sabato 24 giugno 2006

Refendum si, referendum no

Giungere con le idee chiare al referendum del 25-26 giugno si prospettava molto difficile, e così è stato. Il tempo richiesto per studiarsi il testo della riforma costituzionale, che prevede la modifica di 52 articoli [1], e per cercare di capire se i cambiamenti per il paese fossero stati positivi o negativi, richiederebbe settimane, se non mesi, di tempo, oltre ad una minima conoscenza del diritto. Se vivessimo in un paese con mezzi d'informazione imparziali e al servizio dei cittadini, avremmo potuto affidarci a dibattiti televisivi costruttivi, e non come quelli a cui stiamo assistendo nei vari salotti, e i cui contenuti non sono altro che slogan, offese e opinioni campate in aria. Avremmo avuto costituzionalisti, economisti, intellettuali che, con calma e chiarezza, ci avrebbero spiegato punto per punto il testo della riforma, un po' come un paziente professore universitario. Invece abbiamo un flusso confusionario di idee con Ballarò, col Vespone, per non parlare della propaganda messa in atto sui canali Mediaset. Parentesi per chi crede che le reti mediaset siano libere e non al servizio del padrone: ricordo che L'Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni, noto organo comunista, ha inviato una nota a Mediaset invitando "a non continuare la trasmissione di spot informativi che per la parcellizzazione e l'incompletezza delle informazioni fornite enfatizzino aspetti particolari della complessiva consultazione referendaria".[2].

E ho capito perchè quando ieri mi sono imbattuto proprio in uno spot per il referendum su Italia1, si diceva "tra le modifiche apportate, vi è la riduzione del numero di deputati alla Camera e al Senato". Da notare, concentra l'attenzione su uno dei punti meno importanti della riforma (ma che ha una presa diretta sulla maggioranza della gente che di costituzione non capisce nulla) stando ben attento a non dire che il provvedimento di riduzione sarà effettivo solo nel 2016 e che Prodi ha già proposto di ridurne il numero a 400. Io non sono d'accordo con nessuno dei due, perchè penso che un numero minore di deputati significherà una minore rappresentatività del parlamento. E non sarà certo questo provvedimento a dar slancio al paese.
In un altro paese si chiamerebbe lavaggio del cervello, ma non in Italia dove metà della popolazione ancora crede che Costanzo e Mentana siano comunisti e che gli attacchi più duri a Berlusconi provengono proprio dalle sue televisioni. Certo, duri attacchi sui suoi capelli ed alla sua bassezza, roba forte, giornalismo estremo.

Provare a fare ora ciò che le televisioni non fanno sarebbe impossibile, e richiederebbe pagine e pagine di testo, quindi per ora cerchiamo di chiarire di cosa si tratta, ovviamente senza la pretesa di essere esaustivi, e soprattutto fare in modo che possiamo orientarci nella giungla di dichiarazioni politiche.

La nostra classe politica fa danni ad ogni occasione, ed è riuscita a trasformare anche questo referendum in una questione destra/sinistra. Sono davvero abilito...ma non facciamoci prendere in giro anche stavolta.

Il primo punto che ci fa capire che questa riforma ha qualcosa che non va, e che bisognerebbe andarci cauti, è proprio l'accanito scontro tra sinistra e destra. La Costituzione di un paese è e deve essere per definizione una riforma collettiva, come fu quella del '48; infatti deve rappresentare tutta la popolazione e garantire a tutti la possibilità di vivere liberi e avere diritti e protezione.
Non riesco proprio a digerire quindi che su una riforma di tale portata possa esserci uno scontro così acceso e per questo ritengo che, se si vuole riformare una Costituzione che ormai ha i suoi anni, bisogna farlo in modo diverso e non certo affidandosi ciecamente ai dirigenti politici di destra e sinistra che ci ritroviamo oggi.
La popolazione non può essere chiamata semplicemente a dire si o no ad un testo scritto da quei personaggi, va ripensato il tutto, in modo che possano essere i cittadini, con strumenti adeguati, a proporre i cambiamenti che più sentono necessari, e ad indicare la strada per le riforme.

Il secondo punto che riguarda questo problema è l'uso degli slogan da parte dei politici; questa non è una campagna elettorale, ma probabilmente non se ne sono resi pienamente conto. Una campagna referendaria andrebbe condotta sui fatti, sui testi, su cose tangibili e oggettive che tutti possano comprendere, e non su promesse e sogni, come sta avvenendo oggi, soprattutto sul fronte del Sì. E' impossibile non notarlo, d'altronde come potremmo aspettarci un atteggiamento diverso, visto che il capolista, l'imprenditore Berlusconi, è il primo a dettare legge trasformando il referendum in campagna elettorale, con affermazioni come "Una delle ragioni fondamentali per votare sì è quello di dire no al governo Prodi. Un sì, quindi, contro l’Italia del no", o populismo puro come "Nessun Italiano può sentirsi degno di essere tale se domenica non sarà andato a dare il proprio sì alla riforma Costituzionale che darà a questo paese più democrazia e libertà".
Ma stiamo scherzando? Perchè non ci spiega in dettaglio cosa stanno riformando, invece di fare propaganda di così basso livello? Si attendono risposte, ma conoscendolo immagino ricorrerà alla "facoltà di non rispondere", come fa nei suoi processi.

Il terzo punto, infatti, riguarda un'altro slogan che si sta utilizzando ampiamente, per cui chi è sul fronte del No è un conservatore, chi è sul fronte del sì è un riformatore che crede nel progresso. Il grosso del lavoro lo fa il vicepresidente di Forza Italia, Tremonti, che in un intervista sul Corriere ci illumina con le sue analisi socio-politiche: "Guardiamo i due fronti e dentro i due fronti. Ci sono un fronte migliorista e uno nichilista. Un fronte che vuole migliorare la Costituzione insieme modernizzandola e correggendo errori anche recenti, e uno che la vuole conservare tale e quale come se fosse uno "statuto" tramandato da un passato intoccabile." Dopodichè esprime tutte le sue intenzioni si avviare un dialogo costruttivo per il bene del paese: "Il no chiude su tutto, il sì apre al meglio". Per la serie, seguitemi o perite.
Naturalmente basta seguire per qualche giorno il dibattito politico per capire che la situazione è ben diversa, e chi dice di votare No non vuole che la Costituzione resti intatta nei decenni a venire, ma semplicemente non accetta che venga modificata con un testo come quello proposto unilaterlamente dalla Casa delle Libertà. Uno per tutti, citerò Piero Fassino che smentisce subito Tremonti&Co: "Servono riforme, questo sì, ma non queste che sono sbagliate. Votare No sgombrerà il campo da un equivoco e da un ostacolo e permette di fare quelle riforme che servono". Accusare il fronte del No di conservatorismo e di non voler cambiare e migliorare le regole del gioco è davvero una mossa bassa e propagandistica, ma molto efficace.

Il quadro politico è talmente esilarante che si potrebbe andare avanti per ore ed ore, ma ovviamente ci fermiamo e concludiamo con alcune dichiarazioni, di estrema lucidità, che è possibile sentire solo in questa Italia malata: "Ci auguriamo che passi il sì, se passa almeno al Nord, avremmo il diritto di andare ovunque, anche all’Onu, per invocare maggiore libertà per il nostro popolo".
L'idea che gran parte di questa riforma Costituzionale è stata voluta da un uomo che disprezza il Sud del paese, disprezza l'Italia (mentre i suoi compagni di coalizione gridano "Forza Italia"..) e crede nella follia del "popolo padano" mi indurrebbe a riflettere per bene prima di votare Sì. Naturalmente stiamo parlando di Umberto Bossi.
D'altronde, che ci si poteva aspettare da un condannato in via definitiva ad 8 mesi per tangenti, ma premiato nella scorsa legislatura con un posto come ministro delle riforme? Di sicuro non che operi per il bene di tutti e soprattutto del sud Italia...apriamo gli occhi.
E prepariamoci a cose molto peggiori. Romagnoli, deputato di Forza Italia, ha lanciato la denuncia preventiva sui brogli elettorali: "Sto ricevendo numerosissime segnalazioni di gravi e dubbiose anomalie nei plichi elettorali"[3]. E' probabile che siano gli stessi amici che, in uno slancio di solidarietà, continuano a chiamare in incognito l'ufficio del povero Romagnoli per aiutarlo a convincersi che ciò che dice è vero.

C'è un'ultima dichiarazione che nessuno riporta, ma che merita una nota. E' di Michele Bonatesta, di Alleanza Nazionale: "La campagna referendaria per la modifica della Costituzione è un bluff. Quando fummo chiamati a votare quella che comunemente viene denominata devolution, erano pochi i parlamentari di An ad essere convinti delle modifiche e delle novità che si andavano a introdurre. Alla fine, votammo a favore non per disciplina di gruppo, come avvenuto tante altre volte, ma solo perchè dai vertici del partito ci fu assicurato che poi, al referendum confermativo, la riforma sarebbe stata affossata".
Come minimo dunque tutti gli elettori di An possono sentirsi liberi di votare No, visto che era questa l'intenzione originale del partito. Purtroppo tutto ciò non è un sogno, è l'Italia di oggi.

Chi ha voglia di sentire le due campane, può approfondire leggendo le schede sui vari articoli riformati, sul sito del comitato per il No [ 4] o leggere le motivazioni del Sì sul rispettivo sito [5]. Segnalo inoltre alcune pagine di rassegna stampa, con articoli, approfondimenti e commenti vari. [6] [7]
[ 8]

Sia che siate di destra o di sinistra, fermatevi e riflettete. Questo non è e non deve essere un voto politico, non votate solo perchè il vostro politico di riferimento vi dice di votare Sì o No.

Io per questa volta sono d'accordo con Prodi: “Tra poco più di un mese avremo un referendum sulla Costituzione, io credo che quel cambiamento costituzionale debba essere bloccato. Ma come tutte le Costituzioni credo che anche la nostra, che è una splendida Costituzione, abbia bisogno di revisioni e aggiornamenti. Sulla Costituzione, come sulla legge elettorale, io intendo che non si facciano cambiamenti se non con un dialogo approfondito con l'opposizione”.
Certo, se oltre a parlare bacchettasse i suoi ministri affinchè garantiscano che l'attuale “splendida Costituzione” fosse effettivamente attuata, sarebbe ancora meglio.

Quindi ho deciso di scrivergli, se volete fatelo anche voi scrivendo a questo indirizzo. Il mio messaggio l'ho inserito come commento, lasciatemi una nota qui sul blog per capire se sono stato l'unico matto a farlo. Grazie.

Note

[1] http://www.riforme.net/leggi/ModificaCameraOttobre2004-Costituzione.htm
[2] http://www.repubblica.it/2006/06/sezioni/politica/referendum-due/diffida-mediaset/diffida-mediaset.html
[3] http://www.forza-italia.it/notizie/arc_8677.htm
[4] http://www.referendumcostituzionale.org/ [5] http://www.sivotasi.it/
[6] http://www.zmag.org/italy/annunci.htm?zkey=commenti.referendumcostituzione
[7] http://www.riforme.net/referendum2006/index.htm
[8] http://www.repubblica.it/speciale/2006/dossier_referendum/index.html?ref=hppro
[9] prodi_r@camera.it (da www.camera.it)

4 commenti:

  1. questa è l'email che ho inviato a Prodi, se volete usare il testo come base e personalizzarlo fate pure.


    Gentile Presidente del Consiglio Romano Prodi,


    Sono uno studente che in questi giorni ha avuto il dispiacere di seguire i dibattiti sul referendum e le opinioni espresse dai vari politici. Ho deciso di scriverle per esprimerle brevemente il mio pensiero, sperando che possa servirle a governarle meglio questo paese distrutto, soprattutto culturalmente, da anni di governi sia di destra che, mi permetta, di sinistra. D'altronde lei si appellava ai giovani in campagna elettorale, e quindi ora ci facciamo avanti.


    Questo referendum si è trasformato in campagna elettorale, soprattutto sul fronte del Sì, con un Berlusconi che ha trasformato il voto referendario in un voto contro la sua persona, (strategia che disapprovo completamente pur non approvando completamente il suo governo e tutti i ministri da lei nominati) con un Tremonti che vi accusa a torto di conservatorismo ("Il no chiude su tutto, il sì apre al meglio") per finire con un Bossi che invoca la mobilitazione dell'oppresso popolo padano. Roba da fantascienza, non è affatto uno spettacolo piacevole, e neanche sul versante del No, dove le motivazioni mi sembrano poco incisive.


    Questa situazione non aumenta la mia (e di tanti altri) fiducia nella politica. La Costituzione di un paese dovrebbe essere per definizione una riforma collettiva; dovrebbe rappresentare tutta la popolazione e garantire a tutti la possibilità di vivere liberi e avere diritti e protezione.

    Non condivido dunque che su una riforma di tale portata possa esserci uno scontro così acceso, e per questo ritengo che, se si vuole riformare una Costituzione che ormai ha i suoi anni, bisogna farlo in modo diverso.


    La popolazione non può essere chiamata semplicemente a dire si o no ad un testo scritto da politici lontani dalla realtà del paese, di destra o sinistra che siano, che non comunicano col paese e son unicamente preoccupati di apparire in tv ( a proposito, a quando la riforma del sistema televisivo? Zapatero docet..). Penso che vada ripensato il tutto, in modo che possano essere i cittadini, con strumenti adeguati, a proporre i cambiamenti che più sentono necessari, e ad indicare la strada per le riforme.


    Ho espresso le mie idee in un articolo, dal momento che studio per diventare giornalista, che può leggere se vuole:

    Voglio concludere riassumendo il tutto in due proposte:


    - lavorare per creare degli strumenti di democrazia partecipativa diretta, in modo da raccogliere dati, idee e opinioni provenienti dai cittadini, e varare riforme per andare incontro ai reali bisogni collettivi, e non a quelli di pochi. Internet potrebbe essere uno strumento da scoprire e valorizzare. Introducete novità in Europa, innovate questo sistema politico che inizia a non funzionare più bene. Sono sicuro che il vostro coraggio sarà ricordato e premiato dalla gente.


    - In una sua recente dichiarazione ha affermato che la nostra è una “splendida” costituzione e ha riconosciuto che ha bisogno di revisione, sono d'accordo. Lei però è il Presidente del Consiglio, il mio invito è a radunare tutti i suoi ministri e lavorare in modo da rendere effettive le norme e i principi contenuti in essa, cosa che oggi non avviene affatto. Sono sicuro che sarebbe un ottimo punto di partenza, in attesa che i tempi siano più maturi per riforme costituzionali serie e fatte per il bene di tutto il paese.


    Sperando in un suo interessamento, le invio i miei più distinti saluti e le auguro sinceramente buon lavoro.

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  2. propongo un bell'articolo a chi fosse interessato:


    http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/24-Giugno-2006/art2.html

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  3. ciao, complimenti per il blog, vedo che sei uno studente di scienze politiche come me...solo che io studio a messina...ti ho visto bazzicare sul forum di marco travaglio, ti piace stefano benni, ti piace scrivere, ti inteessa noam chomsky...davvero interessante

    ciao!!

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  4. ciao e grazie dei complimenti a nome di tutta la redazione ^^

    Bello trovare qualcun'altro che studia scienze politiche ^^


    Ho dato un occhiata al tuo blog, anche le tue letture e i tuoi link sono molto interessanti, Benni, Travaglio, Grillo...Ho visto che non ci son libri di Chomsky, ti consiglio se vuoi di leggere quello recensito su questo blog, lo trovi al tag "letture consigliate" ;) E' davvero illuminante.


    Continua a seguirci e intervenire se ti va, grazie! ^^

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