venerdì 31 agosto 2007

L'estate a Massa Lubrense

La penisola sorrentina è una famosa meta turistica che attira ogni anno migliaia di visitatori da ogni parte del mondo grazie alle sue bellezze naturali: mare e coste, sentieri, panorami mozzafiato, piccoli gioielli come le isole di Capri, Ischia e Procida. Sorrento, che dà il nome a tutta l'area, è città turistica per eccellenza, ricca di strutture ricettive, spesso al centro di servizi giornalistici di promozione turistica in stile "linea verde".

Troppe volte però gli si danno meriti che appartengono ad altri comuni dell'area, mai nominati nei servizi televisivi. L'esempio più recente riguarda un servizio di Linea Verde sulla penisola, in cui si è ampiamente fatta pubblicità a Sorrento pur parlando di località che appartengono invece ad un comune vicino, mai nominato dal presentatore, e cioè Massa Lubrense. E non è il solo caso: si parla di "Limoni di Sorrento" o "l'olio di Sorrento", prodotti tipici famosi in tutto il mondo, senza dire però che i limoni e le olive provengono soprattutto dalle fertili terre di Massa. Penso perciò sia giusto parlare un po' di questa realtà che, pur offrendo al turista molte opportunità, spesso viene trascurata.

Massa Lubrense è un comune di circa 13.000 abitanti, esteso su un'ampio territorio ricco di attrattive naturali come Punta Campanella, l'estremo braccio della penisola con resti archeologici a picco sul mare e con una splendida vista su Capri, o come l'incantevole Baia di Jeranto, zona protetta del Parco Marino locale e con la caratteristica torre Saracena. Il punto più alto del comune è la frazione di S.Agata sui Due Golfi che, come suggerito dal nome, ha la particolarità di affacciarsi sia sul golfo di Napoli che su quello di Salerno, con la sua incantevole costiera Amalfitana, altra eccellente e forse ancor più nota meta turistica.

Massa offre ai visitatori un soggiorno tranquillo, e secondo la ricerca del settimanale "Gente" è risultato essere il comune turistico più sicuro d'Italia[1], un riconoscimento importante in una regione, la Campania, che non brilla certo per la sicurezza. Da non dimenticare, infine, le tante caratteristiche frazioni sparse per il territorio, e i tanti sentieri naturalistici che permettono di scoprire zone altrimenti inaccessibili, come le piccole baie e punti panoramici.

Oltre alle bellezze naturalistiche, l'estate massese offre ai cittadini e ai turisti numerose occasioni di serate culturali. A fine luglio, ad esempio, una serie di incontri con autori hanno offerto la rara possibilità di conoscere e dibattere con personaggi come Magdi Allam, Alberto Bevilacqua, Piergiorgio Odifreddi e Luciano De Crescenzo.

Venerdi scorso si è invece conclusa la settimana dedicata alla Ottava edizione della rassegna musicale "Classica Estate"[2], che ha visto esibirsi giovani talenti della musica nella suggestiva cornice del Palazzo Vespoli.
La rassegna ha proposto musical su Napoli e la sua maschera più famosa, Pulcinella, suggestivi brani di chitarre classiche, corali che hanno interpretato famosi brani lirici e della tradizione napoletana, artisti che al pianoforte hanno fatto rivivere grandi autori come Chopin, Debussy e Mozart.

L'estate massese si conclude il 31 agosto con l'ultimo appuntamenti della rassegna "Artisti di Strada". Il 29, nella caratteristica piazzetta di S.Agata, un gruppo indiano si è esibito in assoli di tamburi e piffero, con combattimenti, fuochi e danze acrobatiche, mentre il 31 la compagnia teatrale "Atmo" proporrà il mito di Proserpina[3] con una particolare coreografia ricca di artifici pirotecnici. Ma anche Settembre è una stagione particolarmente adatta a visitare Massa e tutta la penisola, visto il minor flusso di turisti e il clima solitamente più accogliente.

Naturalmente anche Massa ha i suoi problemi, che riguardano principalmente l'espansione edilizia mal regolata nei decenni passati, e qualche difficoltà nei trasporti dovuta all'inesistenza di fondi stradali adeguatamente mantenuti ed alla carenza di mezzi pubblici, riservati solo alle direttive principali e con orari non sempre accettabili. Con questo articolo vorrei invitare, e parlo a nome di tanti cittadini massesi, l'amministrazione locale ad attivarsi con decisione e volontà per ripristinare le strade e il territorio al fine di aumentarne la qualità e offrire, la prossima estate, un soggiorno ancora più piacevole ai visitatori.

[1] http://www.penisolasorrentina.info/index.php?option=com_content&task=view&id=812&Itemid=1
[2] http://www.positanonews.it/menu/default.asp?id=7306&pag=
[3] http://www.positanonews.it/menu/default.asp?id=7725&pag=

domenica 19 agosto 2007

L'intolleranza del tifo Italiano

Mi scuso per la lenta (e prevista) frequenza di aggiornamento del blog, ma come un po' tutti anche noi ci stiamo godendo le brevi vacanze estive, ridotte ormai al solo mese di Agosto.
Pubblico questa riflessione sulla violenza negli stadi inviatami da TenderSurrender. Buona lettura, e buon proseguimento di vacanze.


Ormai quasi tutte le partite che si giocano all'Olimpico e che vedono impegnate le romane nell'ambito di manifestazioni internazionali sono teatro di spiacevoli scontri fra clan di tifosi o ancor peggio fra tifosi e forze dell'ordine. Gli accoltellamenti non si contano, così com' è impossibile fare ammenda di tutte le tragedie finora sfiorate. Le diffide del campo e le multe a Roma e Lazio sembrano inutili tentativi di risolvere questa orribile tendenza. Si dovrebbe andare alla radice del problema e combattere definitivamente questa piaga sociale, a mio parere, tipica di Roma e della sua cultura sportiva quantomai insesistente.

Molti politici, pervasi dalla loro capacità imbonitoria ed inclini per natura ad esaltare solo la merce più pregiata per mostrarla in giro per le piazze, finiscono per dimenticarsi con altrettanta futilità di quante figuracce sono capaci di collezionare ogni anno. Peccato che propio nella terra dove si dice sia nata la civiltà occidentale oggi si registri un degrado sociale, almeno nell'ambito sportivo, tanto deprimente e preoccupante.

Senza fare del facile qualunquismo o del prevedibile associazionismo, vi sembra normale che ancora oggi la maggior parte del tifo Laziale sia connivente con frange dell'estrema destra o rifiuti quantomeno l'idea di combatterle?

Vi sembra mai possibile e al tempo stesso tollerabile che dopo i fatti della monetina [http://www.aicovis.it/legginews.asp?Id=526&macroarea=] che videro coinvolto l'arbitro Frisk non si siano attuate le dovute precauzioni e che un vile gesto del genere sia ancora potenzialmente replicabile?

Domande, amici miei, che non trovano una facile risposta. Quesiti destinati a rieccheggiare a lungo in questo limbo dantesco sperando che un giorno un anima candida come quella di Virgilio c'illumini d'immenso mostrandoci la via della speranza.

domenica 5 agosto 2007

Auto accessoriate

L'automobile è un bene di consumo particolare, che il marketing è riuscito a diffondere in modo efficiente in quasi tutta la popolazione mondiale. La crescita nella vendita di auto in un paese di solito ne indica lo "sviluppo" economico secondo il modello liberista dell'economia: più imprese, più privati, sulla carta meno impedimenti statali ma nella realtà più sussidi pubblici all'economia, e così via. Una ricetta già sperimentata, che impone di crescere e crescere sempre e comunque, ad ogni costo, anche se gli effetti per la popolazione e l'ambiente sono spesso nulli o addirittura negativi.
L'auto in questo contesto è stata presentata come un bene indispensabile, unico, personale, col risultato che oggi nei nostri paesi ci sono milioni di automobili che ogni giorno si spostano, trasportando una sola persona invece che 4-5, inquinando e intasando le strade e i centri delle nostre città. E i mezzi pubblici spesso sono trascurati o vittime di traffico e ritardi. L'auto è spesso indispensabile, è vero, ma in moltissime occasioni se ne abusa, e moltiplicando i songoli abusi per milioni di persone si ha un effetto devastante.
Questa idea dell'auto è però forse giunta alla saturazione, e il marketing ha bisogno di nuove idee e nuovi stili per accattivarsi l'adorazione delle nuove generazioni di consumatori.

Qualche giorno fa la rubrica del Tg2 "Costume e società" ha trasmesso un servizio sulle ultime tendenze in fatto di automobili. Un misto tra lusso e divertimento, auto accessoriate negli interni fino all'inverosimile, con impianti stereo esagerati, televisori al plasma un po' ovunque, joystick di playstation che sbucano dal cruscotto, lettori mp3, navigatori satellitari che, ovviamente, nella mente dei produttori devono avere molte altre funzioni come quella di riprodurre film in dvd. Musica ad alto volume, film e videogames sono le novità con cui l'industria automobilistica cerca di lanciare la nuova idea di auto. Tutte cose essenziali per la guida. Con le velocità che si raggiungono oggi sulle autostrade basta una frazione di secondo per incorrere in un incidente, ed è richiesta sempre la massima concentrazione. Ma il mercato ha bisogno di vendere, e quindi ben vengano questi inutili quanto pericoloso accessori alla guida, ideati proprio per distrarre.

L'aspetto più macabro del servizio è che è stato immediatamente seguito da un breve commento sui morti sull'asfalto, che ogni giorno sono numerosi, specialmente nei weekend quando i giovani escono per divertirsi in tutti i locali e le discoteche d'Italia. Un messaggio di prudenza che sembra non raggiungere alcun risultato, forse proprio perchè sovrastato da centinana di pubblicità giornaliere di nuove auto, più veloci, e di accessori che distraggono sempre più dalla guida, come quelli prima presentati.
Due servizi che esprimono il contrasto tra interessi diversi: quello dell'informazione pubblica, civica, che invita alla prudenza sulle strade, e quella di chi produce auto e deve venderne sempre di più, sempre più veloci e accessoriate. Inutile dire che al primo viene riservato uno spazio infintesimale rispetto al secondo.

Sento sempre più persone che parlano della velocità, in auto o in moto, come di un fine, una realizzazione personale. Andare veloce significa vivere, chi va piano non si diverte ed è un povero stupido. Saranno concezioni diverse della vita, ma personalmente penso che vivere sia tutt'altra cosa. Troppe persone smettono di vivere proprio a causa della velocità, e penso che ci siano buoni motivi per considerare responsabili di questo chi produce auto sempre più veloci e invita a distrarsi al volante.
La responsabilità va ricercata anche nella società, che evidentemente non riesce a contrastare la prepotenza della propaganda pubblicitaria, e fallisce nel diffondere un senso della vita più pieno, che consideri importanti valori diversi da quelli dell'apparenza e del possedere beni, siano essi vestiti firmati o auto veloci.