martedì 6 febbraio 2007

Posso scriverne soltanto

Innanzitutto mi scuso per i pochi articoli inseriti nell'ultimo periodo, ricco di avvenimenti che meriterebbero più di un commento. Purtroppo a causa di vacanze natalizie ed esami è stato difficile trovare il tempo, soprattutto se non si vuole scrivere la solita opinione personale: per questo ci sono già migliaia di blog, in cui ognuno dice ciò che vuole. Lo scopo del nostro blog è invece di analizzare le vicende italiane e del mondo soffermandosi sui fatti e sui dati reali, e ciò richiede tempo.
Nei prossimi mesi inizierò ad inserire articoli interessanti su vicende internazionali, come il terremoto politico che interessa l'america latina, e nazionali, sul teatrino politico e gli scontri tra governo e opposizione. Sto inoltre lavorando al dossier su Cuba, e prossimamente aggiorneremo un po' la grafica del blog per rendere il tutto più funzionale e interessante. Spero continuate a seguirci, e a diffondere questo blog che al momento ha ancora poche visite. Se avete suggerimenti, potete scriverci al nuovo indirizzo email:
isoladikrino@gmail.com

Saluto con affetto FakePlasticTree, che ci ha inviati un suo articolo, riflessivo, acuto e impegnativo, e per questo da leggere con attenzione. Buona lettura

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"ci sono tanti posti in cui sono stato...ma nessuno è come casa mia" (Lynyrd Skynyrd - All i can do is write about)

Bella affermazione che tutti vorremo ed, in buona parte, possiamo fare, (già è la buona parte che vuole e può) e se ci soffermassimo a pensare a chi la propria casa l'ha lasciata 10000 km fa imbracciando “armi e bagagli” famigerati, sperando di venire qui e raggiungere il desiderato benessere.
Un bel posto al sole, da migliaia di persone per isolato, che i barlumi di speranza li spegne piuttosto, perso com'è nel complicato intarsio di asfalto e cemento che ne rende l'aspetto come una reggia post-bellica.
L'ultimo esempio calza a pennello...
Una donna ed un infante sfollati con estrema accuratezza e metodo impeccabile: un bell'incendio nell'appartamento, che affaccia su una delle più trafficate vie del centro commerciale di Roma, nel nome della tanto caldeggiata evangelizzazione del tessuto sociale, attuata e riscontrabile in via Condotti e Piazza di Spagna passando per la periferia urbana.

Ma torniamo alla citazione iniziale, ricordando che una megalopoli ospita non soltanto cittadini stranieri ma anche una popolazione aborigena, la cui residenza ed il cui vivere è legittimato dal certificato di nascita; e perché al riguardo non soffermarci sul modo in cui conduce la propria esistenza chi a Roma, Napoli, Milano e Bologna c'è nato?

La loro vita sembra raffigurare il percorso tracciato dal volo del merlo che mi piace immaginare sempre tendente all'ascesa continua, poggiandosi ogni tanto per scrutare dall'alto il cammino giornaliero portato a termine, prima di spingersi nuovamente oltre il proprio limite precedente (e quello di tutti gli altri se possibile)... pieni di cose da fare, posti nuovi da conoscere, indaffarati all'assidua ricerca di una “posizione” più soddisfacente nel sociale (e non solo!). Una posizione che li rende liberi di prendere e lasciare in qualsiasi momento.

Le reti di amicizie protratte nel tempo si sa, sono quelle più valide, ma l'abitante della megalopoli può farne a meno!
Lui ha talmente tanto a disposizione per rinfarcire la serata, da poter mettere via senz' affanno l'unta e bisunta adolescenza, un ostacolo alla costante escalation in corso a cui non rimane che la soffitta, polverosa coltre per i ricordi da “una botta e via”.
Di integrazione in tutto questo non v'è traccia, alla metro quanto al mercato, ma allora viene da chiedersi: COME MAI il cittadino moderno va sempre più spesso nei ristoranti dal sapore esotICO, o alla bottega dell' etnICO?

Perché è giusto non privarsi di nulla, nell'ottica del tutto fa brodo; e se poi così facendo posso averne più di te, FIGURIAMOCI!!
Perché i rapporti umani sono accessori serali da dismettere come il buon vino che bevo alla salute del poverino che è rimasto indietro nella corsa ad accaparrare il possibile (Donne: voi non fate eccezione) ebbene si, è un melodramma dalle proporzioni gigantesche da contenere, persino per i discendenti di chi il mondo l'ha avuto in pugno per davvero: Roma “caput mundi”.
L' “aurea mediocritas” è forse un retaggio del passato? Che a questo scenario da “miseria e nobiltà” corrispondano realmente le nostre città, così amate oltralpe, oltre oceano e oltretutto, sogno degli universitari fuori sede e vanto di chi la sera vi fa ritorno a casa "da mammà"?

Non vi resta che scendere in strada e constatare con i vostri stessi occhi, perché Ognuno, è risaputo, da vita alla PROPRIA verità;
detto questo permettetemi, in questo caso, di dissentirne, sentendo quanto ho descritto un po' più vero di quanto possa trarne l'umana vista ingannatrice.

FakePlasticTree

2 commenti:

  1. ogni commento è così pleonastico, che preferisco salutarti e augurarti tanta felicità...

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