domenica 18 aprile 2010

Il nostro viaggio oltre il circolo polare artico norvegese, isole Lofoten - Giorno 5


5° giorno (Lunedi 22 febbraio 2010) - Sørvågen - Reine - Sakrisøy - Hamnøy

Lunedi, finalmente la tabella orario dei bus si arricchisce di corse e pianifichiamo una visita a due paesi più lontani, ben recensiti dalla guida.
 






Uno di questi è Reine, indicato  come punto di partenza di molte escursioni tra cui una che si profila davvero interessante; purtroppo i piani saltano per due motivi: il primo è che d'inverno alcuni sentieri sono difficilmente praticabili, il secondo è che...dopo giorni di sole, le nuvole iniziano a coprire l'area e ben presto neve e vento ci accompagnano nel cammino!
Il bus (39 nok) ci lascia alla prima destinazione, la più distante dal nostro campo base, e cioè Hamnøy: poche case su un isolotto all'imboccatura dell' omonimo fiordo. In teoria sarebbe un bel punto di osservazione, ma col cielo coperto rende poco e diamo solo un occhiata al Mar del Nord dalla scogliera.








Hamnoy è collegato da due bei ponti, che attraversiamo a piedi sulla E10 in direzione sud, verso Sakrisøy, un altro piccolo villaggio su un'altra piccola isoletta. Qui lasciamo la strada e passeggiamo sul versante interno, per avere una migliore vista sul fiordo e le montagne. Una leggera collina ci offre l'irresistibile occasione di rotolare giù stile sacco di patate...divertente, ma ci riempiamo di neve! Poco vicino c'è un tavolino con panchine, un posto che d'estate deve essere fantastico per un picnic con vista su mare e monti. E' inverno, nuvolo e tira vento, ma non resistiamo ad uno spuntino.








Dopo la pausa ci incamminiamo sulla ormai usuale E10 in direzione Reine; pochi passi, inizia a nevicare e il vento si fa più forte. Per fortuna non fa freddo, quando nevica la temperatura di solito aumenta, ma si cammina coperti il più possibile, con solo un'apertura per scrutare la strada. Poco dopo Sakrisøy troviamo un supermercato Coop (non è la nostra Coop...) che ci invita ad una breve sosta! Scopriamo che ha anche delle belle cartoline e souvenir, e ne approfittiamo dato che tutti gli uffici turistici erano chiusi nel weekend. Riprendiamo il cammino nel bel mezzo della bufera, giungendo a Reine quando inizia a smettere. Reine è l'ultimo paese, andando verso sud, dove trovate alcuni servizi come un bancomat, da cui potete ritirare corone norvegesi con qualsiasi carta di credito o ricaricabile (Postepay inclusa). C'è anche un bel chiosco con panini caldi e souvenirs. In attesa del bus passeggiamo fino alla scogliera e al faro, anch'esso in ferro e anch'esso bianco e rosso. Forse l'ho già detto, ma questi fari, che punteggiano la lunghissima costa norvegese da sud a nord, hanno un fascino particolare. Son lì, soli contro il vento e le onde, sulla punta di bellissime scogliere, o su piccoli isolotti in mezzo al mare, e funzionano. Sono ben tenuti, e possiamo dire che rappresentano l'efficienza scandinava che, nonostante il clima, è impeccabile.
 






Tornando ci imbattiamo in un enorme blocco di ghiaccio ancorato al suolo...che volete, è stupido, ma non resistiamo, e iniziamo ad ingegnarci su come staccarlo e farlo rotoralre in mare. Il primo intento riesce, al secondo rinunciamo quando ci rendiamo conto di dover correre a prendere il bus. Bus che, purtroppo, non c'è. Un errore nel sistema dei trasporti? Chiedo alla gentile signora del chiosco, che mi spiega che in realtà quella settimana le scuole sono chiuse, e quindi gli orari sono ridotti. Perchè? Perchè è una settimana di vacanza per l'inverno.....ecco, i norvegesi possono improvvisare vacanze semplicemente perchè è inverno, c'è neve, è bel tempo e quindi...tutti a sciare! Un popolo più rilassato di questo, in un paese occidentale, è impossibile da trovare.
A noi stressati italiani non resta che incamminarci a piedi. Sono 7km di strada, e dopo una giornata in giro ne faremmo volentieri a meno. Subito dopo Reine c'è anche una breve galleria, ma i previdenti norvegesi hanno costruito un passaggio pedonale esterno. Proviamo invano a chiedere uno strappo alle rare auto di passaggio, finchè a metà strada la stessa signora del chiosco, di ritorno dal lavoro, si ferma impietosita. La sera prendiamo armi (macchine fotografiche, siamo pacifici) e bagagli e ci trasferiamo per l'ultima volta in un altro alloggio, poichè il rorbu del 1850 ha da esser liberato. Stavolta il proprietario ci porta ad Å, che abbiamo visitato il 4° giorno, in un rorbu più grande e nuovo, dove trascorreremo l'ultima sera, e l'ultima cena, meritata, a base di fusilli tricolore e sugo italiano "Taste of Sorrento", preceduta da inno nazionale e omaggio alla bandiera.

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