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mercoledì 1 aprile 2009

Qualche buona idea contro la crisi

"Rinunciare, tagliare, contenere. Oppure inventare, ripartire, imparare. Ci sono tanti modi di affrontare la crisi. Abbiamo scelto 45 piccole, buone idee a cui ispirarsi per disegnare il nostro nuovo stile di vita." Così scrive il Corriere della sera online in un articolo di oggi. Propongo le idee più interessanti secondo me! Articolo originale: http://www.corriere.it/economia/09_marzo_31/magazine_45_piccole_idee_anti_crisi_71404694-1dd0-11de-84d3-00144f02aabc.shtml

earth_miniIdea 12: Microcrediti per piccoli artigiani
Disoccupati, piccole aziende artigiane in crisi, o vittime del ritardo di pagamento di committenti altrettanto in difficoltà. Sta diventando questo il nuovo target di chi si rivolge a Micro. Bo – Associazione Microfinanza Bologna, onlus attiva, tra l’altro, nel microcredito. Con 50 interventi annui, la onlus nata 4 anni fa agisce come garante presso istituti bancari sempre più restii a concedere il credito. Proprio ora che servirebbe di più.


Bologna e l'Emilia Romagna non tradiscono, per fortuna, la sua attenzione al sociale in un mondo di individualismo. Speriamo non vada in decadenza insieme al degrado che invade sempre più la città.

idea 45: Smettere ma per sempre
Risparmiare almeno 1.400 euro all’anno e guadagnarci in salute, senza contare la riduzione della spesa sanitaria. È l’affare da non perdere: smettere di fumare. L’idea non sarà originale ma la convenienza è indiscutibile. Come dice Renato Pozzetto nell’ultima campagna del Ministero: “Il fumo uccide: difenditi”.


E in più, aggiungo, chi fuma comporta una spesa sanitaria maggiore che paghiamo tutti noi con le tasse! Inquina, sporca, contribuisce a finanziare le industrie peggiori al mondo. Il bello è che magari si fa volontariato e poi si fuma, personalmente lo trovo assurdo poi non so voi. In ogni caso ognuno fa quel che vuole! capisco che per me è facile parlare, ma chi fuma di fatto è una persona dipendente e anche se si rende conto di certe cose immagino abbia difficoltà a smettere. Biologicamente è una droga, c'è poco da discutere.

idea 15: Pane e pizza fai-da-te
Sei euro al chilo, manco fosse una specialità di pasticceria. Il prezzo del pane è alle stelle e i consumi calano, ma non a casa. La risposta di molte famiglie è “allora me lo faccio”, ecco spiegato il boom delle macchine per farlo. In tre ore si sforna un chilo di pane buono e genuino che resta fresco per diversi giorni e che ci viene a costare molto meno di un euro per la materia prima. Fa tutto la macchina (se ne trovano da 40 euro in su), basta ricordarsi di tenere in casa farina e lievito. Per ricettari e consigli cercare su internet o in libreria (Facile come il pane, ed. Red). Il passo successivo è la macchina cuocipizza per i sabato sera con gli amici.


Confermo!! Ho da un anno la macchina del pane ed è fantastica, il pane è molto più buono e lo fai come vuoi tu senza perdere nemmeno 5 minuti.

idea 23: il prezzo è giusto, lo dice il web
Una volta bisognava avere molto tempo libero e girare diversi negozi per trovare le offerte migliori. Adesso il servizio è già pronto, è gratuito e viene continuamente aggiornato. Basta cercare online e callaudatissimi siti ci guidano all’acquisto migliore. Per esempio www.trovaprezzi.it oppure www.kelkoo.it


idea 16: Guardiani spegni luci e pc
Tra i corridoi dell’istituto Itis “Castelli” di Brescia li chiamano “guardiani della luce”, trenta studenti (due per classe) che hanno il compito di spegnere neon e computer una volta finite le lezioni. Conti alla mano le ronde anti-spreco degli studenti hanno fatto risparmiare all’istituto scolastico il 17% sulla bolletta dell’Enel. I soldi risparmiati nell’ultimo anno adesso verranno investiti in progetti di educazione ambientale. Attenzione anche a casa ai led accesi, dalla tv al pc. I consumi degli stand-by sono costi tagliabili.


e aggiungo, consumare meno carne è molto più efficace di queste misure, che sono comunque da prendere. Lo dimostrano studi e calcoli tra l'altro non difficili da fare.

Idea 5: Una bici per te ad ogni angolo
Pedalare mantiene in forma, è divertente e non inquina. Per questo il bike sharing dopo Parigi e Barcellona sta prendendo piede anche in Italia (hanno aderito circa 60 comuni). Con una tessera elettronica o con una chiave che contiene un codice personale si ritira una bici da una rastrelliera e si riconsegna quando non serve più, anche dall’altro capo della città. Stenta a decollare a Roma (www.roma-nbike. it), piace sempre di più ai milanesi (www.bikemi.it).


Basta traffico insostenibile di auto private con una sola persona dentro, siamo ridicoliiiiiii!!!!!!!! vai di bus, metropolitane, car sharing, tram, e bici quando si può e ci sono le piste! E se non ci sono, chiedetelo ai sindaci!

idea 17: Metti una pala sul tuo tetto
Per sfruttare la forza dei venti e farsi un po’ d’energia domestica, si può installare in giardino o sul tetto una pala micro-eolica da 400W: se non supera 1 metro di diametro (come un’antenna parabolica) e 1,5 d’altezza non richiede autorizzazioni perché assimilata ad un intervento di manutenzione ordinaria. Il costo s’aggira sui 1.300 euro (più 50/60 per l’inverter) e può far funzionare irrigatori, pompe da pozzo ed elettromestici come tv o frigo. Niente calma piatta, però, intorno a casa: il vento deve soffiare in media a 5 metri/secondo.


Non conosco questa tecnologia e non so quanto sia utile e in quali zone, ma è un invito a considerare le energie alternative, tra cui principalmente il solare visto che l'Italia ha un'irradazione spaventosa e siamo pieni di incentivi. Bisogna attivare anche i condomini!

giovedì 27 marzo 2008

Quel confronto Tv non s'ha da fare!

Benritrovati. Durante queste brevi vacanze ho cercato di isolarmi dalle vicende politiche italiane, per prendere aria prima delle ultime settimane di campagna elettorale, che come al solito sfioreranno il ridicolo.
Non ho però resistito a guardare Ballarò martedi sera, con Floris trattato come uno zerbino (quello almeno si sporca e ti costringe a lavarlo); ogni tanto mi piace immaginare che reagisca, afferrando l'onorevole per il bavero e dicendogli :"senta, lei ora risponde alla mia domanda, e senza dire balle, altrimenti la sbugiardo in diretta TV"; uno spruzzo di giornalismo anglosassone.
Invece è il solito pastone, con confronto tra i vecchi (Dini, Casini, Fassino, Boselli) e nuovi politici che fanno rimpiangere i vecchi (Brambilla e Colaninno). La Rossa si è confermata provocatrice e disturbatrice a pagamento, vuota di contenuti e idee, raccontaballe (ricordate le balle sulla Sardegna?) e nel complesso davvero penosa. La "best performance" della serata va sicuramente a lei.

In casa "Studio Aperto" prosegue la campagna elettorale per "El Presidente". Il Tg delle 12.30, dopo un'apertura con 3 servizi di cronaca nera, è passato al servizio sulla campagna elettorale. In studio, durante la presentazione, campeggiava come sempre l'enorme simbolo del Popolo della libertà, giusto per facilitare gli anziani nel momento del voto; chissà perchè non si è mai visto il simbolo del Partito democratico, visto che è un telegiornale imparziale.
Il servizio riportava lo scontro tra Berlusconi e Veltroni sul confronto TV. I fatti sono ben descritti in questo paragrafo del Corriere, che vi riporto: "Il segeretario del Pd aveva reso noto di partecipare alla trasmissione di Bruno Vespa solo se ci fosse stato un confronto diretto con il candidato premier del Pdl, il quale però non ha accettato: «Se facessi il confronto televisivo con Veltroni, dovrei farlo con gli altri dodici candidati che hanno gli stessi diritti», ha detto il Cavaliere. A questo punto Veltroni ha risposto che non sarebbe andato nemmeno a una trasmissione in cui egli avrebbe risposto da solo alle domande dei giornalisti. Quindi la Rai è stata costretta, per la par condicio, anche ad annullare la puntata in cui Berlusconi avrebbe risposto da solo ai giornalisti."

Studio Aperto è riuscito nell'impresa di far passare il messaggio che sia stata tutta colpa di Veltroni, che vigliaccamente si è tirato indietro nascondendosi dietro la par condicio. Geniale.

Ma lasciamo da parte il nostro povero e malato paese. Voglio proporvi una serie di banner a cui dedicare qualche minuto e da diffondere il più possibile.

Come sapete in Tibet in questi giorni ci sono stati gli ennesimi scontri tra la polizia cinese e gli indipendentisti. Il Tibet è una regione che da decenni è occupata dalla Cina, poichè ha risorse molto importanti come l'acqua, vitale per la crescita cinese. In questi giorni il sito di attivismo Avaaz ha raccolto oltre 1 milione di firme, un vero record. Aiutiamo a raggiungere i 2 milioni:

Vday

E, visto che siamo in tema, mandiamo la nostra protesta contro le olimpiadi di Pechino. La vergogna del mondo occidentale che di fronte al crescente capitalismo cinese chiude gli occhi su diritti umani, condizioni di lavoro e totalitarismo, fornendo un enorme legittimazione con le Olimpiadi.









Altro appello non meno importante. Ogni anno vengono brutalmente massacrati, a colpi di bastone, i cuccioli di foche per poterne ricavare pellicce. Oltre a boicottare ovviamente la vendita di tali prodotti, e a desiderare le peggiori sciagure per quelle bestie umane immeritevoli di ogni diritto, mettiamo qualche firma per cercare di bandire per sempre questa pratica più che barbara. Il link NON porta ad immagini crude, quindi cliccate tranquillamente.

Vday

Inoltre possiamo firmare un'altra petizione a questo indirizzo in italiano: http://www.agireora.org/info/news_dett.php?id=460

E per ricordare ogni tanto (visto che le TV non lo fanno quasi mai e i medici sono fortemente disinformati) che la dieta migliore per la salute umana, la cura e la prevenzione di molte malattie è una dieta a base di cibi vegetali, non guasta una visita sul sempre aggiornato sito della:

SSNV


Infine, vi ricordo che il 25 aprile a Torino ci sarà il V-2 day. Si può considerare Grillo un qualunquista, un buffone, o come preferite. Però questa è una battaglia fondamentale, che riguarda la vera libera informazione. Senza quella, l'Italia non va avanti. Io mi sono già iscritto, e parteciperò quasi sicuramente a
Torino.

Vday 

sabato 29 settembre 2007

Per una Birmania migliore

E' trascorso un lungo periodo di pausa. Me ne scuso, ma periodi di riflessione sono sempre necessari, soprattutto quando si ha la possibilità di farlo dal momento che questo non è un lavoro. Negli ultimi periodi prima della sospensione, le visite al blog sono state molto basse, e questo non ha certo aiutato. In diverse occasioni ho invitato a scrivere al nostro indirizzo di posta (isoladikrino@gmail.com), inviando commenti e consigli per migliorare il blog, ma purtroppo non ho mai ricevuto un email. Colgo l'occasione per invitare a scrivere, a dire cosa non piace, come migliorare, fare richieste su temi da affrontare, proporre una collaborazione, etc. Di blog pieni di chiacchiere, in cui ognuno esprime la propria opinione senza basarsi su fatti, ce ne sono fin troppi, e l'Isola di Krino vuole provare ad essere qualcosa di diverso e utile all'informazione, anche col vostro aiuto. Spero che questo fine venga apprezzato maggiormente.
Detto questo, ho deciso di riprendere l'attività parlando dei fatti in Birmania. Buona lettura. (L'Immagine è Copyright ANSA)





I fatti sono noti anche sulla stampa italiana. Nella ex-Birmania, ora Myanmar, nel sud est asiatico, è in corso una mobilitazione di monaci, studenti e gente comune, circa 50.000 secondo le stime, contro il regime militare al potere chiamato in modo piuttosto grottesco "Consiglio statale per la pace e lo sviluppo" (SPDC).

Le proteste sono iniziate da circa 10 giorni, ma nella sola giornata di ieri sono state uccise 9 persone dai militari che stanno tentando di reprimere duramente la rivolta. Secondo fonti locali, ormai i militari sparano ad altezza d'uomo, e negli ultimi giorni hanno sgomberato 6 monasteri, arrestando circa 850 monaci che si vanno ad aggiungere ai più dei 1000 detenuti politici rinchiusi nelle carceri del regime.[1] Possiamo immaginare il trattamento riservatogli, visto che nell'ultimo rapporto di Amnesty si parla di torture e maltrattamenti sistematici durante processi e interrogatori, e di precarie condizioni carcerarie, senza assistenza medica e un'alimentazione carente.[2]

Star dietro i numeri di questo scontro è però molto difficile, dal momento che le fonti primarie sono gli organi di informazione controllati dal regime militare, e quindi molto parziali. E contare su fonti indipendenti è sempre più impensabile. Uno degli aspetti più gravi di tutta la vicenda riguarda proprio il diritto all'informazione, negato brutalmente in questo paese. Certo, anche nei nostri paesi democratici siamo abituati al controllo dell'informazione, ai filtri, e alla propaganda. ma leggere che il regime militare Birmano sta uccidendo e scacciando tutti i giornalisti stranieri (ultimi morti un tedesco e un giapponese), oscurando blog, impedendo l'accesso ad internet, controllando le linee di cellulari, è qualcosa di troppo grave e, ritengo, sconcertante.

Nonostante questi fatti, un diplomatico anonimo del SPDC ha anche il coraggio di affermare che 'Il governo si sta impegnando a mostrarsi moderato nel rispondere alle provocazioni'. Non oso immaginare cosa sarebbe successo se si fossero mostrati decisi nella risposta.[3]

La Birmania è sotto dittatura militare dal 1962, e l'attuale capo è il Generale Than Shwe. Nel 1990 la giunta militare concesse una sorta di elezioni fantocce, che furono stravinte dal Fronte di Aung San Suu Kyi con l'80% dei consensi, nonostante le minacce e i rastrellamenti da parte dell'esercito. Suu Kyi fu ricompensata con gli arresti domiciliari, che continuano ormai da 12 anni, e con l'assoluto isolamento dal resto del mondo.

E' lecito chiedersi come è possibile che il mondo che si definisce "democratico", USA in testa, tolleri regimi militari del genere ancora oggi nel 2007. Ed è anche lecito pensare che ci siano interessi troppo forti che spiegano la situazione e l'immobilità internazionale, e vanno ricercati negli scambi economici che buona parte del mondo intrattiene con questo paese. Anche l'Europa partecipa specialmente nel settore petrolifero e del gas, come possiamo leggere in una risoluzione del 2002 del Parlamento europeo.[4] Ma questo è un argomento da approfondire prossimamente.

Cosa possiamo fare per supportare questa popolazione nella loro battaglia per un Myanmar migliore?
Innanzitutto, chi ha attività in Birmania dovrebbe ritirarsi al più presto, e fermare ogni forma di finanziamento, diretto e indiretto, del regime militare. Ma anche noi semplici cittadini possiamo fare qualcosa anche a distanza, firmando gli appelli che in questi giorni sono stati promossi da varie associazioni. Voglio segnalarne due che ritengo più importanti e incisivi.

Il primo è ovviamente di Amnesty International, la più impegnata e seria organizzazione al mondo sui diritti umani.
http://www.amnesty.it/appelli/azioni_urgenti/Myanmar?page=azioni_urgenti

Il secondo è di una organizzazione nata di recente, chiamata Avaaz, formata da più di un milione di cittadini di tutto il mondo che agiscono attraverso petizioni e altre forme di pressione via internet, su temi come l'ambiente, i diritti umani, la politica mondiale, etc. La Petizione è rivolta a tutti i membri del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, alla stampa
http://www.avaaz.org/en/stand_with_burma/

Agire via internet con una firma è un gesto ma che può essere molto incisivo, ed è una cosa, come abbiamo visto, che non è scontata in tutti i paesi del mondo. Approfittiamone, e continuiamo a tenerci aggiornati leggendo, ad esempio, i siti di Amnesty International italiana e internazionale[5], o semplicemente un agenzia come l'ANSA[6].

Note

[1] Agenzie di stampa e giornali italiani online (Corriere, Repubblica, Ansa, etc)
[2] http://www.amnesty.it/pressroom/ra2007/myanmar.html?page=ra2007
[3] http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/news_collection/awnplus_ticker/2007-09-27_127130994.html
[4] http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P5-TA-2002-0186+0+DOC+XML+V0//IT
[5] http://www.amnesty.it/home/index.html
[6] http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/mondo/mondo.html

mercoledì 23 maggio 2007

Ninna oh, ninna oh, il tesoretto a chi lo dò?

Oggi ho deciso di scrivere una lettera al presidente del consiglio e ai ministri, che in questi giorni discutono animatamente di come utilizzare le maggiori entrare fiscali, il cosiddetto "tesoretto".

Se l'idea vi sembra una buona alternativa, vi chiedo di sottoscrivere la lettera firmando la petizione inserendo il nome e i dati richiesti (non saranno tutti visibili).

NB: Se non visualizzate il riquadro (richiede javascript) potete firmare direttamente al sito:
http://www.thepetitionsite.com/takeaction/890267517



Chi vuole contribuire inserendo il banner sul proprio sito/blog e diffondere questa iniziativa, può inviarmi una email all'indirizzo isoladikrino@gmail.com e io invierò il codice html da inserire molto facilmente.







Ovviamente tutte le critiche e proposte di miglioramento sono molto benvenuti, e cercherò di implementarle prima di spedirla. Grazie


**************************************************************


Egregio Presidente del Consiglio Romano Prodi, egregi Ministri della Repubblica Italiana.


In questi giorni si dibatte per scegliere le destinazioni e i modi in cui spendere il "tesoretto".


La storia e l'esperienza ci insegna che le misure palliative, che tappano una falla temporaneamente, non portano a nessun miglioramento. Tutti i politici dicono a parole che devono occuparsi di riforme strutturali, che quindi portino vantaggi non solo nell'immediato ma che siano durature nel tempo. E uno dei temi su cui bisogna investire subito, nel presente, per migliorare il nostro futuro, è l'energia.


Nella Finanziaria 2007 è previsto uno sgravio fiscale sull'IRPEF per chi attua misure di coibentazione degli edifici; Sono provvedimenti importanti ma poco diretti e che scoraggiano soprattutto a causa della lentezza e difficoltà burocratica; Inoltre tante famiglie non possono permettersi le spese di ristrutturazione in attesa di un parziale e futuro rimborso.


Qual è dunque la nostra proposta per il "tesoretto"?
Distribuire i fondi direttamente agli italiani che, sotto una certa fascia di reddito che si calcolerà sulla base delle risorse disponibili, vivono in edifici vecchi ed energeticamente insostenibili.


L'amministrazione pubblica dovrà erogare i fondi e assicurarsi che i destinatari attuino i più elementari provvedimenti per migliorare la resa energetica della propria casa. Ad esempio, l'intervento più importante e fattibile sempre, che non richiede ristrutturazioni e costosi lavori in muratura, è la sostituzione dei vecchi infissi con finestre e vetri ben isolanti.


Brevemente qualche dato.
La maggior parte del calore prodotto dai nostri riscaldamenti fuoriesce dai vetri e dagli infissi. Una casa normale, mal costruita come la maggioranza di quelle italiane, richiede circa 20 litri di gasolio per metro quadro di superficie.
Con le tecnologie oggi esistenti, e con un costo nell'ordine del solo 2% maggiore, è possibile costruire edifici che richiedono da 5 litri al metro quadro nei casi "peggiori" fino a 1 litro al metro cubo, per un risparmio annuale notevole.[1]


Ovviamente sostituendo i soli infissi è difficile raggiungere queste efficienze, ma si può già notevolmente migliorare la resa energetica anche di edifici vecchi e costituirebbe una prima misura a favore del protocollo di Kyoto, che se non rispettato porterà l'Italia a pagare le ingenti multe. Ancora una volta, investire oggi pensando al futuro.


Si può e si deve iniziare a fare, in previsione del prossimo inverno si ha tutto il tempo a disposizione.


Qualcuno storcerà il naso, pensando che di fronte a milioni di persone che non arrivano a fine mese, questo possa essere l'ultimo dei problemi.
Il fatto è che la spesa per riscaldamento è una delle principali voci nei costi energetici di una famiglia italiana (circa il 70%)[2], ancora peggio se si è in affitto. Basti pensare che esistono già prestiti a rate specifici per permettere alle famiglie di pagare le bollette del gas, ovviamente indebitandosi ancora di più. Questa non è la soluzione, perchè impoverisce ancora di più chi è povero e arricchisce chi presta soldi con tassi di interesse da usura (nell'ordine del 15-20%).


Dare il tesoretto in modo diretto agi italiani e permettergli di avere un risparmio consistente e duraturo, è un modo efficace di aiutare chi d'inverno non riesce a pagarsi la bolletta del gas e non disperdere questi soldi in riforme inefficaci o misure a colabrodo tipiche del nostro paese.


Dichiaro di non avere ovviamente conflitto di interesse con chi produce infissi e vetri, nè di conoscere alcun produttore. Sono solo uno studente aspirante giornalista, ma di questi tempi meglio essere chiari.


Distinti saluti,
Stefano Esposito.


[1] http://www.agenziacasaclima.it/it/casaclima/casaclima/categorie-casaclima.html
[2] http://www.legacoop.coop/energia/docs/rapp_ceis.pdf