domenica 25 settembre 2011

La crisi del debito in Europa e i cattivi maestri

Meeting al Fondo Monetario Internazionale, 2011

Se i media riportano certe notizie con naturalezza, senza batter ciglio o farsi qualche domanda, vuol dire che siamo davvero giunti ad un livello di assurdità esagerato, quasi schizofrenico.

Oggi abbiamo appreso da giornali e TV che il segretario del tesoro americano, Timothy Geithner, parlando al meeting annuale del Fondo Monetario Internazionale a Washington, ha tirato le orecchie all'Europa: «L'Europa deve fare di più per contrastare la crisi ed evitare la minaccia di default a catena».
Parole sensate, se fossero pronunciate dal leader di un paese virtuoso. Dovrebbero invece far ridere, o indignare, se dette dal rappresentante di un'economia, quella statunitense, che a causa della sua irresponsabile ed estrema finanziarizzazione ha già causato una grave crisi economica, quella del 2008, che è ancora in pieno corso, e i cui responsabili sono ancora in libertà e stanno anzi tornando a fare affari. Un paese che già da tempo ha deciso di consegnare le chiavi del governo alle principali istituzioni finanziarie e alle banche. E che preferisce tagliare quel poco di stato sociale che ha (misero, quasi da paese del terzo mondo) invece che introdurre una tassa normale sui ricchi, o dare finalmente un taglio alle esorbitanti spese militari. E invece una parte della popolazione cosa fa? Piuttosto che ribellarsi, crea un movimento, il Tea Party, con idee ancora più estremiste di quelle di chi governa. E guadagnandosi un certo seguito, a quanto pare.

Comunque non si deve dimenticare che anche l'Europa ha le sue colpe. La Grecia ha preso in giro mezzo mondo truccando i bilanci pubblici con l'aiuto di grandi banche, anche americane, come la Goldman Sachs, e vivendo al di sopra delle proprie possibilità. Francia e Germania hanno tacitamente permesso tutto ciò acquistando a piene mani titoli di stato greci, e ora non vogliono lasciare che il paese fallisca e non possa ripagare i propri debiti.
L'Italia, altra fonte di problemi, continua a  mostrare una irresponsabilità fuori dal comune, ignorando l'enorme debito pubblico che si è andato accumulando negli ultimi decenni, e preferendo interessarsi di altre vicende, spesso sfociando nel puro gossip politico. L'elite politica, finanziaria e industriale che governa il nostro paese (dicasi oligarchia) ha preferito dedicarsi ai propri affarrucci - favori e appalti, corruzione, voto di scambio - piuttosto che porre fine alla follia di un debito crescente a fronte di zero investimenti. E l'informazione? L'opinione pubblica? Lasciamo stare...

Dunque, qual è la ricetta per uscire da questa situazione? E, soprattutto, chi decide gli ingredienti? Ovviamente, giusto per restare in tema di assurdo, notiamo che chi è responsabile, direttamente o indirettamente, del disastro in cui ci troviamo, è anche lo stesso che propone le soluzioni.
Mario Draghi, prossimo governatore della Banca centrale Europea e rappresentante di spicco del mondo finanziario pubblico e privato, ben riassume questa ricetta: "irrobustire la competitività, attraverso riforme strutturali da realizzare in tempi stretti». Tradotto: privatizzazioni; vendita del patrimonio pubblico; deregolamentazione; riduzione del welfare state: cose da fare in tempi di crisi presentandole come inevitabili. In modo da, pensano i nuovi leader, rilanciare la crescita, tirare una boccata d'aria e continuare cosi, nel modo sbagliato, fino alla prossima crisi.

E in Italia quali sono le ricette? Il nostro mago dell'Economia, Giulio Tremonti, ha appena varato una manovra che ha effetti recessivi sull'economia. Infatti, le ultime stime hanno rivisto al ribasso la crescita prevista, e di fatto annullano l'efficacia della manovra. Geniale, complimenti.
D'altro lato, abbiamo Silvio che pare non vada molto d'accordo con Giulio. E annuncia: riforma della giustizia e delle intercettazioni. Come dire: la casa va a fuoco e noi, invece di chiamare i Vigili del Fuoco, accendiamo il nostro lettore mp3, mettiamo su le cuffie, ci giriamo e passeggiamo, pensando ad altro, come se nulla fosse.


Fonti
- http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/421906/
- Il Sole 24 Ore
- Foto di gruppo al meeting della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale a Washington, Settembre 2011. Copyright
UPI/Roger L. Wollenberg

sabato 17 settembre 2011

Inchiesta Cassiopea e rifiuti tossici: arriva la prescrizione.



La notizia è di quelle gravi, gravissime. Eppure, provate a fare una ricerca sui principali motori di ricerca, e noterete che praticamente nessuno quotidiano rilevante, da Repubblica al Corriere, al Fatto, ha pensato di dedicarle un articolo, o addirittura una prima pagina. Qualche riferimento solo su Corriere Napoli, e sul Mattino, ovviamente.

Ma di che si tratta? In breve, una delle più importanti e maggiori inchieste sullo smaltimento illecito di rifiuti tossici, denominata Cassiopea, e a cui si è ispirato Roberto Saviano per il suo "Gomorra", iniziata nel 2003 è finita oggi in prescrizione. Liberi 95 imputati, tra cui imprenditori, autotrasportatori e proprietari terrieri, accusati di aver smaltito illegamente tonnellate di rifiuti nocivi nelle campagne di Caserta. Il meccanismo è semplice: industrie soprattutto del Nord Italia (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Toscana) si sono liberate dei loro rifiuti tossici industriali affidandoli a ditte che li trasferivano in Campania e li smaltivano illegalmente. Perchè? Per risparmiare, ovviamente, rispetto ai costi di uno smaltimento legale presso centri autorizzati. Cassiopea è solo una delle decine di inchieste che hanno svelato un sistematico sistema criminale di trasferimento di rifiuti tossici in Campania, che va avanti da anni.
Questo è quello che gli imprenditori chiamano necessità di essere "competitivi". Quando Confindustria parla di competitività, ricordatevi anche di questo.

Per maggiori informazioni e dettagli, potete leggere questi due articoli:
- http://affaritaliani.libero.it/cronache/rifiuti_tossici_casssiopea170911.html
- http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2011/16-settembre-2011/fa-flop-inchiesta-che-ispiro-gomorranon-luogo-procedere-95-imputati-1901559458946.shtml

Questi 95 criminali sono stati accusati solo di disastro ambientale e avvelenamento di acque; per questi due reati, i più gravi, la prescrizione non è ancora scattata, ma a quanto pare non si procederà col processo per mancanza di prove. Certo, non è facile provare i collegamenti tra imprenditori lontani centinaia di chilometri e discariche abusive che nascono come funghi in una sola notte. Ci si può rifare a qualche intercettazione, e poco più.

Ora, cosa è più grave? Il fatto che queste notizie passano inosservate su tutti i media nazionali? Il fatto che queste 95 persone non saranno mai processate?
Queste sono certamente cose gravissime. Ma mi permetto di aggiungere una considerazione. Tra i reati ipotizzati non c'è nulla che riguardi la vita delle persone. Chi sversa illegalmente rifiuti tossici, come amianto, fanghi industriali, rifiuti sanitari e radioattivi, è direttamente colpevole della morte di migliaia di persone, che verranno contaminate inconsapevolmente, magari mangiando una carota o una patata coltivata in quei terreni, e svilupperanno malattie e tumori negli anni successivi. Ovviamente il collegamento diretto tra questi eventi e di conseguenza i reati collegati sono molto difficili da dimostrare, ma mi chiedo: è possibile che non esista un reato connesso alla morte di persone innocenti? E' possibile che reati come questi godano della prescrizione? E, soprattutto, è normale che in questo paese il sistema di smaltimento dei rifiuti industriali sia un segreto di Stato, ben protetto da politici e media?