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lunedì 10 settembre 2018

Come siamo arrivati a questo punto (parte 1)



Per cambiare l'Italia non basta una legislatura. Nemmeno due. Curare è sempre più costoso che prevenire. I partiti che hanno dominato la scena politica per gli ultimi decenni hanno messo in piedi un complesso sistema che ha favorito inefficienza, ineguaglianza, evasione, corruzione, e ingabbiato l'Italia in una morsa chiamata debito pubblico. I confini tra centro-destra e centro-sinistra si sono sfocati, con un centro-destra degenerato intorno alla figura di Berlusconi, e con un centro-sinistra degenerato in un partito più efficace del centro-destra nell'attuare politiche di destra, a partire da privatizzazioni e un generale smantellamento della cosa pubblica. Tutti i partiti sono diventati ostaggio - e allo stesso tempo complici - di una letale dipendenza da cospicui finanziamenti privati.

Le conseguenze di queste politiche, portate avanti con ostinata lucidità da entrambi gli schieramenti, si osservano nell'immenso trasferimento di ricchezza dalla maggioranza della popolazione ad una minoranza che grazie a questo è stata in grado di accumulare un crescente potere economico e politico. Le conseguenze si osservano anche nell'efferato indebolimento dei presidi pubblici che dovrebbero garantire la difesa democratica (giustizia, scuola, sanità...), nella stagnazione dei salari reali per le persone comuni, nonchè nella distruzione ambientale alimentata da un consumismo fuori controllo.

Un simile fenomeno (l'appiattimento dei partiti tradizionali intorno all'ideologia economica neoliberista), pur con diverse sfumature, è accaduto in tutti i paesi industrializzati. In teoria, la reazione naturale a questa degenerazione sarebbe dovuta essere una presa di posizione nuova da parte della maggioranza della popolazione, per ribellarsi contro l'ineguaglianza e pretendere la rivalutazione del bene pubblico, l'indipendenza della politica dai poteri economici, il rafforzamento delle tutele democratiche, la redistribuzione della ricchezza. In teoria. Nella pratica, la rabbia della popolazione è stata sapientemente diretta verso un altro nemico, facile da vedere e sentire, soprattutto nelle vaste periferie urbane: lo straniero.

È molto più facile aizzare la popolazione contro masse di poveracci che sbarcano sulle nostre coste e che, a causa di come vanno le cose, stentano ad integrarsi. È molto facile far credere che se non ci sono soldi per i servizi sociali, per la sanità, per le scuole, è colpa dei troppi migranti.

È molto più impegnativo, invece, spiegare che il problema migranti è minuscolo se confrontato a quello dell'evasione fiscale e della ineguaglianza sociale. È impegnativo spiegare perchè le privatizzazioni a favore dei soliti noti hanno danneggiato l'interesse pubblico; perchè leggi varie hanno depotenziato la macchina della giustizia a favore di chi si può permettere stuoli di avvocati difensori; perchè la possibilità per lo stato di tutelare i cittadini è stata fortemente diminuito di fronte ad crescente potere di ricatto da parte delle sempre più potenti multinazionali.

È molto semplice (ed economico) fare un reality rinchiudendo un gruppo di imbecilli in una casa con telecamere. È molto più impegnativo fare un servizio di inchiesta stile Report.

(La parte 2 verrà pubblicata prima possibile)

giovedì 5 giugno 2014

Oltre i limiti dell'indecenza: l'informazione italiana e il caso Farage.



È davvero possibile rimpiangere la propaganda Berlusconiana, tremenda, ma almeno a suo modo "onesta" e trasparente? Stando a quanto la stampa di sinistra ha fatto e sta facendo, direi proprio di si.

Lo ammetto, tendo a dimenticare quanto scadenti siano i mezzi di informazione italiani, quanto siano spudorati nel servire una chiara agenda politica, quanto siano corrotti nell'impostare campagne mediatiche orchestrate a tavolino.

Tendo a dimenticare che l'Italia è al 64esimo per indipendenza della stampa, che è definita come "parzialmente libera". Ancora oggi, dopo che Berlusconi ha lasciato il trono, e i governi tecnici hanno dominato gli ultimi anni. Un risultato vergognoso che non ha eguali tra i paesi "ricchi".

Tendo a dimenticare. Eppure ora capisco meglio le continue critiche che  Berlusconi faceva a Repubblica e altri giornali di sinistra. In parte aveva ragione. Io - da ingenuo - pensavo che La Repubblica fosse un giornale abbastanza imparziale, certamente con un orientamento politico, ma che basasse la sua posizione sui fatti, e che Berlusconi si lamentasse per nulla. In realtà La Repubblica e altri giornali hanno dimostrato, esplicitamente, durante questa campagna elettorale, di essere uno strumento al servizio di altri poteri.

Stampa e televisioni hanno usato tutti i modi possibili per indebolire il Movimento 5 Stelle, spaventare gli elettori, disinformare, influenzare la percezione che la gente ha dei problemi e delle posizioni in campo, presentando Renzi come promessa di cambiamento. Un lavoro ben fatto, visti i risultati delle elezioni.

L'aggressività con cui hanno costruito questa propaganda contro i 5 stelle ci conferma due cose: la prima, che i giornali sono appunto capaci di tutto. La seconda, che le elites che controllano l'informazione (non è un mistero, basta guardare chi possiede giornali e televisioni) hanno avuto tanta, tanta paura di Grillo, tanto da mettere da parte per un po' la maschera di "stampa indipendente".

Ma non basta. Dopo le elezioni si sono scatenati ancora di più, per provare a far crollare il castello 5 stelle. Il caso principale riguarda il dialogo tra Grillo e il partito inglese di Nigel Farage. Riassumendo brevissimamente, il M5S ha bisogno di fare alleanze in Europa (sono indispensabili per avere voce nel Parlamento europeo), Grillo incontra Farage, la stampa italiana inizia ad attaccarlo dichiarando che Farage è razzista, sessista, fascista, etc etc. e criticando il M5S per non aver provato ad allearsi con altri partiti più rispettabili come i Verdi.

Questa la propaganda. Se anche voi siete stati colpiti da questa ridicola disinformazione, vi invito a leggere questo breve articolo che vi chiarirà come stanno veramente le cose:

http://www.beppegrillo.it/2014/06/bastona_il_cane_finche_non_affoga.html
http://www.beppegrillo.it/2014/05/nigel_farage_la_verita.html

Per amor di verità.

domenica 25 settembre 2011

La crisi del debito in Europa e i cattivi maestri

Meeting al Fondo Monetario Internazionale, 2011

Se i media riportano certe notizie con naturalezza, senza batter ciglio o farsi qualche domanda, vuol dire che siamo davvero giunti ad un livello di assurdità esagerato, quasi schizofrenico.

Oggi abbiamo appreso da giornali e TV che il segretario del tesoro americano, Timothy Geithner, parlando al meeting annuale del Fondo Monetario Internazionale a Washington, ha tirato le orecchie all'Europa: «L'Europa deve fare di più per contrastare la crisi ed evitare la minaccia di default a catena».
Parole sensate, se fossero pronunciate dal leader di un paese virtuoso. Dovrebbero invece far ridere, o indignare, se dette dal rappresentante di un'economia, quella statunitense, che a causa della sua irresponsabile ed estrema finanziarizzazione ha già causato una grave crisi economica, quella del 2008, che è ancora in pieno corso, e i cui responsabili sono ancora in libertà e stanno anzi tornando a fare affari. Un paese che già da tempo ha deciso di consegnare le chiavi del governo alle principali istituzioni finanziarie e alle banche. E che preferisce tagliare quel poco di stato sociale che ha (misero, quasi da paese del terzo mondo) invece che introdurre una tassa normale sui ricchi, o dare finalmente un taglio alle esorbitanti spese militari. E invece una parte della popolazione cosa fa? Piuttosto che ribellarsi, crea un movimento, il Tea Party, con idee ancora più estremiste di quelle di chi governa. E guadagnandosi un certo seguito, a quanto pare.

Comunque non si deve dimenticare che anche l'Europa ha le sue colpe. La Grecia ha preso in giro mezzo mondo truccando i bilanci pubblici con l'aiuto di grandi banche, anche americane, come la Goldman Sachs, e vivendo al di sopra delle proprie possibilità. Francia e Germania hanno tacitamente permesso tutto ciò acquistando a piene mani titoli di stato greci, e ora non vogliono lasciare che il paese fallisca e non possa ripagare i propri debiti.
L'Italia, altra fonte di problemi, continua a  mostrare una irresponsabilità fuori dal comune, ignorando l'enorme debito pubblico che si è andato accumulando negli ultimi decenni, e preferendo interessarsi di altre vicende, spesso sfociando nel puro gossip politico. L'elite politica, finanziaria e industriale che governa il nostro paese (dicasi oligarchia) ha preferito dedicarsi ai propri affarrucci - favori e appalti, corruzione, voto di scambio - piuttosto che porre fine alla follia di un debito crescente a fronte di zero investimenti. E l'informazione? L'opinione pubblica? Lasciamo stare...

Dunque, qual è la ricetta per uscire da questa situazione? E, soprattutto, chi decide gli ingredienti? Ovviamente, giusto per restare in tema di assurdo, notiamo che chi è responsabile, direttamente o indirettamente, del disastro in cui ci troviamo, è anche lo stesso che propone le soluzioni.
Mario Draghi, prossimo governatore della Banca centrale Europea e rappresentante di spicco del mondo finanziario pubblico e privato, ben riassume questa ricetta: "irrobustire la competitività, attraverso riforme strutturali da realizzare in tempi stretti». Tradotto: privatizzazioni; vendita del patrimonio pubblico; deregolamentazione; riduzione del welfare state: cose da fare in tempi di crisi presentandole come inevitabili. In modo da, pensano i nuovi leader, rilanciare la crescita, tirare una boccata d'aria e continuare cosi, nel modo sbagliato, fino alla prossima crisi.

E in Italia quali sono le ricette? Il nostro mago dell'Economia, Giulio Tremonti, ha appena varato una manovra che ha effetti recessivi sull'economia. Infatti, le ultime stime hanno rivisto al ribasso la crescita prevista, e di fatto annullano l'efficacia della manovra. Geniale, complimenti.
D'altro lato, abbiamo Silvio che pare non vada molto d'accordo con Giulio. E annuncia: riforma della giustizia e delle intercettazioni. Come dire: la casa va a fuoco e noi, invece di chiamare i Vigili del Fuoco, accendiamo il nostro lettore mp3, mettiamo su le cuffie, ci giriamo e passeggiamo, pensando ad altro, come se nulla fosse.


Fonti
- http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/421906/
- Il Sole 24 Ore
- Foto di gruppo al meeting della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale a Washington, Settembre 2011. Copyright
UPI/Roger L. Wollenberg

martedì 7 settembre 2010

Gheddafi show: dalla padella alla brace?


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(Premessa: questo articolo potrebbe offendere la sensibilità di cattolici e musulmani.)

Sembra che sia imperativo parlare soltanto di Fini, che come prevedibile ha monopolizzato il dibattito pubblico di inizio Settembre. Non si può però dimenticare Gheddafi, che anche quest'anno ha imbastito il consueto show; è evidente che in Italia trova terreno fertile per lanciarsi in pagliacciate. Tra i prossimi eventi in programma, imperdibile serata di barzellette insieme al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. La cittadinanza, soprattutto se di sesso femminile, altezza minima 1,70, misure da top model, è invitata caldamente a partecipare.
Doveroso riassumere brevemente i fatti: il leader libico, in visita a Roma, ha organizzato uno show in cui ha predicato l'islamizzazione dell'Europa ("L'Islam dovrebbe diventare la religione di tutta l'Europa"[1]) di fronte a circa 500 ragazze selezionate da un'agenzia e pagate 80 euro a testa[2]. Pare che alla richiesta di convertirsi all'Islam ben 3 di esse si siano fatte avanti con tanto di chador. E basterebbe questo per chiudere con un no comment.
Ma Gheddafi mi lancia il LA per scrivere due parole, inevitabilmente brevi e superficiali, sull'Islam, giusto per non parlare sempre e solo della povera Chiesa Cattolica. E veniamo al suo discorso.
Gheddafi ha innanzitutto tentato di convincere i presenti che è stato Maometto l'ultimo profeta, e non Gesù, che sarebbe il secondo[1]. Ha poi continuato affermando che "dunque l’unica sacra scrittura valida rimane il Corano, perché è l’unica che è arrivata a noi autentica". Sarà, a me risulta che del Corano, come di quasi tutti i testi sacri delle religioni del mondo, esistano decine di versioni. Immancabile l'invito a convertirsi sotto la sempreverde minaccia del giudizio universale: "Chi non sarà convertito entro quel giorno sarà perdente"[1]. Certo, cosi come affermano altre centinana di religioni nel mondo. Chissà chi avrà ragione? A chi credere per evitare di stare dalla parte sbagliata nel momento dell'apocalisse?
In un altro passaggio profetico, il leader libico afferma che "ogni religione, anche quella cristiana cattolica, ha avuto il suo periodo. Perché il messia Gesù era quello che precedeva l’ultimo, Maometto. Ora la religione musulmana le deve rimpiazzare tutte"[1]
Chissà perchè, pur essendo piuttosto intollerante nei confronti della Chiesa Cattolica, non mi consola il fatto di sapere che secondo questo signore (e non è il solo, gli inviti ad una islamizzazione del mondo sono onnipresenti nei media) dovremmo diventare tutti musulmani.
Ora, Gheddafi ci insegna che la religione Cattolica ha fatto il suo corso e può lasciare il posto all'Islam. Non mi sembra un grande passo avanti: se infatti il cristianesimo è ancorato ad un libro scritto a partire da circa 3000 anni fa (forse), l'Islam è fermo ad un testo del 600 a.C. Insomma, non proprio un'edizione fresca di stampa. Non è forse un po' azzardato affermare che l'Islam è la religione del futuro? A me sembra piuttosto di passare dalla padella alla brace.

Il problema, quando si parla di Islam, è che solitamente si è influenzati dalla posizione di "pensatori" come Oriana Fallaci, e di esponenti politici che ne hanno abbracciato il pensiero, che di fronte al pericolo islamico invitano tutti a rafforzare i valori cristiani/cattolici. Ecco, forse è il caso di uscire allo scoperto, e mi riferisco a quella parte della popolazione (quanto grande non si sa, ma in crescita a quanto pare), non rappresentata nella politica e nel dibattito pubblico, che considera come presenza negativa SIA la Chiesa Cattolica (fatte salve le rare eccezioni di clerici illuminati e socialmente impegnati), SIA l'Islam e i suoi predicatori, nella versione moderata (che non si capisce bene quale dovrebbe essere) ed, a maggior ragione, estremista.

Perchè Berlusconi ha permesso all'amico Gheddafi di organizzare una tale provocazione in Italia, paese ospite (ogni riferimento alla simbiosi tra parassita e ospite è puramente casuale) del potente Stato Vaticano? Le possibili spiegazioni sono due:
a) è talmente dipendente dagli interessi commerciali Italia-Libia che ha accettato supinamente il progetto di Gheddafi? E' plausibile, dati i tanti interessi esistenti tra grandi aziende italiane (Eni, Unicredit, Finmeccanica, Impregilo, Astaldi), nonchè la stessa Fininvest, e la Libia.[3]
b) ha accettato di proposito, ben consapevole delle reazioni mediatiche che avrebbe provocato? Probabile anche questo. Infatti il pericolo Islam è in grado di ricompattare i tanti cattolici e credenti intorno ai quali alcune forze politiche, a parola, fanno quadrato, affermando di difendere le radici cristiane. In vista di probabili elezioni, ciò potrà sempre tornare utile.[3] E Berlusconi, in quanto a costruire il consenso con show e trucchi vari, non è secondo a nessuno, nemmeno al caro amico Gheddafi.

Note

[1] http://www.corriere.it/cronache/10_agosto_29/gheddafi-roma-cavalli-amazzoni-tenda-beduina_fed80874-b344-11df-ac3b-00144f02aabe.shtml
[3] http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-08-30/visita-gheddafi-giornali-stranieri-151006.shtml
[2] http://www.corriere.it/cronache/10_agosto_29/hostess-infiltrata-gheddafi-la-stella_4c2a6afe-b39f-11df-ac3b-00144f02aabe.shtml

lunedì 12 ottobre 2009

Un cittadino qualunque

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Che strano paese. Ogni giorno che passa me ne meraviglio sempre di più. In Italia ormai le parole non contano nulla.
Contano, invece, coloro che ottusamente ripetono ogni giorno uno stesso concetto a tamburo battente, e che finiscono per acquisire credibilità ed esser creduti. Fino a quando la gente, nel bus, al bar, inizia a ripetere quelle stesse parole, quegli stessi concetti. Persone che spesso non leggono nè un giornale, nè un libro, nè internet, ma ascoltano solo la TV e in questo modo formano le proprie opinioni.

Per capire di cosa parlo basta guardare l'esercito di berluscones, come Lupi, Belpietro, Bondi, Gasparri, Bocchino (tanto per citare i personaggi più mediatici): li seguo con attenzione, eppure li ho raramente sentiti rispondere nel merito.
Forse perchè NON possono rispondere nel merito?
Forse perchè il loro unico compito è difendere il capo, senza vergognarsi di nulla?

Pochi giorni fa c'era Maurizio Lupi, vice-presidente della Camera, su La7. Massimo Donati (Italia dei Valori) ricordava che Cesare Previti, avvocato di Berlusconi, nel 2006 è stato condannato in via definitiva a 6 anni di reclusione perchè aveva corrotto un giudice per ribaltare una sentenza e assegnare la Mondadori a Berlusconi. I giudici scrivono che “la retribuzione del giudice corrotto è fatta nell’interesse e su incarico del corruttore”, cioè di Silvio Berlusconi, che però si salva per la prescrizione (cioè è passato troppo tempo per essere condannato, ma non significa che è innocente).[1]

Lupi, molto acuto, replica con una domanda che merita attenzione: "Berlusconi è un cittadino qualunque, come tutti. Le pare normale che da 15 anni sia PERSEGUITATO dai giudici?"

Caro Lupi, capisco che il suo compito è di difendere il capo fino alla fine, ma riflettiamo:
a) Berlusconi NON è un cittadino qualunque, a meno che il cittadino medio sia un mega-imprenditore.
b) Berlusconi ha una storia decennale di imprenditore e uomo politico, sempre al vertice del potere
c) Berlusconi possiede e ha costruito un impero mediatico e imprenditoriale immenso, partendo dal settore delle costruzioni.

Ora, sappiamo che in Italia nel mondo dell'impresa i processi sono all'ordine del giorno, perchè purtroppo molti imprenditori italiani fanno truffe, truccano appalti, corrompono funzionari pubblici, violano regole di sicurezza sul lavoro, affidano lo smaltimento rifiuti alla mafia, e così via. La cronaca giudiziaria ne è piena di esempi.
Dunque, potremmo dedurne che è perfettamente normale, e non frutto di complotti, che un imprenditore medio-piccolo, ad esempio titolare di una ditta edile, possa avere vari processi a suo carico.

Caro Lupi, ma allora perchè dovrebbe essere così anomalo che il più grande imprenditore italiano, proprietario direttamente e indirettamente di decine di aziende, televisioni, banche, società sportive, sia "perseguitato" da processi?

E non parliamo di un Santo, o di una persona dall'ineccepibile condotta. Si tratta di un uomo su cui anche un missionario nutrirebbe dei dubbi.
Un imprenditore che era amico di Craxi, un imbroglione condannato per finanziamento illecito e corruzione, che fuggì in Tunisia per non finire in carcere[2].
Un imprenditore iscritto alla loggia massonica P2, che mirava a sovvertire l'ordine democratico[3].
Un imprenditore che ha fondato un partito insieme a Marcello Dell'Utri, condannato in 1° grado per concorso esterno in associazione mafiosa[4].
Un imprenditore il cui avvocato e braccio destro, Cesare Previti, è stato condannato per corruzione e sta attualmente scontando la "pena".[1]

Caro Lupi, Bondi, Bocchino, Bondi: ma è davvero così strano che questo uomo sia "perseguitato"da processi? Sbagliano i giudici o forse c'è una remota possibilità che nel corso della sua immensa carriera abbia davvero imbrogliato, corrotto giudici, comprato sentenze? Siete davvero convinti che Berlusconi sia un povero uomo qualunque, "perseguitato" da giudici faziosi?
Indipendentemente dalle convizioni politiche, sono convinto che per qualsiasi cittadino onesto la risposta sia no.

Approfondimenti

[1] http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/politica/cir-fininvest/fininvest-davanzo/fininvest-davanzo.html
[2] http://it.wikipedia.org/wiki/Bettino_Craxi
[3] http://it.wikipedia.org/wiki/P2
[4] http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/12_Dicembre/11/dellutri.shtml

martedì 29 settembre 2009

Berlusconi Nobel per la pace, tra scherzo e realtà






Sapevate che Silvio è candidato Nobel per la pace? Lo so...anche voi state pensando ad una burla. Su internet è facile inventarsi di tutto, ad aprire un sito internet ci si impiega 10 minuti, et voilà "http://silvioperilnobel.sitonline.it".
Il mondo italiano si divide in due categorie, berlusconiani (che non significa di destra, attenzione) e non. Approfondiamo la candidatura di Silvio guardandola, per par condicio, dai due punti di vista.

Supporter berlusconiano: "Ma dai, davvero? Benissimo! Silvio è una persona positiva, raggiante, piena di entusiasmo e vitalità. Si merita tantissimo il Nobel per la pace"
NON-Supporter berlusconiano: "Ma perchè vieni qui, dopo settimane di silenzio, a prenderci in giro con questa cosa?"

E io vi dico che non è uno scherzo. O almeno così sembra. Il 30 aprile 2009 è stato costituito il Comitato per la candidatura di Silvio Berlisconi al Nobel per la pace. Cinque mesi fa. Detta così, qualsiasi persona con un minimo di intelligenza capirebbe che è uno scherzo.

NON-Supporter berlusconiano: "Infatti è uno scherzo"
Suppoter berlusconiano: "Sei tu troppo poco intelligente per capire che è una cosa perfettamente realistica".

Sarò anche io poco intelligente, ma inizio a credere che la cosa sia seria quando scopro "You for Silvio" Web TV, dove mi imbatto in un intervista a Loriana Lana (???), presentata sul sito come Testimonial d'eccezione[1]. E mi ritorna il dubbio dello scherzo.

Esploro un po' il sito. In alto un banner che è a dir poco fuori contesto, per non dire ridicolo (opinione personale). I firmatari, 4 gatti del PDL. I gadget, una t-shirt blu con la scritta "Silvio per il nobel. Campione di pace"

NON-Supporter berlusconiano, evidentemente provato: "Cavolo...ma allora questo fa sul serio...."
Supporter berlusconiano: "Visto? Voi comunisti sottovalutate sempre le potenzialità di Silvio, e lui vincerà sempre perchè è il miglior italiano che il nostro paese ha la fortuna di avere"

La chicca finale, una pagina dedicata a segnalare tutti gli articoli di stampa che hanno parlato della lodevole iniziativa. In Italia (presenti solo 3 "giornali", salva Italia Oggi), e all'estero (altri 3 links), tra cui addirittura il New York Times[2].
I sostenitori di Silvio però o sono scarsini in inglese, o non hanno capito che l'articolo è tutt'altro che adulatorio nei confronti dell'uomo politico che negli Stati Uniti sarebbe già finito in galera da un pezzo. (E non solo negli USA, ma diciamo in quasi tutti i paesi con un sistema giudiziario efficiente).

Vediamo cosa dice il primo quotidiano statunitense:
"Da quando i media italiani hanno iniziato a scrutare nella vita personale del primo ministro Silvio Berlsconi, trovando una rete di giovani e attraenti ragazze, i suoi supporters hanno tentato fortemente di cambiare argomento." Tra questi, il nostro Comitato per il Nobel, di cui si riporta una affermazione del fondatore e l'immediato commento del giornalista: "He appears to be serious. (traduzione: Lui, (il fondatore), sembra parlare sul serio").

L'autore prosegue ricordando ciò che stava accadendo all'epoca, con la richiesta di divorzio di Veronica Lario, la vicenda della "bella bionda" Noemi, e le inchieste sui voli di stato usati per trasportare donne e giullari in Sardegna, come testimoniato dalle foto scattate.
"Il Comitato per il Nobel però non è interessato. "Vogliamo isolare i fatti e osservarli in un contesto storico fisso" ha detto Mr. Battaglia."

Certo. E poi, a chi interessa approfondire se i voli di stato, pagati profumatamente da tutti i contribuenti italiani, siano stati utilizzati per fini non istituzionali? O che il premier, che guida il partito della morale cristiana, si diverte a far festoni in Sardegna, mentendo in pubblico sulla sua agenda, e raccontando agli italiani che lavora 24 ore al giorno?
Meglio vivere nel mondo dei balocchi, e cantare, tutti insieme, felici:

C'è un Presidente, sempre presente,
che ci accompagnerà.
Siamo qui per te, cuore e anima,
un nobel di pace, Silvio grande è.


Supporter berlusconiano: "Silvio grande è, e qualsiasi cosa diciate, è sempre lì e gli italiani lo premiano".
NON-Suppoter berlusconiano: "Ma si...ma in fondo, che ci costa? Siamo qui per te......Silvio Silvio grande è...."





Note (serie)

1) http://silvioperilnobel.sitonline.it/1/testimonial_d_eccezione_983198.html
2) http://www.nytimes.com/2009/06/04/world/europe/04italy.html?_r=1&scp=8&sq=berlusconi&st=cse

domenica 2 agosto 2009

Scodinzolini Silvio




Scodinzolini
, questo è il nomignolo affibbiato da Marco Travaglio al nuovo direttore del TG1 Augusto Minzolini (dichiarazioni varie). Nello scorso articolo abbiamo parlato di una puntata del TG1 che mi aveva particolarmente colpito per il taglio esplicitamente da dittatura sovietica o latinoamericana, a vostra scelta. Vedo che il trend prosegue e, anzi, peggiora.
Edizione delle ore 20:00, 1 agosto 2009. Il TG1 apre con la notizia del decreto anti-crisi, solito panino con dichiarazioni del governo, dell'opposizione, e del governo in chiusura col sempre sveglio e acuto Gasparri.

Le 5 stelle di questa puntata vanno al servizio dedicato alla proposta di legge di Walter Veltroni. Il servizio dura pochi secondi, col solo presentatore in studio che annuncia: "presentata una proposta di legge sul conflitto di legge che porta la firma dell'ex segretario del PD Veltroni [...]. Prevede che chi possiede un patrimonio di almeno 30 milioni di euro, o controlli una impresa che operi con licenza di stato, non possa più aspirare alla carica di primo ministro, ministro o sottosegretario."
Senza neanche prender fiato, il presentatore cambia completamente argomento: "Giornata da bollino rosso per gli italiani in partenza..."
Nessun commento sulla notizia, eppure la riapparizione dello scomparso Veltroni dovrebbe almeno farci porre qualche domanda: che vuole? perchè ha scritto una legge contro il conflitto di interessi? Ma, soprattutto, Silvio Berlusconi è compreso in queste limitazioni? Negli altri paesi realmente democratici come funziona?

Meglio non farsi certe domande...gli italiani potrebbero scoprire che un Premier che controlla media, imprese e giornali non potrebbe mai essere eletto in nessun paese d'Europa.

Segue il solito servizio sul traffico causato dalla insostenibile massa di automobili in viaggio, perchè si sa, gli italiani sono i maggiori amanti delle automobili, salvo poi lamentarsi come dannati quando si trovano bloccati nel traffico. Chi è causa del suo mal pianga sé stesso.

Dopo altri argomenti, tra cui il sempre idiota servizio dedicato al superenalotto con annesse interviste a vari personaggi provenienti dal background scaramantico, chissà perchè sempre ripreso da qualche quartiere napoletano, un lungo e molto dettagliato servizio spiega il procedere delle indagini a Bari per una vicenda di finanziamenti illeciti e appalti pilotati, i soliti intrecci tra politica e affari.
Vengono nominati i due più "famosi" indagati, Alberto Tedesco, ex assessore alla sanità, oggi deputato del Partito Democratico, e Gianpaolo Tarantini, imprenditore che veniva favorito negli appalti, su cui non si dice altro.
Le indagini sono state presentate, e questo è giustissimo, con cura, ed ogni giorno il TG1 fornisce precisi aggiornamenti che riguardano questa vicenda legata a partiti di sinistra, o almeno così pare. Bene! Non è una novità che gli intreccia tra criminalità e politica siano trasversali, e tocchino praticamente tutti i partiti da destra a sinistra. Ma Scodinzolini usa due pesi e due misure, perchè la stessa Procura sta indagando su Berlusconi e su Tarantini, proprio colui che ha fornito le ragazze per le notti calde del Premier, come si sente nelle registrazioni audio pubblicate in questi giorni. E' una notizia molto importante, ma su tutta questa storia, audio compreso, gli italiani nulla sanno e nulla sapranno, a meno che non accedino ad internet:
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/intercettazioni/2104809//0

Silvio Berlusconi: ...io mi faccio una doccia anch'io... e poi, poi mi aspetti nel lettone se finisci prima tu?
Patrizia D'Addario: quale lettone.. quello di putin?
SB: quello di Putin
PD: ah che carino..quello con le tende

Notiziuole, che Scodinzolini semplicemente ignora per non turbare gli italiani. Mai nomina fu più efficiente.

Il TG1 prosegue, elogiando la solita efficienza negli interventi del dopo-terremoto, oggi si parla della messa in protezione della cupola della Chiesa dell'Aquila, utilizzando strutture all'avanguardia, una sorta di "miracolo". E' da settimane che non si vede un servizio dalle tendopoli, che non si sente la voce degli aquilani. E' solo un caso? Sicuramente no, perchè se gli aquilani fossero così contenti, avrebbero tutti gli schermi a disposizione per poter urlare al mondo il loro apprezzamento per l'impegno del governo e di Silvio. Forse così contenti non sono, magari perchè il governo ha deciso di saltare una fase degli aiuti (cioè il trasferimento da tende a case, seppur provvisorie) per qualche strano motivo. Questa lettera
http://italianspot.wordpress.com/2009/06/19/terremoto-laquila-segregati-nelle-tendopoli-senza-piu-diritti/
di un'aquilana mi lascia molto perplesso. E' una sola voce, ma forse ci spiega perchè i Tg nazionali hanno cessato ogni copertura delle tendopoli.

Insomma, il TG1 di scodinzolini si china di nuovo al Re Silvio IV, relegando l'opposizione a pochi secondi del primo servizio, e dipingendo poi l'Italia dell'efficienza e del successo. Bravo Scodinzolini, anche per oggi ti sei meritato il biscottino.

giovedì 16 luglio 2009

Tg1: da Riotta alla brace




In pochi mesi può cambiare un paese? Forse non può cambiare, ma si può definitivamente consolidare  e istituzionalizzare un modo di fare che è coltivato accuratamente da tempo. Cose prima inaccettabili diventano pian piano normali nella coscienza della gente, spesso distratta da altri problemi.
Oggi qui dalla Norvegia ho guardato il TG1 delle 13:30. Chi è informato sa che il Tg1 è un telegiornale politico che riflette molto chiaramente la maggioranza di governo, nonostante il fatto che si consideri come il Tg più imparziale. Sciocchezze.
Una volta era più difficile, più sottile, cogliere la parzialità delle notizie, il taglio dato all'intero TG. Oggi è talmente evidente che mi ha fatto davvero sobbalzare. Il paese che appare allo spettatore, durante tutti i 27 minuti di durata, sembra un paese guidato da un governo forte, deciso, con un percorso costellato di successi, che ha eliminato ogni piaga, dal'immigrazione alla crisi economica, dai problemi che tutti gli italiani conoscono da anni.

Maroni da Stoccolma assicura che il decreto sicurezza verrà applicato immediatamente, le ronde attivate, i respingimenti continueranno, il Governo è con voi, cittadini.
Napolitano ha confermato il decreto ma ha scritto una lettera, probabilmente contiene delle critiche e osservazioni, ma ai telespetattori non è dato percepire l'opposizione. Una manciata di secondi a Italia dei Valori e al PD, che poi spariscono per tutto il resto del telegiornale.

Berlusconi fa un sopralluogo all'Aquila, stiamo battendo tutti i record di velocità, stiamo costruendo case vere, eterne. Immagini del cantiere, stranamente manca il bagno di folla, chissà perchè? Cosa ne pensano gli aquilani della gestione del governo? Nessuna intervista, nessuna immagine...agli spettatori del Tg1 basta sapere che Silvio è entusiasta e contento.

Sacconi, ministro del welfare, presenta la riforma delle pensioni. Il Governo Italiano obbedisce alla sentenza della Corte di Giustizia europea, e aumenterà l'età pensionabile delle donne nel settore pubblico entro il 2018, evitando aumenti della spesa per le pensioni. Curioso che il governo italiani ignori le sentenze che non gli vanno a genio, come quella del 31 gennaio 2008 che dichiara il sistema televisivo italiano no nconforme alle normative europee, confermando l'illegalità di rete 4 che dovrebbe liberare la frequenza ad Europa 7. Ma si sa, Silvio-Mediaset ha la priorità sulla Corte di Giustizia.

Decreto anti-anticrisi. Ieri il TG1 ha riportato la notizia sui conti pubblici italiani: PIL meno 5,2%,deficit al 5,3%, debito a 115,4%. Un pezzo esemplare per ogni scuola di giornalismo: come far percepire al pubblico che il paese sta andando bene, nonostante i numeri siano terribili.
Dovrebbero imparare anche i giornalisti dell'altra parte politica, che durante il governo Prodi, che diminuì il debito pubblico, diminuì il deficit, non riuscirono nell'impresa. Gli italiani ogni giorno sentivano malumori, e le cifre della ripresa venivano completamente oscurate. Nessuno ricorderà Padoa Schioppa per i suoi meriti oggettivi nel migliorare i conti pubblici.
Nel Tg1 di oggi Italo Bocchino, impresentabile megafono del governo, difendeva lo scudo fiscale con una capriola linguistica incredibile. Lo Scudo fiscale è una misura che permette a chi ha capitali nei paradisi fiscali, di dichiararli e farli rientrare in Italia SENZA subire processi per i reati finanziari commessi (evasione fiscale, falso in bilancio, etc...).
Bene, quest'uomo è riuscito a dire che lo Scudo "non c'è alcuna sanatoria" ma un "sistema per portare denari freschi nelle casse dello Stato e far rientrare i capitali italiani che sono a creare ricchezza all'estero". Chiaro italiani? Imbrogliate, truffate, evadete, fregate gli altri italiani fessi, che prima o poi Tremonti vi aiuterà a farla franca senza pericolo.

Tornaimo all'Aquila. Il Ministro delle politiche Agricole, Zaia, promette di anticipare i fondi europei per aiutare gli agricoltori danneggiati dalle pioggie.

Voliamo per l'ultima notizia a Milano. L'ex ministro Moratti e il presidente della regione Formigoni parlano di Expo, Berlusconi ha promesso i fondi, si creeranno nuovi posti di lavoro. Nessun cenno ai problemi, alle proteste e ai rischi connessi alle infiltrazioni mafiose. Anche se si è a favore dell'Expo, non sarebbe compito di un Tg dare voce anche a chi è contrario?

Ovviamente l'informazione non deve essere per definizione contro il governo, ci mancherebbe. Riportare nel modo più oggettivo possibile dati e fatti è l'unico faro da seguire. Se ci sono meriti, evidenziarli. Il Tg1 però più che un telegiornale sembra uno strumento di propaganda, costruito per lasciare nello spettatore una precisa percezione. Lo era anche sotto Riotta, ma con il nuovo direttore Minzolini è diventato talmente evidente che ci fa rimpiangere la passata gestione e la sua propaganda morbida. Opposizione scomparse, che comunque si occupano di altro nella loro sterilità. Silenzio assordante sulle vere questioni della politica. Propaganda efficace e molto esplicita. La conclusione di un lungo percorso iniziato nel 1994?

sabato 15 aprile 2006

Il vero incubo italiano

Erano ormai le 3 di una delle notti più lunghe degli ultimi mesi, trascorsa immerso nei dati, nei numeri e nelle percentuali del sito del ministero e del corriere, che non volevano saperne di aggiornarsi per bene, assediati com'erano da milioni di navigatori insonni. Alla stanchezza e all'attenzione richiesta si aggiungeva il fastidio per la lentezza della mia connessione analogica (scrissi al ministro Gasparri 4 anni fa, ricevendo rassicuranti ma inattuate promesse...forse in questi anni è stato troppo impegnato a salvare Rete4 per potersi occupare del digital-divide?[1])


Nonostante la connessione, son capace di spazientirmi di fronte al computer piuttosto che (cavare un'idea originale dalla testa di Sandro Bondi pur di non) esser costretto a passare 6 ore della mia vita davanti alla scatola nera, occupato dal “bruneo” volto di Vespa che si sfrega le mani compiaciuto per l'occupazione forzata di RaiUno, sempre in pole position nei momenti importanti (e non) affiancato dai vari BertinottiAngiusMimunSchifani. D'altra parte Emilio Fede non attirava certo la mia curiosità, con i suoi vagheggiamenti ridicoli, e mi è bastato intravedere il ghignante Ignazio “The Devil” La Russa nel suo salottino per convincermi a metter fine a quelle breve incursione nel mondo della televisione, dopo mesi di beata astinenza.

Il pomeriggio ho preferito evitare accuratamente i prevedibili dibattiti - totalmente inutili - sugli exit-pool, su cui si son gettati a capofitto tutte le radio e le televisioni, magari per sopperire ad una mancanza di alternative interessanti. Abbondanti le prevedibili dichiarazioni dei politici dei vari schieramenti, con eccezioni lodevoli come il serio Fini ("Aspettiamo le prime proiezioni, non scappo", "Aspettiamo i dati ufficiali del Viminale, poi parleremo") che sembra essere l'unico a capire qualcosa di statistica.

Ah, la statistica...penso che un corso approfondito di statistica debba diventare un obbligo per ogni politico. Magari alle prossime elezioni staranno tutti in silenzio, nessuna dichiarazione, nessuna conferenza stampa, nessuna telefonata, nessuna apparizione televisiva...fino a quando il Viminale non annuncerà i risultati reali definitivi. Sarebbe un sogno, no? Io nel cassetto ce lo metto...non si sa mai.

Dalle 21 in poi la situazione si è fatta sempre più tesa, per me che seguivo ad ogni aggiornamento, uno ogni pochi minuti, le percentuali conquistate dai due schieramenti a Camera e Senato. Partire da un distacco di 4-5 punti percentuali, e degenerare fino ad un quasi sostanziale equilibro, con un misero 0,1% di distacco, ha sicuramente esposto me e tanti altri elettori ad una sfiancante attesa.

Se dovessi descrivere ciò che provavo in quei momenti, direi solo che la mia mente era vuota, sgombra da pensieri, incapace di formulare ipotesi e idee.
Ero in collegamento diretto su internet col mio collega T3nd3rSurr3nd3r, quando ad un certo punto mi ha convinto ad accendere la tv per sentire le prime dichiarazioni. Lo spettacolo ha finito per aumentare quel senso di surrealità che mi aveva preso, specialmente quando Fassino, con aria di lutto, ha annunciato mortuariamente ai giornalisti che “Il vantaggio di 25 mila voti consente di dire che il centrosinistra ha vinto le elezioni e avrà dunque i 340 parlamentari alla Camera per poter governare l'Italia”. Non ho mai visto un uomo tanto infelice di aver vinto, o tanto combattuto nel dire di aver vinto, quasi costretto, mentre dal suo volto traspariva la più completa indecisione. E Prodi? Dal palco di piazza Santi Apostoli, con una tiepida folla che applaudiva, poco convinta, alle dichiarazioni del professore: “Da oggi si volta pagina. Alla fine la vittoria è arrivata. Avevano fatto una legge per farci perdere ma abbiamo vinto lo stesso”

Guardate che il voto è già stato espresso, non potete fare più nulla. Non serve profondersi in dichiarazioni di vittoria per nulla convinti, per infondere nella gente i senso di vittoria. Non ci siete affatto riusciti, almeno con me.

Per voler prendere in prestito una frase del Cavaliere, peraltro usata in modo improprio dallo stesso, stavo assistendo ad una “adulterazione della realtà”. E' come se cercassero di creare qualcosa che non c'era ancora, e di cui erano poco convinti loro stessi, dimenticando forse che la prima dote di un oratore deve essere quella di esser convinti di ciò che si vuole esporre al pubblico. Non sapevo se "stropicciarmi gli occhi o le orecchie"... (Grazie Silvio, fonte inesauribile di comicità).

In ogni caso, è finita con la vittoria del centrosinistra, che deve in parte ringraziare il centrodestra di questa “splendida” legge elettorale. Che almeno ora abbia la decenza di non lamentarsi, visto che i comunisti c'entrano poco. O forse il ministro leghista Calderoli è un comunista infiltrato tra le file della Cdl?

Riassumiamo, per dovere di cronaca, ciò che i giornali e le tv ci hanno detto fino allo svenimento in questi giorni. Alla Camera, nonostante un distacco di solo 0,1%, l'Unione ha la maggioranza assoluta, con 348 deputati contro 281, grazie al “premio di maggioranza”, che premia appunto chi ha anche un solo voto in più. Scelta più o meno condivisibile, ma che è scritta nella legge. Quindi la maggioranza c'è ed è indiscutibile.
Al Senato invece, l'Italia assegna 158 seggi all'Unione contro i 156 alla Casa delle Libertà (Cdl), mettendo dunque in crisi il sistema del bicameralismo perfetto vigente in Italia. Sui giornali leggiamo che la Cdl conquista 50,2, e l'Unione il 48,9. Nonostante ciò, i seggi sono 156 per la Cdl e 158 per l'Unione, che va dunque in vantaggio. Perchè?[2][3]

“E arrivò la cavalleria”. I nostri connazionali che hanno vissuto più o meno serenamente all'estero questi 5 anni, hanno premiato con 4 seggi l'Unione e con 1 seggio la Cdl, con percentuali quasi tosco-emiliane. Forse questa è la prova più limpida di ciò che tanti professionisti e persone semplici come noi continuano a denunciare da anni in questo paese, e cioè il linciaggio della libertà di espressione e opinione nell'Italia monopolizzata dalle tv e dalla pseudo-cultura del Cavaliere, e che forse ha costituito il danno più grave a questo paese, di cui ci libereremo con molta difficoltà, se ci libereremo.
Come scriveva qualche giorno fa sulle pagine de “Il manifesto” Alessandro Portelli, “come fa un italiano che vive e lavora in Gran Bretagna, in Francia, in Spagna a votare Berlusconi, dopo le copertine dellìEconomist, i paginoni del Paìs o persino gli editoriali di un giornale conservatore come Le Figaro“?
Già, come fa? E si chiederanno loro, come fa un italiano a votarlo pur vivendo proprio nel paese direttamente interessato, e toccando con mano ogni giorno la realtà in cui vive?
Gli risponderei invitandolo in Italia a guardare un tg a scelta per una settimana o a leggere i principali quotidiani, prestando attenzione alle notizie e ai modi in cui “non” vengono date. Gli sarebbe tutto più chiaro, e capirebbe che gli italiani votano Berlusconi perchè non sono informati come dovrebbero, perchè non esistono riviste, giornali o peggio giornalisti televisivi che osano mettere in dubbio l'operato e l'incolumità morale, etica e giudiziaria del presidente del consiglio. Neanche nel momento in cui il suo ispiratore e consigliere di sempre, Marcello Dell'Utri, viene condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. [4]

Non credo dunque che 9.045.384 italiani abbiano scelto Berlusconi perchè se ne fregano della libertà di informazione, della pluralità di voci e idee in televisione, della presenza di giornalisti e direttori indipendenti e slegati dai partiti politici, tanto per dirne qualcuna. 9.045.384 milioni di italiani hanno purtroppo, involontariamente o no, coronato il successo di 5 anni di tv commerciale, che ha conquistato i palinsesti uniche 7 reti nazionali, con la Clerici ai fornelli, i grandi fratelli, ridicole fattorie ottocentesche, Amici, piccoli campioni in erba, selvagge isole tropicali rovinate dagli schiamazzi di contessine e idioti vari, rari esempi di fauna locale.
Come dire, esportiamo i migliori rappresentanti dell'Italia all'estero. Promuoviamo i giornalisti più accondiscendenti a direttori dei vari tg nazionali, unica fonte di informazione per gran parte degli italiani; riempiamo i palinsesti di immagini dell'Italia felice, che fa il giro del mondo in 80giorni con la Colò, che si sbizzarisce in cucina, che frequenta i negozi di alta moda, che è costantemente aggiornata in fatto di nuove tecnologie ed è dotata sempre dei cellulari più aggiornati.

La vittoria del centrosinistra dunque può far più o meno piacere, ma non ci libera dall'incubo tutto made-in-Italy, costituito da Berlusconi e il suo partito dei balocchi, che ha pur perso 1.883.899 voti rispetto al 2001. Pochi troppo pochi.
Mi auguravo un forte spostamento di voti da Forza Italia a partiti come AN e UDC, per dare un forte segnale, “la destra in Italia c'è, vuole esistere e vuole combattere, ma deve liberarsi di quell'uomo che non ha fatto altro che rovinarla”, che purtroppo non c'è stato.

Non l'hanno fatto gli italiani, non l'ha fatto il popolo della destra. Il potere di farlo è ora in mano a Prodi e la sua coalizione di marinaretti, travestiti che offrono spinelli, gente con passamontagna e bulloni, protestanti con striscioni “aboliamo il concordato” e “Vaticano Talebano”, un fiume di bandiere di Fidel Castro, che ha gli strumenti e i numeri, se vuole, di mettere la parola fine a questa "Vera storia italiana"[5], che è ormai diventata un incubo. Noi daremo il nostro contributo, vero?

Note

[1]http://it.wikipedia.org/wiki/Digital_divide
[2]http://politiche.interno.it/
[3]http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/Notizie/Politiche2006/
index_scrutini.shtml
[4]http://www.repubblica.it/2004/l/sezioni/politica/dellutri/concoest/concoest.html
[5]http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/03_Marzo/10/galluzzo.shtml