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sabato 17 settembre 2011

Inchiesta Cassiopea e rifiuti tossici: arriva la prescrizione.



La notizia è di quelle gravi, gravissime. Eppure, provate a fare una ricerca sui principali motori di ricerca, e noterete che praticamente nessuno quotidiano rilevante, da Repubblica al Corriere, al Fatto, ha pensato di dedicarle un articolo, o addirittura una prima pagina. Qualche riferimento solo su Corriere Napoli, e sul Mattino, ovviamente.

Ma di che si tratta? In breve, una delle più importanti e maggiori inchieste sullo smaltimento illecito di rifiuti tossici, denominata Cassiopea, e a cui si è ispirato Roberto Saviano per il suo "Gomorra", iniziata nel 2003 è finita oggi in prescrizione. Liberi 95 imputati, tra cui imprenditori, autotrasportatori e proprietari terrieri, accusati di aver smaltito illegamente tonnellate di rifiuti nocivi nelle campagne di Caserta. Il meccanismo è semplice: industrie soprattutto del Nord Italia (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Toscana) si sono liberate dei loro rifiuti tossici industriali affidandoli a ditte che li trasferivano in Campania e li smaltivano illegalmente. Perchè? Per risparmiare, ovviamente, rispetto ai costi di uno smaltimento legale presso centri autorizzati. Cassiopea è solo una delle decine di inchieste che hanno svelato un sistematico sistema criminale di trasferimento di rifiuti tossici in Campania, che va avanti da anni.
Questo è quello che gli imprenditori chiamano necessità di essere "competitivi". Quando Confindustria parla di competitività, ricordatevi anche di questo.

Per maggiori informazioni e dettagli, potete leggere questi due articoli:
- http://affaritaliani.libero.it/cronache/rifiuti_tossici_casssiopea170911.html
- http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2011/16-settembre-2011/fa-flop-inchiesta-che-ispiro-gomorranon-luogo-procedere-95-imputati-1901559458946.shtml

Questi 95 criminali sono stati accusati solo di disastro ambientale e avvelenamento di acque; per questi due reati, i più gravi, la prescrizione non è ancora scattata, ma a quanto pare non si procederà col processo per mancanza di prove. Certo, non è facile provare i collegamenti tra imprenditori lontani centinaia di chilometri e discariche abusive che nascono come funghi in una sola notte. Ci si può rifare a qualche intercettazione, e poco più.

Ora, cosa è più grave? Il fatto che queste notizie passano inosservate su tutti i media nazionali? Il fatto che queste 95 persone non saranno mai processate?
Queste sono certamente cose gravissime. Ma mi permetto di aggiungere una considerazione. Tra i reati ipotizzati non c'è nulla che riguardi la vita delle persone. Chi sversa illegalmente rifiuti tossici, come amianto, fanghi industriali, rifiuti sanitari e radioattivi, è direttamente colpevole della morte di migliaia di persone, che verranno contaminate inconsapevolmente, magari mangiando una carota o una patata coltivata in quei terreni, e svilupperanno malattie e tumori negli anni successivi. Ovviamente il collegamento diretto tra questi eventi e di conseguenza i reati collegati sono molto difficili da dimostrare, ma mi chiedo: è possibile che non esista un reato connesso alla morte di persone innocenti? E' possibile che reati come questi godano della prescrizione? E, soprattutto, è normale che in questo paese il sistema di smaltimento dei rifiuti industriali sia un segreto di Stato, ben protetto da politici e media?

giovedì 16 aprile 2009

Le potenzialità delle IPAB italiane (la mia tesi di laurea...)

Sono finalmente riuscito a pubblicare la mia tesi online, mantenendo i diritti d'autore ma rendendola disponibile e condivisibile. In fondo a questo post trovate i link per scaricarla o sfogliare il testo online.

Di cosa parla? Di IPAB, Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza. Enti pubblici, misteriosi e sconosciuti, costituiti in gran parte da edifici, conservatori, complessi monumentali, fondi agricolti, beni di vario tipo, donati dai nobili di un tempo col fine di assistenza e beneficenza per i bisognosi. Nel 1888 se ne censirono 21.819, nel 1999 il numero è sceso a 4200. Che fine hanno fatto? 

Svendute, regalate a privati, inutilizzate....le IPAB sono state oggetto di affari d'oro, collusioni e imbrogli, proprio sfruttando il silenzio che li circonda ancora oggi. Pensate solamente che Tangentopoli è iniziata con l'arresto di Mario Chiesa, presidente di una ricca IPAB milanese. I loro patrimoni, secondo una stima minima, ammontano a 53 miliardi di euro.

Nel 2000 la legge 328 inserisce le IPAB nella rete di servizi sociali regionali, e il decreto del 2001 n.207 prevede che ogni regione emani una propria legge per disciplinare la trasformazione delle IPAB in ASP, Aziende di Servizi alla Persona. In tal modo restano enti pubblici, con una gestione autonoma e più efficiente, e collaborano con le ASL nel fornire assistenza e servizi sociali ad anziani, bambini e categorie svantaggiate. L'Emilia Romagna, regione all'avanguardia nel welfare, ha emanato la sua legge nel 2004: nella tesi ho scelto di raccontare l'esempio della ASP di Imola e dei suoi servizi utili alla cittadinanza e anche innovativi, come il condominio solidale per anziani.


La Campania, invece, è una delle poche regioni, forse l'unica attualmente, a non avere la legge sulle IPAB, che restano ancora soggette alla legge Crispi del 1890. Il caso approfondito nella tesi riguarda l'IPAB del comune di Massa Lubrense (NA), che conta ben 3 Conservatori (non di musica...nascono come scuole per orfani) e un notevolissimo patrimonio. L'assistenza si è fatta fino al 1940 circa, periodo in cui amministratori accondiscendenti hanno iniziato a rinunciare ad ogni loro potere a favore di 3 congregazioni religiose diverse che hanno occupato i 3 edifici. Gli Statuti, che prevedevano l'obbligo di assistenza e beneficenza, sono stati ignorati e calpestati. E' così che enti pubblici sono diventati Conventi, spazi chiusi, inutilizzabili tuttora perchè occupati abusivamente, spariti dalle menti dei cittadini massesi che vivono in un territorio privo di servizi sociali. Nel 1997, con la nomina di un nuovo Presidente dell'IPAB, è iniziata una fase di risanamento, durata 8 anni, di riscoperta della storia, dei documenti, dei tanti vergognosi fatti accaduti, che ricostruisco nel modo più chiaro e documentato possibile nel testo. Attualmente, con una nuova amministrazione, il risanamento sembra essere sparito dal programma, e anzi recentemente sono state anche azzerate le voci di spesa per l'assistenza ai bambini: si corre il rischio, in tal modo, che l'IPAB cessi di esistere come ente, e che vada a far parte di quelle migliaia di IPAB sparite nel nulla in questi decenni.

Come cittadino non posso tollerare una situazione del genere, aggravata dal fatto che Massa Lubrense ha urgente bisogno di spazi e servizi. Ho deciso di scrivere questa tesi partendo dal risvolto economico delle IPAB, che secondo me possono costituire, se ben utilizzate, un mezzo virtuoso per aumentare i servizi sociali ai cittadini di tutta l'Italia, senza gravare sulla spesa dello Stato e sulla precaria situazione finanziaria di alto debito pubblico.

Per il capitolo dedicato all'IPAB massese ringrazio con affetto l'aiuto e il supporto insostituibile della dott.ssa Morvillo, ex-Presidente dell'IPAB e instancabile ricercatrice, protagonista del risanamento e di un'opera decisa e onesta per restituire ai bambini quello che gli spetta di diritto.

Per concludere, comunico che questa settimana è nato un Comitato di cittadini che si dedicherà all'IPAB, facendo pressione per continuare il risanamento e monitorando la situazione denunciando gli eventuali problemi agli organi di controllo, in primis la Corte dei Conti. Vi terrò aggiornati sugli sviluppi della nostra azione.

Per scaricare la tesi "Le potenzialità delle IPAB italiane: due casi a confronto":
1. Parte 1 (testo)
2. Parte 2 (appendice documentale) - 57MB

Per sfogliare online, in modo interattivo, la tesi,:
1. Parte 1 (testo)
2. Parte 2 (appendice documentale)

Creative Commons License
Le potenzialità delle IPAB italiane by Stefano Esposito is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License

martedì 17 marzo 2009

Top-ten - la classifica dei problemi dell'Italia

Spesso mi chiedo: qual è il problema principale di questo paese? Si può fare un elenco, azzardare una classifica, ma individuare il più importante è un esercizio teorico forse possibile in Svezia, in Germania, ma in Italia quasi impossibile. Il nostro è un paese con tante caratteristiche, in buona parte negative purtroppo, e con un numero di problemi, spesso di pari gravità, impressionante, che si intrecciano in dinamiche storiche, culturali e politiche molto complesse. Non è un caso che nelle classifiche comparative mondiali siamo sempre agli ultimi posti, spesso a contenderci una posizione con paesi del terzo mondo, e in Europa siamo sempre lì, in coda, in compagnia di Grecia, Portogallo, Spagna anche se ultimamente ha preso vantaggio, e alcuni paesi dell'Est.
Ma perchè? Se aveste la possibilità di avere una legislatura a vostra disposizione, con buoni poteri, quale sarebbe IL problema che reputereste primario e affrontereste con più forza?
In questa sorta di rubrica, senza troppe formalità, voglio appuntarmi tutti i fatti di cronaca, notizie e dati che riterrò utili per cercare di individuare, progressivamente e discutendo anche con voi lettori, i problemi più gravi dell'Italia. In questo modo, infine, riuscire a costruire un metro più oggettivo per valutare se davvero le forze politiche che si propongono di governarci siano sulla buona strada per cambiare la vita in questo paese, proponendosi di affrontare quei problemi strutturali gravi, o agiranno solo in superficie lasciando il paese nelle condizioni, spesso disastrose, in cui è attualmente.

Vorrei iniziare da un fatto di cronaca che riguarda la giustizia, che è uno dei problemi candidati per la top ten. Il 13 febbraio 2009 Jamel Mohaib, tunisino irregolare di 33 anni, ha violentato una ragazzina quindicenne in un parco di via Mattei, a Bologna. Il 9 marzo è stato condannato con rito abbreviato a 6 anni e mezzo di carcere, e a risarcire 50.000 euro. Il processo si è svolto in pochissimo tempo grazie ad alcune nuove norme del pacchetto sicurezza che prevedono tale procedura nel caso in cui il pubblico ministero riesca a svolgere le indagini in 30 giorni. Le indagini in questo caso sono state facili, data la dinamica del fatto: la ragazzina attendeva gli amici sotto casa, quando la bestia ("uomo" o "animale" è un termine troppo nobile per tali individui) le si avvicina e la trascina nel parco vicino. Un testimone osserva il fatto e chiama immediatamente la polizia: la bestia tenta anche di difendersi negando di aver violentato la ragazza.
Comunque, ciò che voglio mettere in evidenza di questa notizia sono alcuni aspetti:
a) Jamel Mohaib il 7 agosto 2008 venne già condannato ad 8 mesi di carcere per spaccio di eroina, quindi avrebbe dovuto scontare la pena fino ad aprile 2009.
b) Mohaib esce di carcere il 15 gennaio 2009, per vari motivi tecnici, scatenando alcune polemiche
c) Mohaib continua a vivere sul territorio italiano e persistere nella sua condizione di irregolare.
c) Mohaib violenta la ragazza il 13 febbraio 2009, un mese dopo.

Questa notizia, che purtroppo è solo una delle tante riguardanti la violenza sulle donne, mi sembra che inizi a far emergere due problemi che inserirei nella classifica delle cause più importanti della situazione italiana; la prima è la cultura dell'illegalità, che si riscontra in questo caso nella nostra pacifica accettazione di migliaia di stranieri irregolari come se fosse una cosa normale; la seconda è l'inefficienza del sistema di leggi e norme che regola il funzionamento della giustizia. Intanto pensiamoci su, torneremo spesso sull'argomento.

venerdì 13 giugno 2008

Lavagna della libertà - La Sicurezza secondo Silvio

Silvio Berlusconi ne è consapevole e, proprio in questi giorni in cui si sta discutendo della composizione del nuovo esecutivo, torna a ribadire che "uno dei primi provvedimenti del governo sarà incentrato sulla sicurezza".

(Il Giornale - 21 aprile 2008, prima delle elezioni)


Nell'inchiesta sulla clinica milanese Santa Rita, un ruolo fondamentale lo hanno avuto le intercettazioni telefoniche. A sostenerlo sono stati oggi gli stessi investigatori nel corso di una conferenza stampa. "Senza le intercettazioni non si sarebbero individuati i casi di omicidio volontario", ha spiegato il colonnella della Guardia di Finanza, Cesare Marangoni, al quale ha fatto eco il Pm Grazia Pradella: "al telefono - ha dichiarato - gli indagati parlavano molto esplicitamente della necessita' di operare per guadagnare".

(AGI - Milano, 9 giugno 2008)

Otto ordinanze di custodia sono state emesse nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla procura di Torino, nei confronti di altrettante persone. Il reato contestato è quello di corruzione.
L'inchiesta è nata nel gennaio del 2006 e, all'inizio, riguardava medicinali messi in commercio senza i dovuti controlli. Non si pensò che ci fossero rischi di nocività per il consumatore: il punto era che la mancata sperimentazione poteva garantire illeciti guadagni milionari alle aziende del settore.
L'ordine di custodia cautelare, firmato dal gip Sandra Recchione, è di circa 400 pagine. Agli atti ci sono le trascrizioni di numerose conversazioni telefoniche intercettate dagli inquirenti.

(Sole 24 ore, 21 maggio 2008. scandalo, già dimenticato, di corruzione per legalizzare farmaci non testati)


In seguito alle intercettazioni telefoniche disposte dai magistrati sui dirigenti bianconeri - e su Luciano Moggi in particolare - una cascata di rivelazioni è precipitata sull’ambiente calcistico nazionale suscitando stupore e indignazione in addetti ai lavori e tifosi. Tre sono le procure - Torino, Napoli e Roma - che lavorano ai diversi rivoli di un'unica maxi inchiesta che sta approfondendo i movimenti del cosiddetto “sistema Moggi”, un’organizzazione dalle molte risorse e conoscenze che avrebbe esercitato - secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti - una sorta di governo ombra del calcio italiano, manipolando direttori di gara e designatori arbitrali, società sportive, organi della federazione, procuratori e giocatori medesimi.

(Sole 24 Ore, 12 Maggio 2006, scandalo Calciopoli)

Arrivano le prime indiscrezioni sulle 73 intercettazioni trascritte da un perito e depositate dal Giudice delle indagini preliminari di Milano Clementina Forleo alle parti, relative all’inchiesta milanese sulle scalate bancarie, da Antonveneta alla Bnl. Ciò che sta emergendo è il contenuto di alcune telefonate effettuate nel luglio 2005 e che vedono come protagonisti Massimo D’Alema, Piero Fassino, Giovanni Consorte e Nicola La Torre. Protestano, intanto i Ds.

(La Stampa, 11 giugno 2007 - scandalo delle scalate bancarie)

Alla fine, alle dieci di sera, Berlusconi cede, ma incassa comunque un risultato importante: dopodomani, al consiglio dei ministri, ci sarà il ddl per limitare le registrazioni. L'aveva promesso in campagna elettorale, l'aveva annunciato una settimana fa davanti agli industriali.

(La Repubblica - 11 giugno 2008)

Nel suo intervento davanti alla platea di imprenditori, riuniti a Santa Margherita ligure, Silvio Berlusconi annuncia un'iniziativa del governo destinata a far discutere: il divieto di ordinare ed eseguire intercettazioni, anche nell'ambito di indagini giudiziarie. Un provvedimento da cui saranno escluse, prosegue il premier, solo le inchieste che riguardano la criminalità organizzata, la mafia, la camorra e il terrorismo.

(la Repubblica - 7 giugno 2008)

Intercettazioni: "Un attacco criminale alla privacy"

(Silvio Berlusconi, 20 dicembre 2007)

Silvio Berlusconi ne è consapevole e, proprio in questi giorni in cui si sta discutendo della composizione del nuovo esecutivo, torna a ribadire che "uno dei primi provvedimenti del governo sarà incentrato sulla sicurezza".

(Il Giornale - 21 aprile 2008)

sabato 31 maggio 2008

Reato di clandestinità? Non Pervenuto (parte 2)

Continuiamo l'analisi sul reato di clandestinità, iniziato qualche giorno fa. Come promesso, oggi "Vedremo perchè la strada scelta non solo non risolverà il problema, ma sarà controproducente e comporterà anche un costo per tutti i contribuenti."

Le argomentazioni a supporto di questo scenario le voglio affidare ad un articolo del procuratore aggiunto di Torino Bruno Tinti, già autore del libro "Toghe Rotte", dove spiega al cittadino qualunque perchè in Italia il sistema giudiziario non funziona, e perchè l'impunità è la norma.

















(La Stampa - 26 maggio 2008)

Riassumo i punti principali.

Se oggi l'espulsione è un atto amministrativo, che quindi potrebbe essere affidato ai sindaci (come già chiesto da molti), ai prefetti o ai questori, dopo il decreto diventerà un atto giudiziario, e quindi la competenza passerà al sistema giudiziario. Una macchina già lenta e in difficoltà, che rischia di implodere. Anche l'Associazione Nazionale Magistrati ha espresso questo timore.

I costi del decreto saranno enormi: basti pensare che per ogni processo ad un immigrato servirà mobilitare un Pubblico Ministero, un giudice, due segretari, vari poliziotti e la Polizia penitenziaria, un funzionario amministrativo, e ovviamente un interprete. Moltiplicate questo per il numero di immigrati clandestini, e avrete una misura di quanto costerà il tutto, ammesso che la macchina non si inceppi prima.

L'efficacia è il punto più scandaloso. Nello scorso articolo avevo fatto questo esempio: "E' come se parlassimo di cani randagi e scrivessimo una legge sui gatti". Perchè?
Semplice, basta leggere il testo del decreto: "Lo straniero che fa ingresso nel territorio dello Stato in violazione delle disposizioni del Testo Unico è punito etc etc...".
Quindi, gli immigrati clandestini già presenti in Italia non saranno considerati nel reato, ma solo quelli che entreranno in futuro. Che ovviamente si metteranno al riparo dichiarando che erano già presenti in Italia prima del 2008, e sarà difficile provare il contrario.

Insomma, studiando a fondo il problema vediamo che la realtà è ben diversa dalla percezione diffusa dai mezzi di informazione, che hanno lasciato intendere che tutti i clandestini saranno perseguiti; ancora una volta la macchina sforna propaganda, più che di verità.

mercoledì 19 marzo 2008

Attenti al..Ciarrapico

Ricordate il candidato Ciarrapico, divenuto noto alle cronache per aver scosso gli animi all'interno del Popolo della Libertà? [1] Questo signore, proprietario di un piccolo impero editoriale, è stato scelto come candidato alle prossime elezioni da Berlusconi, sollevando le proteste di alcuni esponenti del partito, tra cui Fini, che nel 2007 fu definito "un ometto impettito e deprecabile, un islamico-sionista, un furbetto". Non un bel complimento.

Inutili le proteste, Berlusconi che si sente tutti i media avversi (evidentemente tre reti televisive e un mucchio di giornali non gli bastano) ha zittito gli alleati affermando che "Dobbiamo fare una campagna elettorale per vincere. L'editore Ciarrapico ha giornali importanti a noi non ostili ed è meglio che continuino a esserlo, visto che tutti i grandi giornali stanno dall'altra parte". E fin qui, non ci meravigliamo più di tanto, conoscendo l'individuo. Perlomeno ne possiamo apprezzare la sincerità. Questa vicenda è stata in scena un paio di giorni sui Tg nazionali, e ora è rientrata insieme alla polemica.

Il caso ha però permesso ad alcuni giornalisti di non fermarsi a questo fatto, e di approfondire un attimo la storia di questo personaggio. Naturalmente tutte queste interessanti informazioni non sono passate in TV, forse per non turbare le coscienze degli italiani che si apprestano a votare.
Dunque, quali orrori si nascondono dietro il Ciarrapico?

Al di là del la sua passione per il fascismo, trascorso a stampare volantini e libri ideologici nella sua tipografia di Cassino, su cui ognuno può avere la sua opinione personale, sarebbe utile informare gli elettori delle sue invece affatto trascurabili avventure giudiziarie che non si possono ignorare.

Giuseppe Ciarrapico [2] può già vantare 4 condanne definitive, per reati che vanno dalla bancarotta fraudolenta alla ricettazione fallimentare, dallo sfruttamento del lavoro minorile alla truffa pluriaggravata.

A questo punto un cittadino normale si chiede: perchè non è in carcere? La risposta è "grazie al codice penale italiano", costruito per non punire i criminali e soprattutto per salvare chi può permettersi di pagare i 3 gradi di giudizio. Risultato: questo delinquente (termine tecnico per chi delinque) è libero e pronto ad entrare in Parlamento.

Un tale curriculum non poteva certo essere ignorato da Berlusconi, vista la sua particolare affezione ai tribunali. Solidarietà tra pregiudicati.

L'ultima vicenda che coinvolge il delinquente riguarda l'evasione fiscale, ed è recentissima. A quanto risulta il primo giornale a parlarne è stato "Italia Oggi" il 12 marzo 2008 [3]. Secondo l'articolo, Ciarrapico sarebbe stato scoperto dal fisco italiano per non aver pagato 1,4 milioni di euro, anticipati gentilmente dai contribuenti italiani onesti. L'editore per fortuna ha riconosciuto quello che, a voler essere un po' ingenui, è stato un errore involontario, e ha fatto domanda a Equitalia (agenzia pubblica che riscuote i tributi) per avere la possibilità di pagare la somma dovuta in 72 rate, un po' come nei centri commerciali; tutto ciò in nome di un nuovissimo decreto, il "milleproroghe", approvato il 28 febbraio.[4] Questo testo prevede, tra i tanti provvedimenti, che “L’agente della riscossione, su richiesta del contribuente, può concedere, nelle ipotesi di temporanea situazione di obiettiva difficoltà dello stesso, la ripartizione del pagamento delle somme iscritte a ruolo fino ad un massimo di settantadue rate mensili“; insomma, aiutiamo chi è rimasto indietro...col fisco; almeno paga, ed è già una vittoria per le tasche dei contribuenti onesti.

Per chi avesse voglia di approfondire, oltre alle specifiche delle 4 condanne definitive, tutte le altre condanne pendenti, processi vari e altri orrori, segnalo 3 articoli completi [5,6,7]. Uno al giorno a stomaco vuoto.

"Attenti al Lupo", cantava Lucio Dalla. I lupi oggi sono in parlamento. Io voglio ancora sperare, in uno slancio di ottimismo, che gli italiani non vogliano gente di questo tipo nel paese, e soprattutto non in parlamento, né con la destra né con la sinistra. Voglio sperare che, se avessimo un'informazione corretta, questa persona sarebbe costretta a nascondersi e non ad essere candidata in Parlamento. Voglio sperare...e, come diceva un tale, "la speranza è l'ultima ad evadere".

Note


[1] http://www.repubblica.it/2008/03/sezioni/politica/verso-elezioni-9/reazioni-ciarrapico/reazioni-ciarrapico.html
[2] http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Ciarrapico
[3] http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=29279565
[4] Legge 28 febbraio 2008, n.31 - http://www.camera.it/parlam/leggi/08031l.htm
[5] http://vivamarcotravaglio.splinder.com/post/16318407/Ciarrapico%3A+camicia+nera%2C+fedi
[6] http://vivamarcotravaglio.splinder.com/post/16367734/Il+Ciarra+del+vincitore
[7] http://www.lavocedellevoci.it/inchieste.php?id=137