mercoledì 16 aprile 2008

Mamma li brogli!

Veltroni, ancor prima che i risultati fossero definitivi, ha telefonato al "leader del principale schieramento avversario" per congratularsi, rispettando le normali consuetudini democratiche. Vi immaginate se dopo qualche ora avesse iniziato ad accusare la destra di brogli e irregolarità ai danni del PD? Non sarebbe certamente stato coerente, e avrebbe perso perlomeno un po' di credibilità.
Nell'aprile 2006, Silvio Berlusconi, oltre a non aver mai telefonato Prodi per congratularsi, subito dopo la sconfitta lanciava accuse a destra e a manca: «Brogli a non finire», «brogli unidirezionali», «in diversi posti e in tutta Italia", "Tutti a danno della Cdl", "Tante novità, ci sono tanti brogli". I voti contestati «non sono distribuiti equamente, ma sono unidirezionali. Ne stanno venendo fuori di tutti i colori». E per finire, "Ci sono un milione e centomila schede annullate,secondo me è assolutamente necessario che venga verificato questo dato."

La Corte di Cassazione il 19 aprile dichiarava valide le elezioni, ma venivano contestate 43.000 schede nulle, che se fossero state assegnate alla ex-casa della Libertà avrebbero ribaltato il risultato della Camera. La palla passò alla Giunta per le elezioni, che iniziò le prime verifiche: il numero delle schede contestate risultò gonfiato, e diminuì da 43.028 a 2.131 per la Camera dei deputati, e da 39.822 a 3.135 per il Senato. Nel dicembre 2006 "Gli esponenti della maggioranza della giunta affermano che dai dati delle 26 relazioni circoscrizionali non emergono novità o anomalie particolari. I dati, in sostanza, combaciano sia con quelli diramati dal Viminale, sia con quelli della Corte di Cassazione". Insomma, tanta agitazione rischiava solo di far collassare il cuore dei tanti onorevoli ultrasessantenni. L'Unione si confermava vincitrice seppur con un margine molto esiguo, ma ormai il governa era percepito da buona parte del paese come illegittimo. Un po' come succede in certi paesi del terzo mondo.

Silvio non era però l'unico a parlare di brogli: anche Enrico Deaglio, giornalista di Diario, denunciò delle anomalie, ma in senso opposto, a favore della casa delle libertà. Le indagini successive dichiararono archiviate le accuse, ma non si può ignorare che in quella tornata elettorale emersero 3 fatti che perlomeno appaiono anomali, e sembrano essere stati dimenticati: il ritardo dell'arrivo dei dati definitivi, il ministro dell'Interno Pisanu che corre a casa del primo ministro Berlusconi invece di stare al Viminale e soprattutto il crollo delle schede bianche. Per capire di cosa si parla, basta guardare questo inquietante grafico:



Nel 2006 praticamente tutti i sondaggi davano l'Unione vincitrice col 52% e la Cdl al 46-47%, con un distacco quindi di 5-6 punti. Anche gli exit poll, per quanto inaffidabili, confermavano il risultato con L'Unione avanti di 5 punti percentuali sulla Casa delle Libertà. Eppure, come si vede dall'andamento del grafico, l'ampio vantaggio dei primi risultati andò assottigliandosi sempre più, portando la Cdl da una netta sconfitta ad un sostanziale pareggio. Insomma, Berlusconi in quelle elezioni avrebbe fatto meglio a tacere, visto che le anomalie giocavano tutte e suo favore. Ma la campagna sui brogli andò avanti impunemente per mesi, mentre i giornalisti che avevano esposto le loro tesi finirono per essere accusati di "diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico". La legge è uguale per tutti?

Nel 2008 gli ultimi sondaggi disponibili prima del silenzio pre-elettorale davano il PD da un minimo di 5 punti (sondaggio Swg) ad un massimo di 8,6% (Euromedia) di svantaggio. I risultati definitivi hanno visto, alla Camera, il Pdl al 46,8% e il PD al 37,5 %,mentre al Senato il Pdl a 47,3% e il PD a 38,0%: 9 punti di vantaggio in entrambe le camere.
Veltroni avrebbe potuto accendere un po' il proprio elettorato, come fece Silvio, sollevando il dubbio di brogli: qualche elemento strano c'era, anche se non tali da pregiudicare l'esito delle elezioni. Avrebbe potuto tirar fuori dal cappello magico qualche suo sondaggio misterioso che li dava a pochi punti di distacco dall'avversario prima del voto, avrebbe potuto accusare brogli mirati in regioni come la Liguria, che è da sempre rossa, ma che in questa tornata ha visto vincere il Pdl. E invece è già pronto a fare opposizione, credendo (un po' ingenuamente) che Silvio, con 30 senatori di vantaggio, gli darà retta.

Berlusconi invece, da grande stratega della comunicazione qual è, aveva già preparato il terreno per l'accusa di brogli in caso di sconfitta. «C'è un problema grandissimo, quello dei brogli» (16 marzo), «Chi se la sente - ha detto ad un comizio a Como - di passare il sabato a confrontarsi con i rappresentanti di lista della sinistra si può mettere in lista per far parte dell'esercito dei difensori della libertà». Una missione militare.

Ma la sua nettissima vittoria ha fatto ovviamente dimenticare tutto. Silvio è così, un po' come i bambini quando giocano: "se vinci tu hai imbrogliato, se vinco io sono il più bravo". Che dire: buon lavoro, Presidente.

3 commenti:

  1. ste questo articolo mi piace, bravo !


    sa, alias mcfly

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  2. Grazie collega, aspetto presto anche un tuo bel pezzo sulle elezioni. :)

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  3. Se vuoi, puoi venire a leggere sette nuovi bellissimi testi sull'amicizia, e se desideri scambiare un link con il mio sito puoi lasciarmelo scritto nei commenti.


    Un'augurio di felicità!

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