domenica 31 marzo 2019

Gli intoccabili magna-magna



La società che gestisce le autostrade nel 2018 ha avuto profitti pari a 743 milioni, intascati in parte dagli investitori e in parte dalla famiglia Benetton. Nello stesso anno, gli investimenti sulla rete autostradale sono stati pari a 592 milioni.

Se le autostrade fossero gestite da una azienda pubblica, i 743 milioni sarebbero potuti essere reinvestiti ad esempio in manutenzione e miglioramento delle strade.

È ovviamente un ragionamento semplificato. Ma il principio di fondo resta valido, e in un paese con le finanze disastrate se ne dovrebbe discutere. Ne avete sentito parlare? Ne dubito. È dall'estate scorsa che c'è un silenzio quasi tombale di media e politici su tutto ciò che riguarda la privatizzazione delle autostrade, il ponte di Genova, etc. Meglio parlare delle gaffe e dei capelli di Toninelli, o di qualsiasi altra inutile notizia buona a riempire ore di dibattiti.

Il braccio di ferro sul TAV contribuisce a dimostrare un altro fatto. Quando una forza politica prova a fare qualcosa sul tema privatizzazioni, infrastrutture e grandi opere, si rivela, quasi fosse una apparizione mistica, il fronte dei magna-magna. Con parte del PD spesso in testa, purtroppo. Il fronte include partiti, giornalisti, imprenditori, intellettuali. È il fronte unico dell'ideologia neoliberista, è la P2 del falso libero mercato fatto sulle spalle della collettività. Il partito unico che difende un sistema in cui i costi sono scaricati sulla collettività, e i profitti sono intascati dai privati.

Un governo può fare molte cose, alcune di sostanza ma più spesso solo cosmetiche. È indiscutibile che qualcosa di buono si sia iniziato a fare: l'Italia ha finalmente una prima buona riforma contro la corruzione e una forma di  reddito minimo per gli ultimi tra gli ultimi. E c'è l'intenzione di investire in piccole opere per la manutenzione diffusa del territorio, piuttosto che su opere come il TAV. Ma toccare il partito del cemento, la mangiatoia che alimenta il sistema Italia è off-limits, e se necessario i governi cadono.


Mi sono lamentato, e continuerò a farlo, degli errori che il Movimento 5 Stelle ha fatto e sta facendo a causa di compromessi e decisioni a tratti incomprensibili. Ma l'errore più grande è essersi illusi, ingenuamente, che la Lega potesse essere una forza di cambiamento pronta a voltare le spalle a interessi economici legati a privatizzazioni e infrastrutture. Un'illusione che sta costando carissimo. Fin dal primo giorno di questo governo la Lega - ben supportata dall'apparato mediatico e di propaganda del partito unico - sta agendo da cavallo di Troia, fiaccando quell'incredibile mandato politico di cambiamento che gli Italiani avevano affidato al Movimento 5 Stelle. Un capitale politico che ha fatto l'errore di minacciare proprio quegli interessi che il partito unico dei magna-magna aveva dichiarato intoccabili.

domenica 13 gennaio 2019

Un cambiamento annacquato: meglio di niente?

No TAP, bruciano le bandiere del Movimento (Fonte: www.ilfattoquotidiano.it)
Dal primo giorno di questo #governodelcambiamento mi è sembrato evidente che la strategia della Lega (e dei partiti di sistema, PD in testa) fosse quella di logorare il Movimento 5 Stelle e indebolirne l'azione, affiaccandone il potenziale rivoluzionario. Mi pare che il piano stia riuscendo alla perfezione.

Il cambiamento c'è stato, innegabile, su alcune cose, anche molto importanti, e soprattutto grazie ad alcuni ministri e al lavoro eccellente di tanti deputati che vigilano e controllano: i primi passi per una riforma della giustizia - sicuramente la cosa più importante e rivoluzionaria che si possa fare in un paese martoriato da corruzione e mafie; Il piano di rinazionalizzare beni pubblici come le autostrade e l'acqua; metter mano al sistema dei centri del lavoro, lasciato in completo abbandono, introducendo il reddito di cittadinanza; iniziare a razionalizzare le tante inefficienze del paese; e cosi via.

Ma è evidente che il cambiamento - per ora - è solo un riflesso di quello che si sarebbe dovuto fare. Un cambiamento all'acqua di rose, un brodino, reso amaro dal continuo ragliare di leghisti & co, impegnati nel non cambiare un bel nulla e invece indirizzare la frustrazione degli Italiani contro il comodo nemico di turno, i poveracci. Italiani che, invece di riflettere, inseguono, premiando la Lega che raddoppia i consensi dal 17 al 33%

Questo cambiamento è meglio di niente, si dirà. Forse a ragione, soprattutto se quelle riforme elencate sopra diventino realtà iniziando ad incidere su problemi strutturali del paese. A volte però penso che sarebbe stato meglio il niente. Mi spiego: quando hai un capitale politico ENORME, frutto di anni di duro lavoro di Beppe e di tanti attivisti, che hanno messo insieme i pezzi di una società civile distrutta da decenni di aggressioni liberiste da parte di PD e PDL, e fatto un piano di riforme profonde per rimettere in sesto il paese, beh quel capitale politico non si ottiene facilmente e non si può annacquare. O quel cambiamento - radicale - si porta avanti senza troppi compromessi, oppure meglio saltare il turno. È dal giorno delle elezioni che sostengo che il Movimento avrebbe dovuto saltare questo turno e continuare a rafforzarsi fino a poter governare da solo (non mancava molto).

L'errore politico di aver costruito questa alleanza contro natura, invece di mantenere coerente la linea di sempre (mai alleati con chi ha distrutto il paese), è stata già pagata con una riduzione dei consensi dal 33% al 24%. Un massacro. Chi si prende la responsabilità di questa scelta? E chi si fa avanti per ricostruire quella fiducia e quella carica rivoluzionaria che ha contraddistinto il Movimento? Solo il 22% dei sostenitori è positivo nei confronti della Lega. Ha senso far finta di niente e continuare su questa strada? A quando una rivalutazione della situazione attuale?

Sarei contento di sentire le vostre opinioni e idee.