sabato 19 maggio 2007

L'assassinio legalizzato

Il 14 maggio scorso i ministri degli Esteri di tutti gli Stati membri dell'Unione Europea si sono riuniti per discutere della moratoria universale sulla pena di morte.
Massimo D'Alema al termine dell'incontro ha dichiarato che "i ministri dell'Unione europea hanno conferito all'Italia e alla presidenza tedesca il mandato unanime per preparare il testo della risoluzione sulla moratoria per la pena di morte da presentare all'Assemblea generale dell'Onu in corso'.
Questa Italia, sempre fanalino di coda, finalmente insieme alla "Große" Germania, almeno su un importante battaglia civile. Un merito che va riconosciuto? Per una volta sembra proprio che la politica Italiana, unita, stia portando avanti una buona battaglia.

Per il ministro, e per tanti italiani, "E' un'iniziativa importante la moratoria delle esecuzioni come primo passo per l'abolizione della pena di morte. E' un grande tema italiano, abbiamo sviluppato una grande campagna internazionale, non solo per iniziativa del governo, ma anche per l'impegno di Pannella e dei Radicali, che ne hanno fatto una bandiera importante". E' da diversi mesi che un po' in tutta Italia si raccolgono firme per sostenere questa proposta. Possiamo dire che è un prima vittoria dell'intera classe politica che, almeno stavolta, ha collaborato quasi all'unanimità. Ma è anche il risultato dell'impegno di migliaia di cittadini che da anni cercano spazi per arrivare all'Organizzazione delle Nazioni Unite e proporre l'abolizione della pena di morte. Tentativo già proposto ma fallito ben tre volte nel corso della storia.

All'Italia e alla Germania ora spettano tre compiti: scrivere il testo della risoluzione, trovare altri paesi che vogliano co-sponsorizzare la proposta e infine avviare contatti con la presidenza generale delle Nazioni Unite per ottenere che la risoluzione venga messa all'ordine del giorno e adottata a maggioranza.

Nel 2006, secondo i dati (sottostimati a causa della difficoltà a reperire informazioni) di Amnesty International, ci sono stati 3.861 esecuzioni capitali in 25 paesi del mondo e il 91% si è svolto in Cina (1010), Iran (177), Iraq (65), Sudan (65), Pakistan (82) e Stati Uniti (53). Secondo fonti credibili in Cina il numero di esecuzioni, che rimane segreto di Stato, si aggira intorno a 8000. E in tutto il mondo tra i 19,185 e i 24,646 uomini, a seconda delle stime, è stato condannato a morte ed è in attesa dell'esecuzione.[1,2]

Sessantanove paesi continuano a mantenere la pena di morte eseguendola nei modi più disparati: decapitazione, fucilazione, impiccagione, iniezione letale, lapidazione, sedia elettrica, pugnale. Cosa si può fare, oltre a sperare che l'ONU non respinga per la quarta volta la proposta? Si ci può informare e restare aggiornati seguendo il sito di Amnesty International, storica associazione per i diritti umani nel mondo.[3]

Scriveva Cesare Beccaria nel 1764: "Parmi un assurdo che le leggi, che sono l'espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l'omicidio, ne commettano uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall'assassinio, ordinino un pubblico assassinio."

La pena di morte è un assassinio legalizzato. Giusto o sbagliato? Si possono avere diverse opinioni, si possono scrivere saggi, articoli, libri, e discutere all'infinito, ma il fatto resta: un uomo uccide un altro uomo eseguendo una legge. La giustizia nei fatti non è universale nè egualitaria, e come tutte le creazioni umane commette errori.

[1] http://www.amnesty.it/campagne/pena_di_morte/temi/index.html
[2] http://web.amnesty.org/library/Index/ENGACT500122007?open&of=ENG-392
[3] http://web.amnesty.org/pages/deathpenalty-actnow-eng

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