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domenica 13 gennaio 2019

Un cambiamento annacquato: meglio di niente?

No TAP, bruciano le bandiere del Movimento (Fonte: www.ilfattoquotidiano.it)
Dal primo giorno di questo #governodelcambiamento mi è sembrato evidente che la strategia della Lega (e dei partiti di sistema, PD in testa) fosse quella di logorare il Movimento 5 Stelle e indebolirne l'azione, affiaccandone il potenziale rivoluzionario. Mi pare che il piano stia riuscendo alla perfezione.

Il cambiamento c'è stato, innegabile, su alcune cose, anche molto importanti, e soprattutto grazie ad alcuni ministri e al lavoro eccellente di tanti deputati che vigilano e controllano: i primi passi per una riforma della giustizia - sicuramente la cosa più importante e rivoluzionaria che si possa fare in un paese martoriato da corruzione e mafie; Il piano di rinazionalizzare beni pubblici come le autostrade e l'acqua; metter mano al sistema dei centri del lavoro, lasciato in completo abbandono, introducendo il reddito di cittadinanza; iniziare a razionalizzare le tante inefficienze del paese; e cosi via.

Ma è evidente che il cambiamento - per ora - è solo un riflesso di quello che si sarebbe dovuto fare. Un cambiamento all'acqua di rose, un brodino, reso amaro dal continuo ragliare di leghisti & co, impegnati nel non cambiare un bel nulla e invece indirizzare la frustrazione degli Italiani contro il comodo nemico di turno, i poveracci. Italiani che, invece di riflettere, inseguono, premiando la Lega che raddoppia i consensi dal 17 al 33%

Questo cambiamento è meglio di niente, si dirà. Forse a ragione, soprattutto se quelle riforme elencate sopra diventino realtà iniziando ad incidere su problemi strutturali del paese. A volte però penso che sarebbe stato meglio il niente. Mi spiego: quando hai un capitale politico ENORME, frutto di anni di duro lavoro di Beppe e di tanti attivisti, che hanno messo insieme i pezzi di una società civile distrutta da decenni di aggressioni liberiste da parte di PD e PDL, e fatto un piano di riforme profonde per rimettere in sesto il paese, beh quel capitale politico non si ottiene facilmente e non si può annacquare. O quel cambiamento - radicale - si porta avanti senza troppi compromessi, oppure meglio saltare il turno. È dal giorno delle elezioni che sostengo che il Movimento avrebbe dovuto saltare questo turno e continuare a rafforzarsi fino a poter governare da solo (non mancava molto).

L'errore politico di aver costruito questa alleanza contro natura, invece di mantenere coerente la linea di sempre (mai alleati con chi ha distrutto il paese), è stata già pagata con una riduzione dei consensi dal 33% al 24%. Un massacro. Chi si prende la responsabilità di questa scelta? E chi si fa avanti per ricostruire quella fiducia e quella carica rivoluzionaria che ha contraddistinto il Movimento? Solo il 22% dei sostenitori è positivo nei confronti della Lega. Ha senso far finta di niente e continuare su questa strada? A quando una rivalutazione della situazione attuale?

Sarei contento di sentire le vostre opinioni e idee.

lunedì 10 settembre 2018

Come siamo arrivati a questo punto (parte 1)



Per cambiare l'Italia non basta una legislatura. Nemmeno due. Curare è sempre più costoso che prevenire. I partiti che hanno dominato la scena politica per gli ultimi decenni hanno messo in piedi un complesso sistema che ha favorito inefficienza, ineguaglianza, evasione, corruzione, e ingabbiato l'Italia in una morsa chiamata debito pubblico. I confini tra centro-destra e centro-sinistra si sono sfocati, con un centro-destra degenerato intorno alla figura di Berlusconi, e con un centro-sinistra degenerato in un partito più efficace del centro-destra nell'attuare politiche di destra, a partire da privatizzazioni e un generale smantellamento della cosa pubblica. Tutti i partiti sono diventati ostaggio - e allo stesso tempo complici - di una letale dipendenza da cospicui finanziamenti privati.

Le conseguenze di queste politiche, portate avanti con ostinata lucidità da entrambi gli schieramenti, si osservano nell'immenso trasferimento di ricchezza dalla maggioranza della popolazione ad una minoranza che grazie a questo è stata in grado di accumulare un crescente potere economico e politico. Le conseguenze si osservano anche nell'efferato indebolimento dei presidi pubblici che dovrebbero garantire la difesa democratica (giustizia, scuola, sanità...), nella stagnazione dei salari reali per le persone comuni, nonchè nella distruzione ambientale alimentata da un consumismo fuori controllo.

Un simile fenomeno (l'appiattimento dei partiti tradizionali intorno all'ideologia economica neoliberista), pur con diverse sfumature, è accaduto in tutti i paesi industrializzati. In teoria, la reazione naturale a questa degenerazione sarebbe dovuta essere una presa di posizione nuova da parte della maggioranza della popolazione, per ribellarsi contro l'ineguaglianza e pretendere la rivalutazione del bene pubblico, l'indipendenza della politica dai poteri economici, il rafforzamento delle tutele democratiche, la redistribuzione della ricchezza. In teoria. Nella pratica, la rabbia della popolazione è stata sapientemente diretta verso un altro nemico, facile da vedere e sentire, soprattutto nelle vaste periferie urbane: lo straniero.

È molto più facile aizzare la popolazione contro masse di poveracci che sbarcano sulle nostre coste e che, a causa di come vanno le cose, stentano ad integrarsi. È molto facile far credere che se non ci sono soldi per i servizi sociali, per la sanità, per le scuole, è colpa dei troppi migranti.

È molto più impegnativo, invece, spiegare che il problema migranti è minuscolo se confrontato a quello dell'evasione fiscale e della ineguaglianza sociale. È impegnativo spiegare perchè le privatizzazioni a favore dei soliti noti hanno danneggiato l'interesse pubblico; perchè leggi varie hanno depotenziato la macchina della giustizia a favore di chi si può permettere stuoli di avvocati difensori; perchè la possibilità per lo stato di tutelare i cittadini è stata fortemente diminuito di fronte ad crescente potere di ricatto da parte delle sempre più potenti multinazionali.

È molto semplice (ed economico) fare un reality rinchiudendo un gruppo di imbecilli in una casa con telecamere. È molto più impegnativo fare un servizio di inchiesta stile Report.

(La parte 2 verrà pubblicata prima possibile)