Silvio Berlusconi, salvato dall'isolamento politico da Veltroni nei mesi precedenti la caduta del governo Prodi, è tornato più arzillo (e ingrato) che mai. Non passa giorno che non lanci il suo attacco alla Par Condicio e all'informazione, ovviamente tutta schierata contro di lui. Martedi 4 marzo ha detto, ad esempio, che «è vigente una ridicola legge sulla par condicio, che, dando lo stesso spazio a tutti i partiti rischia di dare una spinta al frazionamento della politica». Evidentemente se avesse le mani libere le sue 3 reti televisive private potrebbero lanciarsi senza pudore in campagna elettorale e servire da potenti armi mediatiche. Ma chi ci dice che non lo facciano già?
E' credenza diffusa che le reti Mediaset siano imparziali, non favoriscano il suo Presidente e anzi lo critichino duramente perchè libere da ogni vincolo. Dopotutto, la libertà è un valore importante per Silvio. Io non credo che ci siano forme di censura diretta nell'azienda, salvo rari casi. Ma non serve, perchè a garantire la linea politica basta l'auto-controllo dei giornalisti che dipendono dallo stipendio. Non gliene faccio una colpa, nessuno nasce ricco, ma questa condizione basta da sola a far sì che le reti funzionino nella maggior parte dei casi come strumenti di propaganda politica.
Ieri (6-3-08), casualmente, ho avuto il piacere di vedere Studio Aperto delle 12.30, che ha dedicato 2 servizi alla campagna elettorale. Purtroppo non mi è possibile rivedere il video perchè il sito MediasetVideo lascia a desiderare, per non dire altro. Potete tentare di visualizzarlo, se siete fortunati, a questo indirizzo. Io cercherò di analizzare i servizi a memoria, perdonate quindi qualche imprecisione.
Il tutto era sfacciatamente costruito ad hoc. Il giornalista iniziava in studio accennando a come il problema rifiuti sia affrontato in questi giorni nella campagna elettorale, e lanciando il video del "nostro Presidente Silvio Berlusconi" nel salotto di Porta a Porta: comodamente cullato tra le braccia del Vespone, Silvio parla della compromessa immagine dell'Italia all'estero, del commercio che rischia di subire un rallentamento, del ristorante di lusso di un suo amico che è stato costretto a chiudere per mancanza di clienti. Ovviamente neanche una parola sulla salute dei campani, sulle responsabilità delle imprese, sulla camorra, sui rifiuti tossici. Argomenti fondamentali completamente ignorati.
Il servizio continua, non si capisce bene perchè, sull'argomento tasse e sull'affluenza ai gazebo della libertà, mostrando immagini di Berlusconi circondato da folle di credenti. Poi si passa a Veltroni, e qui si notano le differenze: immagini di Veltroni su un palco, un ghigno sul volto, da solo con 2 altri uomini, tutto sommato un'immagine abbastanza triste. Niente bagni di folla. Non si sente la voce live di Veltroni, ma è il giornalista a commentare fuori campo la notizia, che mette ben in risalto i problemi del PD: Le proteste dei radicali, i dubbi di Parisi, etc..
La sensazione che rimane dopo aver visto i servizi è di compattezza, decisione, forza e appoggio popolare per il Popolo della libertà e il suo presidente, che occupa tutta la scena politica. Mentre il Partito democratico, dal tono un po' spento, è alle prese con divisioni, problemi, critiche e scioperi dei radicali. Agli spettatori viene da pensare: quale delle due coalizioni sarà in grado di risolvere, ad esempio, il problema rifiuti? Non c'è bisogno di rispondere.
Questo singolo esempio non dimostra che le reti mediaset facciano propaganda. Ovviamente è solo un tassello di un puzzle più grande, e servirebbe condurre uno studio più approfondito per dimostrarlo accuratamente. Per ora ci basta seguire con attenzione i Tg quotidiani per capire che la campagna elettorale si gioca in televisione, e nei prossimi giorni riporterò altri casi analoghi. Per capire meglio le reali dinamiche elettorali, e per completare il puzzle.
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