Cuba è un argomento trasversale, affrontato da media, intellettuali e personaggi di tutto il mondo e appartenenti a qualsiasi schieramento. C'è anche un'altra caratteristica , purtroppo molto diffusa in questo dibattito: la superficialità.
E' molto difficile parlare di Cuba senza che ogni tua parola possa farti finire nel girone dei comunisti pro-cubani o in quello opposto degli anti-cubani. A me piacerebbe parlarne senza pregiudizi, cercando di capire cos'è Cuba, la sua storia, come funziona e come si vive su questa isola, senza la superiorità morale di chi vive in occidente e pensa di avere il diritto di giudicare gli altri senza conoscerli. I pregiudizi negativi (e anche positivi) su Cuba sono tantissimi, le persone giudicano aspramente senza conoscere davvero i fatti, senza aver dedicato nemmeno un giorno della loro vita ad approfondire.
L'accusa principale rivolta a Cuba riguarda la repressione dei dissidenti, considerata molto più importante delle innegabili conquiste di Cuba in campo sociale e civile. Il tema è importantissimo, ma non capisco l'ipocrisia di chi continua a denigrare la scelta di Cuba per una diversa forma di governo puntando il dito proprio contro la repressione. Sia chiaro, è innegabile che questa esista, attualmente ci sono circa 300 dissidenti nelle carceri cubani. Ma chi critica è sicuro di conoscere davvero quali sono i fatti? Sa chi sono questi dissidenti, e cosa hanno fatto per meritarsi il carcere? Pensa che queste cose succedano solo a Cuba? Perchè si usano due pesi e due misure, ad esempio ignorando la Cina e tanti altri paesi del mondo con governi illiberali ma appoggiati dal mondo occidentale? Gennaro Carotenuto, ricercatore e studioso dell'America Latina, ha scritto che "Si esige la perfezione da Cuba perchè ha osato sfidare l'ordine naturale delle cose". E con questa citazione già si può rispondere in parte al problema.
A scuola dovrebbero insegnarci che la prima cosa da fare prima di aprir bocca su temi del genere è studiare il contesto storico e ambientale, non per avere scuse per giustificare certi comportamenti, ma per capirli a fondo ed evitare critiche non ragionate.
Prima di invocare la caduta di Fidel Castro, leader del governo cubano, bisogna forse rendersi conto del fatto che questa isola è sottoposta da decenni a pressioni politiche di ogni tipo, ad un durissimo embargo economico e ad azioni di terrorismo fisico e mediatico per distruggere il turismo, l'unica fonte di guadagno per l'economia di Cuba. Bisogna approfondire la realtà dei gruppi di anti-castristi della Florida che hanno attaccato per decenni l'isola, contaminando i raccolti, diffondendo virus negli allevamenti, abbattendo aerei di linea, il tutto col tacito appoggio degli Stati Uniti. Bisogna capire perchè si è arrivati a reprimere le voci di dissenso, e non condannare senza prima averne capito le eventuali ragioni.
Come è chiaro leggendo questo blog e i miei articoli, penso sia giusto denunciare la repressione del governo Cubano verso i dissidenti e auspicare un miglioramento delle condizioni attuali; non farlo sarebbe ipocrita e contrario al principio che vogliamo diffondere, e cioè della libertà di espressione e della democrazia partecipativa effettiva, che ricordo neanche nel nostro paese è ben sviluppata. Ma penso sia anche giusto non omettere alcun particolare, e spiegare tutta la storia, e non solo la parte che fa comodo alla nostra posizione.
Nei prossimi mesi approfondirò tutti i punti di questa introduzione e molti altri, dando vita ad una sota di "Dossier su Cuba". La mia idea è soprattutto di avere dei contatti con persone che sono nate e vivono a Cuba, appartenenti a diversi ceti sociali, e sentire direttamente, grazie alla comunicazione via internet, le loro esperienze e le loro idee. Penso sia un modo efficace e interessante, e pubblicherò le eventuali "interviste" su questo blog. A tal proposito, è gradito l'aiuto di qualche lettore che conosce un po' di spagnolo e può aiutare con la traduzione, oltre a domande, consigli o proposte che sono sempre gradite.
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