giovedì 10 maggio 2007

Stacchiamo la spina

Oggi Beppe Grillo ha dedicato un post alla violenza in televisione. "A 18 anni un ragazzo ha già assistito a 200.000 omicidi televisivi. E’ venuto su bene. Dove c’è abbondanza di armi, come negli Stati Uniti, non ci pensa su due volte. E fa la sua piccola strage". Gentilmente offerta dalla National Rifle Association, potente lobby economica.
E' un'assuefazione alla morte, al male verso altri esseri umani, insomma il contrario di quello che scuola, insegnanti e famiglia (perlomeno quelle formate da persone ragionevoli) cerca di insegnarci.

Basta fare un semplice test per renderci conto di quanto siamo abituati all'assassinio, e quanto questo ci è indifferente finchè non tocca persone a noi care. Accendiamo la tv e sintonizziamoci sul telegiornale della sera, uno qualsiasi. Ci sarà sicuramente una notizia dal medio oriente dove ogni giorno decine di persone perdono la vita a causa della guerriglia e di un'occupazione militare illegale secondo i diritto internazionale. Il tutto ci lascia indifferenti, stentiamo a percepire l'ampiezza della tragedia. Eppure quando sono state uccise 3000 persone nell'attentato dell'11 settembre l'accaduto ci ha colpiti profondamente. Perchè due pesi e due misure?

La televisione contribuisce in tanti modi alla socializzazione, a farci interiorizzare quei valori che la società considera giusti e necessari all'integrazione, al mantenimento del sistema sociale, come teorizzato dal sociologo Parsons un po' di anni fa.
Però non si è costretti a subire e a far subire ai bambini questa ondata di valori come la violenza dei film, la stupidità umana dei reality e talk show, la superficialità dilagante e il disinteresse per ogni tipo di cultura e curiosità. Il televisore si può spegnere, rompere a martellate, chiudere in un armadio, o non possederlo affatto.

Stacchiamo la spina. I bambini li si può lasciare a giocare con i Lego, con il meccano, con i puzzle e tanti altri giochi che stimolano la curiosità e la fantasia. E se proprio si vuole avere la tv, perchè a volte non c'è tempo di badare ai bimbi, si possono utilizzare dvd e videocassette, magari con quei bei film disney di una volta, o documentari per bambini e altri programmi educativi. Se avessi registrato, tanto per dirne uno, l'albero azzurro un po' di anni fa, secondo me sarebbe un ottima cosa da riproporre a dei bambini oggi.

Beppe Grillo invita i genitori a portare i bimbi fuori e giocare con loro. Consiglio sacrosanto e di buonsenso, ma è praticabile solo da un elitè di italiani. La maggioranza delle coppie che è costretta a lavorare in due per sostenersi, magari con un affitto che in media assorbe il 70% dello stipendio, continua ad usare, volente o nolente, la tv come badante, perchè è efficace e tieni ipnotizzati i bimbi per ore.

Purtroppo questa è una conseguenza di uno Stato che non assiste come dovrebbe i bambini e i genitori che lavorano, di una società che sta perdendo il poco welfare che resta grazie a una classe politica che da destra a sinistra insiste ottusamente a liberalizzare e privatizzare in nome di quella splendida teoria che si chiama libero mercato, e in cui solo chi ha soldi può permettersi di trascorrere ore con i propri figli.
Il lavoro è un diritto di tutti, ma anche il tempo libero. Vivere una intera vita per lavorare, senza potersi mai dedicare alle cose che piacciono, è una condizione che una società democratica e civile non può e non deve tollerare.

6 commenti:

  1. il nostro modo di vivere è diventato strettamente legato alla dicotomia prima dopo l'accesso al mondo del lavoro. da quel momento in poi smettiamo di dedicarci al "tempo libero" inteso come realizzazione di quella parte di umanità intatta alle varie alienazioni di origine sociale e lavorativa, o nel mio caso di studente, alla saturazione del pensiero operativo nonchè della memoria a lungo termine. quando non si è più produttivi diventa inutile forzare e cercare di spremere il famoso "sangue dalle rape", meglio rilassarsi ed ascoltare un disco, imbrattare una tela, perchè no anche urlare a squarciagola...l'importante è non mortificare a lungo quello spirito giovanile che ci fa fare bene le cose quando le amiamo. sperando poi che possa servire anche ad addolcire la pillola...

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  2. ma non si capisce niente di ciò ke scrivi !

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  3. si richiede gentilmente un chiarimento da parte di fakeplastitree...grazie :P


    utente anonimo, chi sei?

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  4. premetto che non so cosa sia effettivamente stato poco chiaro..ma visto che mi viene chiesto con gentilezza! scherzo, comunque quello che volevo rendere con queste parole enfatiche è che la vita di un cittadino medio cambia radicalmente nel momento in cui egli accede al mondo del lavoro, precario o meno che sia. questo contribuisce, come ShaiKailash il "saggio" ha riportato alla fine del suo articolo, a ridurre notevolmente il tempo che rimane ad una persona, alla fine della giornata lavorativa, per farne quello che vuole. parlo di alienazione perchè è quel sentimento che percepisce chi si dedica anima e corpo al suo ruolo lavorativo senza ricavarne niente come negli operai sottopagati e sfruttati per cui Marx coniò questo termine. da studente di psicologia ho familiarità col pensiero operativo che è un concetto assimilabile per i "profani" :) alla fantasia o meglio alla creatività che è presente in tutte le forme di arte o di improvvisazione e che costituisce a mio avviso l'unica arma con cui difenderci dal pericolo "alienazione" ad opera della grande catena di montaggio nella quale ciascuno ha il suo ruolo ed un compito da svolgere per il bene della società. quindi se ci tieni al tuo bene non pensare che urlare a squarciagola per strada sia necessariamente una cosa assurda, se desideri farlo, senza preoccuparsi dell'impressione che potrai dare agli altri...io posso solo consigliarti dare ascolto a qualche vecchio pezzo dei nirvana e dare fuori il meglio di te

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  5. si ora è tutto chiaro per quanto mi riguarda. Il concetto di alienazione direi che calza a pennello e funziona ancora meglio oggi. Quello di "pensiero operativo", che tu spieghi come creatività e improvvisazione, invece non la sento come una efficace soluzione. O perchè urlare per strada non mi renderebbe soddisfatto, o perchè ho un idea di tempo libero molto particolare, diversa da ozio, non pensare, non far nulla.


    Purtroppo non tutti possiamo scegliere e fare un lavoro che unisce, alla routine, una certa dose di creatività e ti fa sentire realizzato e "vivo".

    Tutti però, e soprattutto chi non rientra in questa categoria, dovrebbe avere il diritto, garantito dallo Stato, di avere tempo libero a sufficienza per viaggiare, stare con i bambini, e far quello che gli pare per vivere e sentirsi vivo.

    Molti parlano in modo negativo dell'assistenzialismo statale, secondo me è desiderabile uno Stato che raccoglie le risorse di tutti, le distribuisce in modo equo tanto all'operatore ecologico quanto all'avvocato, dando ad entrambi le stesse opportunità di tempo libero e di realizzazione.

    Non ci vedo niente di negativo, anzi. Mi sembra un diritto banale per tutti.


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  6. ke skifo i nirvana !


    se facessimo tutti come loro il mondo andrebbe a rotoli...

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