domenica 6 maggio 2007

Berlusconi l'antiamericano

Silvio Berlusconi, come tanti politici, soffre di una strana forma di personalità multipla: quello che dice non corrisponde quasi mai a quello che fa. Dopo l'11 settembre ha sostenuto le azioni militari del "great friend" Bush Jr. che ha invaso militarmente due paesi, nel caso dell'Iraq agendo illegalmente rispetto al diritto internazionale e sostenendo un esercito accusato del massacro con armi al fosforo (vedi Falluja, novembre 2005) e torture (vedi Abu Ghraib, aprile 2005). Vicende entrambe ben documentate.

Accusa continuamente i suoi avversari di antiamericanismo, e a parole quindi si presenta come un uomo "innamorato" della società americana, pronto a partire e trasferirsi. Berlusconi oltre le parole però si può considerare antiamericano, e lo dimostra nei fatti. Due esempi.

Se Berlusconi fosse cittadino americano non sarebbe arrivato ad avere il potere che ha oggi. Tanto per dirne una, con le regole sul falso in bilancio vigenti negli USA probabilmente il nostro più ricco imprenditore avrebbe già trascorso un po' di anni in carcere.
Ricordo che il falso in bilancio consiste nel nascondere parte dei profitti per evadere le tasse, e che Bush durante il suo mandato ha aumentato le pene per questo reato.
Durante i suoi 5 anni di "buongoverno" invece Berlusconi ha depenalizzato i reati per falso in bilancio. Certo, volendo essere un po' ingenui possiamo credere che abbia agito non intenzionalmente, fatto sta che il processo All Iberian sui fondi neri Fininvest è stato annullato proprio a causa di questa legge. E, guarda caso, Berlusconi era accusato proprio di falso in bilancio. Naturalmente sono coincidenze astrali, ci mancherebbe.

Se Berlusconi fosse cittadino americano sarebbe diventato o politico o imprenditore, ma sicuramente non due persone in una. Negli stati uniti esiste una precisa regola sul conflitto di interessi, il blind trust, nata per evitare che un politico che possiede imprese possa dirigere fondi statali o promulgare leggi che favoriscono i propri affari. "Elementare Watson", direbbe Sherlock Holmes.

Per i nostri "Watson" politici tanto elementare non sembra. Prodi, svegliatosi dal letargo primaverile, ha annunciato finalmente una legge sul conflitto di interessi che, quasi a scusarsi, sarà "anche più blanda rispetto alle altre democrazie". Ma niente, immediate le reazioni del Cavaliere: "Vogliono eliminarmi. Nessuno mi può chiedere di affidare il mio patrimonio a uno sconosciuto, soprattutto quando questo patrimonio è frutto di una vita di lavoro, e per una persona come me che ha cinque figli, non si può chiedere un sacrificio folle di questo tipo".
Caro Berlusconi, nessuno la obbliga, basta scegliere tra politica ed impresa, due settori che dovrebbero essere separati anche secondo le sue care teorie neoliberiste, e che negli USA tengono ben separate almeno ai livelli più alti.

Certo non è un sistema perfetto, le corporation e i poteri economici effettuano una continua influenza sui politici, tramite il sostegno elettorale e la lobbying, ma questo esiste anche in Italia. Perlomeno da loro non capiterà mai che un presidente possieda per 5 anni metà delle televisioni nazionali e 2 reti pubbliche su 3.

Adottare provvedimenti per evitare che accada uno scempio del genere in un paese che si definisce democratico dovrebbe essere una cosa talmente banale che non dovremmo stare qui a discuterne. Se alla sinistra importasse qualcosa della libertà di informazione avrebbe non solo varato dieci anni fa una legge sul conflitto d'interessi, ma avrebbe anche rinunciato al controllo partitico della Rai, lasciandola lavorare senza interferenze come un vero servizio pubblico. E magari oggi non ci ritroveremmo Vespa quattro sere a settimana mentre tanti altri professionisti restano senza lavoro.

Caro Silvio, non nasconderlo. Non amo le etichette, ma in fondo lo sappiamo che sei antiamericano.

2 commenti:

  1. Ciao, arrivo da Comincialitalia, ho letto che ti interessava avere le informazioni sui links dai quali mi sono informato, eccone qua uno: http://www.repubblica.it/2004/e/sezioni/scienza_e_tecnologia/archicentrale/archicentrale/archicentrale.html

    e l'altro:

    http://files.meetup.com/216044/Carlo_Rubbia.pdf

    Sono dati che in ogni caso trovi tranquillamente su qualsiasi motore di ricerca. Se cerchi altri link relativi all'articolo vai pure sul mio blog!

    Dovrei aggiungere inoltre che mentre i due reattori acquistati dall'Enel saranno da 1600 MegaWatt totali, quelli alternativi del Nobel Rubbia sarebbero stati di 2000 MegaWatt. Non stiamo parlando di noccioline. In più sarebbero stati puliti e a costi inferiori. Senza contare che i costi e i rischi del trasporto delle scorie non sono indifferenti (tra l'altro neanche mezz'ora fa ne han parlato al tg3 riguardo il deposito di Saluggia)..

    Interessante il tuo sito! Almeno qua su splinder possiamo ancora scrivere quello che vogliamo senza essere censurati da Comincialitalia.. saluti,

    Lorenzo :)

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  2. Ciao, grazie della visita e dei link ;)

    Ho visto il tuo blog è molto interessante, mi piace come scrivi, ben documentato come piace fare anche a me anche se ultimamente ho poco tempo.


    Riguardo il nucleare, non capisco gli scienziati sostenitori che ignorano totalmente le scorie, come se il problema non esistesse. E' incredibile! da certi uomini di scienza si ci aspetterebbe una valutazione più oggettiva, mentre i veri ideologi del nucleare non sono gli oppositori, che presentano argomentazioni valide, ma loro! Che tristezza...


    Su comincilitalia non capisco cosa sta succedendo, gli ultimi post del direttore mi sembrano scritti da qualcun altro...mah. Tu resti ancora?

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