mercoledì 25 aprile 2007

Il 25 aprile è di destra o di sinistra?

In Italia esistono anniversari nazionali di destra e di sinistra. Insolito, ma non c'è da meravigliarsene, dopo decenni di politica basata su ideologie e soprattutto su chiacchiere. Con l'avvento dei vari TG, della tv commerciale e di Bruno Vespa questa sterile quanto inutile dicotomia destra-sinistra si è consolidata nella nostra testa e continua a distrarre la gente e rovinare il paese.

Il 25 aprile è festa nazionale, anniversario della liberazione d'Italia. Ogni anno si svolgono attività in tutta Italia per ricordare questa data simbolo della liberazione dell'Italia dalla dittatura fascista e dall'esercito occupante nazista. Quei poveri "vecchi" che parteciparono sono invitati a parlare nelle scuole ad una generazione che ormai non ha i mezzi per capire l'importanza della resistenza e il pericolo di qualsiasi dittatura, sia essa comunista o fascista come in questo caso. Noi giovani siamo nati in pace e non abbiamo dovuto muovere un dito per ottenere quella libertà di cui tanto si parla.

Il mondo politico, con la sua polemica annuale, non aiuta certo la memoria. Anche grazie all'attività di appropriazione da parte della sinistra italiana, il 25 aprile è considerata ormai una festa di sinistra, spesso e volentieri ignorata dai politici di destra che continuano a considerarla una festa per comunisti, forse per non scontentare i partitini neofascisti che facevano parte della ex-Casa delle libertà. Basti ricordare che Berlusconi da quando è sceso in politica non ha mai partecipato ad alcuna manifestazione, nemmeno dietro invito dei vari presidenti della Repubblica.

Anni di disinformazione televisiva hanno fatto sì che oggi gli italiani credono davvero che la Resisteza sia stato un movimento comunista e politico. Eppure basta aprire un buon manuale di storia (o wikipedia), che tutti abbiamo in casa, per imparare che fu un movimento popolare trasversale, a prevalenza comunista ma che vide insieme cattolici, liberali, socialisti, azionisti, monarchici. Una repulsione fisiologica, spontanea, popolare e spesso apolitica, dopo anni di regime e guerra, che praticamente tutti i paesi del mondo hanno conosciuto dopo un periodo più o meno lungo di dittatura. Nè di sinistra nè di destra, ma un movimento naturale di coscienza.

Fu anche una guerra civile, con tutti i suoi errori ed orrori che è inutile negare perchè documentati. Ma ricordare la resistenza, ricordare i valori dell'antifascismo non significa automaticamente essere stalinisti o rivoluzionari, ed è questo il messaggio ridicolo e banale che una parte politica ha voluto far passare, riuscendoci, ed offuscando in tal modo il significato che questa lotta ha avuto per il nostro paese.

I movimenti e i partiti che hanno partecipato alla Resistenza infatti, dopo la vittoria contro i nazifascisti, hanno formato quel fronte politico che in qualche anno ha pensato e scritto la Costituzione del 1948. Costituzione che contiene principi innovativi e fondamentali, ma che purtroppo non è stata messa in atto concretamente nei decenni a venire.

Anche per questo è importante ricordare chi sacrificò la propria vita con l'unico scopo di superare la buia parentesi dittatoriale e dare un futuro migliore all'Italia. Il 25 aprile dovremmo festeggiarlo ogni giorno impegnandoci ad utilizzare bene questa libertà di cui, seppur con alti e bassi, godiamo.

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