domenica 3 novembre 2013

Ritorno al Futuro tra i film da preservare per l'eternità.

Copyright: Universal Studios

Ritorno al futuro è la mia trilogia preferita. Da sempre, di sempre. Senza mai un ripensamento. Non posso dunque che gioire leggendo che è entrata a far parte di un catalogo di film che, cito, "devono essere conservati per l'eternità. Questi film sono stati scelti perchè sono culturalmente, storicamente ed esteticamente rilevanti."

Copyright: Universal Studios

Tutti noi abbiamo un libro, un'opera, un film preferito. Tutti noi affidiamo pensieri, fotografie, lettere, commenti, a siti come Facebook, ma non pensiamo mai a come preservare nel tempo questi ricordi digitali. In pochi si rendono conto che stiamo affidando una parte della nostra vita ad una compagnia privata. Se domani Zuckeberg, fondatore di Facebook, impazzisse e decidesse di chiudere tutto, non avremmo nessuno a cui rivolgerci per recuperare i nostri dati (salvo aver fatto un backup, che comunque sarebbe limitato).

Per questo motivo accolgo con favore e promuovo tutti i tentativi, da parte di Stati ed enti pubblici, di preservare l'eredità storica e culturale dell'Umanità.

La più antica istituzione federale degli Stati Uniti è la Library of Congress (Biblioteca del Congresso), fondata nel 1800. Questo ente in pratica tenta di conservare parte della conoscenza umana, attraverso la conservazione di libri, manoscritti, film e oggetti da tutto il mondo. La collezione è visibile online.

Molti film sono perduti per sempre. In America, quasi la metà dei film prodotti prima del 1950, e quasi il 90% di quelli prodotti prima del 1920, hanno pellicole che si deteriorano a causa dell'invecchiamento e di processi chimici.

Dal 2007, la mitica trilogia di Ritorno al Futuro è conservata con cura, insieme ad altre opere, dalla National Film Registry statunitense, "non solo per onorare questi film, ma per assicurarsi che siano preservati affinchè le generazioni future possano goderseli".

Vi saluto con un'immancabile citazione, in perfetto tema:

Doc: Marty trovo giusto che noi si sia testimoni di tutto questo.
Marty: Peccato che non ho portato la mia macchina fotografica.
Fotografo: Pronti, signori?
Doc: L'unico problema è che non potremo mai farla vedere a nessuno.
Marty: Sorridi Doc!

Copyright: Universal Studios 

La news sul sito della Library of Congress: http://www.loc.gov/today/pr/2007/07-254.html

domenica 29 luglio 2012

Il pianto dell'industria farmaceutica


"Questo è un attacco all'industria farmaceutica. Saremo davvero costretti, a questo punto e per effetto di tali norme a chiudere le nostre aziende"
, "ci si serve del decreto sulla Spending review per lanciare un attacco all'industria farmaceutica".
Cosa avra' mai potuto scatenare tale reazione da parte di Farmindustria, associazione che rappresenta il settore farmaceutico italiano?
Un recente emendamento del governo Monti propone di favorire l'acquisto dei farmaci generici, con identico principio attivo rispetto a quelli di marca, ma dai prezzi piu' contenuti. Non mi soffermero' sulla vicenda, che potete approfondire sui giornali, a partire dal Corriere.

Vorrei invece approfittare della notizia e presentare un dato fondamentale per capire una volta per tutte come l'industria farmaceutica, sia essa italiana o mondiale, utilizzi false minacce per difendere i suoi interessi. Mi spiego: quando si discutono provvedimenti atti a permettere un accesso universale alle cure farmaceutiche, o si denunciano i prezzi astronomici e ingiusitificati di molti farmaci, la reazione delle industrie e' sempre la stessa: bisogna proteggere i nostri profitti per alimentare la ricerca scientifica e lo sviluppo di nuovi prodotti. In pratica, dicono, se abbassiamo i prezzi dei farmaci non ci conviene piu' investire in ricerca, e le persone resteranno senza cure.

Sapendo quanto questo settore abbia abitudine a mentire, a partire dalla manipolazione dei risultati scientifici per far autorizzare la vendita di farmaci, mi sono sempre chiesto se questa cosa sia vera. Oltre ad articoli vari, abbiamo finalmente uno studio scientifico, riguardante il mercato americano, che ci dimostra un semplice fatto: L'industria farmaceutica spende in MARKETING E PROMOZIONE un ammontare di denaro DUE VOLTE SUPERIORE a quello che investe nella RICERCA di nuove cure!

L'articolo, pubblicato nel 2008 sulla rivista Plos Medicine, e' accessibile online in formato integrale, e magari ci torneremo su integrandolo con nuovi dati: http://www.plosmedicine.org/article/info:doi/10.1371/journal.pmed.0050001
Cosa si intende per marketing e promozione? La parola ad un informatore farmaceutico: "io spesso per convincere un medico a prescrivere certi farmaci uso metodi come le cene, i regalini, i congressi, etc...". Potete approfondire la vicenda riguardando un servizio di Report del 2011 intitolato "Il Marketing del farmaco".

Lo studio su Plos Medicine conclude: "Dalle nostre stime emerge che le compagnie farmaceutiche spendono almeno il doppio in promozione rispetto alla ricerca. Tali dati mostrano chiaramente come la spesa per promozione predomini su quella dedicata a Ricerca e Sviluppo nell'industria farmaceutica, CONTRARIAMENTE A QUANTO L'INDUSTRIA AFFERMA."
Quando farmindustria piagnucola e minaccia di "chiudere le nostre aziende, bisognerebbe chiedergli quanto spende in marketing e promozione, e quanto davvero il suo interesse coincida con quello del pubblico.

domenica 25 settembre 2011

La crisi del debito in Europa e i cattivi maestri

Meeting al Fondo Monetario Internazionale, 2011

Se i media riportano certe notizie con naturalezza, senza batter ciglio o farsi qualche domanda, vuol dire che siamo davvero giunti ad un livello di assurdità esagerato, quasi schizofrenico.

Oggi abbiamo appreso da giornali e TV che il segretario del tesoro americano, Timothy Geithner, parlando al meeting annuale del Fondo Monetario Internazionale a Washington, ha tirato le orecchie all'Europa: «L'Europa deve fare di più per contrastare la crisi ed evitare la minaccia di default a catena».
Parole sensate, se fossero pronunciate dal leader di un paese virtuoso. Dovrebbero invece far ridere, o indignare, se dette dal rappresentante di un'economia, quella statunitense, che a causa della sua irresponsabile ed estrema finanziarizzazione ha già causato una grave crisi economica, quella del 2008, che è ancora in pieno corso, e i cui responsabili sono ancora in libertà e stanno anzi tornando a fare affari. Un paese che già da tempo ha deciso di consegnare le chiavi del governo alle principali istituzioni finanziarie e alle banche. E che preferisce tagliare quel poco di stato sociale che ha (misero, quasi da paese del terzo mondo) invece che introdurre una tassa normale sui ricchi, o dare finalmente un taglio alle esorbitanti spese militari. E invece una parte della popolazione cosa fa? Piuttosto che ribellarsi, crea un movimento, il Tea Party, con idee ancora più estremiste di quelle di chi governa. E guadagnandosi un certo seguito, a quanto pare.

Comunque non si deve dimenticare che anche l'Europa ha le sue colpe. La Grecia ha preso in giro mezzo mondo truccando i bilanci pubblici con l'aiuto di grandi banche, anche americane, come la Goldman Sachs, e vivendo al di sopra delle proprie possibilità. Francia e Germania hanno tacitamente permesso tutto ciò acquistando a piene mani titoli di stato greci, e ora non vogliono lasciare che il paese fallisca e non possa ripagare i propri debiti.
L'Italia, altra fonte di problemi, continua a  mostrare una irresponsabilità fuori dal comune, ignorando l'enorme debito pubblico che si è andato accumulando negli ultimi decenni, e preferendo interessarsi di altre vicende, spesso sfociando nel puro gossip politico. L'elite politica, finanziaria e industriale che governa il nostro paese (dicasi oligarchia) ha preferito dedicarsi ai propri affarrucci - favori e appalti, corruzione, voto di scambio - piuttosto che porre fine alla follia di un debito crescente a fronte di zero investimenti. E l'informazione? L'opinione pubblica? Lasciamo stare...

Dunque, qual è la ricetta per uscire da questa situazione? E, soprattutto, chi decide gli ingredienti? Ovviamente, giusto per restare in tema di assurdo, notiamo che chi è responsabile, direttamente o indirettamente, del disastro in cui ci troviamo, è anche lo stesso che propone le soluzioni.
Mario Draghi, prossimo governatore della Banca centrale Europea e rappresentante di spicco del mondo finanziario pubblico e privato, ben riassume questa ricetta: "irrobustire la competitività, attraverso riforme strutturali da realizzare in tempi stretti». Tradotto: privatizzazioni; vendita del patrimonio pubblico; deregolamentazione; riduzione del welfare state: cose da fare in tempi di crisi presentandole come inevitabili. In modo da, pensano i nuovi leader, rilanciare la crescita, tirare una boccata d'aria e continuare cosi, nel modo sbagliato, fino alla prossima crisi.

E in Italia quali sono le ricette? Il nostro mago dell'Economia, Giulio Tremonti, ha appena varato una manovra che ha effetti recessivi sull'economia. Infatti, le ultime stime hanno rivisto al ribasso la crescita prevista, e di fatto annullano l'efficacia della manovra. Geniale, complimenti.
D'altro lato, abbiamo Silvio che pare non vada molto d'accordo con Giulio. E annuncia: riforma della giustizia e delle intercettazioni. Come dire: la casa va a fuoco e noi, invece di chiamare i Vigili del Fuoco, accendiamo il nostro lettore mp3, mettiamo su le cuffie, ci giriamo e passeggiamo, pensando ad altro, come se nulla fosse.


Fonti
- http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/421906/
- Il Sole 24 Ore
- Foto di gruppo al meeting della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale a Washington, Settembre 2011. Copyright
UPI/Roger L. Wollenberg

sabato 17 settembre 2011

Inchiesta Cassiopea e rifiuti tossici: arriva la prescrizione.



La notizia è di quelle gravi, gravissime. Eppure, provate a fare una ricerca sui principali motori di ricerca, e noterete che praticamente nessuno quotidiano rilevante, da Repubblica al Corriere, al Fatto, ha pensato di dedicarle un articolo, o addirittura una prima pagina. Qualche riferimento solo su Corriere Napoli, e sul Mattino, ovviamente.

Ma di che si tratta? In breve, una delle più importanti e maggiori inchieste sullo smaltimento illecito di rifiuti tossici, denominata Cassiopea, e a cui si è ispirato Roberto Saviano per il suo "Gomorra", iniziata nel 2003 è finita oggi in prescrizione. Liberi 95 imputati, tra cui imprenditori, autotrasportatori e proprietari terrieri, accusati di aver smaltito illegamente tonnellate di rifiuti nocivi nelle campagne di Caserta. Il meccanismo è semplice: industrie soprattutto del Nord Italia (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Toscana) si sono liberate dei loro rifiuti tossici industriali affidandoli a ditte che li trasferivano in Campania e li smaltivano illegalmente. Perchè? Per risparmiare, ovviamente, rispetto ai costi di uno smaltimento legale presso centri autorizzati. Cassiopea è solo una delle decine di inchieste che hanno svelato un sistematico sistema criminale di trasferimento di rifiuti tossici in Campania, che va avanti da anni.
Questo è quello che gli imprenditori chiamano necessità di essere "competitivi". Quando Confindustria parla di competitività, ricordatevi anche di questo.

Per maggiori informazioni e dettagli, potete leggere questi due articoli:
- http://affaritaliani.libero.it/cronache/rifiuti_tossici_casssiopea170911.html
- http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2011/16-settembre-2011/fa-flop-inchiesta-che-ispiro-gomorranon-luogo-procedere-95-imputati-1901559458946.shtml

Questi 95 criminali sono stati accusati solo di disastro ambientale e avvelenamento di acque; per questi due reati, i più gravi, la prescrizione non è ancora scattata, ma a quanto pare non si procederà col processo per mancanza di prove. Certo, non è facile provare i collegamenti tra imprenditori lontani centinaia di chilometri e discariche abusive che nascono come funghi in una sola notte. Ci si può rifare a qualche intercettazione, e poco più.

Ora, cosa è più grave? Il fatto che queste notizie passano inosservate su tutti i media nazionali? Il fatto che queste 95 persone non saranno mai processate?
Queste sono certamente cose gravissime. Ma mi permetto di aggiungere una considerazione. Tra i reati ipotizzati non c'è nulla che riguardi la vita delle persone. Chi sversa illegalmente rifiuti tossici, come amianto, fanghi industriali, rifiuti sanitari e radioattivi, è direttamente colpevole della morte di migliaia di persone, che verranno contaminate inconsapevolmente, magari mangiando una carota o una patata coltivata in quei terreni, e svilupperanno malattie e tumori negli anni successivi. Ovviamente il collegamento diretto tra questi eventi e di conseguenza i reati collegati sono molto difficili da dimostrare, ma mi chiedo: è possibile che non esista un reato connesso alla morte di persone innocenti? E' possibile che reati come questi godano della prescrizione? E, soprattutto, è normale che in questo paese il sistema di smaltimento dei rifiuti industriali sia un segreto di Stato, ben protetto da politici e media?

sabato 23 luglio 2011

Attacco terroristico ad Oslo: la fine dell'innocenza?


IMG_7170

Come sapete sono molto legato alla Norvegia, paese che amo, a cui sono molto legato, e dove ho trascorso una parte, forse la più bella, dei miei studi universitari. Sono molto scioccato da ciò che è successo e dall'entità della tragedia, dalle dinamiche, e dalle persone coinvolte, principalmente giovani uccisi a sangue freddo da un folle estremista di destra con l'aiuto, pare, di altri criminali. Penso che non sia ancora il momento delle riflessioni. Voglio semplicemente proporvi la traduzione di un articolo della BBC che mi è molto piaciuto.


Per quanti di voi vogliano avere informazioni aggiornate sui fatti accaduti ad Oslo e ad Utøya, consiglio i siti della CNN e della BBC:
- http://www.bbc.co.uk/news/world-europe-14260205
- http://news.blogs.cnn.com/2011/07/23/norway-attacks-latest-developments/



Attacco terriristico ad Oslo: la fine dell'Innocenza?
di Jorn Madslien
http://www.bbc.co.uk/news/world-europe-14256438



La Norvegia non è stata mai, prima d'ora, oggetto di seri attacchi terroristici.


E ciò non perchè il paese sia stato particolarmente efficace nel proteggersi, ma perchè si è tenuto a distanza dai conflitti internazionali.

Sebbena sia un membro della NATO fin dall'inizio, la Norvegia ha aumentato solo recentemente il suo supporto alle missioni militari come quella in Afghanistan e in Siria.

Per questo, la sua politica estera non le ha procurato molti nemici; pensate che i diplomatici Norvegesi spesso citavano la caccia alla balena come uno dei temi più controversi con cui avere a che fare.

Accesso pubblico

La Norvegia è una società incredibilmente aperta.

La famiglia reale è libera di muoversi con una scorta limitata, sia nelle città del paese, relativamente piccole e pacifiche, sia in vacanza tra le montagne o lungo la costa.

I politici e grandi uomini d'affari si mischiano liberamente con le persone ordinarie, in una maniera che è raramente osservata altrove nel mondo.

Poche persone hanno indirizzi o numeri telefonici riservati - aprite l'elenco telefonico online e troverete collegamenti non solo a immagini aeree delle abitazioni private e mappe che indicano dove vivono, ma anche dettagli degli indirizzi email e dei luoghi di lavoro.

Questa è una società in cui i politici di più alto rango, amministratori delegati e altri personaggi famosi spesso includono i loro numeri telefonici privati e gli indirizzi di casa sui loro biglietti da visita.


Anche gli stipendi e la ricchezza sono resi pubblici dall'Agenzia delle Tasse una volta all'anno, per poi spesso essere diffuse su tutti i quotidiani.

I giornali locali fanno lo stesso con i politici locali, i negozianti e gli sportivi. Il pubblico è libero di usare il motore di ricerca online per "ficcanasare" negli affari economici di amici e vicini.[1]

La posta, che nel Regno Unito viene solitamente inserita nella fessura del portone, in Norvegia normalmente viene messa in cassette postali non chiuse poste all'esterno delle case, rendendo facile a chiunque abbia intenzioni criminali di rubare qualsiasi cosa, dalle ricevute bancarie a registri medici.

Obiettivo raggiunto?

Al mondo esterno, il modo di vivere dei norvegesi, sia delle elites che delle persone normali, potrà sembrare da sprovveduti. Nonostante fino ad oggi non abbiano avuto nessuna ragione per proteggersi.

Così come la Svezia prima dell'assassinio del primo ministro Olof Palme nel 1986, il popolo norvegese ha collettivamente resistito alla tentazione di aumentare la sicurezza interna.

Per loro, vivere in una società aperta non è stato solo un privilegio, ma anche una dichiarazione verso il resto del mondo: una dimostrazione di come sia possibile vivere insieme in pace.

Tali sentimenti furono messi in discussione dopo che l'editore norvegese che pubblicò i "Versi Satanici" di Salman Rushdie, William Nygaard[2], fu ferito da un colpo di arma da fuoco vicino la sua casa ad Oslo nel 1993, dopo che l'Ayatollah Khomenei emanò una fatwa contro di lui[3].

A quel tempo, l'elite politica ed intellettuale sottolineò l'importanza di resistere alla tentazione,  che si stava diffondendo velocemente tra la popolazione, di reagire alla paura attraverso l'aumento dell'intolleranza verso coloro che provenivano dal mondo esterno.

Potrebbe accadere la stessa cosa ora, sebbene questa volta potrebbe essere diverso.

L'atteggiamento della Norvegia nei confronto del rischio potrebbe ora cambiare, velocemente e in maniera drammatica, se i privati cittadini si ritirassero e se le autorità centrali rinforzassero la sicurezza.

Se così fosse, un possibile obiettivo degli autori degli attacchi terroristici sarebbe stato raggiunto, poichè avrebbero privato la Norvegia della sua innocenza.





Note


[1] In realtà i Norvegesi non "ficcanasano" tra le dichiarazioni dei redditi dei vicini e degli amici. La pubblicazione dei redditi e delle tasse pagate è considerata assolutamente normale poichè si vive in una stessa comunità ed è considerato giusto pagare le tasse. Infatti i norvegesi sanno che ciò significa finanziare quei servizi pubblici indispensabili a vivere insieme ed a godere di qualità della vita tra le più alte al mondo.

[2] I versi Satanici è un romanzo fantastico dell'autore Salman Rushdie, pubblicato nel 1988 e parzialmente ispirato alla vita di maometto. Il titolo è ispirato ai cosiddetti versetti satanici, un presunto gruppo di versi del corano che la tradizione considera ispirati da satana. Per maggiori info: http://it.wikipedia.org/wiki/I_versi_satanici

[2] Nel Febbraio del 1989 l'Ayatollah Khomeini, leader supremo dell'Iran, emanò una fatwa in cui invitava tutti i "buoni musulmani" ad uccidere Rushdie e i suoi editori.

lunedì 11 luglio 2011

L'inafferabile finanza




E' Lunedì, riaprono le borse e tutti temono un crollo dell'Euro e un aumento della pressione sui paesi con debiti pubblici elevati, tra cui l'Italia. Eppure cosa è cambiato in una settimana nell'economia reale? Nulla. Vi siete mai chiesti com'è possibile che sia considerato normal affidare la nostra vita ad un sistema finanziario che si basa sulla speculazione, non è controllabile, e gioca con numeri e ricchezza virtuale?

La Grecia ha fatto e fa tuttora tribolare l'Unione Europea, portandola a creare nuove istituzioni che potessero fare da cuscinetto in caso di emergenza, e che vedranno la luce nei prossimi anni. Eppure la Grecia, con tutto il rispetto, è solo un paese marginale dal punto di vista economico, e rappresenta meno del 3% del PIL europeo. Il suo pur elevatissimo debito pubblico è solo una briciola se visto dall'Europa. L'Italia invece, nonostante tutti i problemi che la affliggono, è la quarta economia europea dopo Germania, Regno Unito e Francia. E il suo debito pubblico è imponente, pari al 119% del PIL (Eurostat 2010). Ciò vuol dire che se la Grecia fallisse avremmo un terremoto tutto sommato di piccole dimensioni, mentre il fallimento dell'Italia provocherebbe probabilmente il crollo dell'Euro, o comunque avrebbe gravissime conseguenza sulla società come la conosciamo: un terremoto, con tanto di tsunami e incidente nucleare.

Ma torniamo al punto iniziale: cosa è cambiato dalla settimana scorsa ad oggi che giustifichi una tale schizofrenia dei mercati? Nulla. E non parliamo di esagerazione mediatica, visto che il rischio debito dell'Italia stamattina è schizzato al suo massimo storico, 287 punti base (Reuters, Lunedi 11 Luglio 2011, ore 14:16). E il Presidente del Consiglio Europeo Herman van Rompuy ha convocato un vertice d'urgenza prima della riunione ufficiale dei 27 Ministri delle finanze europei, in cui si discuterà della Grecia e del "contagio". Se non fosse una situazione rischiosa verrebbe da ridere; queste persone hanno permesso negli ultimi decenni che la finanza si sviluppasse senza regole e diventasse talmente potente da determinare il destino e le scelte delle maggiori economie del mondo, e ora si preoccupano e convocano vertici cercando di riparare, o almeno cosi dicono. Hanno contribuito a spostare il baricentro decisionale dalle arene politiche e democratiche, come i Parlamenti e i Governi, verso un'arena virtuale, inafferrabile, indefinita e privata.

Il Sole24Ore di oggi titola "I gestori temono un tentativo di affossare l'euro" e riporta l'opinione di un esperto: "Il vero rischio che vedo sui mercati oggi e che temo per le prossime settimane è il tentativo di affossare l'euro. È evidente che ci sono forti spinte in questo senso. Dai paesi anglosassoni può svilupparsi una pericolosa concertazione in tal senso. (Mario Spreafico, responsabile di Schroeder Italia Investimenti).
Concertazioni da parte di chi? Speculazione da parte di chi? Chi è che sta portando avanti un tentativo di affossare l'Euro?

Ora, mi chiedo e vi chiedo: vi sembra normale che siano attori non definiti a decidere il destino economico e sociale di un paese? Perchè siamo tutti, media e cittadini, tanto appassionati di politica e politici, e nel dibattito pubblico nessuno si preoccupa di discutere di un sistema che è folle, pericoloso e irrazionale?

Fonti
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2011-07-11/balzo-record-debito-italia-123054.shtml
http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE76A02L20110711

domenica 19 dicembre 2010

Riflessioni serali su destra e sinistra




PD. Bersani parla di un grande programma che possa unificare un po' tutti, da Vendola a Casini, da Di Pietro a Fini. Ecco, il programma elettorale ha perso il suo significato, non è più un documento identitario, fatto di buone idee che si difendono con buoni argomenti. Un punto di partenza e di dialogo con i cittadini.

Piuttosto, oggi è diventato un patto di compromesso, un foglio di carta il cui unico fine è quello di contentare il maggior numero possibile di forze politiche in modo da riuscire a vincere le elezioni. Per poi ritrovarsi al governo divisi e senza idee, uniti solo dalla volontà di acquisire e governare il proprio potere e il proprio clientelismo.

E' in questo modo che la sinistra italiana e le sinistre un po' in in tutta Europa hanno perso il controllo della situazione e stanno rinunciando ai loro punti di forza, che pure esistono. Infatti molti di questi partiti di sinistra hanno fatto l'Europa, hanno costruito i migliori Stati al mondo, hanno inventato servizi e un stato sociale all'avanguardia, hanno governato per decenni alcuni degli Stati che oggi risultano con la più alta qualità della vita al mondo. Eppure dagli inizi di questo millennio sono stati tutti sostituiti da governi di centro-destra che vivono di rendita e ideologie liberiste, già fallite negli anni 80, e a cui non sono in grado di contrapporre una vera visione alternativa.

Come si spiega tutto ciò? Solitamente ci si appella alla mancanza di abilità politica, alla mancanza di leader forti (la giustificazione più diffusa), a problemi di comunicazione.

In realtà, a mio parere, il motivo di questo fallimento è che la sinistra è da tempo implicitamente consapevole di essere diversa dalla destra soltanto in superficie, ed è incapace di invertire la rotta. Infatti, seppur non evidente al pubblico, oggi destra e sinistra hanno gli stessi finanziatori: banche, imprese, sindacati, chiese e religioni. Con piccole differenze, ma sono gli stessi. In un paese come gli Stati Uniti, dove paradossalmente convivono una terribile interferenza dei poteri privati nella vita politica e, allo stesso tempo, una ampia trasparenza dei finanziamenti dati ai partiti e ai candidati, si può osservare chiaramente ciò che sto dicendo. Obama ha tra i suoi primi finanziatori grandi gruppi finanziari e banche, cosi come il suo "avversario" McCain. Certo, due personalità diverse, con alcune diffferenze importanti in merito ad alcuni temi. Ma temi che possiamo definire superficiali se consideriamo l'intera struttura di un paese.

In un multipolarismo fasullo, dove i due, tre o quattro poli sono finanziati dagli stessi gruppi di interesse, la sinistra ha perso il suo significato, e la deriva italiana ed europea lo dimostra. I cittadini sono solo la massa da convincere, da distrarre mettendo in atto scontri e polemiche che non si basano su idee contrapposte, ma che servono a mascherare tutto questo, e dare l'illusione che si sta scegliendo tra proposte radicalmente diverse.

Fonti di ispirazione
http://beta.partitodemocratico.it/doc/200974/bersani-alleati-con-chi-vuole-una-nuova-italia.htm
http://www.opensecrets.org/
http://www.chomsky.info/