi vari, ma può essere mortale su alcuni soggetti.
Il produttore delle pizze è la General Mills, una delle maggiori aziende statunitensi in campo alimentare, e ha deciso di ritirare "volontariamente" i propri prodotti,[4] proprio perchè come spiega Schlosser nel saggio, lo Stato non può tutelare la salute pubblica imponendo un ritiro, ma solo invitare l'azienda ad agire volontariamente se c'è un rischio accertato. Questo succede quando si lascia libero il mercato, come tanti sognano di fare senza pensare alle conseguenze.
Per queste aziende il bilancio viene prima di tutto, e in ogni campo.
Ad esempio, un rapporto dell'istituto di Medicina ha denunciato che dall'80 al 97% dei prodotti indirizzati ai bambini ha una scarsa qualità nutrizionale. La General Mills, insieme alla Kellogs, è una delle corporation che fa maggiore resistenza ad una migliore regolamentazione della pubblicità, perchè la sua spesa principale è proprio nel marketing rivolto ai minori di 12 anni. La sua idea migliore di cibo nutriente è un pacco di cereali da colazione con il 40% di zuccheri e una fantastica pubblicità colorata per attirare i tanti bambini che guardano la televisione.[5]
Questo è solo uno dei tanti esempi che descrivono una situazione in cui è contrapposta la salute delle persone con gli interessi economici di chi produce cibo. Quando si permette a queste industrie di acquisire un potere così grande, diventa in seguito sempre più difficile emanare leggi e regolamentazioni che tutelino i consumatori. Bisogna quindi agire prima, anche nel nostro paese che si trova nella stessa situazione pur non avendo imponenti aziende come questa. Perchè il bene di tutti non venga trascurato a favore di pochi.
Note
[1] http://isoladikrino.splinder.com/post/14227584/ [2] http://www.nytimes.com/2007/11/02/us/02brfs-FROZENPIZZAS_BRF.html
[3] http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_02/Pizze_contaminate.shtml
[4] http://www.generalmills.com/corporate/media_center/news_release_detail.aspx?itemID=29007&catID=227
[5] http://www.nytimes.com/2005/12/16/business/16food.html
Blog di politica, attualità, ambiente, società, e varie. Un'isola di riflessione in un mare mosso di informazione.
venerdì 16 novembre 2007
sabato 3 novembre 2007
Parlamento, casa dell'impunità
Altri paesi restano scandalizzati quando sentono fatti provenienti dal mondo politico italiano. Report del 21 ottobre ha messo a confronto, in un servizio molto interessante, il parlamento italiano e le sue regole, con la sua controparte francese, tedesca e svedese. Vi consiglio davvero di guardarlo. [1]
Questi 3 Stati europei sono tutti in condizioni migliori rispetto all'Italia, e in fondo non ci vuole molto visto che abbiamo l'onore di detenere il primato mondiale per numero di condannati in parlamento: sono 24 "diversamente onesti", rinfreschiamoci la memoria su nomi e tipo di condanne. [2]
Il servizio di Report ci permette di "toccare con mano" un'altra politica che forse tutti noi sogniamo, ma che è possibile. La Svezia è in cima ad ogni classifica di rigore politico ed etico, e anche la Germania non scherza. Iniziamo dal caso Previti, un deputato di Forza Italia che è stato condannato in via definitivia per corruzione [3] e interdetto dai pubblici uffici. Logica vuole che venga espulso immediatamente, visto che non c'è nient altro da decidere. Invece no, in Italia esiste una commissione che, tra un caffè e una chiacchierata, ha impiegato un anno a prendere la difficile decisione che era già scritta dal tribunale: Previti deve essere espulso.
E in Germania cosa accadrebe invece? Il deputato Thomas Trobl ci racconta "No, nessun caso di questo tipo. Per quel che ricordo non è mai successo nella storia del Bundestag (Il Parlamento tedesco, ndr). Per me un caso come quello del signor Previti è talmente teorico che non so come potrebbe essere affrontato giuridicamente. Suppongo che qui una cosa del genere non potrebbe succedere. Dal punto di vista dell’impatto sull’opinione pubblica non potrebbe proprio accadere. Un parlamentare colpevole di un così grave reato tanto da essere interdetto dai pubblici uffici, lascia immediatamente il mandato. E non può mai più essere rieletto qui in Germania."
Un sogno. Ma torniamo in Italia, dove un parlamentare assenteista riesce miracolosamente ad ottenere lo stipendio pieno senza che gli venga detratto alcunchè, grazie a cavilli e regolamenti "ad-deputatum" varati negli anni. In Svezia invece, come ci racconta la Gabanelli, "non ti tolgono niente, è un fatto talmente raro non presentarsi che non hanno nemmeno avuto bisogno, di fare un regolamento, se uno non si presenta vuol dire che è malato, o è un fatto assolutamente straordinario." Deputati modello, che dovrebbero servire da esempio per i nostri disonorevoli.
E cosa dire dell'ineliggibilità? In Italia un parlamentare può decidere di diventare sindaco di un paese e restare anche nel Parlamento, ma non viceversa. Come dire, immaginate un insegnante che ha 2 ore di lezione nella scuola X e contemporaneamente nella scuola Y; ovviamente potrà coprire solo una delle scuole, ma in busta paga gli arrivano le 4 ore di lezione. Magie che si avverano solo in parlamento.
Il vicesegretario del parlamento svedese sull'argomento ci spiega, un po' meravigliato, che "No, non c’è una legge, è una prassi, poiché è chiaro che non si possono fare le due cose insieme e poi ci sono anche casi in cui lo stabiliscono le regole interne dei partiti che dicono che se sei un leader a livello statale non puoi esserlo contemporaneamente a livello locale." Logico.
E in Germania, tanto per far divertire Trobl, la giornalista tira fuori il caso Mastella: "Da noi il ministro della giustizia Clemente Mastella è anche sindaco di una piccola città. È possibile questo in Germania?" Secondo voi?
Trobl, quasi indignato per la domanda: "No! Categoricamente no. Questo è escluso, è davvero impossibile qui in Germania perché un ministro non può svolgere nessun altra funzione o professione. È impensabile ed è proibito. Un ministro può fare solo il ministro."
Infine l'incompatibilità tra cariche, uno degli aspetti secondo me più importanti, che è alla base della incredibile commistione che esiste nel nostro paese tra politici, strutture pubbliche e imprese private. La legge 60 art.2 dice che “I membri del Parlamento non possono ricoprire cariche in associazioni o enti che gestiscono servizi per conto dello Stato o della Pubblica Amministrazione, o ai quali lo stato contribuisca in via ordinaria, direttamente o indirettamente”. Di fatto, al momento 27 parlamentari stanno violando questa legge.
Per capire di cosa si parla, prendiamo l'esempio chiaro di Pietro Fuda, membro del Partito Democratico in Calabria. Questo signore è senatore [4], siede nella Commissione Finanze e in più è Amministratore Unico della Sogas, un azienda che gestisce l'Aeroporto sullo Stretto. [5] La giornalista fa notare che lui amministra le risorse dello Stato, che vanno anche alla Calabria, e che possono andare alla Sogas. Definiamolo, per semplicità, conflitto di interessi. Le possibilità sono due: o il senatore si dimette volontariamente compiendo un atto di responsabilità politica, oppure resta in carica in attesa che la Giunta impieghi i suoi anni a valutare la situazione. Ovviamente conviene restare al proprio posto, e percepire il doppio stipendio. Un po' come è successo con Previti.
Negli altri paesi invece cosa succede?
Non esiste una legge che vieti il secondo o terzo lavoro, ma non ce n'è bisogno perchè sono casi rari. L'etica dei politici tedeschi o svedesi impone loro di non ricoprire altre cariche, e anche se decidono di farlo sono attentamente controllati da qualsiasi cittadino curioso. Ad esempio, sul sito del parlamento tedesco [6] è possibile visualizzare tutti gli eventuali incarichi secondari dei parlamentari e i compensi, mentre in Svezia esiste un registro pubblico.
Come dire: non vietiamo formalmente il secondo incarico, ma puntiamo alla trasparenza completa.
Pensate invece al nostro parlamento che è pieno di medici, avvocati, imprenditori, dirigenti d’azienda, consulenti di sicurezza urbana, imprenditori, sindaci di società, editori, professori universitari. Informazioni non pubbliche e che vanno ricercare con fatica. Questa è la non-trasparenza italiana.
Fausto Bertinotti è il rappresentante della Camera, e durante la trasmissione ha svolto i ruolo di difensore di queste vergogne. Le sue risposte, spesso elusive, si appellano alla responsabilità dei singoli partiti, al costume, alla morale e alla coscienza individuale, più che alla necessità di imporre regole precise. Un sognatore.
"a Bertinò", ma quale costume? In Italia servono leggi precise, perchè quello che negli altri paesi è un'assurdità ed è vietata dal solo senso civico, da noi è la normalità. Aspettarsi un auto-regolamentazione da parte di questa classe politica è da ingenui. Un'altra politica, basata sulla trasparenza, è possibile: impegniamoci per ottenerla.
Note
[1] http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E1075041,00.html
[2] http://www.beppegrillo.it/condannati_parlamento.php
[3] http://www.isoladikrino.splinder.com/post/11134385/Previti-bis
[4] http://www.senato.it/leg/15/BGT/Schede/Attsen/00022745.htm
[5] http://www.sogas.it/sogas.asp
[6] http://www.bundestag.de/htdocs_e/parliament/index.html
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