giovedì 8 marzo 2007

Il mio augurio alle donne

Oggi è la giornata delle donne. Molte la riconoscono, altre no. Non mi addentrerò nella diatriba, ma voglio dedicare qualche pensiero a tutte coloro che vorranno accettarli.

Quando si parla di donne, soprattutto nei paesi ricchi, si pensa alla discriminazione sul lavoro e alle "quote rosa". Io voglio invece soffermarmi su altri aspetti che rendono la vita di tante donne una continua sofferenza.

Gli abusi sessuali, spesso perpetrati dai partner o altri familiari, sono una vera e propria piaga mondiale. Una donna su tre in tutto il mondo ha subito almeno una violenza durante la sua vita, e in Italia secondo l'Istat 10 milioni di donne hanno subito abusi sessuali.[1] Questo è un fenomeno diffuso ovunque, senza distinzione tra paesi sviluppati e non, ma che osserva un vertiginoso aumento quando ci si sposta in paesi sconvolti da una guerra o da forte instabilità politica e militare.

Il fenomeno degli stupri e uccisioni delle donne durante i conflitti è sistemico e va di pari passo alle altre forme di violenza belliche. Oltre alla violenza diretta, la guerra porta molte donne a perdere i propri mariti e figli, ritrovandosi sole, senza casa e senza assistenza se non di qualche rara quanto coraggiosa associazione umanitaria. Il resto entra in un tunnel senza uscita, fatto di sfruttamento e vendita del proprio corpo, spesso l'unica attività che permette di "vivere".

La stragrande maggioranza delle volte alle donne è negata anche la giustizia, soprattutto in paesi dove il sistema giudiziario è corrotto o smantellato dalla guerra, e dove i colpevoli riescono spesso a ottenere l'impunità da tribunali controllati da eserciti paramilitari.

In questi giorni si parla tanto di Afghanistan. E' ironico che a distanza di vari anni dalla "liberazione" del paese le donne afghane abbiano il secondo tasso di mortalità materna al mondo, con 1.600 donne morte ogni 100.000 nascite, e soffrano ancora di pesanti discriminazioni.
Secondo il Lancet circa il 90% delle morti può essere evitato con maggiore educazione sessuale e un più facile accesso ai contraccettivi.[3] Provvedimenti semplici, che però risultano inesistenti in tanti stati in via di sviluppo dove, secondo l'Unicef, quasi una bambina su 5 iscritta alla scuola primaria non completa gli studi. E, cosa ancora peggiore, molte di queste vanno a formare quel vergognoso esercito di 120.000 bambine-soldato in tutto il mondo.[4]

Non voglio terminare questa riflessione dicendo che le donne sono sempre buone, o che il problema della politica è che ci sono troppi uomini. Serve un maggiore equilibrio nei numeri, certo, ma questo sono sicuro che risolverà ben poco, visto che le donne attualmente in politica il più delle volte sono uguali, se non peggio, agli uomini che tanto critichiamo. Le cose non cambieranno finchè non si inizierà a rispettare profondamente la donna e le sue potenzialità, avendo naturalmente l'onestà di riconoscere gli errori. E' questo l'augurio che faccio, ed è questo che dobbiamo e possiamo iniziare a fare ognuno nella propria vita.

Concludo non solo con le parole, ma segnalando 4 appelli promossi di Amnesty International[5] e che è possibile sottoscrivere online. Come tutte le petizioni, più sono le firme più la voce sarà forte, quindi vi invito caldamente a leggere e firmare per qualcosa di concreto, grazie.


Campagna lanciata da Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace 2003, per raccogliere firme a sostegno della richiesta di eguale trattamento delle donne in Iran: una richiesta particolarmente urgente, come dimostra l’arresto, avvenuto il 4 marzo, di 30 donne che prendevano parte a una manifestazione pacifica nella capitale Tehran.
http://www.amnesty.it/appelli/azioni_urgenti/iran_080307

Campagna per invitare il governo della Repubblica Democratica del Congo a mettere fine all’impunità per gli stupri commessi dalle forze armate e dalla polizia durante un conflitto che finora ha causato 4 milioni di morti dal 1998. In particolare, risolere il caso di Bitondo Nyumba, stuprata l’11 marzo 2005 da soldati appartenenti alle forze governative. Per ora, nessuno dei responsabili è stato assicurato alla giustizia e la sua famiglia ha subito minacce e intimidazioni.
http://www.amnesty.it/appelli/appelli/rdc_donne?page=appelli

Dal 1993, più di 400 donne e ragazze sono state assassinate nelle città di Ciudad Juárez e Chihuahua, nell’omonimo Stato del Messico. Nella maggior parte dei casi, le vittime, ragazze povere di età compresa tra 13 e 22 anni, sono state sequestrate, stuprate, strangolate e poi abbandonate in discariche o in fosse poco profonde; 140 di esse sono state sottoposte a brutale violenza sessuale prima di essere uccise.
Si chiede di intervenire alle autorità messicane che hanno fatto decisamente poco per indagare in modo adeguato su questi crimini.
http://www.amnesty.it/appelli/appelli/ciudad_juarez_donne?page=appelli

Per Amnesty International il governo della Bielorussia non sta facendo abbastanza per proteggere i diritti fondamentali delle donne in relazione alla violenza domestica e sollecita le autorità bielorusse ad adempiere agli obblighi di protezione delle donne secondo gli standard e le norme internazionali sui diritti umani.
http://www.amnesty.it/appelli/appelli/bielorussia?page=appelli

Note


[1] http://unimondo.oneworld.net/article/view/142956/1/
[2] http://unimondo.oneworld.net/article/view/143691/1/
[3] ZNet Commentary - International Women's Day 2007: We Stand with the Women of the World* March 03, 2007 By Lucinda Marshall
[4] http://www.un.org/womenwatch/
[5] http://www.amnesty.it/campagne/donne/index.html

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