domenica 29 ottobre 2006

Il Papa della Repubblica

Indovinello: In Italia ne abbiamo due, uno dei quali cambia ogni 7 anni. Chi sono?

E' facile, stiamo parlando dei papi...uno è in vaticano, l'altro è al Quirinale: è il presidente della Repubblica. Entrambi pontificano regolarmente, l'uno dal lussuoso balcone personale a spese dei fedeli, l'altro da convegni e cerimonie sparse per tutta l'Italia, in perenne vacanza a spese dei contribuenti, magari insieme alla propria consorte. Entrambi emanano principi generali e fondamentali, e hanno il pieno diritto di farlo.

L'ingerenza della Chiesa, tema di cui tanto si dibatte, è innegabile nei suoi effetti: purtroppo le parole del papa Ratzinger influenzano tante persone che non aspettano altro per riempirsi la testa di idee altrui. Per la verità quello di prendere per buono ciò che dicono le "autorità", senza una verifica ed una propria riflessione personale, è un atteggiamento generale e che fa molti danni.

I politici italiani, come ho giò scritto tempo fa [1], difficilmente osano contrariare i dogmi della Chiesa, e quindi tutta la cittadinanza è costretta a sopportare alcune scelte molto limitanti, e aggiungo senza senso, in campo di diritti civili; un recente esempio è fornito dal fallimento del referendum per la procreazione medicalmente assistita, in cui il ruolo dei proclami ecclesiastici è stato determinante, negando la libertà di scelta a milioni di cittadini. [2]

Il Capo dello Stato ha il dovere, e lo fa, di difendere la laicità dello Stato, altro tema molto dibattuto ma che finora resta solo su carta. E' una importante figura istituzionale prevista dalla Costituzione [3], con una serie di poteri di cui però raramente si vedono gli effetti. Perchè?
Io nutro massimo rispetto per gli anziani, che anzi considero un preziosissimo bagaglio di storie, culture e tradizioni che noi ragazzi dovremmo perlomeno provare ad ascoltare, prima ancora di memorizzare ed eventualmente mettere in pratica. In questo caso però non posso che provare un senso di rassegnazione quando osservo l'età degli ultimi presidenti della repubblica nel momento della loro elezione: Pertini 82 anni, Cossiga 57 anni, Scalfari 72 anni, Ciampi eletto a 79 anni, Napolitano a 81 anni.
Va bene che la costituzione chiarisce nell'art.84 che "Può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d'età e goda dei diritti civili e politici.", ma non vi sembra di esagerare un po?

Che interessi può avere a svolgere il proprio lavoro con grinta un politico che sta ormai concludendo la propria carriera politica? Opporrà mai resistenza a qualche legge vergogna, porterà mai avanti una battaglia civile e potrà mai dire qualcosa che non si limiti a qualche dichiarazione di principio? Leggendo i suoi discorsi [4]sembrano sempre essere scritti col bilancino, per non scontentare assolutamente nessuno: "Il tema della laicita' dello Stato e' un elemento essenziale della democrazia moderna"(Roma 21 ottobre), "Il precariato nell'Università e' un problema serio e mi auguro che possa essere affrontato nelle sedi giuste, cioè il Parlamento"(26 ottobre). Non intendo ovviamente criticare l'attuale presidente Napolitano, il mio è un discorso generale su questa carica dello Stato. Non nego neanche che qualcosa di positivo ogni tanto arrivi, basti pensare alla bocciatura della legge Gasparri nel 2003, esplicitamente incostituzionale, ad opera di Ciampi. [5 ]

Non penso che abbiamo bisogno di dichiarazioni, pur se spesso pienamente condivisibili come quelle dei presidenti della repubblica. Ne abbiamo fin troppe, e noi stessi il più delle volte parliamo senza fare nulla. Se dobbiamo avere un capo dello Stato che non sia un semplice "secondo papa" forse è meglio iniziare ad eleggere persone più giovani, grintose, che non abbiano paura di far valere la propria posizione. E soprattutto che si battano per far rispettare davvero la nostra Costituzione, che troppi politici pensano poter stracciare impunemente.

Note

[] http://isoladikrino.splinder.com/post/8657793/Influenza+spagnola
[] http://it.wikipedia.org/wiki/Elenco_delle_consultazioni_referendarie
[3] http://www.quirinale.it/costituzione/costituzione.htm
[4] http://www.quirinale.it/Discorsi/Discorsi.asp
[5] http://www.repubblica.it/2003/l/sezioni/politica/gasparri3/vulnus/vulnus.html

martedì 24 ottobre 2006

Vecchi fuori, bimbi dentro

Prima di passare all'articolo, consiglio di guardare "C'era una volta", su RaiTre alle 23.10. Un ottimo documentario giornalistico che meriterebbe la prima serata, ma che come da tradizione Rai è relegato alla seconda serata. Trovate informazioni sul sito www.ceraunavolta.rai.it

***

I bambini, lo sappiamo, quando litigano iniziano ad accusarsi nel loro solito modo, quasi divertente: "E' colpa tua!", "No, è tua!". I nostri dipendenti politici sono vecchi fuori, dei veri matusalemme se si dà un occhiata all'età media della nostra classe politica, ma in fondo al cuore restano dei bambini.
Ad ogni elezione la storia si ripete, e siamo tristemente costretti a sentire le solite accuse che volano da uno schieramento all'altro. La prima finanziaria di un governo raccoglie sempre critiche sui buchi e conti disastrosi lasciati dal precedente governo. A volte c'è del vero, altre volte è pura propaganda.
Verificare lo stato dell'economia non è mai una cosa facile, e non basta certo la valutazione di una agenzia straniera, per quanto prestigiosa, a farlo. Per questo motivo, il buonsenso dovrebbe imporre ai politici di tacere, o fornire stime precise e affidabili a sostegno delle loro accuse. Ma, come sappiamo, i nostri politici non sono abituati a dimostrarci la veridicità delle loro parole, e parlano liberamente di cose fantasiose senza che nessun giornalista osi sbugiardarli.

Nella tanto discussa manifestazione di Vicenza, l'imprenditore Silvio Berlusconi, insieme al suo buratt...pardon, collega Gianfranco Fini, ha ovviamente denunciato l'accusa di Prodi sulla situazione disastrosa dei conti pubblici: "Prodi se ne vada prima di fare altri danni. Questo non è solo il governo delle tasse. Ora è bocciato anche dalla finanza internazionale. La sinistra non faccia lo scaricabarile". Rincarano la dose i vari sottoposti, tra cui Renato Brunetta, europarlamentare di Forza Italia, che ha dichiarato: "in realtà i 5 anni del governo precedente hanno lasciato una finanza pubblica in equilibrio".

Rinfreschiamoci un po' la memoria, visto che l'informazione non ci aiuta dobbiamo farlo da soli.
L'ex ministro dell'economia, Giulio Tremonti, quando propose la sua finanziaria nel 2002 sparò una di quelle balle che dovrebbero restare nella storia, accusando la sinistra di aver lasciato un "buco di bilancio" gigantesco. [1]
] Si scoprì poi che la cifra era stata gonfiata con qualche trucco contabile dall'onorevole ministro di circa 22 mila miliardi, cosa non da poco. I conti pubblici italiani non erano certo in regola, ma non erano disastrosi, e lo sono diventati durante i passati 5 anni di fantasiose "meno tasse per tutti".

Il deficit pubblico[2] durante i 5 anni di governo Berlusconi è aumentato costantemente fino a raggiungere il 4,1% del 2005, in breve vuol dire che il governo ha speso sempre più soldi di quanti ne avesse a disposizione, indebitandosi sempre più. E' bello fare il "miracolo italiano" senza avere la copertura finanziaria, ed ecco le conseguenze. Questi sono dati ufficiali, dell'Eurostat, che ha il compito di analizzare i conti di ogni paese europeo.[3]

Un'altra accusa di bassa lega è che per far passare questa Finanziaria il governo Prodi sta pensando di utilizzare lo strumento della fiducia, in modo da assicurarsi che la legge sia accettata dal parlamento senza troppi problemi. Certamente non è un segnale positivo, che può essere criticato, ma va ricordato che il precedente governo, che ora tanto sbraita, ha utilizzato questa possibilità ben 13 volte sulle fnanziarie e i decreti ad essa collegati. Come dire, voi no e noi si.

Il finale arriva con il declassamento dell'Italia dalla categoria AA alla categoria AA- ad opera dell'agenzia di rating Fitch.[4] Il cavaliere imprenditore ha dichiarato qualche giorno fa che la sua azienda Italia, quando c'era lui al potere, non ha subito nessun declassamento, è che è tutta colpa di Prodi. Nulla di più falso. La realtà anche stavolta è totalmente diverse dalle parole del cavalier bugiardoni; la Fitch ha "punito" l'Italia per i conti pubblici non in linea, conseguenze dell'aumento del debito pubblico sotto il precedente governo e della debole crescita economica, come abbiamo vista prima.[5,6] Naturalmente il monito va anche per la Finanziaria attualmente in discussione che secondo l'agenzia non è in grado di riequilibrare la situazione dei conti, ma che contiene alcune riforme che potrebbero avere un impatto positivo. Non è difficile, basterebbe leggere il comunicato della stessa Fitch per smentire le parole dei politici; perchè nessun giornalista lo fa ed i telegiornali si limitano a darci questa o quella dichiarazione?
Le risposte sono tante, ma una cosa è certa: sicuramente con questa informazione di basso livello i nostri bambini potranno continuare a giocare e litigare indisturbati.

Note

[1] Arhivio di http://rassegna.camera.it
[2] http://it.wikipedia.org/wiki/Deficit_pubblico
[3] http://epp.eurostat.ec.europa.eu
[4] http://www.fitchratings.com/
[5] http://www.marketwatch.com
[6] http://cbonds.info/all/rus/news/index.phtml/params/id/353058

venerdì 20 ottobre 2006

Il giornalismo dello spettacolo

Forse una centralina elettriche esplosa, forse un tamponamento, forse un semaforo rosso non rispettato, forse...tutta Italia si sta chiedendo cosa abbia causato il terribile incidente nella metropolitana di Roma. [1]
In questi giorni da sotto le lamiere del convoglio sta fuoriuscendo un polverone di notizie, anticipazioni, commenti, dibattiti, pareri di esperti di ogni tipo sulle dinamiche misteriose dell'incidente, riversate ad ogni ora e su tutti i canali televisivi, senza eccezioni. Una copertura mediatica eccezionale che, oltre ai consueti speciali dei TG, ha interessato tutta una serie di trasmissioni che non hanno perso tempo a speculare soprattutto sui particolari più raccapriccianti. Domande ridicole ai sopravvissuti, come “hai pensato di morire”?

In questa folle e insensata corsa vince chi prima arriva, chi prima può vedere da vicino i feriti ed il sangue, chi può vantare di essere stato presente e poter raccontare la tragedia ai microfoni dei giornalisti, mentre il resto d'Italia ascolta affamata di particolari, forse poco sensibile alla tragedia ma molto recettiva al suo spettacolo. Si, perchè un incidente così come è raccontato in questi giorni non è che uno spettacolo, una diretta di cattivo gusto; stamattina sul sito di Repubblica vi era addirittura una foto del recupero degli oggetti smarriti.
Abbiamo davvero bisogno di sapere tutto ciò? Di sapere che “qualcuno perde sangue dalla testa, altri meno gravi hanno preso colpi in testa, o agli arti e alle gambe”[2], oppure che molte persone sono incastrate tra le lamiere e soffrono, o che “Un cadavere è stato estratto dalle lamiere.“?[2]

No, io non penso che un giornalismo serio e una televisione moralmente più responsabile abbiano bisogno di trasformare un incidente in uno show, in un dibattito da salotto. O peggio, nelle solite polemiche italiane, come quella riportata dai giornali di stamattina sulla accusa di Sandro Curzi, consigliere del Cda, ai ritardi del servizio informativo Rai, battuto sul tempo da Sky. Stare lì a contare quanti minuti prima gli operatori Sky erano sul posto mi sembra davvero troppo. Purtroppo nel giornalismo spesso il rispetto per il dolore dei coinvolti e dei loro familiari è superato di gran lunga dalla "necessità" di fare audience.

La politica poi, non si smentisce mai. Ad aprire le danze stavolta sono stati Storace e Alemanno, esponenti di Alleanza Nazionale, che hanno accusato il sindaco di Roma di non essersi interessato in tempo della sicurezza dei trasporti pubblici. [3] Lo squallido scontro politico si è poi esteso alle coalizioni, mettendo ancora una volta alla luce la pochezza morale dei nostri politici, che non esitano di fronte a nulla pur di farsi pubblicità e lanciare calunnie gratuite.

In Italia abbiamo una pessima abitudine: aspettiamo sempre che succeda un incidente per attivarci e migliorare gli standard di sicurezza. Ogni tanto, come in questa occasione, ci si inizia a lamentare che si poteva prevenire, che se quel componente elettrico non fosse stato difettoso non sarebbe accaduto nulla, e altri mille se. Tutti discorsi che finiscono puntualmente nel dimenticatoio dopo pochi mesi.
Certamente la colpa principale è della politica, basta pensare alle autostrade, un servizio pubblico dato poco felicemente in concessione ad un privato su cui però dovrebbero vigilare i nostri rappresentanti politici. Le nostre autostrade, soprattutto in alcuni tratti tristemente famosi, sono di una pericolosità inaudita, e causano migliaia di morti ogni anno. Perchè i signori Storace e Alemanno hanno accusato il sindaco di Roma (che avrà anch'egli le sue colpe)[3] ma in 5 anni di governo non hanno fatto pressioni per migliorare la viabilità della Salerno-Reggio Calabria, tanto per dirne una? Il loro ex-collega Lunardi, come sappiamo, era troppo intento ad aprire grandi cantieri (senza soldi) che a migliorare le infrastrutture. Le responsabilità sono un po' di tutti, e le polemiche di questi giorni sono solo strumentali.

La sicurezza è nelle nostre mani, perchè chi deve controllare solitamente è una singola persona e non può o non vuole svolgere il suo lavoro in modo efficiente. Magari non c'è abbastanza interesse economico per controllare, e quindi si lasciano degradare le cose. Così non funziona, basta guardarsi intorno nel proprio piccolo per accertarsene.

Io penso che se vogliamo davvero un cambiamento concreto dobbiamo prendere noi in mano le redini della nostra sicurezza, e responsabilizzarci, come già avviene in altri paesi europei.

La strada del proprio comune è piena di buche e costituisce un pericolo? Il ponte vicino casa ha fondamenta vecchie di 100 anni? Non aspettiamo che succeda l'ennesimo disastro, prendiamo in mano la situazione e segnaliamo a chi di competenza. Si potrebbero creare dei gruppi cittadini in ogni comune, per far valere con più forza le proprie richieste, e soprattutto far pressione sui politici affinché mantengano le promesse. Sarebbe sicuramente un buon inizio.

Mi farebbe piacere ascoltare il vostro parere su questa soluzione, e se possibile sentire l'esperienza di qualcuno impegnato su questo fronte, magari proprio in un gruppo cittadino.

Note

[1] http://www.ansa.it/main/collezioni/maincollection/awnplus_italia/2006-10-17_117955.html
[2]http://www.repubblica.it/
[3]http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/10_Ottobre/18/fallai.shtml

domenica 15 ottobre 2006

Guardie e ladri

In informatica si chiama "bug" una falla, una debolezza di un sistema, letteralmente un "buco" da cui possono infiltrarsi ospiti indesiderati...o fuoriuscire informazioni preziose. Si dice comunemente che una rete o un sistema è affetto da bug.[1].

Oggi, mentre sfogliavo il libro di macroeconomia, mi sono imbattutto nei diagrammi di flusso, di cui si diceva: "la somma totale dei flussi in entrata deve essere uguale alla somma totale dei flussi in uscita.
Ciò che entra deve uscire".[
2] Per fare un esempio semplificato, tutte le entrate dello Stato (cioè le tasse) devono essere uguali alle spese (acquisto di beni e servizi, pagamento delle pensioni, aiuti di disoccupazione, opere pubbliche)..
Se del denaro va perso per strada e non rientra nella contabilità evidentemente qualcosa non funziona a dovere..

Se 2+2 fa 4, possiamo concludere che lo Stato è un sistema pieno di bug, da cima a fondo, un vero colabrodo. Basti pensare al suo problema principale, l'uso dei fondi destinati ai lavori pubblici. Solitamente le notizie di fondi dirottati o sequestrati da mafie locali vengono date su giornali locali e nei tg regionali, ma sono una costante. L'ultimo caso famoso riguarda la truffa internazionale ai danni dei fondi europei in Calabria: per una volta non era una faccenda solo Italiana, ma è una magra consolazione..[3]

Probabilmente un sondaggio in Italia rivelerebbe che la maggioranza della popolazione è sicura che quasi tutti i politici e le persone che ricevono fondi statali imbroglino e si trattengano qualcosa. Se ne parla ovunque, per strada, negli autobus, al lavoro, a scuola e al bar, ma dopo un sacco di parole e lamentele l'unica reazione è una alzata di spalle, quasi a voler dire che è una cosa normale che ci riguarda poco.
Invece ci riguarda molto, per almeno due motivi: il primo è che i soldi dello Stato sono nostri, e penso che a nessuno vada bene che vengano sprecati a regalati al primo imbroglione che passa, il secondo è che non è il caso di farsi prendere in giro in questo modo, siete d'accordo? Parliamo tanto di orgoglio nazionale, soprattutto dopo i mondiali, ma a me sembrano tante chiacchiere e pochi, pochissimi, fatti.
L'atteggiamento più meschino, purtroppo molto diffuso al sud e nelle piccole città, riguarda le persone che sanno bene che un determinato politico locale ha commesso imbrogli o ha rubato soldi pubblici per lavori mai portati a termine; nonostante ciò, continuano a mostrargli rispetto con l'aria servile di chi ammira e teme il potere, e si aspetta qualcosa in cambio del suo appoggio..

Quali possono essere le soluzioni? Eleggere politici onesti? Impossibile finchè l'informazione continua a non fare il suo dovere, e i cittadini continuano a votare quasi alla cieca, per "simpatia" o perchè quel politico promette le cose più belle. In una recente intervista amatoriale il politico-filosofo Rocco Buttiglione, alla domanda di se si ci può fidare d un parlamento in cui siedono 25 condannati in via definitiva, ha risposto: "Li hanno eletti i cittadini italiani.Se li hanno eletti se li devono tenere." L'idea che gli italiani non fossero al corrente del problema non l'ha sfiorato nemmeno..[4]

Si potrebbe affidare a cittadini di particolare fiducia la gestione delle risorse dello stato? Oppure instaurare un sistema di polizia che scorta il denaro che lo stato dà per i lavori pubblici dalla partenza all'arrivo?
Sono anni che constatiamo il fallimento degli organismi di controllo. La nostra è una democrazia formale, non sostanziale, basta guardarsi attorno. Capita sempre, e poche sono le eccezioni, che chi debba essere controllato sia anche il controllore. Io non so se questa sia un'assurdità tutta Italiana, certo non me ne meraviglierei, ma ho i miei dubbi che il curioso fenomeno sia ristretto al nostro "belpaese", Per quanto possa essere assurdo pensare che la guardia e il ladro siano la stessa persona, purtroppo questo è ciò che accade tutti i giorni nel paese dei Balocchi.

Note

[1] http://it.wikipedia.org/wiki/Bug
[2]Macroeconomia, Krugman Paul R., Wells Robin. Zanichelli 2006
[3]http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/08_Agosto/17/macri.shtml
[4] http://www.beppegrillo.it/2006/10/il_dipendente_terapeutico.html#trackbacks

giovedì 5 ottobre 2006

Pubblicità...pubblica

Personalmente non amo la pubblicità, non ne condivido il principio e soprattutto non capisco perché dobbiamo sorbirci ore e ore di pubblicità sulla televisione pubblica, pur pagando il canone. Da questi nuovi dirigenti della Rai lottizzata e succube di Mediaset e del suo palinsesto, non mi aspetto nulla, e nemmeno dal governo che in questo campo ha già dimostrato di voler mantenere una perfetta continuità col governo Berlusconi. La Rai è governativa e non si tocca. L'informazione libera, indipendente e aggressiva spaventa tutti, destra e sinistra (evidentemente perché si ha qualcosa da nascondere o si dicono un sacco di balle e non si vuole essere smascherati da giornalisti che siano in grado di farlo..).

E' così che la “telebasura”, la tv spazzatura che in Spagna sta venendo prontamente sostituita dopo la coraggiosa riforma televisiva di Zapatero,[1,2] in Italia resta e anzi aumenta di anno in anno, basta elencare qualcuno dei programmi che circolano al momento: sulla Rai abbiamo L'isola dei famosi e immancabili quiz vari, sulla Mediaset quella chicca che è “Pupe e Secchioni”, Reality Circus, la De Filippi che guida la classifica con Amici e C'è posta per te. Hanno tutti paura della cultura, di qualcosa che insegni alla gente cose utili e interessanti, e soprattutto che abitui la genter a ragionare con la propria intelligenza; la Rai ha inserito due documentari di RaiEdu rispettivamente alle 2 di notte su RaiUno e alle 23.40 su raiTre! Per fortuna Report costituisce un eccezione.

E' ampiamente constatato che non possiamo aspettarci nulla dall'alto, dobbiamo essere noi a fare richieste; mi meraviglio che tra milioni di Italiani siano pochi quelli che si lamentano e provano a fare qualcosa per migliorare questo servizio che, ricordo, è di tutti e non è gratuito. E non voglio credere che la maggioranza di chi paga il canone sia contento di ricevere in cambio programmi di quel livello.
Qualche mese fa si è conclusa una importante proposta di legge popolare [3] per proporre una riforma che liberi la tv pubblica dalla morsa dei partiti e dalla politica, e non si è riusciti a raggiungere le 50.000 firme,[4] a fronte di una popolazione nazionale di oltre 50milioni di persone. Il testo di legge è stato comunque depositato al parlamento, e forse sarebbe il caso di sollecitare il Ministro Gentiloni a prenderla in considerazione, magari con una veloce email.[5] Bastano poche righe.
Non è possibile pagare per guardare programmi demenziali in prima serata e qualcosa di decente alle 2 di notte, il tutto condito continuamente da pubblicità e interruzioni, senza che nessuno si lamenti ed esiga un minimo rispetto.

La televisione pubblica (questo è un discorso non solo italiano) oggi ha un urgente bisogno di liberarsi da due poteri, politico ed economico, che irrimediabilmente ne compromettono l'affidabilità. Finché ci saranno migliaia di imprese che pagheranno milioni di euro per trasmettere le proprie pubblicità, non ci sarà mai spazio per chi voglia mettere in discussione la bontà di un determinato prodotto, o addirittura dell'intero sistema economico su cui reggono le nostre società. Troveremo raramente un ingegnere che parla di un nuovo modo di costruire auto per risparmiare carburante, perché ci sarà sempre la minaccia di ritirare le pubblicità da parte di aziende come le compagine petrolifere. Non troveremo mai una persona come Beppe Grillo che parla di energie alternative attuabili subito, e rompe le scatole un po' a tutti e sopratutto alle imprese italiane.
Non troveremo mai un medico che ci illustra gli studi scientifici degli ultimi decenni che mostrano come il consumo di prodotti animali sia direttamente legato all'incidenza delle più diffuse malattie croniche, basta contare il numero impressionante di prodotti animali pubblicizzati.
I dirigenti di aziende televisive, come Confalonieri per Mediaset, nelle interviste parlano di introiti pubblicitari e accordi con le imprese, mentre i contenuti e la qualità del servizio sembrano non esistere: l'importante è aumentare gli introiti pubblicitari. L'informazione non è un servizio, è un imrpesa e il suo scopo è massimizzare i profitti, come l'economia ci insegna.

Avere informazioni chiare e basate sui fatti è possibile solo in quei media che non sono legati a vincoli commerciali o politici, e che ovviamente vogliono impegnarsi a fare vera informazione.

Ottenere questo dovrebbe essere il primo obiettivo di tutte le persone, gruppi e associazioni impegnate per il progresso civile, qualsiasi sia il campo in cui lavorano: ecologismo, animalismo, pacifismo, politica, diritti umani, etc.
Non propongo ovviamente di lasciar perdere questi ambiti e concentrarsi tutti su una riforma globale del sistema informativo. Dico però che tutti questi gruppi dovrebbero prendere coscienza del problema, discuterne, e riservare almeno una piccola parte del proprio tempo a battersi per un cambiamento in questo settore. Il perché voglio chiarirlo con un esempio.
In uno studio sui mass media, FAIR,[6] un gruppo americano per il controllo dell'informazione, ha esaminato tutte le interviste sulla guerra in Iraq (quando ancora se ne discuteva negli USA) trasmesse sui 4 principali notiziari: CBS evening news, NBC nightly news, ABC evening news e NewsHour. In due settimane, su 400 interviste soltanto 3 esprimevano un parere contrario alla guerra. 3 su 400.[7] Chi diceva che gli Stati Uniti vantano la stampa più libera e democratica?

E' chiaro che un sistema informativo nelle mani di questi poteri danneggia tutti i gruppi che si impegnano per il progresso civile e la pace, ed è necessario agire.

Ho iniziato a cercare alcune delle radio e tv indipendenti disponibili in rete, in lingua italiana e inglese (DemocracyNow è tra le più interessanti secondo me). Non sono certo tutte, vi invito dunque a fare le vostre segnalazioni in modo da avere a disposizione una serie di strumenti e risorse utili, e sopratutto più libere. Mi occuperò di tenere aggiornata la lista arricchendola di volta in volta.
Ovviamente anche su questi siti vanno sempre verificate le fonti e la veridicità di ciò che si legge o si scrive. La regola vale sempre.

In Italiano:
http://www.arcoiris.tv
http://italy.indymedia.org

In inglese:
http://www.democracynow.org/static/IMIATOW.shtml
http://www.alternativeradio.org/
http://www.indymedia.org/it/index.shtml
http://www.zmag.org/newvideos.htm

Note

[1] http://www.perunaltratv.it/index.php?id=10,29,0,0,1,0
[2] http://www.articolo21.info/notizia.php?id=2822
[3] Articolo 71, http://www.quirinale.it/costituzione/costituzione.htm
[4] http://www.perunaltratv.it/
[5]http://www.comunicazioni.it/it/index.php?Mn1=1
[6]http://www.fair.org/index.php
[7]http://www.democracynow.org/static/IMIATOW.shtml