sabato 19 gennaio 2008

Dossier: Ciclo dei rifiuti

In questi giorni il problema rifiuti è sulla bocca di tutti, perlomeno qui in provincia di Napoli. Per fortuna, aggiungerei, perchè finora i distratti mass media italiani l'hanno considerato solo come una crisi temporanea. Qualche giorno di copertura, poi silenzio.

La situazione è ora esplosa forse come non mai. Un amico di Caserta mi confessa che non ha mai visto tanta spazzatura accumulata nelle strade. Perfino nelle sempre pulite zone turistiche della provincia, come la penisola Sorrentina dove la raccolta differenziata [1,2] pur sfiora il 30%, le buste giacciono ormai accumulate al di fuori dei cassonetti. La massiccia dose di immagini che ci proviene dalle televisioni ci mostra uno spettacolo da terzo mondo, anzi peggio, visto che nei paesi che non conoscono il consumo di massa di spazzatura se ne produce poca.

L'argomento si può approfondire da tanti punti di vista: economico, criminale, politico, sociale, sanitario. Proverò a farlo nel prossimo periodo, seguendo gli sviluppi della vicenda.

Quel che mi preoccupa ora sono alcune convinzioni molto presenti nel sentire comune, come ho potuto constatare discutendo con amici e conoscenti. La prima convinzione è che l'inceneritore, c.d.t. termovalorizzatore, sia:
a) conveniente da vari punti di vista.
b) non nocivo
c) l'unica soluzione praticabile
La seconda, che è più una carenza di informazione, riguarda lo smaltimento dei rifiuti tossici delle altre regioni italiane nelle terre campane, che oggi costituiscono il 45% del territorio italiano inquinato. Entrambi i punti richiedono tempo e spazio, quindi ora mi occuperò solo del primo.

a) Gli inceneritori bruciano rifiuti e producono energia elettrica e calore in alcuni casi, in un processo che è a rendimento negativo [3], cioè richiede più energia di quanto se ne guadagna. Il riciclaggio, il riuso e il compostaggio fanno risparmiare 3-5 volte più energia dell'incenerimento. La “valorizzazione” è una cosa falsa inventata in Italia, non si valorizza niente, e il vocabolo “termovalorizzatore “ non è mai menzionato nei documenti europei. Potremmo dire che è una geniale trovata per vendere meglio il prodotto al pubblico.

Anche economicamente non conviene, e la prova è che finora è stato fatto solo grazie ai contributi Cip6 pagati da noi cittadini sulla bolletta Enel con destinazione energie rinnovabili e assimilate (in cui sono stati inseriti gli inceneritori), della cui abolizione si è finalmente discusso l'anno scorso (2007). Tanto per fare un esempio, l'inceneritore di Brescia ha ricevuto 71ml di euro nel 2006.[4]

Ci sono tanti altri aspetti legati agli inceneritori: la produzione di ceneri tossiche, l'impatto sul lavoro, la loro diffusione nelle altre regioni dì'Italia e nel mondo, etc...ognuno di questi temi richiederà un articolo dedicato.

b) Si dice che le emissioni sono nulle e comunque non nocive , perchè le polveri sottili e altri inquinanti sono filtrate da appositi strumenti. Parzialmente vero, ma la situazione va compresa bene.

Il dottor Stefano Montanari, divenuto famoso per la vicenda del microscopio elettronico [5], ha rilevato l'estrema nocività di nanoparticelle che arrivano a misure di 2.5 (PM2,5), 1(PM1) o addirittura 0,1 micron (PM0,1).

La legge prescrive limiti solo ai PM10, quindi quelle “relativamente meno pericolose”, e in questo modo i responsabili degli inceneritori possono affermare, secondo i dati delle emissioni, di non inquinare. Il problema è che tutte le particelle più piccole di 10 micron sono ignorate dalla legge e dalle tecnologie. Infatti non esistono filtri in grado di trattenere le polveri da 2.5 e minori, che vengono prodotte dalle alte temperature raggiunte [6]. Le emissioni zero non esistono.

La legge si può aggirare, ma il corpo umano no. La prova di questo è nell'impatto sulla salute che esiste ed è documentato. L'Istituto Superiore di Sanità ha recentemente presentato una tabella con 10 studi effettuati in zone in cui è presente un inceneritore. Tutti gli studi hanno rilevato un aumento dell'incidenza e del rischio di tumori, in particolare polmoni, linfomi non hodgins e sarcoma. [7]
L'altro giorno in Rai un professore parlava dell'inceneritore di Venezia elogiandone l'efficacia. Dimenticava di dire che secondo due studi nell'area è aumentato il rischio di sarcoma, tumori del connettivo e di altri tessuti molli.
Questi aspetti in TV purtroppo non saranno mai approfonditi: al massimo ci sarà qualche raro intervento assorbito nel vortice delle dichiarazioni.

c) Costruire impianti a grande capacità come quello di Acerra (700.000 tonnellate) richiederà una grande quantità di rifiuti da bruciare, disincentivando tutte le altre misure per un ciclo di rifiuti più moderno e civile. Queste esistono, e costituiscono tutte alternative concrete e praticabili da subito[8,9]:

- Riduzione dei rifiuti a monte: basta fare un giro al supermercato per rendersi conto di quanto materiale inutile viene utilizzato in imballaggi proposti dal marketing per aumentare le vendite e creare una diversa percezione del prodotto sugli scaffali e nelle pubblicità (ricordate le prugne imbustate una ad una?). Le imprese lo fanno perchè scaricano il costo dei loro megaimballaggi sul servizio di smaltimento di rifiuti pagato da tutti noi cittadini.
Pensiamo anche all'enorme consumo di bottiglie di plastica per l'acqua minerale.

- Raccolta differenziata: Novara [10] è riuscita a raggiungere il 70% di riciclaggio, ha cancellato il progetto di un inceneritore e una discarica, e i cittadini hanno uno sconto del 10% sulla bolletta dei rifiuti, che è già più bassa rispetto a Napoli. Il futuro passa per la raccolta differenziata, è fondamentale. Napoli si attesta a meno del 10%, sotto qualsiasi indice di civiltà. Gli amministratori dovrebbero almeno vergognarsi di questo, che è una loro precisa responsabilità.

- Riuso: E' una delle abitudini più antiche e sagge, utilizzare di nuovo cose già usate destinandole ad usi anche diversi dal primitivo (esempio: un giornale vecchio per incartare). I nostri nonni applicavano il riuso ogni giorno, facendo durare di più un bene, diminuendo i rifiuti prodotti e le materie prime necessarie.
L'esempio peggiore di NON riuso può essere tutto ciò che è monouso, si usa e si getta.

- Riciclaggio: Differenziando i rifiuti si possono recuperare facilmente carta e plastica (i principali rifiuti secchi). Il riciclaggio della carta rende più dell’energia che se ne può ricavare, e anche quello della plastica è conveniente e fa risparmiare il doppio dell´energia che si ricava bruciandola.

- Compostaggio: buona parte dei rifiuti che produciamo sono composti da materiale umido, che tramite un processo biologico naturale di ossidazione si può ridurre, in impianti o anche in giardino, in una terriccio nutriente che può essere usato per arricchire i terreni, vasi, etc. [11]

La Campania è in crisi, ma ha l'opportunità di progettare e costruire un futuro ciclo dei rifiuti efficiente e all'avanguardia, superando anche le altre regioni italiane che hanno costruito inceneritori ed ora iniziano a pentirsene. Si può decidere di costruire un inceneritore che aumenterà il rischio già alto di tumori e produrrà ceneri tossiche che saranno sversate nei campi dalla camorra, oppure impianti per riciclare, produrre compost e bioessiccare i rifiuti residui.

Non c'è dubbio su quale scelta faranno i pessimi amministratori politici. Mi preoccupa però che i cittadini li stiano seguendo senza approfondire l'argomento. Spero di aver svolto un modesto lavoro utile a molti, e spero che si formi un'opinione pubblica in grado di costringere chi ci amministra a progettare un futuro migliore per questa regione già troppo martoriata.

P.S. Vi invito a leggere i documenti delle note, contengono molte più informazioni di quanto ne abbia riportate.

Note

[1] http://www2.comune.sorrento.na.it/sor/deliveryweb?dwid=738
[2] http://www.comune.massalubrense.na.it/italiano/comunecifre.asp
[3] http://www.youtube.com/watch?v=c663Tm_oK9Y& (Conferenza prof. Paul Connet)
[4] http://www.aem.it/repository/ContentManagement/node/N1799067182/Bilancio_2006.pdf
[5] http://www.beppegrillo.it/2006/03/la_ricerca_imba.html
[6] http://www.stefanomontanari.net/images/pdf/nanopatologie.pdf
http://www.nanodiagnostics.it/FontiInquinamento.aspx?ID=2
http://www.nanodiagnostics.it/images/086-06.pdf
[7] http://www.arpa.piemonte.it/upload/dl/Pubblicazioni/Gli_impianti_di_termovalorizzazione_dei_RSU/Comba.pdf
http://www.beppegrillo.it/2008/01/inceneritori_no.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Inceneritore
[8] http://www.allarmerifiutitossici.org/rifiutitossici/docs/17.pdf
[9] http://www.beppegrillo.it/2008/01/il_tandem_dei_r.html
[10] http://www.ifogli.it/cen_online.php?id_cen=273&archivio=1&arg
[11] http://it.wikipedia.org/wiki/Compost

2 commenti:

  1. in tutta europa c'è il normale utilizzo di termovalorizzatori,(o inceneritori dir si voglia)..i francesi , i tedeschi, ci ridono dietro perchè aquistano a buon prezzo tonnellate dei nostri rifiuti, li bruciano e ci riscaldano le case !!!!!!!!


    il problema della Campania sta proprio nell'incapacità di personaggi come pecoraro che pervasi da un senso estremo di ambientalismo dicono no a tutto , se la situazione in campania è degenerata è tutto merito loro !!


    i fatti dicono questo. La campania è l'unica regione italiana immersa nel problema rifiuti e guarda casa l'unica a non avere inceneritori...


    Molto spesso la verità l'abbiamo sotto i nostri occhi...

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  2. scusa, posso chiederti se hai letto l'articolo per intero?

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