venerdì 13 novembre 2009

L'informazione crocifissa

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Sembra già essere passata di moda, ma la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo sull'esposizione del crocifisso ha lasciato tracce di ignoranza che non possiamo ignorare (ah...ah). Abbiamo già visto, nello scorso articolo, che giornalisti, politici e opinionisti hanno preso il più grande abbaglio dell'anno, confondendo la Corte europea dei diritti dell'uomo con la Corte di giustizia europea, che è cosa diversa. Io ovviamente sono buono e dico che è solo ignoranza. Per altri, è una strumentalizzazione ben studiata.


Avevo promesso di vedere come, una parte della stampa, aveva reagito alla sentenza. Non è un esercizio inutile, perchè ci aiuta a conoscere la tecnica utilizzata da questi "informatori" per poter poi leggere in modo critico ciò che ci viene raccontato tutti i giorni nei mezzi di comunicazione. E' una cosa che abbiamo fatto spesso su questo blog.


La palma d'oro dell'ignoranza va ad un articolo de "Il Giornale", diretto dal sempre sobrio Vittorio Feltri. Ho deciso di premiare la giornalista Ida Magli e il suo articolo "L'inutile Europea ci toglie pure il crocifisso". "Il Giornale" ha sfruttato la sentenza per sollevare l'ennesima campagna contro l'Unione Europea. Peccato che questa non c'entri nulla. In buona o cattiva fede, i giornalisti del Giornale (e tanti politici) si sono resi ridicoli, ma nessuno l'ha fatto notare in TV. In un altro paese europeo forse un errore del genere avrebbe distrutto la credibilità di un giornale.


Leggere l'articolo è istruttivo, perchè si ci rende conto che la giornalista procede con le sue argomentazioni basate tutte su una premessa falsa: cioè che è stata l'Unione Europea ad emettere la sentenza contro il crocifisso, e non il Consiglio d'Europa che è un'altra cosa.


"Le religioni non sono monete. Fare l’unificazione europea a tavolino, cominciando astutamente dall’economia e dalla moneta, ha permesso finora...".
L'unificazione europea è un processo portato avanti dall'Unione Europea, e non dal Consiglio d'europa. Qualcuno avvisi i segugi de "Il Giornale".


"I politici che hanno progettato l’Unione europea hanno affermato che ci univamo perché eravamo uguali; ma nelle religioni non si è, non si può essere uguali....".
"....se nell’Ue per essere liberi bisogna che in pubblico vengano cancellati tutti i segni che indicano un’appartenenza, questo significa che nessun popolo sarà più un popolo, salvo che si ritenga che possa farci sentire «Popolo» l’esposizione nelle scuole e agli angoli delle strade della faccia di Barroso."
Divertente. Il povero Barroso è il presidente della Commissione europea (organo dell'UE), e non ha nulla a che fare con la Corte europea che ha emesso la sentenza.


Gran finale: "I governanti italiani, dunque, si muovano subito; nell’interesse dell’Italia, ma anche dell’Europa. Bisogna istituire a Bruxelles l’abitudine a innumerevoli «eccezioni»...". Bruxelles (Belgio) è la sede di molte istituzioni europee, ma non della Corte europea dei diritti umani che ha sede a Strasburgo (Francia). 


Lo scopo del Giornale è chiaro. Rafforzare la propaganda contro l'Unione europea e le sue regole che costringono l'Italia a diventare un paese più normale.
Difendere la Chiesa, gran serbatoio di voti del centro-destra.
Educare i lettori del giornale ad odiare l'ingerenza dei "burocrati di Bruxelles", in modo che se in futuro dovessero decidere qualcosa che metta in pericolo l'anomalia italiana costituita da Silvio Berlusconi, si sia pronti ed educati a reagire. Per tutto questo, al diavolo l'informazione.

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