giovedì 7 dicembre 2006

Carta Canta...di Marco Travaglio

A volte i ricordi valgono più di mille commenti...ho scelto di riportare gli ultimi numeri della rubrica online di Marco Travaglio, "Carta Canta". In questo suo spazio Travaglio riporta le affermazioni di vari politici italiani, di destra e di sinistra, mettendo a confronto quelle più datate con quelle nuove. In questo modo tutte le contraddizione vengono a galla, chiare come la luce del sole. Il titolo degli ultimi numeri è "La piazza degli altri", e riguarda le affermazioni di Berlusconi sulle manifestazioni di piazza contro il suo ex-governo. Esilarante alla fine i commenti di Vittorio Feltri, direttore del giornale berlusconiano "Libero", sempre utile per farsi due risate. Buona lettura.

"Le scorciatoie attraverso le vie giudiziarie, le scorciatoie attraverso i colpi di piazza, le scorciatoie attraverso i colpi di pistola non fanno parte di una democrazia" 
(Silvio Berlusconi, dopo la grande manifestazione della Cgil con 3 milioni di lavoratori contro la riforma dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, 26 marzo 2002)

"Tre milioni di lavoratori sono scesi in piazza contro la finanziaria? Io penso a quei 20 milioni di lavoratori che sono rimasti a casa"
(Silvio Berlusconi, 15 ottobre 1994)

"Quando sento le cose dette in piazza dai sindacati, capisco come nascevano le purghe staliniane".
(Silvio Berlusconi dopo la manifestazione sindacale contro la riforma delle pensioni annunciata dal suo primo governo, 23 novembre 1994).

"I 700 mila - perché non erano di più - della manifestazione dell'altro giorno non sapevano che i colpi di piazza sono contro la democrazia. Certo, c'era tanta gente che faceva una scampagnata per il semplice motivo che è stato loro offerto un viaggio gratis, la colazione gratis. Oppure sono venuti a Roma per visitare i musei la domenica pomeriggio".
(Silvio Berlusconi, dopo la manifestazione di 3 milioni di lavoratori indetta dalla Cgil di Sergio Cofferati al Circo Massimo a Roma contro la riforma dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, 26 marzo 2002).

"Che volete che vi dica? Giro giro tondo, casca il mondo, casca la terra... la sinistra è tutta giù per terra"
(Silvio Berlusconi dopo la manifestazione dei Girotondi con oltre un milione di persone in piazza San Giovanni a Roma contro la legge Cirami, 14 settembre 2002).

"Le manifestazioni dei lavoratori? Gente portata in piazza dall'Ulivo, pensionati cammellati che vengono pagati, arrivano col cestino del pranzo e non sanno nemmeno perché sono lì" (Silvio Berlusconi dopo la manifestazione sindacale contro la finanziaria del suo governo, Corriere della Sera, 10 dicembre 2004). "La domenica dei bamba... Oggi, nove ottobre 2005, prima domenica dei bamba in diretta televisiva. Raitre alle ore undici manda in onda la manifestazione indetta dal popolo rossiccio, capitanata da Romano Prodi, contro l'universo berlusconiano. Al raduno dei reduci del fallito comunismo partecipano tutti ma proprio tutti: progressisti alla camomilla, conformisti senza fissa dimora, sindacati di varia estrazione, pacifisti d'attacco e da sbarco, preti d'assalto, democristiani impenitenti, verdi, socialisti protetti dal vuvueffe, cani sciolti, cani perduti e senza collare, qualche porco. A questo genere di adunanze siamo da lunga pezza abituati, quindi non ci stupiscono né ci irritano più di tanto; cortei e 'piazzate' con comizi d'ordinanza hanno accompagnato la attuale ed altre legislature. Ne ricordo due a titolo esemplificativo: uno sciopero generale verso la fine del 1994 (anzi, verso la fine dell'esordiente governo di centrodestra), e una processione di fatto filosaddamhussein alla vigilia della guerra in Iraq. Le manifestazioni contrassegnate da sventolio di bandiere rosse (cui recentemente si sono aggiunte quelle iridate) sono una specialità della sinistra, in particolar modo di quella italiana. La quale a tutto rinuncia tranne ai bagni di folla, retaggio del fascismo che, peraltro, non è figlio di mater ignota bensì di mater socialista. I compagni perdono le elezioni, perdono credibilità, perdono forza ma non il vizio di far casino. Oggi si danno appuntamento in massa a Roma per due motivi distantissimi l'uno dall'altro; non importa, tutto fa brodo e quel che conta per certa gente è imbrodarsi..."
(Vittorio Feltri, direttore di Libero, a proposito della manifestazione dell'Ulivo contro la finanziaria del governo Berlusconi, 9 ottobre 2005).

"Grande manifestazione a Roma del centrodestra. Più di due milioni in piazza contro Prodi e il governo delle tasse. Abbiamo vinto noi. Che goduria. Dieci, cento, mille spallate. Anzi, esageriamo, un milione di spallate. La democrazia è anche forza, organizzazione, vibrazioni dell'aria. La democrazia è fatta di simboli e di stati d'animo. Noi siamo quelli che vincono. E' chiaro. La piazza San Giovanni di Roma è stata un catino effervescente di brava gente. Una folla così può permettersi di dare una spallata, tutte le spallate che vuole... La manifestazione di ieri a Roma è stata la più grande e nuova dal 1945 a oggi. Che goduria. C'era l'idea di liberazione necessaria, e per liberarsi bisogna buttare giù il portone. E farlo tutti insieme. Ora questo partitone unico che ha invaso Roma di rabbia, orgoglio e allegria deve strutturarsi seriamente. Trasformarsi da movimento in una sola, vera, grande squadra. E non ce ne sarà per nessuno"
(Vittorio Feltri, direttore di Libero, a proposito della manifestazione del Polo contro la legge finanziaria dell'Unione, 3 dicembre 2006).

Nessun commento:

Posta un commento