giovedì 10 aprile 2008

Rubrica - Il TG è servito (3)



Ultimi giorni di campagna elettorale. Studio Aperto decide di rinunciare anche a quel poco di rispetto per l'imparzialità dell'informazione che gli era rimasto, per lanciarsi spassionatamente in un ultimo appello a favore di Silvio. Fare un analisi della propaganda a questo punto diventa anche superfluo, perchè è evidentissima.

Il servizio parte con Bertinotti che compete sia contro il Pdl che soprattutto contro il Pd, a cui punta ovviamente a sottrarre voti.
In studio poi vengono presentate le ultime tappe di Veltroni, a Napoli e Bologna, introducendo il tema: la partecipazione di Prodi alla manifestazione di Bologna. Parte il video, con i filmati delle dichiarazioni di Prodi dal palco "quindi Walter, a te la parola, a te la vittoria, a te il Partito democratico" e quelle di Veltroni, che ringrazia Prodi per il lavoro svolto nella formazione del PD e come servitore dello Stato. Il servizio omette tutte le altre dichiarazioni che potevano interessare gli elettori, come quella sulle condizioni economiche dell'ultimo anno di governo Berlusconi e sui risultati ottenuti da Prodi in 4 anni di governo: ingresso in Europa prima e risanamento dei conti oggi.
Un aspetto non secondario riguarda le immagini: si vedono solo i leader abbracciarsi e parlare, nemmeno un fotogramma invece della piazza, che era stracolma di gente. Ma questo stratagemma l'abbiamo già individuato negli scorsi articoli.

La seconda parte del servizio è esemplare. In studio il giornalista parla di una delle principali accuse mosse a Veltroni, e cioè di aver ricandidato tutti i ministri del governo Prodi.
Parte il video, con Berlusconi che rilancia l'accusa e la replica di Veltroni che dice: "Molti ministri hanno deciso di non ricandidarsi.".
La voce del giornalista replica, con tono ironico, "in effetti molti ministri non si sono ricandidati: ben tre", e inizia a scorrere puntigliosamente le liste del PD elencando tutti i ministri e le rispettive posizioni per le candidature. Totale? Diciannove ministri in lista, "non ne restano poi molti". Veltroni contraddetto in diretta. E' un esempio di come dovrebbe essere il giornalismo. Il problema è che è una rara eccezione, usata contro il partito di opposizione, e non vedremo mai qualcosa di lontanamente simile per Berlusconi. Se avessimo ogni giorno un informazione che contraddice, invece di servire, i politici, oggi non avremmo il paese in queste condizioni, e Berlusconi non sarebbe mai diventato quello che è.
Il colpo finale a Veltroni arriva facendo notare che almeno Prodi non è ricandidato, è vero, ma "è pur sempre il presidente del PD".
Un servizio illuminante che dimostra come a Studio Aperto, se volessero, potrebbero fare perfino del buon giornalismo, ma è la propaganda il fine ultimo delle "libere e autonome" reti Mediaset.

Ora è il turno di Berlusconi. In studio, mentre il giornalista introduce la notizia, campeggia sullo sfondo, come sempre, l'enorme simbolo del Popolo della Libertà. Da notare che quando invece si introduce il PD non è mai presente il simbolo, ma immagini casuali. Studio Aperto sfodera una graziosa intervista fatta dal proprio direttore del TG al Cavaliere: finalmente possiamo vedere il volto del responsabile di questo scempio.
Le domande ovviamente sono elettorali, da salotto, fatte per permettere al candidato di dire cio' che vuole: "Mi dà 3 motivi per votare il Pdl?", Che cosa significherebbe votare il Partito Democratico?", "il suo messaggio ai giovani". Silvio elenca le cose che vuole fare: chiudere le frontiere agli immigrati, formare i giovani con le tre I; si, di nuovo loro: Informatica, Inglese e un'altra lingua, Impresa e mondo del lavoro. Vi ricorda qualcosa? Come se nei 5 anni del suo solido governo lui fosse stato su un altro pianeta.

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