Blog di politica, attualità, ambiente, società, e varie. Un'isola di riflessione in un mare mosso di informazione.
domenica 25 aprile 2010
Il nostro viaggio oltre il circolo polare artico norvegese, isoleLofoten - Ultimo giorno
La settimana di relax per i norvegesi colpisce ancora noi poveri italiani. Il traghetto che da Moskenes ci porterà nuovamente a Bodø parte alle 7:00 del mattino. Il bus previsto da Å non c'è, e dunque armati di torce e fasce catarifrangenti partiamo alle 5:30 per percorrere i 5 km che separano i due villaggi. In effetti, le torce le indossiamo solo perchè ci danno un'aria da professionisti dell'escursione, mentre in realtà sono praticamente inutili perchè tutto il tratto di strada è ben illuminato.
L'aria è fresca e piacevole, e la forzata passeggiata mattuttina si rivela affatto spiacevole. Il traghetto è silenzioso, stabile e semivuoto, quasi tutti dormono, e approfittiamo anche noi dei comodi sedili, senza però rinunciare ad una incursione all'esterno, dove lasciamo il nostro messaggio di pace.
Alle 11 in punto siamo a Bodø, dove la differenza di clima rispetto alle isole Lofoten subito si fa sentire. In effetti quel giorno si è anche registrata la temperatura minima dell'anno, cioè -15.1 °C! E' un arrivederci come si deve alla regione del Nordland e al circolo polare artico.
Ci dirigiamo alla stazione ferroviaria, non prima di aver fatto provviste per il lungo viaggio che ci attende. Avete capito bene, ferrovia. Un piccolo treno composto da due soli vagoni passeggeri dal sapore ottocentesco, ma puliti e comodissimi, più altre 2 carrozze con ristorante e servizi; la motrice a diesel ci guiderà attraverso le immense distese di neve in direzione sud, verso Trondheim, la terza maggiore città della Norvegia.
Il viaggio dura 10 ore, dalle 12:15 alle 22:10, ma il tempo trascorre piuttosto velocemente. Il paesaggio è a dir poco surreale, e il pensiero quasi si ferma osservando quelle immense distese di neve con pochissima vegetazione, al contrario del sud dove i boschi regnano onnipresenti. Ci imbattiamo anche in diversi gruppi di alci, animali simbolo della Norvegia.
A Trondheim di sera abbiamo appena il tempo di fare un giro in stazione, comprare qualcosa da bere all'immancabile chiosco, e....inserire una monetina in un magnifico plastico ferroviario per far girare il trenino, che subito attira un certo numero di bambini. E' sempre bello regalare un sorriso ad un bambino, piccoli o cresciutelli essi siano!
Il treno notturno, quello vero, collega Trondheim ad Oslo (dalle 23:05 alle 6:43), ed è un'ottima soluzione di viaggio in Norvegia. Economico, piuttosto comodo con sedili fortemente reclinabili, e soprattutto l'imperdibile kit di viaggio in regalo. Un souvenir che non potete lasciarvi sfuggire: un morbido pile grigio con cuciture arancioni, mascherina per gli occhi, tappi per le orecchie, e cuscinetto gonfiabile! Quando, in giro per il mondo, vi capiterà di vedere qualcuno coprirsi con quel morbido pile grigio, saprete che è stato in questo meraviglioso paese..
Dopo circa 18h di viaggio arriviamo ad Oslo. Stavolta ci possiamo permettere di visitare un po' la città che è visitabile praticamente tutta a piedi, nonostante la stanchezza. Se pensate di trascorrere uno o due giorni, consigliatissima la Oslo Card, che vi dà accesso gratuito a quasi tutti i musei ed attrazioni, nonchè a tutti i mezzi pubblici. Se studiate per bene la giornata risparmierete parecchio.
La temperatura è piuttosto bassa, il cielo è coperto, ma non possiamo perderci il Vigelandsparken (a circa 3km dalla stazione), famoso parco che è stato adornato interamente da ben 212 statue in bronzo e pietra create dall'artista norvegese Gustav Vigeland. Le figure, che rappresentano uomini, donne e bambini, fotografano diversi momenti della vita, e sono davvero curiose da vedere oltre a trasmettere allo spettatore una strana sensazione. Ho sempre trovato questo parco un luogo di riflessione, non so perchè.
Il tempo, comunque, è poco e ci incamminiamo verso la stazione per il ritorno. Uno dei membri del team lofoten partirà da Oslo Torp, che ora sapete dov'è (vedi report del 1° giorno). Per raggiungerlo, potete scegliere tra il comodo treno (224 nok per adulti, 168 nok per studenti) o un bus diretto (180nok).
Il nostro viaggio finisce qui. Spero che nel resoconto sia riuscito a trovare il giusto equilibrio tra dettagli di viaggio, informazioni pratiche, e notizie su usi e costumi locali, senza annoiare nessuno. Se proprio vi siete annoiati, commentate e datemi consigli costruttivi su come raccontare il (spero) prossimo viaggio. Ciao!
Per vedere tutte le fotografie del viaggio, in alta qualità (circa mille, scattate con una Canon reflex EOS350D 18-55, per gli appassionati di fotografia) cliccate qui.
domenica 18 aprile 2010
Il nostro viaggio oltre il circolo polare artico norvegese, isole Lofoten - Giorno 5
5° giorno (Lunedi 22 febbraio 2010) - Sørvågen - Reine - Sakrisøy - Hamnøy
Lunedi, finalmente la tabella orario dei bus si arricchisce di corse e pianifichiamo una visita a due paesi più lontani, ben recensiti dalla guida.
Uno di questi è Reine, indicato come punto di partenza di molte escursioni tra cui una che si profila davvero interessante; purtroppo i piani saltano per due motivi: il primo è che d'inverno alcuni sentieri sono difficilmente praticabili, il secondo è che...dopo giorni di sole, le nuvole iniziano a coprire l'area e ben presto neve e vento ci accompagnano nel cammino!
Il bus (39 nok) ci lascia alla prima destinazione, la più distante dal nostro campo base, e cioè Hamnøy: poche case su un isolotto all'imboccatura dell' omonimo fiordo. In teoria sarebbe un bel punto di osservazione, ma col cielo coperto rende poco e diamo solo un occhiata al Mar del Nord dalla scogliera.
Hamnoy è collegato da due bei ponti, che attraversiamo a piedi sulla E10 in direzione sud, verso Sakrisøy, un altro piccolo villaggio su un'altra piccola isoletta. Qui lasciamo la strada e passeggiamo sul versante interno, per avere una migliore vista sul fiordo e le montagne. Una leggera collina ci offre l'irresistibile occasione di rotolare giù stile sacco di patate...divertente, ma ci riempiamo di neve! Poco vicino c'è un tavolino con panchine, un posto che d'estate deve essere fantastico per un picnic con vista su mare e monti. E' inverno, nuvolo e tira vento, ma non resistiamo ad uno spuntino.
Dopo la pausa ci incamminiamo sulla ormai usuale E10 in direzione Reine; pochi passi, inizia a nevicare e il vento si fa più forte. Per fortuna non fa freddo, quando nevica la temperatura di solito aumenta, ma si cammina coperti il più possibile, con solo un'apertura per scrutare la strada. Poco dopo Sakrisøy troviamo un supermercato Coop (non è la nostra Coop...) che ci invita ad una breve sosta! Scopriamo che ha anche delle belle cartoline e souvenir, e ne approfittiamo dato che tutti gli uffici turistici erano chiusi nel weekend. Riprendiamo il cammino nel bel mezzo della bufera, giungendo a Reine quando inizia a smettere. Reine è l'ultimo paese, andando verso sud, dove trovate alcuni servizi come un bancomat, da cui potete ritirare corone norvegesi con qualsiasi carta di credito o ricaricabile (Postepay inclusa). C'è anche un bel chiosco con panini caldi e souvenirs. In attesa del bus passeggiamo fino alla scogliera e al faro, anch'esso in ferro e anch'esso bianco e rosso. Forse l'ho già detto, ma questi fari, che punteggiano la lunghissima costa norvegese da sud a nord, hanno un fascino particolare. Son lì, soli contro il vento e le onde, sulla punta di bellissime scogliere, o su piccoli isolotti in mezzo al mare, e funzionano. Sono ben tenuti, e possiamo dire che rappresentano l'efficienza scandinava che, nonostante il clima, è impeccabile.
Tornando ci imbattiamo in un enorme blocco di ghiaccio ancorato al suolo...che volete, è stupido, ma non resistiamo, e iniziamo ad ingegnarci su come staccarlo e farlo rotoralre in mare. Il primo intento riesce, al secondo rinunciamo quando ci rendiamo conto di dover correre a prendere il bus. Bus che, purtroppo, non c'è. Un errore nel sistema dei trasporti? Chiedo alla gentile signora del chiosco, che mi spiega che in realtà quella settimana le scuole sono chiuse, e quindi gli orari sono ridotti. Perchè? Perchè è una settimana di vacanza per l'inverno.....ecco, i norvegesi possono improvvisare vacanze semplicemente perchè è inverno, c'è neve, è bel tempo e quindi...tutti a sciare! Un popolo più rilassato di questo, in un paese occidentale, è impossibile da trovare.
A noi stressati italiani non resta che incamminarci a piedi. Sono 7km di strada, e dopo una giornata in giro ne faremmo volentieri a meno. Subito dopo Reine c'è anche una breve galleria, ma i previdenti norvegesi hanno costruito un passaggio pedonale esterno. Proviamo invano a chiedere uno strappo alle rare auto di passaggio, finchè a metà strada la stessa signora del chiosco, di ritorno dal lavoro, si ferma impietosita. La sera prendiamo armi (macchine fotografiche, siamo pacifici) e bagagli e ci trasferiamo per l'ultima volta in un altro alloggio, poichè il rorbu del 1850 ha da esser liberato. Stavolta il proprietario ci porta ad Å, che abbiamo visitato il 4° giorno, in un rorbu più grande e nuovo, dove trascorreremo l'ultima sera, e l'ultima cena, meritata, a base di fusilli tricolore e sugo italiano "Taste of Sorrento", preceduta da inno nazionale e omaggio alla bandiera.
lunedì 5 aprile 2010
Il nostro viaggio oltre il circolo polare artico norvegese, isole Lofoten - Giorno 4
4° giorno (Domenica 21 febbraio 2010) - Sørvågen - Tind - Å
Quarto giorno, e un'altra splendida giornata di sole ci accompagna finalmente in una escursione avventurosa! La luce del mattino ci permette di apprezzare Sørvågen, un caratteristico villaggio sottovalutato dalle guide turistiche, che sorge intorno ad un attivo porto circondato da splendide montagne. E' un ottima base per visitare l'isola più meridionale delle Lofoten, per molti la più bella, e punto di partenza di molte escursioni.
Su consiglio della proprietaria della casa, decidiamo di dirigergi verso il monte che sovrasta il paese e circonda sulla destra un grande lago ghiacciato.
La salita è abbastanza agevole grazie alla soffice neve, e ad ogni metro guadagnato il paesaggio si fa sempre più mozzafiato.
In alto c'è una sorta di altipiano, alle pendici di un altra cima che però è impraticabile perchè coperta di ghiaccio e molto più ripida. Servirebbero attrezzature e abilità da scalatori.
In compenso, ci imbattiamo in una lunga lastra di acqua ghiacciata che ci invita irresistibilmente a tornare bambini e slittare in tutti i modi possibili. Anche alle Lofoten, in altura, circondati dalla neve, si ci può permettere una piacevole sosta, al riparo dal vento, con del buon thè caldo (grazie all'efficientissimo thermos!) e una delle tante varietà di cioccolata che trovate da queste parti.
Proseguiamo la discesa facilitata dalla alta e soffice neve, fino al lago. Chiediamo ad un signore in sci se è sicuro camminare, e ci spiega che lo spessore è di minimo 50cm, quindi abbastanza per qualsiasi attività. In ogni caso, restiamo cauti e attraversiamo quasi tutto il lago restando lungo la costa.
Varie famiglie, con bimbi, fanno sci di fondo, un'attività che i norvegesi adorano fare d'inverno. Si dice che nascano con gli scii ai piedi, ed è vero. Anche ad Oslo che è una moderna capitale, capita di continuo di vedere persone che salgono su bus e tram con scii, snowboard e tutto il necessario. Ai bordi dei marciapiedi, dove la neve si accumula, non manca mai il solco degli scii, segno che una famiglia norvegese, con figli equipaggiati di mini-scii, è passata.
Tornati in paese, dopo una sosta a casa, riprendiamo a camminare sulla unica strada, la E10, che conduce all'ultimo paese delle Lofoten, Å (pronunciato come una O chiusa).
Sono circa 3k, e l'impressione di essere davvero alla fine di qualcosa è forte, soprattutto a vedere la strada che fisicamente termina, e dopo pochi passi giungere sul mare.
Da qui in poi solo acque che, grazie ad una particolare combinazione di correnti, creano in alcuni punto dei vortici chiamati Maelmstrom. Da queste parti vi è quello più forte del mondo. Il tramonto è il perfetto compagno per questi momenti, e il cielo limpido ci permette di scorgere, non troppo lontano, altre due piccole isole delle Lofoten, Vaerøya e Røst.
Non ci resta che tornare a casa, soddisfatti di questa splendida giornata. Ma le avventure non sono finite qui: di ritorno incontriamo i proprietari della casa dove alloggiamo, che scopriamo essere una coppia molto simpatica che possiede oltre 17 case ad Å e Sørvågen, il museo dello stoccafisso e l'ostello! Il marito parla un ottimo italiano, e ci invita propone di trascorrere quella notte in una Rorbu davvero tradizionale, addirittura la più antica del paese! Costruita nel 1850, è rimasta praticamente intatta grazie alle regolari cure e restaurazioni. L'atomsfera è calda ed accogliente, la cucina rustica, il legno ovunque. A domani!

giovedì 25 marzo 2010
Il nostro viaggio oltre il circolo polare artico norvegese, isole Lofoten - Giorno 3
3° giorno (sabato 20 febbraio 2010) - Svolvær - Henningsvær - Kabelvåg - Sørvågen
La giornata inizia presto, ed è attentamente pianificata in base ai pochissimi bus disponibili il sabato. Il primo parte poco dopo l'alba (che in a febbraio è intorno alle 7 del mattino, mentre il tramonto è verso le 17), alle 8:35, e l'aria fresca ben si combina con gli splendidi colori che il cielo assume dietro le montagne. Il viaggio dura solo 30 minuti, ma il biglietto è molto caro, 57 nok, 7 euro! Perchè? Chiedendo all'autista scopriamo che lo sconto studenti (-50%) si applica solo su tratte di almeno 50km. Paradossalmente, paghiamo di più per fare brevi tratti che lunghi. Ma pazienza! La rete stradale sulle Lofoten è ridotta al minimo, la carreggiata in molti tratti è appena sufficiente al passaggio di due auto, ma il tutto è compensato dalla sensazione di guidare in un paesaggio surreale. Per alcuni chilometri si corre alle pendici di una montagna e sembra di essere sulle alpi, poi un ampia vallata si dischiude alla vista, e poco dopo si ci ritrova su una tortuosa stradina di mare, a pochi metri dalle onde!
La prima destinazione è Henningsvær, chiamata la "Venezia delle Lofoten". Beh, per un amante come me della Serenissima, il paragone è stiratissimo. Ma passeggiando per le strade del paese, tranquillissime, si capisce perchè qualcuno ci abbia pensato: canali, casette sull'acqua, e l'intero villaggio situato in pratica in mezzo al mare, su un'isoletta collegata alla terraferma da un paio di ponti.
Le limitate dimensioni permettono di avere una buona visuale sull'ambiente circostante: all'orizzonte il mare, alle spalle le montagne e l'alba ormai alle spalle che lascia il posto ad un cielo limpidissimo.
Si capisce che è un importante villaggio di pescatori osservando le tante costruzioni di legno, tipiche delle Lofoten, utilizzate per essiccare il pesce.
Dopo un paio di ore torna il bus con la simpatica autista, che ci porta a Kabelvåg, paese più grande e un po' più movimentato, relativamente agli standard delle Lofoten. Qui trovate un supermercato ben fornito, un chiosco, e altri servizi. Dopo una pausa pranzo ci dirigiamo alla statua di Re Øystein, che nel 1120 fece costruire il primo rorbu delle Lofoten: il rorbu è una casetta di legno, costruita solitamente a metà tra terra e mare, stile palafitta, nata per ospitare i pescatori durante le stagioni di pesca. Sulle Lofoten oggi i rorbuer (plurale) sono diffusissimi come alloggio per turisti durante l'estate. Molti sono nati con tutti i comfort, perdendo un po' di fascino tradizionale ma restando comunque affascinanti grazie al legno e all'inconfondibile colore rosso. La statua in pietra del re gode di un panorama mozzafiato al di sopra del paesino di Kabelvåg, a 360 gradi su mare, monti, vallate.
Intravediamo anche un molo e un caratteristico faro norvegese in ferro bianco e rosso, a cui è difficile resistere.
Ma prima di tornare a Svolvaer non ci perdiamo la Vågan kirke, la seconda chiesa in legno più grande della norvegia settentrionale, costruita nel 1898.
La sera è in programma un lungo viaggio in bus, circa 3 ore (117 nok), dall'isola di Austvågsøya, la più a nord delle Lofoten, a quella di Moskenesøya, nel villaggio di Sørvågen che riserverà alcune piacevoli sorprese. La prima è l'alloggio, una vera e propria casa a due piani tutta per noi! Data la stagione i prezzi sono bassi (150 nok a notte + 80 nok l'affitto delle lenzuola, da contare quasi sempre a parte) e non ci sono molti turisti ad affollare rorbuer, hotel e campeggi. Stavolta una cena tipicamente norvegese, a base di patate come contorno alla tipica e buonissima zuppa di pomodoro.
venerdì 19 marzo 2010
Il nostro viaggio oltre il circolo polare artico norvegese, isole Lofoten - Giorno 2
2° giorno (venerdi 19 febbraio 2010) - Bodø - Svolvær
A Bodø il sole splendeva e il cielo era terso, ci abitueremo presto a questo tipo di giornata che ci accompagnerà per tutti i giorni, eccetto l'ultimo. La temperatura però era piuttosto bassa, voci di corridoio parlavano di una temperatura percepita di oltre -20 °C...in ogni caso, si stava bene, e in centro città ci dirigiamo all'ufficio turistico. Gli orari di apertura d'inverno, in genere in tutta la norvegia, sono molto limitati, quindi controllate sempre prima di partire. Purtroppo questo può non bastare...infatti l'ufficio informazioni era chiuso a sorpresa, ma per fortuna la bella e accogliente sala dove si trovava era aperta, insieme alle biglietterie per i traghetti. Lasciamo i bagagli nei tanti box liberi, al costo di 50 nok per una giornata. Un simpatico vecchietto ci individua subito come turisti e si avvicina chiedendo se volevamo aiuto. Ecco, sfatiamo subito un mito: i norvegesi non sono chiusi o antipatici, ma sono timidi, che è diverso. Una volta superata la timidezza, o in caso di necessità, si rivelano molto gentili e disponibili! Non è affatto raro che, se siete nel bel mezzo di una strada cercando di orientarvi con una cartina, qualcuno si fermi di sua volontà per aiutarvi. Ovviamente è superfluo dire che praticamente tutti parlano inglese, bambini e anziani compresi.
Comunque, il vecchietto ci accompagna in auto su una collina che sovrasta la città, uno splendido punto panoramico da non perdere per iniziare il nostro tour del Nord! Nord che, in altura, si manifesta attraverso un vento freddo e tagliente...ma il paesaggio e il sole ci fanno dimenticare del freddo.
Dopo un po' di esplorazione iniziamo la discesa per tornare in centro, dove apparentemente non c'è nulla di interessante da vedere, almeno d'inverno, e quindi ci dedichiamo a girare un po' di negozi. E' stata una sfida non trascurabile, ma alla fine dediciamo di pranzare da Peppes Pizza, una catena di pizzerie diffusa ovunque in Norvegia: in pratica, prendete dei norvegesi e metteteli a fare le pizze basandosi sulle ricette americane. Il risultato, lo ammetto, non è tremendo, ma i prezzi sono piuttosto alti, come un po' tutto da queste parti.
Dopo un tranquillo pomeriggio a Bodø quindi, alle 18:00 prendiamo il traghetto espresso (162 nok, http://www.torghatten-nord.no/) per le Lofoten: comodo, stabile, in orario. Poggiamo il primo piede sul ghiacciato suolo delle isole Lofoten alle 21:35, nella città di Svolvær. Dimenticatevi grandi città, centri affollati, traffico e auto. Con poco meno di 5000 abitanti, Svolvær è una delle maggiori città delle Lofoten, il che è tutto dire! La città è deserta, le luci illuminano le strade vuote, e l'atmosfera è davvero incantevole.
Stridono le luci di un chiosco ancora aperto, dove ci fermiamo a chiedere informazioni per raggiungere l'alloggio, a pochi minuti a piedi dal porto. Mentre camminiamo notiamo qualcosa nel cielo...una sorta di striscia, simile ad una nuvola poco visibile, ma dal colore azzurrino. E' talmente leggera che abbiamo dubitato a lungo, ma alla fine abbiamo capito che era un'aurora boreale, seppur quasi invisibile! Purtroppo è durata poco, e non abbiamo avuto il tempo di sistemarci e andare in un punto di osservazione senza luci per provare a scattare qualche foto. Pazienza, è un invito a tornare in futuro a queste latitudini, a caccia di aurore boreali!
Lo Sjøhus camping è una delle opzioni più economiche per alloggiare a Svolvær, e offre una serie di case in legno molto accoglienti e suggestivamente collocate su un canale di mare. Praticamente tutte le cabine e case sulle Lofoten sono fornite di cucina, e questo ci permette di evitare panini e costosi ristoranti, peraltro chiusi, e cucinarci una buona cena italiana.
domenica 14 marzo 2010
Il nostro viaggio oltre il circolo polare artico norvegese, isoleLofoten - Giorno 1
(An english version of the Lofoten travel report is available here)
Eccoci all'attesissimo (!?) resoconto del nostro viaggio al Nord. E quando dico Nord intendo oltre il parallelo del circolo polare artico, che attraversa la Norvegia. Ho cercato di scrivere un resoconto che sia dettagliato nel raccontare cosa abbiamo fatto e dove siamo stati, dando le informazioni pratiche più utili a chi volesse ripercorrere l'avventura, e cercando di inserire anche un po' di cultura e abitudini locali. Prima di partire, alcune note:
- la moneta utilizzata in Norvegia è la corona norvegese (abbreviata nok). Attualmente un euro vale circa 8.04 nok, quindi 100nok sono 12 euro, 50 nok sono 6 euro, e cosi via. Se avete problemi, digitate in google "100nok to euro" e vi darà immediatamente la conversione giornaliera.
- tutti i prezzi indicati si riferiscono ad un biglietto sola andata e alla tariffa per studenti, salvo precisazioni.
- il fuso orario in norvegia è uguale a quello italiano
- ATM = automated teller machine, sono macchinette che accettano tutti i tipi di carta di credito o prepagata e permettono di ritirare denaro direttamente in valuta locale in base al tasso di cambio giornaliero, pagando una commissione fissa che dipende dalla vostra carta. Con le postepay è di 5 euro. Informatevi prima di partire.
- chioschi: in Norvegia vi sono alcune diffuse catene di negozi che vendono cibo, dolci, rosticceria e piatti take-away, giornali, riviste e biglietti vari. Le più famose sono Narveseen, 7eleven, Deli de Luca. Mi riferirò a queste attività commerciali ibride col nome di chioschi.
Pubblicherò il resoconto diviso per giorni, ogni paio di giorni nella prossima settimana, per agevolare la lettura. Presto segnalerò il link alla galleria con tutte le foto. Buon viaggio!
1° giorno (18 febbraio 2010) - Kristiansand - Oslo - Bodø
Il silenzioso e comodo treno norvegese che mi porta da Kristiansand ad Oslo in 4.40 ore è ormai una piacevole abitudine. Un assaggio del paesaggio invernale.
Viaggiando in Norvegia, e non solo, si impara a rapportarsi con nuove unità di misura. Se prima un viaggio di 2-3 ore sembrava un'eternità, col tempo non sarà nient'altro che un breve spostamento. Nella figura, iniziamo ad ambientarci geograficamente, sono indicati Kristiansand (A) ed Oslo (B). La destinazione nord non è visibile.

La temperatura ad Oslo è quasi sempre più rigida rispetto al Sud, e infatti un giro in centro molto veloce è il massimo che la voglia mi concede. Oslo ormai è di casa e ho già avuto numerose occasioni di visitarla con calma e col bel tempo.
Gli altri due membri del Lofoten Arctic Team arrivano al piccolo aereoporto di Oslo Rygge da Milano con il volo delle 15:35. Rygge si trova a sud di Oslo, ed è scalo praticamente esclusivo di Ryanair. Da Rygge per Oslo (e viceversa) ci sono due scelte:
a) prendere la navetta gratuita dell'aereoporto che in pochi minuti vi porta alla stazione ferroviaria di Rygge. Parte 10 minuti prima dell'arrivo del treno.
Certo, chiamarla stazione è un po' troppo, visto che c'è solo una pensilina e la macchinetta delle ferrovie norvegesi per acquistare biglietti o ritirare il proprio biglietto acquistato precedentemente online (la scelta migliore). I treni sono abbastanza frequenti e impiegano 50 minuti. Il costo è di 104 nok per studenti, e 136 per adulti.
b) prendere il bus Rygge ekspressen che in circa un'ora vi porta dietro la stazione centrale di Oslo. Costo leggermente superiore al treno.
La stazione centrale di Oslo è fantastica, ricca di negozi di ogni tipo e in pieno centro. Dover trascorrere alcune ore ad Oslo significa essere liberi di fare una passeggiata fino al palazzo reale (meno di un'ora andata e ritorno con calma), passando per il corso principale; fermarsi a mangiare qualcosa ai chioschi in stazione, o semplicemente fermarsi in uno dei tanti negozi di souvenir. Da non dimenticare il fantastico ufficio turistico situato nella torre di vetro proprio all'esterno della stazione.
L'aereo che ci condurrà oltre il circolo polare artico parte dal principale aereoporto di Oslo, Gardermoen. Raggiungerlo è comodissimo, da Oslo c'è un treno gestito dalla compagnia Flytoget, ogni 10 minuti tutto il giorno, a 85 nok per studenti. Sicuramente la soluzione più comoda, veloce ed economica.
Ma è giunto il momento, una volta per tutte, di chiarire la situazione degli aereoporto ad Oslo, che provoca sempre un certo disorientamento. Oslo ha un solo aereoporto cittadino, chiamato Oslo Gardermoen. In realtà, vi sono altri due aereoporti minori: il primo è Oslo Rygge, ad 1 ora da da Oslo verso sud sulla costa destra dell'Oslofjord; il secondo è Oslo Torp Sandefjord, ad 1 ora e mezza a sud-ovest di Oslo. Entrambi sono serviti quasi esclusivamente da Ryanair, e sono collegati da treni e bus.
A Gardermoen, dopo un tranquillo passaggio al controllo di sicurezza e una difficoltosa ricerca di un ATM, l'attesa si prolunga a causa di un ritardo; vengono spiegati i motivi, ma purtroppo il mio norvegese ancora insufficiente non mi permette di comprendere appieno. Forse per il ghiaccio? Io non lo sapevo, ma da queste parti "lavano" le ali degli aerei prima di partire.
La compagnia è Norwegian, una "low cost" che vola in tutta europa a prezzi molto interessanti. Il volo è da Oslo a Bodø, città principale della regione del Nordland, sulla costa di fronte alle isole Lofoten. Partiamo, in ritardo alle 20:30.......dopo circa 1h e 30min di viaggio atterriamo: siamo a 67 gradi, 18 minuti e 0 secondi N, 14° 32' Est, oltre il circolo polare artico! Si sente: il vento è forte e tagliente. Scopriremo il giorno dopo che, probabilmente, la temperatura percepita era di circa 26 °C sottozero. L'aereoporto di Bodo è praticamente in centro città, a soli 3km, una comodità quando si arriva tardi e non si trovano bus. Nel nostro caso il problema non si pone perchè la prima notte passa piacevolmente a casa di alcuni studenti che molto gentilmente ci hanno prelevati all'aereoporto e ospitati. In cambio, abbiamo preparato una spaghettata con sugo fatto in casa, ricetta americana! Nonostante l'assenza di un indispensabile scolapasta (!), il tutto è riuscito decentemente. A Bodø non c'è un'università, ma una Høgskolen (college), che è quasi la stessa cosa. Il gruppo è formato da ragazzi e ragazze quasi tutti statunitensi, e la domanda d'obbligo è: che ci fanno degli americani a Bodø?