giovedì 25 marzo 2010

Il nostro viaggio oltre il circolo polare artico norvegese, isole Lofoten - Giorno 3


3° giorno (sabato 20 febbraio 2010) - Svolvær - Henningsvær - Kabelvåg - Sørvågen

La giornata inizia presto, ed è attentamente pianificata in base ai pochissimi bus disponibili il sabato. Il primo parte poco dopo l'alba (che in a febbraio è intorno alle 7 del mattino, mentre il tramonto è verso le 17), alle 8:35, e l'aria fresca ben si combina con gli splendidi colori che il cielo assume dietro le montagne. Il viaggio dura solo 30 minuti, ma il biglietto è molto caro, 57 nok, 7 euro! Perchè? Chiedendo all'autista scopriamo che lo sconto studenti (-50%) si applica solo su tratte di almeno 50km. Paradossalmente, paghiamo di più per fare brevi tratti che lunghi. Ma pazienza! La rete stradale sulle Lofoten è ridotta al minimo, la carreggiata in molti tratti è appena sufficiente al passaggio di due auto, ma il tutto è compensato dalla sensazione di guidare in un paesaggio surreale. Per alcuni chilometri si corre alle pendici di una montagna e sembra di essere sulle alpi, poi un ampia vallata si dischiude alla vista, e poco dopo si ci ritrova su una tortuosa stradina di mare, a pochi metri dalle onde!
 






La prima destinazione è Henningsvær, chiamata la "Venezia delle Lofoten". Beh, per un amante come me della Serenissima, il paragone è stiratissimo. Ma passeggiando per le strade del paese, tranquillissime, si capisce perchè qualcuno ci abbia pensato: canali, casette sull'acqua, e l'intero villaggio situato in pratica in mezzo al mare, su un'isoletta collegata alla terraferma da un paio di ponti.
 






Le limitate dimensioni permettono di avere una buona visuale sull'ambiente circostante: all'orizzonte il mare, alle spalle le montagne e l'alba ormai alle spalle che lascia il posto ad un cielo limpidissimo.
 






Si capisce che è un importante villaggio di pescatori osservando le tante costruzioni di legno, tipiche delle Lofoten, utilizzate per essiccare il pesce.
Dopo un paio di ore torna il bus con la simpatica autista, che ci porta a Kabelvåg, paese più grande e un po' più movimentato, relativamente agli standard delle Lofoten. Qui trovate un supermercato ben fornito, un chiosco, e altri servizi. Dopo una pausa pranzo ci dirigiamo alla statua di Re Øystein, che nel 1120 fece costruire il primo rorbu delle Lofoten: il rorbu è una casetta di legno, costruita solitamente a metà tra terra e mare, stile palafitta, nata per ospitare i pescatori durante le stagioni di pesca. Sulle Lofoten oggi i rorbuer (plurale) sono diffusissimi come alloggio per turisti durante l'estate. Molti sono nati con tutti i comfort, perdendo un po' di fascino tradizionale ma restando comunque affascinanti grazie al legno e all'inconfondibile colore rosso. La statua in pietra del re gode di un panorama mozzafiato al di sopra del paesino di Kabelvåg, a 360 gradi su mare, monti, vallate.
 





 








Intravediamo anche un molo e un caratteristico faro norvegese in ferro bianco e rosso, a cui è difficile resistere.





Ma prima di tornare a Svolvaer non ci perdiamo la Vågan kirke, la seconda chiesa in legno più grande della norvegia settentrionale, costruita nel 1898.
 






La sera è in programma un lungo viaggio in bus, circa 3 ore (117 nok), dall'isola di Austvågsøya, la più a nord delle Lofoten, a quella di Moskenesøya, nel villaggio di Sørvågen che riserverà alcune piacevoli sorprese. La prima è l'alloggio, una vera e propria casa a due piani tutta per noi! Data la stagione i prezzi sono bassi (150 nok a notte + 80 nok l'affitto delle lenzuola, da contare quasi sempre a parte) e non ci sono molti turisti ad affollare rorbuer, hotel e campeggi. Stavolta una cena tipicamente norvegese, a base di patate come contorno alla tipica e buonissima zuppa di pomodoro.

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