lunedì 5 marzo 2007

Salute senza Frontiere

Circa 400 milioni di nuovi casi di malaria e 1 milione di morti ogni anno, con un tasso di mortalità infantile che è raddoppiato dal 1990 al 2002. 1,7 milioni di persone nel 2006 sono state curate da Medici senza Frontiere (MSF), associazione internazionale che offre assistenza sanitaria nei paesi poveri. Sono numeri ancora troppo piccoli, e dimostrano come il lavoro di questi gruppi sia fondamentale, ma non basta se i paesi sviluppati non rilanciano un nuovo tipo di economia con valori e obiettivi diversi e sostenibili.

Tra gli ostacoli maggiori che incontrano le organizzazioni umanitarie vi è il prezzo dei farmaci, spesso proibitivo per i paesi poveri, e i brevetti che impediscono ad industrie locali di produrre un farmaco ad un prezzo inferiore. Un sistema giuridico di protezione che impedisce la tanto declamata concorrenza e lo sviluppo e che permette invece alle industrie dei paesi sviluppati di aumentare sempre più i profitti.

Nel 2003 MSF ha avviato un progetto per conciliare gli interessi delle varie parti: da un lato chi necessita di farmaci a basso costo, dall'altro chi deve proteggere i propri guadagni. L'Organismo DNDI (Drugs for Neglected Diseases Initiative)[1] è formato da MSF, 5 istituzioni pubbliche e monitorata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Il suo scopo è di coordinare e finanziare la ricerca scientifica per sviluppare farmaci contro quelle malattie dimenticate[2] dalle industrie farmaceutiche perchè non c'è possibilità di fare profitti, ma che mietono milioni di vittime ogni anno nel mondo. Quello di DNDI è un modo di operare "collaborativo", che mette insieme realtà frammentate per lavorare insieme su obiettivi comuni. I fondi per i primi 5 anni di attività provengono da MSF e in futuro saranno raccolti da altre istituzioni.

Quest'anno il primo importante risultato.[3] Il 1 marzo a Parigi è stato presentato il nuovo farmaco antimalaria denominato ASAQ che associa due principi attivi, l'amodiachina e l'artesunato, semplificando la somministrazione (sono sufficienti 2 pillole al giorno contro le 8 della terapia attuale) e riuscendo ad agire anche su casi gravi di malati che non rispondono ai farmaci tradizionali. Nonostante la lunga lotta di MSF contro i brevetti sui farmaci, la produzione avverrà in Marocco ed è affidata al quarto maggior gruppo farmaceutico al mondo, la Sanofi-Aventis.
Il prezzo sarà pari al costo di produzione e quindi molto basso, del 50% rispetto al trattamento attuale: in tutto meno di un dollaro per ogni ciclo di trattamento. La novità più interessante è che questo farmaco non è protetto da brevetto, e quindi permetterà ad altre industrie di produrlo favorendo la concorrenza e abbassando ulteriormente i costi per i paesi poveri e le organizzazioni umanitarie.

Un esempio da seguire? Sicuramente è un possibile compromesso tra massima protezione della proprietà intellettuale tramite brevetti e totale apertura della stessa e vedremo se il progetto porterà a nuovi risultati e soprattutto ad un maggiore diritto alla salute nei paesi poveri.

E' necessario però analizzare concretamente la situazione e i dati per risolvere una situazione che in decine di paesi del mondo resta insostenibile, per fare in modo che la salute nostra e di milioni di persone non sia determinata dall'esistenza o meno di un interesse economico da parte di privati.

Note

[1]http://www.dndi.org/
[2]http://www.msf.it/cosafacciamo/accesso/malattie.shtml
[3]http://www.msf.it/msfinforma/comunicati_stampa/01032007.shtml

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