Visualizzazione post con etichetta televisione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta televisione. Mostra tutti i post

domenica 7 novembre 2010

Santa Costituzione

Costituzione della repubblica Italiana. Articolo 7.

Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.


I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.


Programmazione TV di Rai e Mediaset, Domenica 7 novembre 2010, Italia.
 



Image Hosted by ImageShack.us
 



Non può bastarne una sola? E perchè non occupare questi spazi, a rendita minima perchè senza pubblicità, con quegli interessanti documentari che vengono trasmessi all'1 di notte? (Ultimo esempio ieri sera Tg3, documentario sulla situazione di Baghdad in Iraq). Andate in pace. Amen.

giovedì 16 luglio 2009

Tg1: da Riotta alla brace




In pochi mesi può cambiare un paese? Forse non può cambiare, ma si può definitivamente consolidare  e istituzionalizzare un modo di fare che è coltivato accuratamente da tempo. Cose prima inaccettabili diventano pian piano normali nella coscienza della gente, spesso distratta da altri problemi.
Oggi qui dalla Norvegia ho guardato il TG1 delle 13:30. Chi è informato sa che il Tg1 è un telegiornale politico che riflette molto chiaramente la maggioranza di governo, nonostante il fatto che si consideri come il Tg più imparziale. Sciocchezze.
Una volta era più difficile, più sottile, cogliere la parzialità delle notizie, il taglio dato all'intero TG. Oggi è talmente evidente che mi ha fatto davvero sobbalzare. Il paese che appare allo spettatore, durante tutti i 27 minuti di durata, sembra un paese guidato da un governo forte, deciso, con un percorso costellato di successi, che ha eliminato ogni piaga, dal'immigrazione alla crisi economica, dai problemi che tutti gli italiani conoscono da anni.

Maroni da Stoccolma assicura che il decreto sicurezza verrà applicato immediatamente, le ronde attivate, i respingimenti continueranno, il Governo è con voi, cittadini.
Napolitano ha confermato il decreto ma ha scritto una lettera, probabilmente contiene delle critiche e osservazioni, ma ai telespetattori non è dato percepire l'opposizione. Una manciata di secondi a Italia dei Valori e al PD, che poi spariscono per tutto il resto del telegiornale.

Berlusconi fa un sopralluogo all'Aquila, stiamo battendo tutti i record di velocità, stiamo costruendo case vere, eterne. Immagini del cantiere, stranamente manca il bagno di folla, chissà perchè? Cosa ne pensano gli aquilani della gestione del governo? Nessuna intervista, nessuna immagine...agli spettatori del Tg1 basta sapere che Silvio è entusiasta e contento.

Sacconi, ministro del welfare, presenta la riforma delle pensioni. Il Governo Italiano obbedisce alla sentenza della Corte di Giustizia europea, e aumenterà l'età pensionabile delle donne nel settore pubblico entro il 2018, evitando aumenti della spesa per le pensioni. Curioso che il governo italiani ignori le sentenze che non gli vanno a genio, come quella del 31 gennaio 2008 che dichiara il sistema televisivo italiano no nconforme alle normative europee, confermando l'illegalità di rete 4 che dovrebbe liberare la frequenza ad Europa 7. Ma si sa, Silvio-Mediaset ha la priorità sulla Corte di Giustizia.

Decreto anti-anticrisi. Ieri il TG1 ha riportato la notizia sui conti pubblici italiani: PIL meno 5,2%,deficit al 5,3%, debito a 115,4%. Un pezzo esemplare per ogni scuola di giornalismo: come far percepire al pubblico che il paese sta andando bene, nonostante i numeri siano terribili.
Dovrebbero imparare anche i giornalisti dell'altra parte politica, che durante il governo Prodi, che diminuì il debito pubblico, diminuì il deficit, non riuscirono nell'impresa. Gli italiani ogni giorno sentivano malumori, e le cifre della ripresa venivano completamente oscurate. Nessuno ricorderà Padoa Schioppa per i suoi meriti oggettivi nel migliorare i conti pubblici.
Nel Tg1 di oggi Italo Bocchino, impresentabile megafono del governo, difendeva lo scudo fiscale con una capriola linguistica incredibile. Lo Scudo fiscale è una misura che permette a chi ha capitali nei paradisi fiscali, di dichiararli e farli rientrare in Italia SENZA subire processi per i reati finanziari commessi (evasione fiscale, falso in bilancio, etc...).
Bene, quest'uomo è riuscito a dire che lo Scudo "non c'è alcuna sanatoria" ma un "sistema per portare denari freschi nelle casse dello Stato e far rientrare i capitali italiani che sono a creare ricchezza all'estero". Chiaro italiani? Imbrogliate, truffate, evadete, fregate gli altri italiani fessi, che prima o poi Tremonti vi aiuterà a farla franca senza pericolo.

Tornaimo all'Aquila. Il Ministro delle politiche Agricole, Zaia, promette di anticipare i fondi europei per aiutare gli agricoltori danneggiati dalle pioggie.

Voliamo per l'ultima notizia a Milano. L'ex ministro Moratti e il presidente della regione Formigoni parlano di Expo, Berlusconi ha promesso i fondi, si creeranno nuovi posti di lavoro. Nessun cenno ai problemi, alle proteste e ai rischi connessi alle infiltrazioni mafiose. Anche se si è a favore dell'Expo, non sarebbe compito di un Tg dare voce anche a chi è contrario?

Ovviamente l'informazione non deve essere per definizione contro il governo, ci mancherebbe. Riportare nel modo più oggettivo possibile dati e fatti è l'unico faro da seguire. Se ci sono meriti, evidenziarli. Il Tg1 però più che un telegiornale sembra uno strumento di propaganda, costruito per lasciare nello spettatore una precisa percezione. Lo era anche sotto Riotta, ma con il nuovo direttore Minzolini è diventato talmente evidente che ci fa rimpiangere la passata gestione e la sua propaganda morbida. Opposizione scomparse, che comunque si occupano di altro nella loro sterilità. Silenzio assordante sulle vere questioni della politica. Propaganda efficace e molto esplicita. La conclusione di un lungo percorso iniziato nel 1994?

giovedì 15 gennaio 2009

Un po' di umanità

Questo intervento nasce su facebook, e lo condivido anche sul blog. La pagina che cito successivamente è la seguente: http://www.agireora.org/info/news_dett.php?id=685

I veri protagonisti non compaiono nelle pubblicità
. Non è bello essere presi per i fondelli, con pubblicità che distorcono la realtà nascondendo le conseguenza di un gesto che tanti fanno, come quello di comprare un etto di prosciutto. Eppure accade in Spagna come in Italia. Ci siamo evoluti abbastanza per vivere meglio senza consumare cibi animali, come è ampiamente dimostrato dalla medicina.Ci terrei che i miei amici dedicassero 5 minuti a guardare questo video (è duro per i sentimenti ma niente sangue) prodotto da un gruppo di spagnoli (sottotitoli in italiano) davvero in gamba. Link diretto al video: http://vimeo.com/2748075 oppure ecco direttamente la finestra del video.


Uguaglianza Animale risponde a pubblicità che ridicolizza il vegetarianismo from Igualdad Animal on Vimeo.


Ho sempre mal tollerato le battute sul prosciutto, considerando che i maiali sono animalipiù intelligenti dei cani e molto più puliti a parità di condizioni. Vi immaginate un cane in 2 metri quadrati tenuto rinchiuso un mese? Diventerebbe fetido e ricoperto di escrementi. L'unica scusante che ho trovato all'indifferenza è che quasi nessuno conosce questa realtà, in TV non ha nemmeno lo 0,1% di spazio, nessuno sa nulla degli animali che non siano i soliti gattini e cagnolini (che palle!!!!!!!!!!! ma perchè a mangiare cani e gatti ci troviamo qualcosa di disumano?? un velo di ipocrisia...), e non sa cosa succede quando ingerisce determinati cibi. Il nutrizionista Cannella in TV non lo dirà mai, e ve lo dice uno che ci ha discusso direttamente via posta senza che lui sia stato in grado di argomentare in qualche modo e difendere il consumo di carne. Semplicemente non è scientificamente possibile, e lui lo sa ma non lo dice. Ma per una volta voglio lasciar stare l'aspetto medico, e parlare dell'aspetto umano.

Se siamo davvero "umani" allora bisogna un po' aprire gli occhi e comportarsi concretamente da esseri rispettosi degli altri, senza rifugiarsi dietro scuse futili o ragionamenti filosofici che crollano miseramente dietro la realtà rappresentata da un video come questo (ed è solo uno dei tanti). Mi piace credere che nessuna delle persone che conosco, dopo aver visto certe cose ed essersi informato, non sia in grado di rinunciare o almeno provare a rinunciare a prosciutto e carne, invitando amici e parenti a fare lo stesso. Salvare l'africa sofferente è una impresa che va fatta ma non da soli; salvare milioni di animali sofferenti invece è molto molto molto semplice, si può iniziare senza sforzi e senza scuse oggi stesso. Io resto a disposizione di chiunque per aiutare nel cambiamento, anche dal punto di vista culinario (affatto trascurabile e ricchissimo di gusti e ricette al contrario di quanto si creda!! Nella pubblicità del video quei poverini fanno la parodia dei vegetariani che mangiano "insalata e sedano, sedano e insalata", siamo proprio a livelli di ignoranza pietosa).

giovedì 24 aprile 2008

Gasparri, l'uomo senza antenne

Ieri sera all'Infedele di Gad Lerner, su La7, si parlava del V2-Day. In studio, special guest Maurizio Gasparri. Questo signore, a vederlo in strada, lo scambiereste per un uomo qualunque, con l'aria un po' confusa. A sentirlo parlare, invece, rimarreste già più turbati.

Se fosse davvero un uomo della strada, potremmo ignorarlo felicemente. Ma siamo in Italia, e queste persone fanno carriera: dirigente MSI, sottosegretario all'interno, onorevole parlamentare dal 1992 ad oggi, Ministro (avete letto bene) delle Comunicazioni dal 2001 al 2005. Incuriosito, e spinto dall'invidia, ho cercato quali sono i ministri rispettivamente in Francia e Svezia: ho scoperto che sono due donne, con ottime competenze nel proprio campo di lavoro. Il curriculum di Gasparri, invece, è molto vagheggiante e pare si fermi al liceo: "Si forma attraverso studi classici e presto è assorbito da due forti passioni: il giornalismo e la politica". Mah.

Di Gasparri ho il ricordo delle geniali imitazioni di Neri Marcoré, che esasperano i suoi caratteri: incompetenza e ignoranza nel suo lavoro, aria tonta, linguaggio ripetitivo e basato sulla ripetizione di concetti e slogan senza fondamento.








Nel dibattito di ieri sera Gasparri ha purtroppo mostrato ancora una volta che la satira di Marcorè è tutt'altro che lontana dalla realtà. L'ex Ministro ha ripetuto, praticamente in ogni intervento, che "gli italiani ci hanno premiato" e quindi ora abbiamo ragione noi su tutto. La capacità di ragionare e argomentare è completamente inesistente. Le risposte di Gasparri a domande sulla sua Legge, sulla bocciatura della UE, sulle elezioni, e quant'altro, si basavano sempre e solo su quello slogan: noi abbiamo vinto, punto.
Un solo esempio: Gasparri stava rispondendo ad un ragazzo del Meetup di Grillo di Novara in studio:

Gasparri: "[Grillo] E' stato un fallimento, ha votato l'80% in questo paese.
In studio: "Ma Grillo non si è candidato"

Gasparri: "Ma come non si è candidato, è andato in giro a fare i comizi. Ha detto non votate e ha votato l'80%. Ma si è votato, lei lo sa? Ha visto chi ha vinto? Quelli erano dei cittadini veri che sono andati alle urne, ne prenda atto"
In studio: "Ma prenda anche atto che la Rai non ha dato lo spazio dovuto al v-day, nè al primo nè al secondo"
Gasparri: "Ma c'erano candidati che hanno preso lo 0,1 e hanno avuto ore intere in trasmissione per la parcondicio, su dai..."

Riepiloghiamo i concetti ripetuti da Gasparri per tutta la trasmissione: nessuno segue quello che dice Grillo, perchè la partecipazione alle elezioni è stata alta nonostante il suo appello a non votare e nonostante la par condicio abbia permesso a tutti di avere spazio in TV. Un'argomentazione completamente fuori dal mondo; sarebbe bastato fargli notare due cose, ma nessuno l'ha fatto:

a) Grillo non si è candidato in nessuna lista, e di conseguenza la par condicio non c'entra assolutamente niente. La legge garantisce solo un'equa distribuzione dei tempi televisivi per i candidati politici. Il ragazzo faceva notare un dato di fatto, cioè un silenzio totale di Rai e Mediaset sui due V-Day promossi da Grillo. Gasparri non ci è arrivato.

b) Se davvero Grillo si fosse candidato (come ha affermato più volte Gasparri), perchè mai avrebbe dovuto farsi del male invitanto a non andare a votare?

c) Grillo non è mai stato nemmeno 1 minuto in Tv per spiegare le sue ragioni, a differenza di tutti gli altri candidati.
Non è difficile, un Ministro delle Comunicazioni dovrebbe capirle al volo queste cose, e trovare argomenti più solidi. Ma senza un'informazione che metta in difficoltà questi personaggi, il cervello non si sforza più di tanto. Caro Gasparri, forse futuro ministro, un consiglio: sintonizzi le antenne sulla realtà.

P.S: So che ne avete abbastanza, ma ad ulteriore prova di quanto detto, vi invito a guardare questa breve intervista e notare le risposte di Gasparri. Non credo servano ulteriori commenti.





P.P.S. Domani 25 aprile, oltre a partecipare alle manifestazioni ufficiali per la liberazione, cerchiamo i banchetti del referendum popolare per migliorare lo stato dell'informazione. Sono in tutta italia: http://www.beppegrillo.it/v2day/mappa/. Non è antipolitica, non è demagogia, ma buonsenso: «L'informazione è il cuore della democrazia. Se l'informazione diventa strumento di interessi privati e dei partiti non c'è democrazia».

giovedì 10 aprile 2008

Rubrica - Il TG è servito (3)



Ultimi giorni di campagna elettorale. Studio Aperto decide di rinunciare anche a quel poco di rispetto per l'imparzialità dell'informazione che gli era rimasto, per lanciarsi spassionatamente in un ultimo appello a favore di Silvio. Fare un analisi della propaganda a questo punto diventa anche superfluo, perchè è evidentissima.

Il servizio parte con Bertinotti che compete sia contro il Pdl che soprattutto contro il Pd, a cui punta ovviamente a sottrarre voti.
In studio poi vengono presentate le ultime tappe di Veltroni, a Napoli e Bologna, introducendo il tema: la partecipazione di Prodi alla manifestazione di Bologna. Parte il video, con i filmati delle dichiarazioni di Prodi dal palco "quindi Walter, a te la parola, a te la vittoria, a te il Partito democratico" e quelle di Veltroni, che ringrazia Prodi per il lavoro svolto nella formazione del PD e come servitore dello Stato. Il servizio omette tutte le altre dichiarazioni che potevano interessare gli elettori, come quella sulle condizioni economiche dell'ultimo anno di governo Berlusconi e sui risultati ottenuti da Prodi in 4 anni di governo: ingresso in Europa prima e risanamento dei conti oggi.
Un aspetto non secondario riguarda le immagini: si vedono solo i leader abbracciarsi e parlare, nemmeno un fotogramma invece della piazza, che era stracolma di gente. Ma questo stratagemma l'abbiamo già individuato negli scorsi articoli.

La seconda parte del servizio è esemplare. In studio il giornalista parla di una delle principali accuse mosse a Veltroni, e cioè di aver ricandidato tutti i ministri del governo Prodi.
Parte il video, con Berlusconi che rilancia l'accusa e la replica di Veltroni che dice: "Molti ministri hanno deciso di non ricandidarsi.".
La voce del giornalista replica, con tono ironico, "in effetti molti ministri non si sono ricandidati: ben tre", e inizia a scorrere puntigliosamente le liste del PD elencando tutti i ministri e le rispettive posizioni per le candidature. Totale? Diciannove ministri in lista, "non ne restano poi molti". Veltroni contraddetto in diretta. E' un esempio di come dovrebbe essere il giornalismo. Il problema è che è una rara eccezione, usata contro il partito di opposizione, e non vedremo mai qualcosa di lontanamente simile per Berlusconi. Se avessimo ogni giorno un informazione che contraddice, invece di servire, i politici, oggi non avremmo il paese in queste condizioni, e Berlusconi non sarebbe mai diventato quello che è.
Il colpo finale a Veltroni arriva facendo notare che almeno Prodi non è ricandidato, è vero, ma "è pur sempre il presidente del PD".
Un servizio illuminante che dimostra come a Studio Aperto, se volessero, potrebbero fare perfino del buon giornalismo, ma è la propaganda il fine ultimo delle "libere e autonome" reti Mediaset.

Ora è il turno di Berlusconi. In studio, mentre il giornalista introduce la notizia, campeggia sullo sfondo, come sempre, l'enorme simbolo del Popolo della Libertà. Da notare che quando invece si introduce il PD non è mai presente il simbolo, ma immagini casuali. Studio Aperto sfodera una graziosa intervista fatta dal proprio direttore del TG al Cavaliere: finalmente possiamo vedere il volto del responsabile di questo scempio.
Le domande ovviamente sono elettorali, da salotto, fatte per permettere al candidato di dire cio' che vuole: "Mi dà 3 motivi per votare il Pdl?", Che cosa significherebbe votare il Partito Democratico?", "il suo messaggio ai giovani". Silvio elenca le cose che vuole fare: chiudere le frontiere agli immigrati, formare i giovani con le tre I; si, di nuovo loro: Informatica, Inglese e un'altra lingua, Impresa e mondo del lavoro. Vi ricorda qualcosa? Come se nei 5 anni del suo solido governo lui fosse stato su un altro pianeta.

giovedì 27 marzo 2008

Quel confronto Tv non s'ha da fare!

Benritrovati. Durante queste brevi vacanze ho cercato di isolarmi dalle vicende politiche italiane, per prendere aria prima delle ultime settimane di campagna elettorale, che come al solito sfioreranno il ridicolo.
Non ho però resistito a guardare Ballarò martedi sera, con Floris trattato come uno zerbino (quello almeno si sporca e ti costringe a lavarlo); ogni tanto mi piace immaginare che reagisca, afferrando l'onorevole per il bavero e dicendogli :"senta, lei ora risponde alla mia domanda, e senza dire balle, altrimenti la sbugiardo in diretta TV"; uno spruzzo di giornalismo anglosassone.
Invece è il solito pastone, con confronto tra i vecchi (Dini, Casini, Fassino, Boselli) e nuovi politici che fanno rimpiangere i vecchi (Brambilla e Colaninno). La Rossa si è confermata provocatrice e disturbatrice a pagamento, vuota di contenuti e idee, raccontaballe (ricordate le balle sulla Sardegna?) e nel complesso davvero penosa. La "best performance" della serata va sicuramente a lei.

In casa "Studio Aperto" prosegue la campagna elettorale per "El Presidente". Il Tg delle 12.30, dopo un'apertura con 3 servizi di cronaca nera, è passato al servizio sulla campagna elettorale. In studio, durante la presentazione, campeggiava come sempre l'enorme simbolo del Popolo della libertà, giusto per facilitare gli anziani nel momento del voto; chissà perchè non si è mai visto il simbolo del Partito democratico, visto che è un telegiornale imparziale.
Il servizio riportava lo scontro tra Berlusconi e Veltroni sul confronto TV. I fatti sono ben descritti in questo paragrafo del Corriere, che vi riporto: "Il segeretario del Pd aveva reso noto di partecipare alla trasmissione di Bruno Vespa solo se ci fosse stato un confronto diretto con il candidato premier del Pdl, il quale però non ha accettato: «Se facessi il confronto televisivo con Veltroni, dovrei farlo con gli altri dodici candidati che hanno gli stessi diritti», ha detto il Cavaliere. A questo punto Veltroni ha risposto che non sarebbe andato nemmeno a una trasmissione in cui egli avrebbe risposto da solo alle domande dei giornalisti. Quindi la Rai è stata costretta, per la par condicio, anche ad annullare la puntata in cui Berlusconi avrebbe risposto da solo ai giornalisti."

Studio Aperto è riuscito nell'impresa di far passare il messaggio che sia stata tutta colpa di Veltroni, che vigliaccamente si è tirato indietro nascondendosi dietro la par condicio. Geniale.

Ma lasciamo da parte il nostro povero e malato paese. Voglio proporvi una serie di banner a cui dedicare qualche minuto e da diffondere il più possibile.

Come sapete in Tibet in questi giorni ci sono stati gli ennesimi scontri tra la polizia cinese e gli indipendentisti. Il Tibet è una regione che da decenni è occupata dalla Cina, poichè ha risorse molto importanti come l'acqua, vitale per la crescita cinese. In questi giorni il sito di attivismo Avaaz ha raccolto oltre 1 milione di firme, un vero record. Aiutiamo a raggiungere i 2 milioni:

Vday

E, visto che siamo in tema, mandiamo la nostra protesta contro le olimpiadi di Pechino. La vergogna del mondo occidentale che di fronte al crescente capitalismo cinese chiude gli occhi su diritti umani, condizioni di lavoro e totalitarismo, fornendo un enorme legittimazione con le Olimpiadi.









Altro appello non meno importante. Ogni anno vengono brutalmente massacrati, a colpi di bastone, i cuccioli di foche per poterne ricavare pellicce. Oltre a boicottare ovviamente la vendita di tali prodotti, e a desiderare le peggiori sciagure per quelle bestie umane immeritevoli di ogni diritto, mettiamo qualche firma per cercare di bandire per sempre questa pratica più che barbara. Il link NON porta ad immagini crude, quindi cliccate tranquillamente.

Vday

Inoltre possiamo firmare un'altra petizione a questo indirizzo in italiano: http://www.agireora.org/info/news_dett.php?id=460

E per ricordare ogni tanto (visto che le TV non lo fanno quasi mai e i medici sono fortemente disinformati) che la dieta migliore per la salute umana, la cura e la prevenzione di molte malattie è una dieta a base di cibi vegetali, non guasta una visita sul sempre aggiornato sito della:

SSNV


Infine, vi ricordo che il 25 aprile a Torino ci sarà il V-2 day. Si può considerare Grillo un qualunquista, un buffone, o come preferite. Però questa è una battaglia fondamentale, che riguarda la vera libera informazione. Senza quella, l'Italia non va avanti. Io mi sono già iscritto, e parteciperò quasi sicuramente a
Torino.

Vday 

venerdì 14 marzo 2008

Rubrica - Il TG è servito (2) -





Lo ammetto, ci ho preso gusto. Guardare i TG è già un appuntamento più o meno fisso, che risparmierei volentieri se non fosse per i motivi "professionali" che mi impongono di buttare giù il pappone ed essere aggiornato. Ma guardare i Tg Mediaset era una rara eventualità, mentre ora è diventata una passione. (Ndr: ho scoperto come visualizzare i video sul sito Mediaset col browser Firefox: scaricate questo pacchetto e installatelo)

Dedicherò una rubrica a tutti i commenti che riguardano la propaganda elettorale, gli articoli saranno contrassegnati dalla bella immagine, fatta in casa, che vedete all'inizio. Per ricordare, come dicevo nel primo articolo di questa serie, che bisogna aprire gli occhi per completare il puzzle e capire come vanno le cose.

Nuovo giorno, nuovo servizio sfacciatamente propagandistico. Devono essere molto distratti gli oppositori di Berlusconi per far finta di niente, mentre le sue 3 reti sparano cannonate a sinistra e a manca tutti i giorni, raggiungendo milioni di telespettatori che si apprestano ad andare a votare senza alcuna ricerca individuale, convinti solo da ciò che vedranno in TV. Evidente vincere è solo un'opzione, non un obiettivo da perseguire con impegno. ma veniamo a noi.

Studio Aperto ieri, 12 marzo, fa il punto sul tour elettorale dei due principali candidati: Un breve cenno al caso Ciarrapico, che ha sollevato un diverbio interno al Pdl e la protesta della Lega e di Fini; la vicenda, già minimizzata nei giorni precedenti, è posta ad inizio servizio e verrà sommersa dai video successivi. Silvio Berlusconi ha infatti presentato i camper della libertà, con cui continuerà la sua campagna elettorale, e il TG si lancia subito a trasmettere il discorso: i 3 obiettivi dei camper, l'arruolamento per la "missione militare di democrazia", etc...E fin qui, ci siamo. A sorpresa però l'arzillo presidente decide di fermarsi in piazza ed assaporare il "bagno di folla"; trasmesse prontamente allegre immagini di Silvio superstar che fa foto, battute e scherza circondato da qualche fan.

E ora veltroni, che si trova a Verona e propone il suo piano sicurezza, ridotto dal commentatore ad "un portachiavi per tutti collegato con le forze dell'ordine". Nulla di entusiasmante. Il commento prosegue citando le parole di Veltroni che vuole dare vita ad un nuovo rapporto tra centro-sinistra e il Nord-Est, ma che viene prontamente smentito dalle immagini di un gruppo di manifestanti che lo fischiano in strada. Il contrasto tra il bagno di folla per Berlusconi e la contestazione per Veltroni è una tipica ed efficace mossa dei professionisti della propaganda, che hanno già utilizzato questo stratagemma il giorno prima. L'11 marzo infatti, nel solito servizio dedicato alla campagna elettorale, hanno accostato una panoramica aerea di un gremito convegno del Popolo della Libertà, che non c'entrava nulla col resto, alle immagini della contestazione del comitato No Dal Molin, all'arrivo di Veltroni a Verona.
Come dire: quando l'occhio vuole la sua parte...e a Studio aperto lo sanno bene.

venerdì 7 marzo 2008

Il TG è servito

Silvio Berlusconi, salvato dall'isolamento politico da Veltroni nei mesi precedenti la caduta del governo Prodi, è tornato più arzillo (e ingrato) che mai. Non passa giorno che non lanci il suo attacco alla Par Condicio e all'informazione, ovviamente tutta schierata contro di lui. Martedi 4 marzo ha detto, ad esempio, che «è vigente una ridicola legge sulla par condicio, che, dando lo stesso spazio a tutti i partiti rischia di dare una spinta al frazionamento della politica». Evidentemente se avesse le mani libere le sue 3 reti televisive private potrebbero lanciarsi senza pudore in campagna elettorale e servire da potenti armi mediatiche. Ma chi ci dice che non lo facciano già?

E' credenza diffusa che le reti Mediaset siano imparziali, non favoriscano il suo Presidente e anzi lo critichino duramente perchè libere da ogni vincolo. Dopotutto, la libertà è un valore importante per Silvio. Io non credo che ci siano forme di censura diretta nell'azienda, salvo rari casi. Ma non serve, perchè a garantire la linea politica basta l'auto-controllo dei giornalisti che dipendono dallo stipendio. Non gliene faccio una colpa, nessuno nasce ricco, ma questa condizione basta da sola a far sì che le reti funzionino nella maggior parte dei casi come strumenti di propaganda politica.

Ieri (6-3-08), casualmente, ho avuto il piacere di vedere Studio Aperto delle 12.30, che ha dedicato 2 servizi alla campagna elettorale. Purtroppo non mi è possibile rivedere il video perchè il sito MediasetVideo lascia a desiderare, per non dire altro. Potete tentare di visualizzarlo, se siete fortunati, a questo indirizzo. Io cercherò di analizzare i servizi a memoria, perdonate quindi qualche imprecisione.

Il tutto era sfacciatamente costruito ad hoc. Il giornalista iniziava in studio accennando a come il problema rifiuti sia affrontato in questi giorni nella campagna elettorale, e lanciando il video del "nostro Presidente Silvio Berlusconi" nel salotto di Porta a Porta: comodamente cullato tra le braccia del Vespone, Silvio parla della compromessa immagine dell'Italia all'estero, del commercio che rischia di subire un rallentamento, del ristorante di lusso di un suo amico che è stato costretto a chiudere per mancanza di clienti. Ovviamente neanche una parola sulla salute dei campani, sulle responsabilità delle imprese, sulla camorra, sui rifiuti tossici. Argomenti fondamentali completamente ignorati.

Il servizio continua, non si capisce bene perchè, sull'argomento tasse e sull'affluenza ai gazebo della libertà, mostrando immagini di Berlusconi circondato da folle di credenti. Poi si passa a Veltroni, e qui si notano le differenze: immagini di Veltroni su un palco, un ghigno sul volto, da solo con 2 altri uomini, tutto sommato un'immagine abbastanza triste. Niente bagni di folla. Non si sente la voce live di Veltroni, ma è il giornalista a commentare fuori campo la notizia, che mette ben in risalto i problemi del PD: Le proteste dei radicali, i dubbi di Parisi, etc..

La sensazione che rimane dopo aver visto i servizi è di compattezza, decisione, forza e appoggio popolare per il Popolo della libertà e il suo presidente, che occupa tutta la scena politica. Mentre il Partito democratico, dal tono un po' spento, è alle prese con divisioni, problemi, critiche e scioperi dei radicali. Agli spettatori viene da pensare: quale delle due coalizioni sarà in grado di risolvere, ad esempio, il problema rifiuti? Non c'è bisogno di rispondere.

Questo singolo esempio non dimostra che le reti mediaset facciano propaganda. Ovviamente è solo un tassello di un puzzle più grande, e servirebbe condurre uno studio più approfondito per dimostrarlo accuratamente. Per ora ci basta seguire con attenzione i Tg quotidiani per capire che la campagna elettorale si gioca in televisione, e nei prossimi giorni riporterò altri casi analoghi. Per capire meglio le reali dinamiche elettorali, e per completare il puzzle.

giovedì 4 ottobre 2007

V-Day, io c'ero

Iscriviti al Vaffanculo Day


E' passato quasi un mese dal V-Day, l'iniziativa promossa da Beppe Grillo e ormai nota in Italia e oltre. Ho avuto la possibilità di partecipare proprio a Bologna, dove si è svolto lo spettacolo principale che ha visto un inaspettato e come sempre piacevole Grillo conduttore, e tanti altri ospiti alternarsi sul palco per brevi discorsi.

La copertura mediatica successiva all'evento francamente mi ha molto stupito, dal momento che fino al 7 settembre i media avevano completamente taciuto la notizia, e solo su internet c'era un gran fermento di gruppi, volontari e persone comuni che organizzavano i tanti eventi in giro per l'Italia.

Ho ascoltato pazientemente e in silenzio le inevitabili polemiche e discussioni trasmesse dai media nazionali per le settimane successive, e che hanno infiammato animi e telegiornali. Compresi i direttori, vedi il prevedibile Emilio Fede (Tg4) o la rivelazione Mauro Mazza (Tg2) che in un editoriale video ha commentato il V-day accusando Grillo di fomentare violenza e addirittura ha messo in guardia da un nuovo pericolo di terrorismo contro la classe politica. Altri commenti sono inutili.[1]

Anche i politici, primi destinatari del v-day, hanno reagito quasi tutti negativamente. Critiche costruttive al V-day e alla proposta di legge popolare non se ne sono viste, e alcune accuse infondate e al limite della diffamazione sono state amplificate, approfondite e rese serie, credibili, da giornalisti e commentatori vari. Sono le magie dell'informazione italiana.

Grillo non ha certo bisogno di difese, il suo blog ha più di 200.000 lettori al giorno, il mio 10 se va bene, ma anche io ero in quella piazza, e quindi voglio difendere me stesso e gli altri presenti. Non voglio aggiungermi alle migliaia di commenti sul V-day, ma vorrei concentrarmi sul caso di "magia dell'informazione" più grottesco di tutti, perchè contiene tutti gli elementi più notevoli per capire come funziona il meccanismo della disinformazione in Italia.

Senza dubbio la palma d'oro va all'accusa, lanciata da Casini [2] e ripresa a ruota da altri, secondo la quale Beppe Grillo e la piazza del V-day avrebbero insultato e offeso la persona di Marco Biagi.[3 ] Una pura fantasia. L'8 settembre si è parlato della LEGGE Biagi, e non si è mai nominato il signor Biagi. Se la legge si chiama così è solo colpa del governo Berlusconi che intitolò abusivamente la legge, scritta da Maroni, al professore assassinato.[4 ] Biagi, tral'altro, prima di morire aveva scritto a vari politici tra cui Casini, dicendosi preoccupato e chiedendo invano la scorta.[3 ] Ovviamente i tg hanno evitato di riportare questi particolari non da poco.

Queste polemiche mostrano molto bene come l'informazione è capace di strumentalizzare e distrarre il discorso per evitare di parlare dei contenuti del V-Day, dei problemi che ha sollevato, e delle proposte che sono sorte con forza da tutte le piazze.
E si, perchè il V-Day non è stato solo un grande "vaffanculo" ad una classe politica per la maggiore corrotta, clientelare, chiusa su se stessa. Ha proposta una legge popolare, che ha raccolto oltre 300.000 firme, per licenziare dal parlamento tutti i politici condannati, per limitare a 2 il numero di legislature possibili, e per tornare alla elezione diretta dei politici. Ma non solo, Grillo ci ha anche ricordato che un anno fa si è presentato da Prodi portando un libro di proposte concrete fatte da esperti e cittadini. Una "fabbrica del programma" parallela a quella dell'Unione che invece ha prodotto un programma fatto di illusioni. I Tg non hanno mai parlato di questi contenuti, che avrebbero presentato il V-day per quello che è stato: un importante momento di partecipazione popolare alla vita pubblica, e che quindi riguarda tutti noi.

Termino riportando il post di Beppe che secondo a mio parere meglio risponde a tutte le accuse mosse finora. Poche frasi, ma chiare e incisive.

Ieri sera a "Porta a Porta", il presidente del Consiglio, definito ormai dagli stessi giornalisti "Valium-Prodi" parlava seduto dietro a una gigantografia con la mia faccia. Belin, è come se la BBC trasmettesse un discorso alla nazione di Gordon Brown che si rivolge a Mr. Bean.
Prodi mi ha colpito, ha detto una cosa qualunquista: "I cittadini non sono migliori dei politici". Credo che intendesse tutti i cittadini e tutti i politici. Insomma, siamo un Paese senza speranza.
Valium ha poi continuato dicendo di me: "Ora cambia perchè dalla critica deve arrivare alla proposta?.
Qui mi sono molto preoccupato.
Le proposte infatti ci sono: quelle dei cittadini che per mesi hanno scritto commenti e mail al blog. Non sono mie, sono dei datori di lavoro di Prodi. Le ho consegnate personalmente a Alzheimer-Prodi a Palazzo Chigi l'8 giugno del 2006. Gli lasciai una lettera di licenziamento nel caso non le avesse tenute in considerazione. Mi rassicurò che le avrebbe trasmesse ai ministri competenti. Ho il filmato integrale.
Il programma lo hanno scritto i cittadini, non Grillo.
L'Italia cambierà grazie ai suoi cittadini, non grazie a Grillo.

Si parla di vuoto da riempire, ma chi l'ha creato se non l'assenza della politica? Se non la partitocrazia? Attaccano me, ma in realtà attaccano il loro (ex) elettorato.
Sono dei pugili suonati.


http://www.beppegrillo.it/2007/09/le_proposte_dei_cittadini.html

Note

[1] http://www.beppegrillo.it/2007/09/informazione_di.html
[2] http://www.repubblica.it/2007/08/sezioni/cronaca/grillo-v-day/v-day-reazioni/v-day-reazioni.html
[3] http://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Biagi
[4] http://www.beppegrillo.it/2007/09/gli_intellettua.html

domenica 5 agosto 2007

Auto accessoriate

L'automobile è un bene di consumo particolare, che il marketing è riuscito a diffondere in modo efficiente in quasi tutta la popolazione mondiale. La crescita nella vendita di auto in un paese di solito ne indica lo "sviluppo" economico secondo il modello liberista dell'economia: più imprese, più privati, sulla carta meno impedimenti statali ma nella realtà più sussidi pubblici all'economia, e così via. Una ricetta già sperimentata, che impone di crescere e crescere sempre e comunque, ad ogni costo, anche se gli effetti per la popolazione e l'ambiente sono spesso nulli o addirittura negativi.
L'auto in questo contesto è stata presentata come un bene indispensabile, unico, personale, col risultato che oggi nei nostri paesi ci sono milioni di automobili che ogni giorno si spostano, trasportando una sola persona invece che 4-5, inquinando e intasando le strade e i centri delle nostre città. E i mezzi pubblici spesso sono trascurati o vittime di traffico e ritardi. L'auto è spesso indispensabile, è vero, ma in moltissime occasioni se ne abusa, e moltiplicando i songoli abusi per milioni di persone si ha un effetto devastante.
Questa idea dell'auto è però forse giunta alla saturazione, e il marketing ha bisogno di nuove idee e nuovi stili per accattivarsi l'adorazione delle nuove generazioni di consumatori.

Qualche giorno fa la rubrica del Tg2 "Costume e società" ha trasmesso un servizio sulle ultime tendenze in fatto di automobili. Un misto tra lusso e divertimento, auto accessoriate negli interni fino all'inverosimile, con impianti stereo esagerati, televisori al plasma un po' ovunque, joystick di playstation che sbucano dal cruscotto, lettori mp3, navigatori satellitari che, ovviamente, nella mente dei produttori devono avere molte altre funzioni come quella di riprodurre film in dvd. Musica ad alto volume, film e videogames sono le novità con cui l'industria automobilistica cerca di lanciare la nuova idea di auto. Tutte cose essenziali per la guida. Con le velocità che si raggiungono oggi sulle autostrade basta una frazione di secondo per incorrere in un incidente, ed è richiesta sempre la massima concentrazione. Ma il mercato ha bisogno di vendere, e quindi ben vengano questi inutili quanto pericoloso accessori alla guida, ideati proprio per distrarre.

L'aspetto più macabro del servizio è che è stato immediatamente seguito da un breve commento sui morti sull'asfalto, che ogni giorno sono numerosi, specialmente nei weekend quando i giovani escono per divertirsi in tutti i locali e le discoteche d'Italia. Un messaggio di prudenza che sembra non raggiungere alcun risultato, forse proprio perchè sovrastato da centinana di pubblicità giornaliere di nuove auto, più veloci, e di accessori che distraggono sempre più dalla guida, come quelli prima presentati.
Due servizi che esprimono il contrasto tra interessi diversi: quello dell'informazione pubblica, civica, che invita alla prudenza sulle strade, e quella di chi produce auto e deve venderne sempre di più, sempre più veloci e accessoriate. Inutile dire che al primo viene riservato uno spazio infintesimale rispetto al secondo.

Sento sempre più persone che parlano della velocità, in auto o in moto, come di un fine, una realizzazione personale. Andare veloce significa vivere, chi va piano non si diverte ed è un povero stupido. Saranno concezioni diverse della vita, ma personalmente penso che vivere sia tutt'altra cosa. Troppe persone smettono di vivere proprio a causa della velocità, e penso che ci siano buoni motivi per considerare responsabili di questo chi produce auto sempre più veloci e invita a distrarsi al volante.
La responsabilità va ricercata anche nella società, che evidentemente non riesce a contrastare la prepotenza della propaganda pubblicitaria, e fallisce nel diffondere un senso della vita più pieno, che consideri importanti valori diversi da quelli dell'apparenza e del possedere beni, siano essi vestiti firmati o auto veloci.

martedì 3 luglio 2007

La buona Sanità

Mi scuso con chi in queste settimane ha aperto il blog notando sempre lo stesso articolo, ma come potete notare sono rimasto solo a scrivere e questo è periodo di esami e problemi vari. La frequenza durante l'estate sarà minore, ma l'Isola di Krino continua sempre la sua opera di informazione. Oggi ho deciso di introdurre l'argomento Sanità, che merita molti approfondimenti.

***********************************************************

Stamattina a "Cominciamo bene", il programma condottoda Michele Mirabella, si è parlato di "Luci e ombre" della sanità Italiana. Un' informazione molto importante e che mancava. Siamo troppo abituati a ricevere notizie di cronaca nera dei telegiornali, che alla ricerca degli ascolti propongono soltanto le storie di mala-sanità: un paziente morto per un operazione all'appendice, un altro per un errore nel tubo dell'ossigeno, un altro a cui il medico non aveva diagnosticato una grave malattia.

E' giusto raccontare gli errori della sanità pubblica, che esistono e secondo la stampa costano 32.000 vite ogni anno. Ma parlarne unilateralmente, ignorando o relegando in seconda pagina gli errori del settore privato, significa usare due pesi e due misure. A chi fa comodo un informazione del genere? Un po' a tutti.

Alla classe politica, che in generale da destra a sinistra, esclusi alcuni partiti minori, ignora le qualità e le potenzialità del sistema sanitario pubblico italiano e preferisce riempirsi la bocca di parole come "privato", "sistema americano", rincorrendo il mito assurdo della "concorrenza" applicato ad un settore delicato come la sanità.
Nulla di più irresponsabile, visto che negli Stati Uniti prima di soccorrerti controllano che tu abbia la tessera assicurativa, che di base costa 300$ al mese. Lascio a voi immaginare cosa succederebbe se in Italia si dovesse pagare una "tassa" mensile di 250 euro per garantirsi l'accesso all'assistenza sanitaria.

Un'informazione unilaterale fa comodo ovviamente alle strutture sanitarie private, che spesso senza meritarselo vengono associate alla parola "qualità". Non dimentichiamo inoltre gli inevitabili legami tra la burocrazia e la politica locale (regioni, provincie, comuni) e i privati che richiedono permessi, convenzioni, sussidi, che convengono sia all'imprenditore che al politico, e danneggiano esclusivamente il cittadino.
Basti pensare alla situazione della sanità in Campania o in Sicilia, patria delle cliniche private in mano alla mafia in cui è impossibile curarsi nel pubblico senza conoscenze e raccomandazioni. Questo nessuno lo dice mai.

Non bisogna generalizzare, è vero, perchè nel settore pubblico, soprattutto nelle regioni del sud, la qualità è pessima. Ed è anche vero che ci sono cliniche private efficienti e di qualità.
Ho citato il programma di Mirabella perchè oggi sono emerse delle considerazioni molto importanti, che la TV presenta di rado. In particolare un medico chirurgo degli Ospedali riuniti di Bergamo ha sintetizzato efficacemente la differenza tra strutture private e pubbliche.
Lo scopo di un chirurgo in un ospedale pubblico è quello di DIMINUIRE il numero di pazienti che, ad esempio, dopo l'intervento debbano ricorrere alla dialisi. Lo scopo è DIMINUIRE le malattie della cittadinanza, ed è la cosa più naturale e ovvia.
Il settore privato invece ha, per sua stessa natura e non per chissà quale programma occulto, lo scopo di AUMENTARE gli interventi, le terapie, le malattie, in modo da poter aumentare il fatturato annuo. Più si sta in ospedale e più si paga. Questo non significa che il paziente non venga curato, ma che spesso si ricorre a interventi non necessari, che un ospedale pubblico avrebbe evitato.

La logica del profitto oggi si applica, ed è discutibile, a tanti settori che vanno dai beni di consumo ai servizi domestici. Ma la sanità deve restare un servizio pubblico, collettivo ed egualitario, garantito dalle tasse di tutti i cittadini, nessuno escluso. Noi Italiani abbiamo il pessimo difetto di disprezzare le cose buone che abbiamo, e di preferire quelle degli altri che in realtà sono peggiori.

L'informazione deve aiutarci a capire quali sono le cose buone da difendere, e il sistema sanitario nazionale (o meglio, quello efficiente del centro-nord italia) è una di queste.
La politica deve invece impegnarsi a preservare il nostro sistema eccellente, invidiatoci da tanti altri paesi, USA in primis, e considerato secondo al mondo secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Va tenuto sotto una campana di vetro, e bisogna fornire gli strumenti affinchè si colmi il divario tra sud e nord, e la qualità generale aumenti ancora.

giovedì 10 maggio 2007

Stacchiamo la spina

Oggi Beppe Grillo ha dedicato un post alla violenza in televisione. "A 18 anni un ragazzo ha già assistito a 200.000 omicidi televisivi. E’ venuto su bene. Dove c’è abbondanza di armi, come negli Stati Uniti, non ci pensa su due volte. E fa la sua piccola strage". Gentilmente offerta dalla National Rifle Association, potente lobby economica.
E' un'assuefazione alla morte, al male verso altri esseri umani, insomma il contrario di quello che scuola, insegnanti e famiglia (perlomeno quelle formate da persone ragionevoli) cerca di insegnarci.

Basta fare un semplice test per renderci conto di quanto siamo abituati all'assassinio, e quanto questo ci è indifferente finchè non tocca persone a noi care. Accendiamo la tv e sintonizziamoci sul telegiornale della sera, uno qualsiasi. Ci sarà sicuramente una notizia dal medio oriente dove ogni giorno decine di persone perdono la vita a causa della guerriglia e di un'occupazione militare illegale secondo i diritto internazionale. Il tutto ci lascia indifferenti, stentiamo a percepire l'ampiezza della tragedia. Eppure quando sono state uccise 3000 persone nell'attentato dell'11 settembre l'accaduto ci ha colpiti profondamente. Perchè due pesi e due misure?

La televisione contribuisce in tanti modi alla socializzazione, a farci interiorizzare quei valori che la società considera giusti e necessari all'integrazione, al mantenimento del sistema sociale, come teorizzato dal sociologo Parsons un po' di anni fa.
Però non si è costretti a subire e a far subire ai bambini questa ondata di valori come la violenza dei film, la stupidità umana dei reality e talk show, la superficialità dilagante e il disinteresse per ogni tipo di cultura e curiosità. Il televisore si può spegnere, rompere a martellate, chiudere in un armadio, o non possederlo affatto.

Stacchiamo la spina. I bambini li si può lasciare a giocare con i Lego, con il meccano, con i puzzle e tanti altri giochi che stimolano la curiosità e la fantasia. E se proprio si vuole avere la tv, perchè a volte non c'è tempo di badare ai bimbi, si possono utilizzare dvd e videocassette, magari con quei bei film disney di una volta, o documentari per bambini e altri programmi educativi. Se avessi registrato, tanto per dirne uno, l'albero azzurro un po' di anni fa, secondo me sarebbe un ottima cosa da riproporre a dei bambini oggi.

Beppe Grillo invita i genitori a portare i bimbi fuori e giocare con loro. Consiglio sacrosanto e di buonsenso, ma è praticabile solo da un elitè di italiani. La maggioranza delle coppie che è costretta a lavorare in due per sostenersi, magari con un affitto che in media assorbe il 70% dello stipendio, continua ad usare, volente o nolente, la tv come badante, perchè è efficace e tieni ipnotizzati i bimbi per ore.

Purtroppo questa è una conseguenza di uno Stato che non assiste come dovrebbe i bambini e i genitori che lavorano, di una società che sta perdendo il poco welfare che resta grazie a una classe politica che da destra a sinistra insiste ottusamente a liberalizzare e privatizzare in nome di quella splendida teoria che si chiama libero mercato, e in cui solo chi ha soldi può permettersi di trascorrere ore con i propri figli.
Il lavoro è un diritto di tutti, ma anche il tempo libero. Vivere una intera vita per lavorare, senza potersi mai dedicare alle cose che piacciono, è una condizione che una società democratica e civile non può e non deve tollerare.

sabato 31 marzo 2007

I Padroni delle Bollicine

Oggi voglio proporvi un articolo lungo ma che vi prego di leggere con calma, ben documentato e che tratta un tema a me caro: il consumo di acqua in bottiglia. Alla fine l'autore riporta alcune proposte davvero interessanti, e soprattutto concrete, per riequilibrare una situazione in cui i NOSTRI soldi pubblici sono spesi per favorire gli interessi privati.
Lasciate come sempre i vostri commenti, e buona lettura.

Vent’anni fa Emanuele Pirella - giocoliere dell’ironia che ha trasformato la pubblicità italiana - doveva lanciare un’acqua minerale per bambini. Non era conveniente sedurre le madri spargendo dubbi sulla trasparenza della minerale che bevevano gli adulti, anche perchè nella bottiglia dei poppanti c’era la stessa acqua offerta al consumo familiare in ogni supermercato. Cambiava solo l’etichetta; fantasia sublime del marketing. Vedrai che funziona, ma come farla funzionare ? Alla fine Pirella ha avuto l’idea: raddoppiate il prezzo.

Chi compra la crederà un portento. Vendite alle stelle. Aveva capito chi siamo. Siamo i più tenaci consumatori di acqua minerale nel mondo. Ogni italiano ne beve 218 litri l’anno, quasi il triplo degli austriaci. Meraviglia il secondo posto della Svizzera dove l’acqua arriva al rubinetto dalle montagne che abbracciano le vallate: 106 litri a persona, non importa se parla italiano, francese o tedesco. Bisogna dire che la vecchia l’Europa adora l’acqua in bottiglia con o senza bollicine: 38 miliardi di litri, un terzo del consumo mondiale anche se la popolazione è appena il 6 per cento della gente sparsa nei continenti. Privilegiati e un po’ sfiziosi, ma non proprio accorti. Ci lasciamo trascinare dalla pubblicità che rinfresca giornali e televisor.

Nel 2004 gli investimenti su pagine e spot sono cresciuti del 10 per cento: 379 milioni di euro. Corpo a corpo senza il tempo di tirare il fiato. Ed ecco che pur avendo a disposizione in quasi tutte le città l’acqua buona degli acquedotti, anziché interessarsi alla revisione delle tubature, metodi di depurazione e filtraggio, insomma, dedicare ad un bene prezioso la stessa attenzione riservata ai marciapiedi rotti, gli italiani si lasciano catturare dalla retorica: acqua in bottiglia sinonimo di purezza, bontà garantita dall’etichetta, fa bene alla salute perché raccolta alla fonte.

Si vuota il bicchiere con l’illusione di passeggiare nei giardini delle terme anche se l’acqua è finita in bottiglia decine di chilometri lontano da dove sgorga. Camion e autostrade. Non è facile spiegare che l’acqua del rubinetto è potabile e controllata con la pignoleria che la legge non impone alle minerali. Voci flebili sovrastate dal tam tam pubblicitario. Quando gli addetti ai lavori dell’acqua pubblica protestano per la pubblicità da loro ritenuta ingannevole e che, indirettamente, invita a diffidare dal liquido che vien fuori dal rubinetto, i colossi minerali fanno causa. Guai minacciare il loro mercato. Può il funzionario dell’ente locale o il dignitario di stato sfidare i signori delle bollicine ?

Se per caso la spunta - dopo carte bollate, spese d’avvocati e gironi di tribunali - appena due righe vaganti fra le pagine dell’enfasi pubblicitaria: questo il destino dei kamikaze dell’acqua pubblica.
Qualcuno insiste, i volontari danno una mano, ma la lotta è dispari. Appena un giornalista si interroga sulle acque minerali, il suo giornale rischia di perdere le inserzioni. Se è una Tv, gli spot. Meglio non parlarne. Le pressioni arrivano fino al ministero della Sanità come quando ho mandato un fax al ministro e lo stesso giorno mi chiama Mineracqua, associazione che riunisce gli imbottigliatori.

Nel 2003 ( governo Berlusconi ), Luca Martinelli giornalista di "Altra Economia- l’informazione per agire", manda un fax all’ufficio stampa del professor Sirchia: chiede un’intervista, vorrebbe dare un’occhiata alle analisi delle dieci marche più vendute, Mineracqua si fa viva dopo poche ore. Ammette d’essere stata informata dal ministro e spedisce una lettera al direttore del giornale: diffida di insistere con l’inchiesta.
A volte la difesa delle minerali scivola nell’avanspettacolo. Che acqua minerale e acqua del rubinetto siano concorrenti lo ha stabilito l’Antitrust. E dall’Antitrust esce una sentenza che condanna l’Acea ( gestisce l’acquedotto di Roma ) per aver pubblicizzato la sua acqua come ‘ pura e di montagna’ quando le sorgenti sono a soli 409 metri. In Australia sarebbe un picco irraggiungibile; in Italia può finire in galera chi si traveste da scalatore di una altura considerata ragguardevole collina. La mazza dell’Antitrust si abbatte implacabile: per caso favorisce i padroni delle bollicine.

Come mai i gestori degli acquedotti non fanno un po’ di pubblicità ? Non ne hanno interesse. Dei 230 0 240 litri consumati al giorno da ogni italiano, solo due o tre vengono utilizzati per bere o cucinare. Il resto docce e sciacquoni. Sfogliando i numeri del grande mercato, qualche dubbio: l’acqua italiana è la più gustosa del mondo oppure le nostre leggi consentono il saccheggio di risorse fino a ieri preziose e nel futuro strategiche?

Le aziende che imbottigliano sono 181; 226 etichette diverse; 8 mila dipendenti, giro d’affari un miliardo e 750 milioni di euro. Dei 11 miliardi e 800 mila litri di acqua minerale raccolti, poco più di un miliardo di litri attraversa ogni anno le frontiere. L’ export vola, nessuna sindrome cinese; bilancia commerciale sempre più rosa: 25 per cento in più dal 2001. Dissetiamo i raffinati del mondo serviti a tavola da quattro multinazionali: Nestlé, Danone, Coca Cola e San Benedetto. La Nestlé si presenta con undici etichette, dalla Perrier alla San Pellegrino, Panna, Levissima: tante ancora. Giro d’affari 870 milioni. La San Benedetto si ferma a 490. L’Uliveto e la Rocchetta della Congedi, 236 milioni; 196 la Danone con Ferrarelle, Vitasnella eccetera; la Spumador della Lombardia, 96 milioni; Sangemini, Fiuggi, 90. Rendiconti superati, risalgono al 2001 quando il grande mercato non era ancora invaso.

Non paghiamo solo l’acqua ( e molto cara ): chi consuma o non consuma le minerali è obbligato, e non lo sa, a finanziare lo smaltimento dei rifiuti. Far sparire una bottiglia di plastica nel 2001 costava agli enti pubblici 30 centesimi al chilo. Oggi di più. Ogni anno 150 mila tonnellate di Pet ( un tipo di plastica ) sono a carico della collettività senza contare che il prezzo pagato per l’acquisto delle confezioni impone la tassa invisibile di 40 euro al mese per persona.

Ma l’elenco non é finito: oltre alla pubblicità, trasporto e locazione. Esempio dell’Emilia-Romagna. Due immensi depositi privati accolgono duemila autotreni l’anno, uno a Cattolica l’altro verso la Lombardia. Stivano le bottiglie in depositi che sembrano palazzi dello sport ed ogni giorno distribuiscono ai supermercati la quantità richiesta. Rete capillare che funziona. Routine collaudata: ai magazzinieri rende più o meno un miliardo di euro da aggiungere agli euro di prima. Pagano sempre le ragazze che vanno in ufficio impugnando la bottiglietta o gli ultras della curva e i loro bottiglioni proporzionalmente meno cari. Le confezioni mignon, coccolata dalle abitudini delle italiane, costano proporzionalmente il 25 per cento in più delle confezioni da un litro e mezzo.

"Senza voler ridurre la libertà del drenare le fonti per vendere, si potrebbe mettere un tetto all’invasione pubblicitaria responsabile di abitudini artificiali che cambiano la vita a milioni di inconsapevoli. La legislazione ammette limitazioni: in quasi tutto il mondo è illegale promuovere il latte in polvere per la prima infanzia perché danneggia un bene primario come l’allattamento al seno": proposta-provocazione di Miriam Giovanazza e Luca Martinelli Martinelli nella lunga inchiesta di "Altra Economia- L’informazione per agire".

Il problema fondamentale è un altro: la quantità succhiata dalle holding minerali, quanto pesa sulla popolazione che vive attorno alla fonte? tante storie, ne racconta una: storia di un paese umbro – Boschetto – in lotta con Rocchetta: vuole lancia un nuova etichetta da affiancare a Brio Blu, Elisir e Rocchetta, appunto. E’ stata autorizzata a pompare 300 milioni di litri dal pozzo di Corcia. Teoricamente non ha nulla a che vedere col rio Fergia che alimenta gli acquedotti di Gualdo Tadino e Nocera Umbra, acqua stupenda.

Ecco il giallo: uno studio dell’Azienda Regionale per la Protezione dell’Ambiente dimostra che sarà proprio l’acqua del rio Fergia a finire in bottiglia. Cominciano i rubinetti secchi: due frazioni di Gualdo Tadino – Boschetto e Gaifana – verranno staccate dall’acquedotto e a spese dell’Azienda, allacciate ad un altro bacino. Soldi pubblici per agevolare gli interessi privati. Devono rendere bene alla regione e ai comuni se si è deciso così. Rendono, ma non come dovrebbero. La legge Regia delle concessioni risale al 1927, è stata corretta dalla Galli: fa entrare nella casse pubbliche 5 miliardi e 160 milioni l’anno. La Basilicata incassa 0,30 euro ogni mille litri; 0,51 la Lombardia; la Sicilia riceve 0,0010 euro fino a 35 mila litri; 0,65 il Veneto che con le sue montagne cede 2 miliardi e 647 milioni di litri l’anno.

Le proposte del Comitato Acqua chiede di estendere il regolamento regionale lombardo a tutti i posti d’Italia: prelievo di 0,0516 centesimi di euro, da aggiungere al vecchio canone di concessione, ogni 100 litri. Sarebbero 5 milioni e 68 mila euro, non un capitale ma potrebbe servire ad aprire fontanelle pubbliche. Poi il prelievo fiscale di un centesimo al litro da destinare a progetti di cooperazione: scavare pozzi nelle regioni di sabbia dove l’acqua è oro blu. E’ il suggerimento della Commissione Europea per lo Sviluppo e la Cooperazione. In fine una tassa sui prelievi per coprire i costi indiretti, riciclaggio plastica e smaltimento rifiuti.

Il viaggio nel mondo dell’acqua finisce qui. Mi accorgo di aver dato solo un’occhiata e ascoltato voci che rimbombano nel silenzio distratto di tutti quando sarebbe bene mobilitare esperti e università non chiamate a firmare solo etichette che promettono miracoli.

Anche la gente con la bottiglietta in mano ha il diritto- dovere di incuriosirsi di più. Ma è noioso; un altro pensiero da aggiungere ai pensieri che girano attorno. Stappiamo, beviamo e buona notte. Il fatalismo mediterraneo invita ad avere fiducia negli specchi Tv, mentre la praticità francese sta cambiando idea.

Per la prima dal 1999 i parigini sono tornati all’acqua del rubinetto. Sette anni fa erano secondi solo all’ Italia: il 78 per cento beveva dalla bottiglia almeno una volta la settimana. Il numero è rimpicciolito al 60 per cento. E la discesa continua: "Mai abbiamo avuto tanta fiducia nell’acqua che arriva in casa", parole di Monique Chotard, direttrice della Commissione per l’Acqua. A cosa si deve la conversione ? "La gente si è resa conto che l’acqua è un bene limitato. E se proprio bisogna pagare, meglio investire nelle ricerche che possano prolungare il godimento di un bene indispensabile alla vita. Nostra e degli altri".

Maurizio Chierici, (breve biografia)
Fonte:
http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Lettere&op=esteso&id=2120

martedì 20 marzo 2007

Simulatori di emozioni

Per fortuna l'inviato di Repubblica è stato rilasciato dalle milizie talebane che lo tenevano in ostaggio. Dopo il rapimento del giornalista italiano in pochi si sono accorti della morte dell'autista locale del reporter . Non solo è stato ucciso barbaramente, ma la moglie che era in attesa di un pargolo, alla notizia della morte del marito ha perso il bambino. Fatto alquanto grave , ma soltanto citato approssimativamente dalla maggior parte delle tv.Ma questo è solo uno dei mille esempi di ridimensionamento di morti altrui, che non ci riguardano da vicino ,certo.
Non la nostra amata Italia almeno.
La guerra al terrorismo è tortuosa come lo è il principio che l'ha innescata nel 2003. Ormai ci avviamo a varcare la soglia del Milione di morti nel solo stato di Bagdad. Nella capitale irachena gli attentati si susseguono e i morti sono ogni giorno decine e decine, raccontati il più delle volte con freddezza nei nostri tg. "Esplode autobomba nel mercato di Bagdad, 60 morti..." E via, alla notizia successiva.

Eppure se ci soffermassimo un attimo soltanto a pensare a quanto dolore a quanto odio può provocare la morte di un caro amico o parente e moltiplicassimo il tutto per 60, 70, 100 , ne uscirebbe un desiderio di vendetta tale che ipotizzare un futuro di pace non sarebbe soltanto una mera utopia, ma un azzardo di quelli mai visti.
E' come se la civiltà umana si dimenticasse degli errori commessi e riazzerasse continuamente il timer del proghesso...
Tuttavia con questo mondo ci si convive quotidianamente, il distacco latente da quella realtà così diversa e caotica è solo un abbaglio, una fragile illusione apparente. Ci ripiombiamo non appena la tragedia ci colpisce da vicino. E così si sprecano titoli e pagine di giornale, la solidarietà nazionale che un attimo prima sembrava perduta ricompare all'improvviso come per magia: la politica è unita più che mai e le istituzioni si complimentano a vicenda per la vittoria ottenuta.

E sempre come per incanto siamo pronti a riallontanarci dai motivi e dalle origini di quella tragedia, come se d'un tratto non ci riguardasse più, ma appartenesse a un mondo lontano dal nostro. Siamo pronti a passare il testimone , a liberarcene purchè non ci pesi come un macigno sulle spalle.

Perchè nell'italia cattolica contemporanea il dolore è scomodo, è poco fashion, soprattutto per i media, troppo impegnati a rilassare il telespettatore con argomenti divertenti e che esulino dalla realtà. Lo show in tv è cosa sacra, col seguito di donne svestite e rifatte che umiliano continuamente la figura della donna per sedurre l'italiano medio in tv o le risse che esplodono come se niente fosse sulle stupidaggini più insensate , ma che servono a catturare l' audience, unico vero obiettivo dei manager di rete.

Ma quella stessa trasmissione della domenica, perbenista e bigotta allo stesso tempo, verrà immediatamente interrotta se dovessero giungere notizie dall'Afghanistan, notizie italiane s'intende...

E tutto questo mentre l'odore dei soldi trasuda al di fuori del corpo del presentatore che inscena una rissa in diretta e gli si vede stampata in faccia quell'espressione di incredulità chissà quante volte studiata prima.

mercoledì 22 novembre 2006

L'Immunità per le balle

L'informazione è complice diretta dei politici e dei problemi che affliggono l'Italia. Un esempio recente? Qualche giorno fa, il 17 novembre, il premier Prodi ha tenuto una conferenza stampa per descrivere l'operato dei primi 6 mesi di legislatura.
Sul sito del governo italiano[1] possiamo leggere documenti con i provvedimenti generali presi, le misure per la riduzione dei famosi "costi della politica" e della spesa pubblica, osservare uno schema colorato in giallo (vi ricordate il tir di Prodi?) che illustra "l'albero del programma"[2], o vedere un riassunto facilitato di tutti i provvedimenti [3].

A leggere i documenti non si può che esser contenti delle tante cose fatte: molte cose descritte però sembrano piuttosto vaghe, dei "buoni propositi" che dubito abbiano avuto qualche effetto, anche per colpa delle amministrazioni locali; altre norme invece hanno già avuto conseguenze concrete sul paese e sui consumatori. Il dubbio va sempre mantenuto, non dimentichiamoci che sono pur sempre politici. Approfitteremo di questi documenti per rendere conto degli impegni presi tra qualche tempo.

L'aspetto su cui volevo soffermarmi riguarda però il modo in cui gli organi di informazione televisiva hanno presentato la notizia: lo schema è standard, trasversale, dal Tg1 a Studio Aperto. Prima un servizio sulla conferenza stampa di Prodi e dichiarazioni di vari politici di governo, poi le repliche di Berlusconi e altri esponenti politici di opposizione. Dai primi proviene l'accusa di aver "ricevuto una terribile eredità", con Prodi che puntualizza: "disavanzo del 4% del pil, debito pubblico in salita, avanzo primario vicino allo zero".
Effettivamente sono dati macroeconomici prodotti da istituti ufficiali come l'Istat, sui quali c'è poco da dire. Ma il Cavaliere ribatte dicendo che "sono falsità così grandi che non meritano risposta" , e così allo stesso modo i suoi alleati. Ora, non mi soffermerò sul chi ha ragione o meno, mi chiedo però che senso, e che utilità ha, un'informazione del genere in cui non si arriva mai ad una conclusione.
Ascoltiamo sempre le parole dei politici, che come abbiamo visto molto spesso non sono in grado di fare discorsi basati sui fatti, nè di rispondere in modo serio. Raramente invece assistiamo ad un servizio in cui qualche esperto, senza essere di parte, ci dica le cose come stanno realmente, ci illustri il quadro della situazione, ci spieghi argomentando chi ha torto e chi ha ragione. La ragione da qualche parte esiste, salvo rari casi.

Perchè i tg nazionali non utilizzano il loro tempo in modo diverso? Pochi minuti alle dichiarazioni politiche, poi un approfondimento curato da un paio di esperti del settore, seri, che non si perdano in propaganda politica, e che ci inquadrino in poco tempo la situazione economica reale dell'Italia. Non è possibile che un'informazione corretta possiamo averla solo 1 volta a settimana con Report, mentre gli altri giorni siamo invasi dalle chiacchiere. Non c'è nessun direttore di telegiornali che provi a rivoluzionare il modo di dare le notizie?

Grazie a questo modo di fare giornalismo purtroppo i politici in Italia godono di una immunità speciale per le balle che dicono, perchè non c'è mai nessuno che si alza e gli dice: "senta, sta dicendo una balla". Sarebbe il caso di abolire questa immunità, per il bene di tutti. E spetta all'informazione farlo.

Note

[1] http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/attivita_governo/index.html
[2] http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/attivita_governo/albero.pdf
[3] http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/attivita_governo/6_mesi_Governo.pdf

giovedì 5 ottobre 2006

Pubblicità...pubblica

Personalmente non amo la pubblicità, non ne condivido il principio e soprattutto non capisco perché dobbiamo sorbirci ore e ore di pubblicità sulla televisione pubblica, pur pagando il canone. Da questi nuovi dirigenti della Rai lottizzata e succube di Mediaset e del suo palinsesto, non mi aspetto nulla, e nemmeno dal governo che in questo campo ha già dimostrato di voler mantenere una perfetta continuità col governo Berlusconi. La Rai è governativa e non si tocca. L'informazione libera, indipendente e aggressiva spaventa tutti, destra e sinistra (evidentemente perché si ha qualcosa da nascondere o si dicono un sacco di balle e non si vuole essere smascherati da giornalisti che siano in grado di farlo..).

E' così che la “telebasura”, la tv spazzatura che in Spagna sta venendo prontamente sostituita dopo la coraggiosa riforma televisiva di Zapatero,[1,2] in Italia resta e anzi aumenta di anno in anno, basta elencare qualcuno dei programmi che circolano al momento: sulla Rai abbiamo L'isola dei famosi e immancabili quiz vari, sulla Mediaset quella chicca che è “Pupe e Secchioni”, Reality Circus, la De Filippi che guida la classifica con Amici e C'è posta per te. Hanno tutti paura della cultura, di qualcosa che insegni alla gente cose utili e interessanti, e soprattutto che abitui la genter a ragionare con la propria intelligenza; la Rai ha inserito due documentari di RaiEdu rispettivamente alle 2 di notte su RaiUno e alle 23.40 su raiTre! Per fortuna Report costituisce un eccezione.

E' ampiamente constatato che non possiamo aspettarci nulla dall'alto, dobbiamo essere noi a fare richieste; mi meraviglio che tra milioni di Italiani siano pochi quelli che si lamentano e provano a fare qualcosa per migliorare questo servizio che, ricordo, è di tutti e non è gratuito. E non voglio credere che la maggioranza di chi paga il canone sia contento di ricevere in cambio programmi di quel livello.
Qualche mese fa si è conclusa una importante proposta di legge popolare [3] per proporre una riforma che liberi la tv pubblica dalla morsa dei partiti e dalla politica, e non si è riusciti a raggiungere le 50.000 firme,[4] a fronte di una popolazione nazionale di oltre 50milioni di persone. Il testo di legge è stato comunque depositato al parlamento, e forse sarebbe il caso di sollecitare il Ministro Gentiloni a prenderla in considerazione, magari con una veloce email.[5] Bastano poche righe.
Non è possibile pagare per guardare programmi demenziali in prima serata e qualcosa di decente alle 2 di notte, il tutto condito continuamente da pubblicità e interruzioni, senza che nessuno si lamenti ed esiga un minimo rispetto.

La televisione pubblica (questo è un discorso non solo italiano) oggi ha un urgente bisogno di liberarsi da due poteri, politico ed economico, che irrimediabilmente ne compromettono l'affidabilità. Finché ci saranno migliaia di imprese che pagheranno milioni di euro per trasmettere le proprie pubblicità, non ci sarà mai spazio per chi voglia mettere in discussione la bontà di un determinato prodotto, o addirittura dell'intero sistema economico su cui reggono le nostre società. Troveremo raramente un ingegnere che parla di un nuovo modo di costruire auto per risparmiare carburante, perché ci sarà sempre la minaccia di ritirare le pubblicità da parte di aziende come le compagine petrolifere. Non troveremo mai una persona come Beppe Grillo che parla di energie alternative attuabili subito, e rompe le scatole un po' a tutti e sopratutto alle imprese italiane.
Non troveremo mai un medico che ci illustra gli studi scientifici degli ultimi decenni che mostrano come il consumo di prodotti animali sia direttamente legato all'incidenza delle più diffuse malattie croniche, basta contare il numero impressionante di prodotti animali pubblicizzati.
I dirigenti di aziende televisive, come Confalonieri per Mediaset, nelle interviste parlano di introiti pubblicitari e accordi con le imprese, mentre i contenuti e la qualità del servizio sembrano non esistere: l'importante è aumentare gli introiti pubblicitari. L'informazione non è un servizio, è un imrpesa e il suo scopo è massimizzare i profitti, come l'economia ci insegna.

Avere informazioni chiare e basate sui fatti è possibile solo in quei media che non sono legati a vincoli commerciali o politici, e che ovviamente vogliono impegnarsi a fare vera informazione.

Ottenere questo dovrebbe essere il primo obiettivo di tutte le persone, gruppi e associazioni impegnate per il progresso civile, qualsiasi sia il campo in cui lavorano: ecologismo, animalismo, pacifismo, politica, diritti umani, etc.
Non propongo ovviamente di lasciar perdere questi ambiti e concentrarsi tutti su una riforma globale del sistema informativo. Dico però che tutti questi gruppi dovrebbero prendere coscienza del problema, discuterne, e riservare almeno una piccola parte del proprio tempo a battersi per un cambiamento in questo settore. Il perché voglio chiarirlo con un esempio.
In uno studio sui mass media, FAIR,[6] un gruppo americano per il controllo dell'informazione, ha esaminato tutte le interviste sulla guerra in Iraq (quando ancora se ne discuteva negli USA) trasmesse sui 4 principali notiziari: CBS evening news, NBC nightly news, ABC evening news e NewsHour. In due settimane, su 400 interviste soltanto 3 esprimevano un parere contrario alla guerra. 3 su 400.[7] Chi diceva che gli Stati Uniti vantano la stampa più libera e democratica?

E' chiaro che un sistema informativo nelle mani di questi poteri danneggia tutti i gruppi che si impegnano per il progresso civile e la pace, ed è necessario agire.

Ho iniziato a cercare alcune delle radio e tv indipendenti disponibili in rete, in lingua italiana e inglese (DemocracyNow è tra le più interessanti secondo me). Non sono certo tutte, vi invito dunque a fare le vostre segnalazioni in modo da avere a disposizione una serie di strumenti e risorse utili, e sopratutto più libere. Mi occuperò di tenere aggiornata la lista arricchendola di volta in volta.
Ovviamente anche su questi siti vanno sempre verificate le fonti e la veridicità di ciò che si legge o si scrive. La regola vale sempre.

In Italiano:
http://www.arcoiris.tv
http://italy.indymedia.org

In inglese:
http://www.democracynow.org/static/IMIATOW.shtml
http://www.alternativeradio.org/
http://www.indymedia.org/it/index.shtml
http://www.zmag.org/newvideos.htm

Note

[1] http://www.perunaltratv.it/index.php?id=10,29,0,0,1,0
[2] http://www.articolo21.info/notizia.php?id=2822
[3] Articolo 71, http://www.quirinale.it/costituzione/costituzione.htm
[4] http://www.perunaltratv.it/
[5]http://www.comunicazioni.it/it/index.php?Mn1=1
[6]http://www.fair.org/index.php
[7]http://www.democracynow.org/static/IMIATOW.shtml

venerdì 30 giugno 2006

Palle costituzionali

26 Giugno 2006, era un caldo ed afoso pomeriggio qui nella pianura padana. La ventola del computer faceva del suo meglio per raffreddare gli spiriti bollenti del processore, e il modem, nonostante la calura, faceva il suo lavoro tenendomi aggiornato costantemente sugli scrutini del referendum. Una volta tanto il sito del ministero degli interni ha pensato agli utenti, funzionava tutto alla perfezione senza un minimo rallentamento. Si stavano ormai concludendo gli scrutini, che avrebbero decretato la netta vittoria del No, con 61,3% di votanti contro un 38,7% di Sì. Il 53,7% degli aventi diritto al voto si è espresso su uno dei referendum più importanti degli ultimi decenni. Qui non si trattava di qualche leggina, o qualche diritto civile, ma di una cosa chiamata Costituzione. Ce ne stavamo dimenticando dopo 5 anni di un governo che la considerava una “palla al piede”.

Il rumore del traffico venne all'improvviso scosso da urla scomposte, cori da stadio, motociclisti e guidatori impazziti che suonavano all'impazzata il clacson.
Che accadeva?
Qualcuno mi informò che l'Italia aveva appena vinto la partita contro l'Australia...Sarà stato il caldo, ma ho chiuso gli occhi e, cercando di isolarmi da quelle grida forsennate, per un attimo ho voluto immaginare un mondo dove le persone festeggiassero in quel modo non per un gioco in cui 11 milionari straviziati e spesso ignoranti rincorrono una sfera, ma per una importante vittoria per la loro Repubblica e il loro paese.
Per un attimo ho immaginato la gente nei bar, nelle sale, a discutere di democrazia, uguaglianza, cultura, ad organizzarsi per aiutarsi reciprocamente, a cercare insieme di capire cosa non va nel mondo, e cosa si può fare per cambiarlo, e non a giocare al fantacalcio e a fare scommesse.
Per un attimo ho immaginato un mondo in cui 22 persone, di ogni sesso, si riuniscono in un piccolo campetto di una piccola parrocchia di paese per giocare loro direttamente a calcio, muoversi e fare sport, divertirsi, e dopo la partita radunarsi e parlare, scambiarsi idee e opinioni, e non stare 90 minuti davanti ad una scatola nera che emana radiazione e immagini, e risucchia, come un buco nero, quella poca cultura e immaginazione che ci rimane. O peggio andare allo stadio a lanciare sedili e lacrimogeni.
Un mondo in cui lo sport sia una parte importante della vita, ma non l'unico interesse “culturale” per milioni e milioni di persone, indifferenti a tutto il resto.
Ho riaperto gli occhi, mentre gli schiamazzi continuavano; sarebbero andati avanti per ancora qualche ora.
Il giorno dopo, leggendo il quotidiano, ho scoperto che il Tg2 delle 13 aveva dedicato 7 minuti e mezzo alla partita di calcio e 3 minuti e mezzo al risultato del referendum. E lo share per la partita di lunedi pomeriggio è stato dell'80%, mentre la partecipazione elettorale, lo ricordo, del 53,7%.

Non sarebbe il caso di pensare un po' più al paese in cui viviamo tutti i giorni e che non è in una situazione del tutto piacevole, invece di concentrare gran parte delle energie in un'attività che resta comunque un gioco? Cari lettori, calciofili e calciofobi, a voi la parola.

martedì 20 giugno 2006

Ndr: Note di redazione

La pubblicità della vodafone è l'emblema del tipo di cultura che si è diffusa, sempre più, negli ultimi decenni, sia ad opera del modello di tv commerciale disattiva-cervelli, sia a causa dell'infiltrazione sempre più prepotente degli spot pubblicitari in ogni angolo della nostra vita.
Di che si tratta? Lo spot inizia con una cinepresa che inquadra un casa, come al solito pulitissima e dal design moderno, poi si intravedono questi tizi scalmanati che scandiscono un misterioso conto alla rovescia: 3, 2, 1, viaaa!! Che sta per accadere? I giovani iniziano a scatenarsi, correndo da un angolo all'altro dell'abitazione e afferrando i telefoni fissi tradizionali, staccandoli in modo crudele dalla fidata presa telefonica a 3 punte con cui tutti abbiamo familiarità da anni, e sostituendoli con cellulari. Cellulari?
Intanto la voce giovanile, convinta, positiva, ci dice di togliere i nostri telefoni fissi, e che con i cellulari vodafone chiameremo tutti i telefoni fissi d'Italia a 0 centesimi! Il tutto mentre ascoltiamo la musica di Final Countdow, quella di Rocky per intenderci. Ma non è finita qui, ci aspetta una personalità di assoluta garanzia, che ci convincerà definitivamente ad aderire all'offerta: Totti...si, il calciatore, quello che è acclamato da mezz'Italia perchè sa calciare bene una sfera, non sa parlare italiano e pubblica libri di barzellette (su di lui, scritte da altri) in romano. I nostri eroi oggi sono loro, non le persone che ogni giorno lavorano duramente, seriamente, o gli intellettuali che dedicano la loro vita a conoscere e far conoscere il mondo che ci circonda. Noi adoriamo i calciatori, che guadagnano milioni per correr dietro ad una sfera applicando inconsapevolmente le leggi della fisica. Pazienza.
Cosa ci dice Totti? Vediamo anche lui intento a staccare un telefono fisso, poi accorgendosi di essere ripreso ci dice, con aria bonaria: “Oh io ho staccato! te che fai?”. Fine della partita.

Inutile dire che mentre va avanti lo spot appaiono alla velocità della luce delle frasi in piccolo, le note. Ah, le note, stanno rovinando il mondo. Ci hanno abituati a considerare le note un optional, una cosa da leggere “se si ha tempo”, “se si ha voglia”. E invece, là in quelle piccole frasi, sempre in caratteri minuscoli, si nasconde la verità. La verità non è nei mega cartelloni, nelle mega scritte che ci raccontano favole facendoci sognare. La verità è nelle note, emarginate e bistrattate!

Per tornare all'esempio della vodafone, noi le note ce le andiamo a leggere. E scopriamo che c'è uno scatto alla risposta di 15 centesimi, si pagano 9,99euro al mese fissi e c'è un tetto massimo di 1500 minuti al mese. Altro che il semplicistico “chiami tutti a 0 cent”! Ma la figura di Totti avrà di sicuro convinto molti acquirenti della bontà dell'offerta: “se la fa Totti allora è buona!”. Io ho sfruttato l'esempio di questa pubblicità, ma il discorso è generale, e gli spot pubblicitari fanno largo uso di questi personaggi per cercare di attirare la nostra attenzione. E' l'altro problema, legato non solo alle pubblicità, ma in generale alla nostra cultura: ci fidiamo di qualsiasi persona, e soprattutto dei personaggi dello spettacolo, i “famosi”, o quelle persone che ci troviamo nel monitor talmente tante volte che diventano quasi dei familiari. Siam ormai convinti del fatto che se qualcosa lo dice una persona famosa, o l'”esperto” di turno, sia assolutamente vera. Crediamo a quasi tutto quello che ci propongono in televisione, leggiamo sulle riviste o sui giornali, e raramente, molto raramente, cerchiamo di verificare se quella cosa ha un fondamento. In questo caso, chi ci dice che utilizzare i cellulari per così tanto tempo non sia dannoso? Nessuno studio scientifico ha dimostrato che le onde emesse dai cellulari non siano nocive, e anzi ci sono dei centri di ricerca che hanno avuto risultati molto interessanti, naturalmente affossati dai media. Ma approfondirò questo aspetto prossimamente.
Continuiamo a delegare l'informazione e la cultura ai più svariati personaggi, e questa tendenza va assolutamente contrastata, in ogni campo.

L'altro mio invito è di leggere sempre le note. Di una pubblicità, di un sito internet, di un libro. Perchè non è bello farsi prendere per i fondelli in questo modo, ogni giorno, in ogni occasione buona. Fanno i furbi per convincerci della bontà del loro prodotto? E noi li aggiriamo, leggiamo le note, riflettiamo, e decidiamo se quell'offerta è davvero valida. Se applicassimo tutti un po' di sano scetticismo a tutto ciò che ci riguarda, prima di prendere decisioni, probabilmente il mondo sarebbe migliore.

sabato 10 giugno 2006

Insetti carnivori

L'insetto colpisce ancora, con la sua ninna nanna fissa su Raiuno, “parliamo per due ore ma non imparerete nulla”, detto volgarmente Porta a Porta. La sera del 6 giugno 2006 ha prestato il suo salotto per un dibattito sulle diete e la prova costume, questa grave malattia degenerativa che sembra interessare milioni di italiani. (Il filmato si intitola "Pronti per la prova costume?" ed è visibile sul sito RaiClick [1]).

Tra le diete ha incluso anche quella vegetariana, primo errore perchè non è una dieta ma un tipo di alimentazione. Questo è fuorviante perchè si associa la dieta vegetariana ad una di quelle ridicole diete (minestrone, succo di pompelmo, zona, etc) che la gente segue ottusamente credendo in un miracolo. La dieta vegetariana, d'ora in avanti vegana, piuttosto andrebbe discussa in un dibattito sul rapporto tra alimentazione e salute, ma dal sistema televisivo attuale non possiamo aspettarci troppo.

Il salotto di Bruno Vespa assomiglia a quei vecchi castelli medievali un po' sinistri, con il campanello inquietante e la porta dalla quale non si sa quale tremenda creatura entrerà.
Inizia la trasmissione, le prime creature, già accomodate nelle comode poltrone, sono Marisa Laurito, Eleonora Birgliadori ed Ela Weber, la “Teutonica Prorompente”, invitata per descrivere il tipo di alimentazione che ha permesso al suo seno di raggiungere tali dimensioni. Si prospetta una serata altamente culturale...suona il campanello, l'insettone ronza verso la porta sfregandosi le ali, e dà il benvenuto al professore di biochimica della nutrizione, Benvenuto Cestaro. Tiro un sospiro di sollievo, per fortuna è arrivato qualcuno che sappia perlomeno cos'è un aminoacido...dopo qualche minuto in cui il povero prof prova a portare un po' di scienza tra le tre sventurate cercando di spiegare cosa siano gli omega3, risuona il campanello...altro brivido. Il vespone ri-ronza...ma stavolta, per fortuna, appare la nostra carissima Luciana Baroni, presidente della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana [2] che viene fatta accomodare affianco alla minacciosa Teutonica prorompente. Una contro tutti? Magari! Se fosse stata sola sarebbe stata molto meglio..invece il Vespone, velenoso com'è, le ha affiancato nientepopodimeno che...un'altra vegetariana! Chi? Margherita Hack? Ma no...è la Brigliadori...ora, io non so chi sia né da quale pianeta discenda, di sicuro è una bravissima persona, ma la giudico per ciò che ha detto e non posso non esprimere una punta di rammarico per la sua presenza. Infatti, ha fatto solo un intervento sensato - nonché dimostrato da studi epidemiologici [3] - quando ha detto che le popolazioni che non bevono latte hanno un'incidenza di osteoporosi praticamente nulla mentre a noi ci riempiono ogni giorno la testa con la favola del “bevi il latte così le ossa sono forti”.

Per il resto, ringrazierei personalmente la Birgliadori, che battezzo “Miss Sostanze sottili”, per aver mostrato al pubblico che la maggioranza dei vegetariani (spero non rappresentata da lei) fa yoga, crede nella spiritualità e conduce una “vita pura, energetica”. Inoltre proporrei il Nobel in medicina per aver scoperto un misterioso processo per cui riusciamo ad “assimilare delle sostanze sottili, che sono delle forme energetiche” che evidentemente solo il suo complesso organismo è capace di sintetizzare per via psichica.

Ma torniamo a noi. Il Vespone, che di alimentazione (e di politica, di società, di cultura, etc...) non sa molto, chiede alla Baroni cosa mangia in una giornata, poi commentando con un “non ha mai voglia di mangiare altro?” e dimostrando che non è in grado di intuire che evidentemente dietro 5 gruppi alimentari come cereali, legumi, verdure, frutta e frutta secca/semi si nascondono migliaia di possibili ricette e sapori diversi.

Ma questo passaggio deduttivo sarebbe normale per un uomo curioso, un giornalista serio ad esempio...non per lui. Che piuttosto in quanto a comicità a volte è imbattibile, con alcune battute memorabili: parlando degli omega3, “uno se li può comprare in farmacia, mi dia un etto di omega-3?”, oppure quando difende strenuamente il consumo di pesce e, all'obiezione della Baroni sul fatto che la produzione industriale di pesce sia cosa ben diversa dal pescatore, farfuglia esotericamente “ma come industriale, stiamo parlando...la pesca miracolosa del signore”. O con affermazioni profonde quali “ma non crede che da un punto di vista di equilibrio naturale c'è bisogno di qualcuno i pesci li peschi?”.

Propongo di invitare Vespa a vivere nell'ambiente naturale per un po' di tempo, in modo da poter riflettere sul misterioso motivo per cui un animale terrestre come l'uomo debba avere un ruolo nella catena alimentare marina. Caro Vespa, ci pensano i pesci carnivori a mantenere l'equilibrio naturale nei mari, noi uomini il mare lo stiamo solo distruggendo, dovrebbe saperlo, non è difficile, basterebbe essere un po' informati e sapere come va il mondo.
Un'altra perla è la sua battuta ”Cosa mangia la mattina a colazione?...Un ravanello?". Ah, le grandi firme del giornalismo italiano, un esempio per tutti!

Ci sono ancora alcune poltrone pericolosamente vuote in studio, ed ecco infatti il nuovo ospite, il Cavaliere...tranquilli, non lui, parlo di Giovanni Rana! Il tortellino umano per intenderci, colui che venderebbe i tortellini ai venusiani e gli gnocchi ripieni ai plutoniani, che viaggia su un auto che va a tagliatelle al ragù e dalla marmitta espelle salsa al tartufo bianco. Un uomo che in questa occasione rappresenta un enorme conflitto di interessi, dal momento che sponsorizza i suoi tortellini ripieni...vi immaginate Rana che decanta i pregi di una dieta vegana? E come li farebbe i ripieni poi?

Ma non impressionatevi, tutto ciò è perfettamente normale nella televisione italiana, specialmente in quella di Vespa che ai conflitti di interesse è abituato. Anzi, la tv è un enorme conflitto di interessi in onda, per il semplice fatto che gli spazi pubblicitari sono in mano ad aziende di ogni tipo che possono dunque esercitare un enorme potere di ricatto; è chiaro che parlare contro questi interessi è molto difficile.

A riportarci allegria comunque ci pensa il nostro nuovo ospite, sicuramente il più simpatico ed esilarante della serata. Miss Omega 3, la donna pesce, “datemi 3 grammi di omega 3 e vi solleverò il mondo”, detta Marinella di Capua. Se non fosse chiaro, una fan sfegatata degli omega-3, che forse ritiene la cura di tutti i mali. Ma di lei ricorderemo soprattutto la risposta alla domanda del vespone che in modo molto professionale e imparziale ha tentato disperatamente per tutta la serata di far emergere qualche aspetto negativo della dieta vegana: “Non ci sono controindicazioni alle diete vegetariane?”. Qualche secondo di silenzio, poi la vocina della donna pesce si leva esprimendo un'osservazione che...che...che ho difficoltà a commentare, e dunque vi riporto tal quale: “Io ne conosco una [di obiezioni alla dieta vegan, Nda] ho fatto un osservazione molto semplice. Che gli animali che mangiano soltanto foglie, verdure ed erbe sono molto molto grandi. L'elefante, la giraffa, sono tutti animali enormi, quindi evidentemente non è proprio vero poi che la dieta vegetariana faccia dimagrire, sono molto più snelle le pantere, i leoni..”.

Ho personalmente letto centinaia di articoli e commenti contro la dieta vegetariana, ma non posso che inchinarmi di fronte a questa obiezione, che merita assolutamente il premio “Cervello 2006”. Davvero, complimenti. Ora abbiamo la prova vivente che un eccessiva assunzione di omega-3 arreca gravi danni neurologici.

Come si può intuire, il format del vespone è sempre lo stesso, sia quando parla di politica, sia quando affronta qualsiasi altro argomento. E' il Re dei programmi di “approfondimento” che oggi ci ritroviamo in televisione e a cui abbiamo delegato la nostra cultura e la nostra capacità di ragionare. Un format in cui non si dà nessuna informazione, ma solo un flusso di opinioni e idee che non hanno nessuna base nella realtà. Un format che ha la grave responsabilità, diretta, per il disuso a cui va incontro il nostro cervello, nonchè del degrado culturale in cui affondiamo sempre più. In questa puntata poi l'insetto ha superato se stesso, dimostrando che il suo ruolo di moderatore è tutt'altro che imparziale, per buona pace della par conditio e di un minimo di equilibrio. Fin dagli esordi, con le sue battute, ha mostrato chiaramente di non voler affrontare l'argomento diete vegetariane in modo equilibrato, o cercando di capirci di più, lui che non ne sapeva nulla. Le sue preferenze emergono da frasi e dall'uso di parole particolari, come “ma se lei mangia il latte manca di rispetto agli animali?”, “lei è un integralista?”, “viene tristezza a mangiare così”, “questa mania...questa esplosione delle diete vegetariane?”, “gli era venuto una depressione sentendo questa cosa vegetariana”. E menomale che ha invocato lui stesso concetti come equilibrio e par-conditio...

Il culmine è stato raggiunto dopo il servizio sulle diete vegetariane, in cui si diceva che sono in grado di ridurre il rischio di malattie croniche come il diabete, i tumori, le malattie cardiovascolari e contrastare il sovrappeso e l'obesità, favorire la perdita di peso in eccesso in modo efficace, aumentare la resistenza fisica nello sport, e facendo notare che grandi sportivi come Carl Lewis (medaglia d'oro olimpionica) e Martina Navratilova (campionessa di tennis) sono vegan.[4]
Niente di fantasioso o inventato, i vantaggi sulla salute sono ampiamente dimostrati, ma bisogna essere aggiornati per conoscerli, e il servizio non ha detto nulla di sbagliato, ha informato le persone su cose vere che nessuno dice.

Ma il vespone si è sentito ferito, abituato com'è alla non-informazione, e totalmente impreparato sull'argomento ha replicato indignato “allora devo tirare le orecchie ad Ester Vanni, che è l'autrice del servizio, perchè questa non era una scheda, era uno spot. Era un ignobile spot a favore della dieta vegetariana.” A chi chiede dunque spiegazioni? Al luminare tortellino gigante, che dall'alto della sua preparazione medico-scientifica è chiamato a chiarire agli italiani che ciò che hanno sentito non è corretto, (pena il fallimento della sua azienda e dei suoi ripieni a base di carne e formaggi...).

Il Vespone non è abituato a dare informazioni alle persone, ad aiutarle a conoscere cose nuove, e infatti “dopo una cosa del genere devo riequilibrare, la par-conditio”. Infatti dopo un po' interverrà la direttrice di Starbene, rivista famosa per dispensare utili e salutari consigli in campo alimentare, e in collegamento il noto nutrizionista Giorgio Calabrese, “baffetto grigio”, a dar manforte al professor Cestaro, che in studio si era dimostrato finora piuttosto equilibrato ed aveva chiarito che si può seguire una dieta vegetariana senza troppi problemi (fnalmente i vegetariani dalla nascita hanno avuto la conferma di essere vivi...). Ma la legge "della giungla" prevale ancora una volta: gli italiani non devono imparare nulla di nuovo


Dopo due penose ore il vespone riesce nel suo intento, perchè i telespettatori non sono riusciti a capire nulla in quel marasma di idee e opinioni, e l'insegnamento finale è altamente educativo, un passo avanti verso un'alimentazione sana: “a mio avviso bisogna mangiare un po' di tutto e tutto” (Laurito), “di tutto, di meno” (baffetto grigio), “un po' di tutto” (di nuovo baffetto grigio), “mangiare di tutto” (la Teutonica prorompente), “mangiare di tutto, meno” (Starbene), “bisogna mangiare poco di tutto” (l'Insetto). Per la serie “impariamo cose nuove, ma affossiamole subito”.

Un'idea utile però possiamo ricordarla: ad un certo punto la donna pesce, mentre si discuteva di integratori, ha detto: “io in farmacia compro un prodotto dietetico ottimo, è un cerotto...si toglie la pellicola protettiva e si applica sulla bocca, funziona benissimo”. Ecco, che ne dite di regalarne un pacco al nostro caro Vespa? Gli sarebbe utile per altri scopi...

Note

[1] http://www.raiclicktv.it/raiclickpc/secure/folder.srv?id=2098
[2] www.scienzavegetariana.it
[3] http://www.scienzavegetariana.it/focus/osteoporosi/index.html
[4] http://www.scienzavegetariana.it/sport/schede_famosi.html