domenica 16 luglio 2006

Relazioni Internazionali

Una guerra presenta sempre le stesse modalità.
All'origine del conflitto ci sono motivazioni, ultimatum, irrazionali sogni di conquista.
La prima fase di una guerra è un momento di studio dove missili intelligenti colpiscono i centri nemici ritenuti nevralgici. Ma fin quando non esisterà sulla terra una tecnologia tanto intelligente e precisa da garantire che ciò effettivamente avvenga, le modalità della prima fase resteranno solo distruttive . E a farne le spese sono donne e bambini. Vite spezzate da missili, corpi arsi vivi e dilaniati.
Poi segue la seconda fase: genera odio e sete di vendetta.
La diversità e il diritto alla libertà pongono i presupposti di nuove stragi e massacri.

Il conflitto arabo-israeliano è questo.

Morte che genera altra morte in un infinito vortice che divora vite e speranze.

Le due posizioni sono note: Israele afferma il suo diritto ad esistere. Diritto sacrosanto ed inespugnabile. Ma se la storia la fanno i vincitori non si ignori che lo stato di Israele è nato in seguito ad accordi stabiliti dopo la seconda guerra mondiale. Non si ignori altrettanto che prima del 1948 quel territorio era abitato da palestinesi costretti poi al fuggi fuggi generale. E’ trascorso mezzo secolo e l'odio nel frattempo è cresciuto. Ha raggiunto livelli altissimi, alternando fasi di distensione a periodi di forte instabilità. Da allora tutto è cambiato, oggi viviamo la globalizzazione e le problematiche che ne derivano , ma lì in medio oriente le grane continuano a esplodere.


La prospettiva che il conflitto in atto tra Israele e il Libano si possa allargare a tutto il Medio Oriente si presenta minacciosa come forse mai prima d'ora.
Come valutare ad esempio le dichiarazioni del presidente iraniano che accusa Israele di usare gli stessi metodi di Hitler nella sua offensiva contro gli Hezbollah in Libano? Come valutare il silenzio dell'Onu che di fronte al rapido seppur (imprevisto?) susseguirsi dei fatti è praticamente impassibile? Mi chiedo a quale scopo servino i caschi blu, quale sia in fondo il vero potere dell'0rganizzazione nata per evitare i grandi conflitti internazionali.

Israele pare usi l'alibi dell'olocausto per aggiudicarsi l'appoggio delle grandi diplomazie occidentali: una posizione anti-israeliana viene bollata come antisemita e viceversa. Quella del presidente iraniano è un punto di vista estremista e fanatico. Ma riflettere sulle iniziative Israeliane è un passo che bisogna compiere.

Ho letto da qualche parte che l'attacco al Libano sia solo l'antipasto di un pranzo che prevede come primo la conquista americana dell'Iran. Perchè no? Chi di noi non ci ha pensato? Se così fosse ci troveremmo di fronte al più grande egocentrismo politico-economico-militare dai tempi di Hilter. Nascondere l'interesse che l’amministrazione Bush nutre per il Medio Oriente e' un impresa disperata. Cosi' come è disperato il tentativo di credere che Israele rappresenti per gli Usa più un ideale di giustizia e libertà che un porto indispensabile per il dominio del petrolio e delle risorse energetiche. Sono solo considerazioni , tutto è opinabile e nulla è esente da critiche.

I dentoni bianchi che spuntano dal sorriso ipocrita della Rice provocano in me ansia e preoccupazione . Porta-aerei americane, sono pronte ad accogliere bombardieri e missili cruise, Israele ha bombe atomiche puntate su Beirut, Theran e tutto il medio oriente e noi Italiani trovandoci nel Mediterraneo siamo nel bel mezzo di una minaccia devastante.
Siamo minuscole pedine di un gioco molto più grande di noi: la Cina sorniona attende dall'alto della sua fama le mosse degli americani. Una partita a scacchi sta per cominciare e l'impressione è che sarà una partita storica. Come mai?

Innanzitutto si gioca su due fronti. uno riguarda la sfera degli interessi di tutti, l'altro risponde alla logica del baratto e degli interessi privati. Mentre scrivo e' in corso il g8. A San Pietroburgo gli otto potenti affrontano la questione arabo-palestinese, ma sembrano molto più interessati a quella riguardante la proliferazione del nucleare che Iran e Corea Del Nord intendono ottenere. La Cina che minaccia la leadership Usa in campo internazionale vuole concedere un'altra chance al presidente iraniano Ahmadinejad. L'unione europea è ancora in cerca di una sua identità.


Una considerazione: gli stessi stati che appoggiarono Saddam durante la guerra fra Iran e Iraq offrendogli armi di distruzione di massa (parliamo anche di armi chimiche ) oggi chiedono all'Iran il disarmo totale.
Se poi a tutto questo aggiungiamo le pretese della Corea del Nord che giorni fa ha terrorizzato la comunità internazionale con i suoi esperimenti missilistici allora il quadro internazionale letto alla luce della guerra israelo-libanese è quanto mai problematico.

Il libano risponde al blocco aereo imposto dal capo di stato israeliano Olmart, e nulla fa prevedere al momento una distensione in tempi rapidi. In questo paese l'organizzazione conosciuta come Hezbollah è considerata alla stregua di un partito politico. Ha candidati che partecipano alle elezioni politiche ed è inoltre molto attiva in campo sociale, come ad esempio nell'istruzione e nell'economia. Da Wikipedia apprendo che il parlamento europeo approvò una risoluzione che etichettava Hezbollah in toto come organizzazione terrorista. Forse è per questo che Europa e Onu attendono. In ogni caso, il presidente del Libano chiede aiuto. Dice testualmente "il nostro paese è una zona disastrata. Solo le nazioni unite possono imporre un cessate il fuoco totale e immediato...mi aspetto l'aiuto degli amici nel mondo. La punizione collettiva inferta al libano da Israele è immorale".
La lega araba nel frattempo minaccia.
Secondo loro il processo di pace è definitivamente morto.

Ho esordito dicendo che una guerra presenta sempre le stesse modalità. Qui stiamo sfociando in un clima fin ora sconosciuto .Gli ebrei per cui nutro sincera ammirazione e solidarietà per le loro vicende passate hanno chiaramente esagerato: i morti cominciano a superare le centinaia. Il diritto ad esistere si estende a tutti i popoli della terra. E’ un diritto sacrosanto derivatoci dagli insegnamenti degli Illuministi. Ora, la ragione che ispirava tale principi è sopraffatta dall'irrazionalità e dall'istinto militare che non ha nulla a che fare col diritto alla difesa.

In nome della pace e della speranza,
in nome di un futuro sempre più incerto e inevitabilmente lontano,
esporre la bandiera arcobaleno,
ha ora, più di sempre, un significato profondo.

Prima che sia troppo tardi,

prima che qualcuno o qualcosa

cancelli definitivamente

la luce che alimenta i nostri sogni .

4 commenti:

  1. Bella quest'analisi e commento ai fatti del Medioriente.

    Penso alle parole di Terzani che parlano di un'escalation che perde, nella notte dei tempi, le orgini, le motivazioni o le cause, quando l'Uomo,

    l'imperfetto Uomo,

    non si cura delle conseguenze dell'uso delle armi.

    Ho una bandiera sbiadita, ancora sul mio balcone, che mi premuro, regolarmente di ricollocare, quando il vento la sposta e tenta di nasconderla.

    Ma non dipende da me, quella partita a scacchi: qualcun altro muove le pedine sopra tutte le nostre teste.

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  2. La condizione dell' uomo é una condizione di guerra di ciascuno contro ogni altro.(Hobbes)


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  3. non sono d'accordo con le idee di Hobbes, perchè mi sembra che ci siano tante eccezioni che NON confermano la sua regola.


    questa condizione di guerra non è duvuta ad una qualche presunta natura cattiva dell'uomo. I popoli non vogliono le guerre, sono i cosiddetti poteri forti (che tutti citano ma pochi approfondiscono) che agiscono. E le motivazioni non dipendono dall'uomo, ma da interessi particolari che evidentemente dominano la nostra società e la politica, talmente forti da sovrastare la volontà di intere popolazioni a favore di poche persone.


    per questi ed altri motivi penso che Hobbes si sbaglia ;)


    qual è la soluzione a questo? ne parleremo...

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  4. bell'articolo, complimenti continuate così wla PACE

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