venerdì 2 marzo 2007

La sfilata dei senatori

E anche al Senato si è concluso l'ennesimo teatrino della politica, con la "sfilata" dei senatori chiamati a dar la loro fiducia ad un nuovo governo Prodi. Nuovo per modo di dire.

Una cosa accomuna le tante dichiarazioni da ambo le parti: tanta ipocrisia. I senatori a vita sono stati decisivi per questo governo fin dalle elezioni dello scorso anno e questo sollevò nel centrodestra un movimento contro il loro diritto di voto. Dimenticando che questi furono indispensabili [1,2]anche al primo governo Berlusconi, nel 1994.

Alla caduta di Prodi hanno concorso fondamentalmente due fattori. Il primo: una legge elettorale indecente e antidemocratica, che ha esattamente centrato l'obiettivo voluto. A dirlo è il suo stesso creatore, che la definì una legge "porcata, fatta volutamente per mettere in difficoltà una destra e una sinistra che devono fare i conti con il popolo che vota". Il secondo: il voto di alcuni deputati della sinistra e, a pari merito, dei senatori a vita Andreotti, Cossiga e Pininfarina. Complotto o meno che sia stato, questi ultimi saranno sempre più importanti, qualsiasi sia il governo in carica. Pur cambiando legge elettorale, la tendenza riscontrabile in tutti gli altri paesi del mondo è di avere un margine sempre minore tra vincitori e vinti, e in Italia l'ago della bilancia si sposta a seconda del voto di pochi senatori.

La figura di senatore a vita è previsto dalla Costituzione, ma questa all'art.59 specifica anche che "Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario."[3] Intrattenere relazioni con mafiosi non sembra dunque rientrare nella categoria.

Come può dunque governare un qualsiasi governo che dipende, tra gli altri, dal voto di Andreotti, un matusalemme della politica condannato per mafia [4] e che rappresenta il peggio che la storia politica di questo paese ha avuto?

Che senso ha un'istituzione come il Senato, attualmente blindata e in cui si è praticamente costretti a votare sempre a favore delle proposte della propria maggioranza, pena crisi politiche come questa? E i senatori a vita, hanno ancora un senso?

Essere già tutti d'accordo è innaturale. Quando si esce con un gruppo di amici non si è mai d'accordo su tutto. Perfino gli strumenti musicali vanno accordati prima di ogni concerto. Una certa dissidenza è fisiologica in un buon sistema democratico e dovrebbe essere prevista, senza che questo faccia necessariamente cadere un governo e destabilizzare il sentiero politico di una maggioranza.

Il paese non ha bisogno di senatori strapagati e privilegiati, che votano in base ad accordi e senza convinzione. Così come non ha bisogno di nuovi partiti, di nuove associazioni, di nuovi sindacati: se il sistema di clientele e corruzione resta lo stesso, essi degenereranno inevitabilmente. L'unica soluzione per rendere la democrazia più effettiva e diminuire le possibilità di corruzione è estendere la partecipazione, diretta e trasparente, a tutti i cittadini, ognuno nel proprio comune. E non a rappresentanti che, prima o poi, inizieranno a difendere ed a cercare sempre più privilegi.

Note

[1] http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&codid=20.0.1906313828&chId=30&artType=Articolo&DocRulesView=Libero
[2] http://it.wikinews.org/wiki/Cossiga_scrive_a_Berlusconi_sulle_polemiche_contro_i_senatori_a_vita
[3] http://www.quirinale.it/costituzione/costituzione.htm
[4] http://www.societacivile.it/primopiano/articoli_pp/andreotti.html

Nessun commento:

Posta un commento