giovedì 5 ottobre 2006

Pubblicità...pubblica

Personalmente non amo la pubblicità, non ne condivido il principio e soprattutto non capisco perché dobbiamo sorbirci ore e ore di pubblicità sulla televisione pubblica, pur pagando il canone. Da questi nuovi dirigenti della Rai lottizzata e succube di Mediaset e del suo palinsesto, non mi aspetto nulla, e nemmeno dal governo che in questo campo ha già dimostrato di voler mantenere una perfetta continuità col governo Berlusconi. La Rai è governativa e non si tocca. L'informazione libera, indipendente e aggressiva spaventa tutti, destra e sinistra (evidentemente perché si ha qualcosa da nascondere o si dicono un sacco di balle e non si vuole essere smascherati da giornalisti che siano in grado di farlo..).

E' così che la “telebasura”, la tv spazzatura che in Spagna sta venendo prontamente sostituita dopo la coraggiosa riforma televisiva di Zapatero,[1,2] in Italia resta e anzi aumenta di anno in anno, basta elencare qualcuno dei programmi che circolano al momento: sulla Rai abbiamo L'isola dei famosi e immancabili quiz vari, sulla Mediaset quella chicca che è “Pupe e Secchioni”, Reality Circus, la De Filippi che guida la classifica con Amici e C'è posta per te. Hanno tutti paura della cultura, di qualcosa che insegni alla gente cose utili e interessanti, e soprattutto che abitui la genter a ragionare con la propria intelligenza; la Rai ha inserito due documentari di RaiEdu rispettivamente alle 2 di notte su RaiUno e alle 23.40 su raiTre! Per fortuna Report costituisce un eccezione.

E' ampiamente constatato che non possiamo aspettarci nulla dall'alto, dobbiamo essere noi a fare richieste; mi meraviglio che tra milioni di Italiani siano pochi quelli che si lamentano e provano a fare qualcosa per migliorare questo servizio che, ricordo, è di tutti e non è gratuito. E non voglio credere che la maggioranza di chi paga il canone sia contento di ricevere in cambio programmi di quel livello.
Qualche mese fa si è conclusa una importante proposta di legge popolare [3] per proporre una riforma che liberi la tv pubblica dalla morsa dei partiti e dalla politica, e non si è riusciti a raggiungere le 50.000 firme,[4] a fronte di una popolazione nazionale di oltre 50milioni di persone. Il testo di legge è stato comunque depositato al parlamento, e forse sarebbe il caso di sollecitare il Ministro Gentiloni a prenderla in considerazione, magari con una veloce email.[5] Bastano poche righe.
Non è possibile pagare per guardare programmi demenziali in prima serata e qualcosa di decente alle 2 di notte, il tutto condito continuamente da pubblicità e interruzioni, senza che nessuno si lamenti ed esiga un minimo rispetto.

La televisione pubblica (questo è un discorso non solo italiano) oggi ha un urgente bisogno di liberarsi da due poteri, politico ed economico, che irrimediabilmente ne compromettono l'affidabilità. Finché ci saranno migliaia di imprese che pagheranno milioni di euro per trasmettere le proprie pubblicità, non ci sarà mai spazio per chi voglia mettere in discussione la bontà di un determinato prodotto, o addirittura dell'intero sistema economico su cui reggono le nostre società. Troveremo raramente un ingegnere che parla di un nuovo modo di costruire auto per risparmiare carburante, perché ci sarà sempre la minaccia di ritirare le pubblicità da parte di aziende come le compagine petrolifere. Non troveremo mai una persona come Beppe Grillo che parla di energie alternative attuabili subito, e rompe le scatole un po' a tutti e sopratutto alle imprese italiane.
Non troveremo mai un medico che ci illustra gli studi scientifici degli ultimi decenni che mostrano come il consumo di prodotti animali sia direttamente legato all'incidenza delle più diffuse malattie croniche, basta contare il numero impressionante di prodotti animali pubblicizzati.
I dirigenti di aziende televisive, come Confalonieri per Mediaset, nelle interviste parlano di introiti pubblicitari e accordi con le imprese, mentre i contenuti e la qualità del servizio sembrano non esistere: l'importante è aumentare gli introiti pubblicitari. L'informazione non è un servizio, è un imrpesa e il suo scopo è massimizzare i profitti, come l'economia ci insegna.

Avere informazioni chiare e basate sui fatti è possibile solo in quei media che non sono legati a vincoli commerciali o politici, e che ovviamente vogliono impegnarsi a fare vera informazione.

Ottenere questo dovrebbe essere il primo obiettivo di tutte le persone, gruppi e associazioni impegnate per il progresso civile, qualsiasi sia il campo in cui lavorano: ecologismo, animalismo, pacifismo, politica, diritti umani, etc.
Non propongo ovviamente di lasciar perdere questi ambiti e concentrarsi tutti su una riforma globale del sistema informativo. Dico però che tutti questi gruppi dovrebbero prendere coscienza del problema, discuterne, e riservare almeno una piccola parte del proprio tempo a battersi per un cambiamento in questo settore. Il perché voglio chiarirlo con un esempio.
In uno studio sui mass media, FAIR,[6] un gruppo americano per il controllo dell'informazione, ha esaminato tutte le interviste sulla guerra in Iraq (quando ancora se ne discuteva negli USA) trasmesse sui 4 principali notiziari: CBS evening news, NBC nightly news, ABC evening news e NewsHour. In due settimane, su 400 interviste soltanto 3 esprimevano un parere contrario alla guerra. 3 su 400.[7] Chi diceva che gli Stati Uniti vantano la stampa più libera e democratica?

E' chiaro che un sistema informativo nelle mani di questi poteri danneggia tutti i gruppi che si impegnano per il progresso civile e la pace, ed è necessario agire.

Ho iniziato a cercare alcune delle radio e tv indipendenti disponibili in rete, in lingua italiana e inglese (DemocracyNow è tra le più interessanti secondo me). Non sono certo tutte, vi invito dunque a fare le vostre segnalazioni in modo da avere a disposizione una serie di strumenti e risorse utili, e sopratutto più libere. Mi occuperò di tenere aggiornata la lista arricchendola di volta in volta.
Ovviamente anche su questi siti vanno sempre verificate le fonti e la veridicità di ciò che si legge o si scrive. La regola vale sempre.

In Italiano:
http://www.arcoiris.tv
http://italy.indymedia.org

In inglese:
http://www.democracynow.org/static/IMIATOW.shtml
http://www.alternativeradio.org/
http://www.indymedia.org/it/index.shtml
http://www.zmag.org/newvideos.htm

Note

[1] http://www.perunaltratv.it/index.php?id=10,29,0,0,1,0
[2] http://www.articolo21.info/notizia.php?id=2822
[3] Articolo 71, http://www.quirinale.it/costituzione/costituzione.htm
[4] http://www.perunaltratv.it/
[5]http://www.comunicazioni.it/it/index.php?Mn1=1
[6]http://www.fair.org/index.php
[7]http://www.democracynow.org/static/IMIATOW.shtml

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